Anna Castagnoli in mostra: due appuntamenti con me

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Cito dal sito Mipavia, a proposito del Festival dell’illustrazione di Pavia, alla sua IV edizione: Il 2 aprile  ci sarà la personale di Anna Castagnoli, giovane illustratrice italiana e grande sperimentatrice. Sarà lei a ricevere quest’anno il premio “ILL 2011â€, attribuito in ogni edizione del Festival a un giovane artista che si è distinto nel panorama nazionale dell’illustrazione, per bravura, vivacità e innovazione.

Insomma, sembra proprio che sia io ad aver vinto il premio migliore illustratrice del 2011 al Festival di Pavia e sembra che sia dedicata a me la mostra che accoglierà 50 mie illustrazioni, dal Caballero Pepino fino al Calendario della Città del sole 2009 (praticamente 5 anni di lavoro). Incredula e lusingata ringrazio chi ha partecipato a questa scelta. E voi verrete?
Io sarò presente all’inaugurazione SABATO 2 APRILE. alle 18, Sala di Santa Maria Gualtieri, piazza della Vittoria e vi aspetto.

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Invece, purtroppo, non potrò essere presente ad un’altra mostra a cui ho partecipato: L’ALTRA META’ DELL’UNITA’, una mostra tutta al femminile sulle donne che hanno contribuito all’Unità d’Italia. Palazzo della Provincia, Cosenza, dal 4 al 20 aprile 2011

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Qui sotto la tavola con cui ho partecipato, in omaggio a Giannina Milli.

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Giannina Milli, Anna Castagnoli 2011, L’altra metà dell’Unità

Richard Scarry, l’amico dei bambini (I am a Bunny)

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

Per me c’è l’illustrazione per bambini, ci sono tutti i grandissimi illustratori per bambini, e poi c’è Richard Scarry, che mi è impossibile mettere nel gruppo con gli altri, paragonare, misurare: Scarry non è un illustratore, è l’amico più intimo che ho avuto da bambina, è un dio buono che ha creato per me e milioni di altri bambini fortunati (sottolineo la parola fortunati, perché ci sono due cose che possono, secondo me, rendere un po’ più triste un’infanzia: la mancanza di alberi e la mancanza di un libro di Scarry), che ha creato per me, dicevo, un mondo dove rifugiarmi quando piove, un mondo così buono che per sempre ho creduto che il mondo sia un posto bello dove vivere, che sempre, anche nelle giornate più grigie, si può vedere sbucare da qualche parte la testa buffa di Zigo-Zago.

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

Qualche tempo fa, in un viaggio a New York, in una libreria per bambini, ho trovato per caso un libro che avevo perso da bambina in uno dei tanti traslochi, ma che ricordavo con la vividezza di un sogno appena fatto:I am a Bunny, di Scarry.
Vi sembrerà una reazione esagerata, ma ho dovuto appoggiarmi ai ripiani della libreria e chiudere gli occhi per contenere la vertigine dell’emozione che ho provato. Era il mio libro preferito di bambina, non un libro, no, un mondo di sensazioni di cui ricordavo ogni sfumatura. Sfogliandolo di nuovo, per pochi istanti, ho potuto vedere il libro con gli stessi occhi di allora, ma come un’immagine che resta impressa nella retina e che la luce a poco a poco cancella, l’antica immagine perdeva ad ogni istante i suoi contorni e lasciava il posto alla nuova, che era, nella forma, identica, ma non nella sostanza.

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

In un primo momento, ho creduto che il libro, nella nuova edizione, fosse stato tagliato. Ero sicura che Bunny saltasse in una sconfinata danza di farfalle, come facevano, le farfalle che stavo vedendo adesso, ad essere ferme sulla pagina, numerabili, osservabili con l’attenzione di un entomologo? Ve lo giuro: quando ero piccola, le vedevo volare, ed erano centinaia. Non è retorica quella che sto facendo, è la testimonianza fedele di una percezione infantile. Perché il libro che avevo ora nelle mani non profumava più di fiori?

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

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Nella tavola qui sotto, ricordo che sentivo scrosciare l’acqua, e che provavo, mentre guardavo il piccolo Bunny sotto il fungo, empatia: io sentivo insieme a lui i miei vestiti umidi, la mia anima umida, sentivo paura per questo temporale così forte ed ero grata al fungo che mi dava riparo (e che fortunata la rana a non avere bisogno di riparo! Io, Bunny e la piccola coccinella condividevamo la sorte delle creature fragili).

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

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Nel libro, Bunny attraversa tutte le stagioni, fino ad arrivare all’inverno, quando si addormenta nel nido caldo di un tronco cavo per un lungo letargo. Beato il bambino che può dormire così, protetto dal freddo e dal pericolo.

Vorrei ancora condividere con voi un altro episodio. Ho portato questo piccolo libro in regalo a mio nipote più piccolo, bambino di 4 anni con una difficilissima capacità di concentrazione (mai ero riuscita a farlo stare davanti ad un libro dall’inizio alla fine). Invece, la storia di Bunny  l’ha ascoltata e guardata in silenzio dall’inizio alla fine, e poi ancora una volta. Alla fine ha indicato il piccolo rifugio nel tronco dell’albero e ha detto: vo(g)lio dormire lì.

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I am a Bunny, Richard Scarry, Golden Book, ristampato da Random House nel 2004, prima edizione: 1963

Gli imperdonabili, di Cristina Campo, Adelphi 1987

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Gli imperdonabili, Cristina Campo, Adelphi  1987

“Di certe pesche si dice in italiano che hanno “l’anima spicca”, il nocciolo, cioè, ben distaccato dalla polpa. A spiccarsi del pari il cuore dalla carne o, se vogliamo, l’anima dal cuore, è chiamato l’eroe di fiaba, poiché con cuore legato non si entra nell’impossibile.

Questa provincia mediana della fiaba, tra prova e liberazione, è, se mai ve ne fu uno, mondo di specchi. Come in una antica danza di corte, bene e male vi si scambiano le maschere, e che la sorridente regina fosse una negromante, che nella stamberga del menestrello si celasse il magnanimo re Barba-di-Tordo non si appaleserà se non in quel sopramondo delle scadenze imponderabili a cui la fiaba conduce: là dove le figure rovesciate si ricomporranno nel tessuto splendente, nell’atlante perfetto dei significati. E tuttavia l’eroe di fiaba è chiamato sin dal principio a leggere in qualche modo quel sopramondo in filigrana, ad assecondarne le leggi recondite nelle sue scelte, nei suoi dinieghi. Gli si chiede nulla di meno che appartenere, simultaneamente, sonnambolicamente a due mondi.”
Cristina Campo, “DELLA FIABA” Gli imperdonabili, Adelphi 1987

Il libro che vi propongo oggi non è un consiglio di lettura, è un invito a un viaggio in terre di pietre e stelle, un invito al silenzio, al nutrimento di “un’ora che lenta fluisce”. Ci sono scrittori che arrivano nella nostra vita chiamati da un bisogno, come chiavi perfette, d’oro, di porte che sono state troppo a lungo chiuse. Non so dire perché in una vita dedicata alle lettere, alla filosofia, alla sete di parole che traducano perfettamente l’ambiguo senso del mondo, io abbia incontrato Cristina Campo solo oggi. Posso solo dire che ho incontrato, più che una scrittrice, un dono, e che ai doni non si domanda perché né quando.

“Come i vangeli, la fiaba è un ago d’oro, sospeso a un nord oscillante, imponderabile, sempre diversamente inclinato, come l’albero maestro di un vascello su un mare ondoso.
Offre di volta in volta la scelta – ma è una scelta velata di veli sempre diversi – tra semplicità e sapienza, durezza e soavità, memoria e oblio salutare. Uno vince perché in un paese di creduloni e intriganti fu diffidente e segreto, l’altro perché si affidò infantilmente al primo venuto o addirittura a un cerchio di malfattori. (…) Nessuna Scrittura offre precetti buoni per sempre, o negherebbe la vita. Enigma ogni volta nuovo e nuovamente proposto; mai risolto se non nell’ora decisiva, nel gesto puro: del tutto sciolto dalla indigente esperienza, alimentato, giorno dopo giorno, di visione e silenzio.”
Cristina Campo, “DELLA FIABA”, Gli imperdonabili, Adelphi 1987


DAVIDE CALÌ: SCRIVERE PER BAMBINI. Puntata 8

Ecco nuove risposte di Davide Calì alle domande dei lettori di LeFiguredeilibri sulla scrittura per bambini.
Leggi la puntata 1
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Leggi la puntata 7

IllaT
11 gennaio, 2011

Caro Davide, avrei una curiosità: ci puoi dire quali sono i tuoi libri preferiti, o quelli che ti hanno più influenzato nel tuo mestiere?

Preferiti non saprei, ne ho letti moltissimi. Sono cresciuto con i fumetti, poi ho letto molti romanzi e molti saggi. Soprattutto storici e scientifici. Tra i fumettisti con cui sono cresciuto ci sono Mort Walker (quello di Beetle Bailey), Johnny Hart (Wizard of Id), Charles M. Schulz (Peanuts). Da ragazzo ho letto molto i supereroi Marvel (Spiderman, X-Men, I Vendticatori, I Fantastici 4) e i romanzi di Isaac Asimov; poi Stephen King e E. A. Poe. Come fumettista sono stato influenzato in principio da Andrea Pazienza e dagli autori alternativi di quel periodo. Poi sono passato al fumetto francese, sia come lettore e come autore. Mi piacciono molto Lewis Trondheim (la serie di Lapinot), Johann Sfar (Il gatto del rabbino ma anche Sardine de L’Espace), Christophe Blain, Marc Boutavant (la serie di Ariol è bellissima). Tra i fumettisti italiani attuali mi piace Igort, tra gli americani classici ovviamente Will Eisner.

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Come lettore di romanzi, da adulto ho letto i classici russi (mi è piaciuto soprattutto Bulgakov, Le uova fatali sono un capolavoro) poi Calvino, Kafka e Buzzati i cui racconti hanno molto influenzato le prime cose che ho scritto. Da giovane sono stato un grande appassionato di racconti brevi. Ho amato e mi hanno molto influenzato quelli di Roald Dahl, Saki, Mark Twain, Stefano Benni.

Tra gli autori-illustratori per bambini rimane il mio massimo modello Tomi Ungerer, perché nella sua vita ha fatto di tutto: affiches per il cinema, libri per bambini, libri di illustrazione erotica. Tra gli autori italiani ho molto amato Rodari e poi Silvana Gandolfi, che credo sia la scrittrice italiana per bambini più interessante (il romanzo che preferisco rimane Pasta di Drago).

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Roald Dahl

Tra i francesi Claudine Desmarteu, Christian Voltz, José Parrondo (anche se in realtà è belga),  Dedieu e in generale le edizioni Seuil e Rouergue di metà anni ’90, con i loro libri pieni di sperimentazione, mi hanno fatto capire qual era la mia strada come autore per bambini.

In tutto questo dovrei citare anche il cinema, perché in quel che scrivo scorrono tutti i miei modelli, ma ci vorrebbe troppo tempo. Sono cresciuto con la fantascienza, poi ho guardato molto cinema italiano e americano anni ’50, poi di tutto di più. Aspettando di essere chiamato per il servizio civile passai un anno disegnando e guardando film. Ora mi piacciono molto Paolo Sorrentino, Kim Ki-Duk, Hayao Miyazaki, Clint Eastwood, I fratelli Cohen. Tra i miei grandi miti: Woody Allen, Alberto Sordi e i Monthy Phython. Tra i miei film preferiti: Brazil, Anything Else, In the mood for love, Eternal Sunshine of a spotless mind, Fargo.

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Corsi di Orecchio Acerbo sull’editoria, qualche immagine

Simone Rea ha partecipato al corso sull’oggetto libro organizzato da orecchio acerbo, e ha deciso di regalare ai lettori delle Figuredeilibri qualche sua breve impressione e alcune foto. Vi informo anche che Cristiana Clerici, che ha partecipato al corso, sta portando avanti, sul suo blog LaScatolaDelTè, un diario-video di questa esperienza!

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Corso sull’ OGGETTO LIBRO, del 25, 26, 27 febbraio 2011,  impressioni di Simone Rea:

Nel corso del workshop si sono trattati i seguenti argomenti:

  • Le parti di cui è composto il libro
  • Le segnature e la foliazione
  • La carta e i suoi formati in relazione alla carta
  • Il colore e la stampa
  • La scrittura tipografica
  • La parola come immagine
  • Il rapporto fra parole e immagini
  • Raccontare con i segni di scrittura
  • Il percorso dell’albo illustrato

Entriamo per la prima volta in casa editrice il 25 febbraio alle ore 17. La giornata è abbastanza fredda e il sole sta calando. Ci accorgiamo subito che non è il consueto luogo di lavoro ma uno spazio speciale, un salotto con divani, librerie e quadri che raccontano non solo le peripezie della casa editoriali ma la storia più intima di gente appassionata e concentrata nel fare bene il proprio lavoro.
Ogni punto affrontato nel corso è stato trattato in modo tecnico e allo stesso tempo avvincente con continui ritorni, aneddoti di errori, di soluzioni più o meno buone… di esperienze vissute.

Il tutto sapientemente alternato a momenti pratici composto da esercizi esplicativi e divertenti.

Come molti sanno la casa editrice orecchio acerbo nasce da uno studio grafico. Queste attitudini unite a un gran senso per l’estetica (a parer mio traggono molti stimoli dai manifesti futuristi) fa prendere  vie editoriali trasversali inserendosi, o meglio colmando, uno spazio non ancora occupato nel panorama editoriale italiano.
Questo stretto rapporto con la grafica viene evidenziato nel corso con spiegazioni-soluzioni tecniche e esercizi pratici.

Simone Rea

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Non sai a chi mostrare il tuo portfolio alla fiera di Bologna 2011?

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Cosa è il CMYK Project? Quattro autori-illustratori professionisti, forse tra i vostri preferiti (li riconoscete?!!) gireranno per la fiera per offrire un servizio a tutti i giovani illustratori che hanno un book da presentare: potrete fermarli, aprire la vostra cartelllina di disegni, lì su due piedi, ai loro piedi, sentire cosa vi consigliano, cosa vi sconsigliano…  Un progetto davvero brillante. Ecco qui il loro annuncio!

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Nessun Book Sarà Trascurato

FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA 2011

Cari amici, colleghi e redattori,
da diversi anni ho la sensazione che per chi comincia a muovere
i primi passi nel mondo dell’illustrazione per bambini, siano sempre meno le possibilità durante i giorni della Fiera di Bologna di mostrare il proprio lavoro, ricevere consigli e, perché no, solenni stroncature (pur sempre utili).

Non staremo qui a discuterne i motivi: in Fiera c’è molto da fare, sono tutti stanchi, manca il tempo di concentrarsi.
Rimane il fatto che questi ragazzi hanno bisogno di un primo contatto con il professionismo e di qualche consiglio.

Per quanto la selezione naturale – che porta avanti oltre che i più bravi tecnicamente anche quelli più capaci di districarsi nel complesso mondo dell’editoria – abbia un senso, credo che un minimo di disponibilità nei confronti dei giovani sia un dovere, da parte di chi ce l’ha fatta, oltre a essere qualcosa che può rivelarsi utile, non solo per loro.

The CMYK Project è un gruppo di supereroi, ovvero illustratori e autori professionisti, che nei giorni di Fiera hanno accettato di mettersi a disposizione degli illustratori più giovani per guardare i loro book.

Non c’è un appuntamento fisso né un luogo prestabilito
dove presentarsi o mettersi in coda.

I quattro saranno identificabili attraverso una spilla e un badge. Se li vedete, potete semplicemente fermarli e aprire il book.

I quattro supereroi di questo gruppo sono:

Mr. BLUE – MAGENTAMr. BLONDEMr. BLACK

Scoprite da voi chi sono in realtà!

A tutti buona Fiera, buon lavoro e buon divertimento.