An Eye For Annai (un’animazione divertentissima)

Un video d’animazione di Jon Klassen. E’ sempre stupefacente constatare quanto le cose geniali necessitino di nient’altro che di un’idea semplicissima. (Grazie a Monica Monachesi per il suggerimento).

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Bologna Children’s book fair: racconta la tua fiera (miniconcorso)

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Ecco i vincitori del miniconcorso RACCONTA LA TUA FIERA! (2011)

Mariti che vanno al posto delle mogli, illustratori che perdono il biglietto del treno, altri la testa, editori semi-divini davanti a cui inchinarsi ed editori mezze tacche da cui scappare, illustratori che domandano dove è il bagno al loro illustratore-mito perché non l’hanno riconosciuto, la Fiera di Bologna vista con gli occhi di chi la percorre, sembra un universo due minuti dopo il Big Bang!

SPORTELLO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO AGLI ILLUSTRATORI OFFRESI
di Federica (la zucca)

Io e Annalisa non siamo illustratrici né editori, ma cambiamo colore come cartine tornasole a contatto con la BCBF. Appassionate è poco, studiose è troppo, ma la letteratura per l’infanzia è una casa in cui vorremmo abitare. Ogni anno visitiamo la fiera e ogni volta ne tiriamo le somme, pontificando le modifiche da apportare l’anno successivo. Il 2011 è stata la volta dello sportello consolatio per illustratori. Li vediamo aggirarsi a passi lunghi con occhi enormi, le cartelle scomode sotto braccio, l’aria di chi partecipa ad una caccia al tesoro poco organizzata: gli illustratori. In fila per colloqui, al sole a mangiare gallette di riso per pranzo, in crocchi per confrontarsi, col collo stirato a sbirciare gli stands: gli illustratori!
Io e Annalisa abbiamo pensato di organizzare uno sportello di sostegno psicologico: qualcosa tra Lucy van Pelt e i Free Hugs. Ci siamo chieste come la prenderebbero. Forse si offendono. Ma noi, agli illustratori, gli vogliamo un gran bene.

UN PANINO DI BELLEZZA
di Matteo
Cyrano Uggeri

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Non pensavo che sarei mai andato a questa fiera, alla Children’s Book Fair, dato che non sono un illustratore, non scrivo storie per ragazzi, non pubblico libri, non faccio neppure il libraio né l’insegnante. Il fatto è che sono innamorato di una moglie innamorata dei libri illustrati: col passare del tempo la passione di Gaia s’è trasmessa a me, tanto che ho cominciato a piccoli passi ad affacciarmi tra le pagine colorate. Dato che lei questa volta non poteva andarci, la cosa migliore che ho potuto fare è stata di armarmi di macchina fotografica, registratore digitale e trolley spazioso. E poi partire.
Eccomi ad occupare il posto che le spettava, quasi con un senso di colpevolezza. Una sorta di Cyrano De Bergerac, in missione per conto d’altri, con poche aspettative e tanti dubbi sul senso di ciò che sta per fare.
Ma le cose sono andate meglio di quanto mi aspettassi. In particolare, credo resterà indimenticabile per me un preciso momento, un istante così semplice che è difficile raccontarne la magia. Riguarda il panino alla mortadella che ho divorato in pochi lenti e cadenzati morsi mentre con lo sguardo mi immergevo tra le immagini della candida sezione dedicata al paese ospite, la Lituania.
Quel panino umidiccio e carissimo aveva un gusto del tutto speciale, il gusto che può assumere qualsiasi cosa che sia circondata di tanta bellezza, una bellezza che conferisce inaspettate e solide speranze.
Uscito dalla trance mi sono accorto d’aver devastato di briciole la bianchissima moquette di quell’angolo di padiglione, e un senso di vaga colpevolezza mi ha colto. Me ne sono andato sorridendo, sentendomi involontariamente di nuovo un po’ bambino, e carico di quella voglia di raccontare che da bambino ti gonfia il petto dopo le gite con la scuola.

APPUNTAMENTO CON IL PROPRIETARIO DELLE VIE DEL MONDO
Di Monica Monachesi – Art director de
Le immagini della fantasia, Sarmede

Corrado Rabitti di Zoolibri mi aveva promesso di portarmi da lui. La Fiera è un turbine di incontri, di volti e persone, di copertine e libri… giovedì mattina arriva in un lampo e non mi sono ancora incontrata con Corrado.
Faccio un rapido tour, sono tanti gli stand dove vorrei potermi soffermare meglio e sono davanti a Rue du Monde, osservo un signore seduto che sfoglia un libro, cerco di leggere il suo nome da qualche parte. Improvvisamente alla mia sinistra arriva Corrado e lo vedo inginocchiarsi… allora mi inginocchio anche io: è lui, sì! Alain Serres! Ridiamo tutti insieme e ci stringiamo le mani. Che bella la fiera!

ILLUSTRATRICE SENZA CARTELLINA
di Manuela

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Mattina treno Bologna. Una città che con la Fiera del Libro si ravviva di brio, di promesse e sogni che da ogni parte del mondo si viene a portare con sé. Io con il mio sono andata per curiosare come un bambino che per la prima volta viene portato ad un gigantesco acquario. Non sa cosa è, ha visto foto e illustrazioni ma nella sua testa l’immaginazione lo mostra indefinito colorato, luminoso. L’impatto con la realtà è emozionante… so che intorno a me ci sono quelli che hanno i brividi. Io non ho la cartellina nera colma di disegni scelti con cura e consci che in quel contenitore si riassume quell’intimo “sé†che finora era stato solo un mondo ideale e privato. Ai tavoli sorrisi di entusiasmo o di pudore, mani che gesticolano, chi serio chi interessato chi solo sé stesso. Un giorno, presto spero, sarò seduta anch’io a quei tavoli a condividere i miei tesori, come un’artista di strada che si stacca dalla cieca folla e libera i suoi palloncini verso il cielo per condividere un incanto.

ILLUSTRATRICE SENZA CARTELLINA 2
Di Christine

La fiera di Bologna…
Per me è stata la prima, ma ho imparato molto anche in un sol giorno! Ho conosciuto persone meravigliose disposte ad aiutarti ed incoraggiarti, ho provato sensazioni contrastanti, dall’euforia e gioia più intensa al senso di nullità e tristezza…
Ma nonostante cose belle e brutte ho toccato più profondamente il mio io piccino… che è uscito allo scoperto nella fiera… si è esposto, un po’ tremolante ma almeno è venuto fuori! Sono solo all’inizio, la strada è in salita e lunga ma…non demordo, fare illustrazioni è una cosa meravigliosa e apre magici mondi! Bellissime le mostre di Giordano e del paese ospite la Lituania, delusa dalla mostra di Bologna…troppi pochi colori. Non ho altre esperienze “interessanti†perché il mio book è stato nascosto… non ce l’ho fatta…  non quest’anno.

EDITORE DI LIBRI ORRIBILI CERCA LIBRAIA DISPONIBILE
di
Serena

Dopo un’ora di coda per mostrare i miei lavori ad un editore francese (non dico il nome) mi siedo davanti a lui. “Hai un progetto?” ,”No, il portfolio con disegni vari”, “Allora niente, stiamo cercando progetti. Italiana, di dove?”, “Crema” “Ah! ci sono stato per una mostra, ma nelle librerie non ci sono bei libri!”, “Ah boh, non so (balbetto), io lavoro in libreria veramente…”,”Noi abbiamo fatto questi due libri in italiano ma nessuno li vuole vendere in Italia!” e me li fa vedere. Panico. Sono brutti. O meglio, visualizzo dove me li metterebbero i miei clienti… “Belli belli” dico entusiasta. Così riesco ad andarmene dal loro stand solo promettendo di vendere i loro libri.
Non ti dico le risate in libreria quando ho confessato il mio patto commerciale con l’editore francese. Cercheremo di renderci irreperibili dai corrieri…

MONEY MONEY MONEY. Anonimo

Premesso che l’ultima volta che andai Bologna, sul pullman che dalla stazione di Bologna porta alla Fiera, fui con molta destrezza derubata del portafogli (me ne accorsi solo al ritorno quando dovetti chiedere a un’amica di pagarmi il biglietto del treno), quest’anno ho optato per una borsa/cassaforte con molte cerniere e con l’idea che nessuno spicciolo ne sarebbe uscito senza il mio consenso.
Quindi faccio i biglietti di andata e ritorno nella mia città ed arrivo senza imprevisti in una fiera che è già sul finire, ultimo giorno. Ma lo scorso ottobre, al momento di inviare le 5 tavole che, benché lontanissime dal garantirmi uno spazio nella mostra degli illustratori, mi avrebbero assicurato il pass…io, beh…boh…avrò avuto sicuramente cose più importanti da fare, quindi ahimè, ho pagato l’ingresso. Mica quello intero, eh, io sono furba, ho chiesto per tempo la riduzione. Un giro in fiera da turista, senza un book presentabile, senza l’ombra di un appuntamento, mi guardo la mostra e rivedo un sacco di amici illustratori che incontro praticamente solo in fiera; risate, ricordi di corsi passati, sguardi ai soddisfacenti risultati altrui, qualche acquisto (25 euro, non di più…al bancomat della fiera il prelievo non è disponibile) per il puro piacere di avere libri… ed è già ora di andare! Caspita la mia super borsa è piena di scartoffie, aspetta che prima di uscire mi libero delle cose inutili, come il pass, il fazzoletto sporco, il biglietto ffss di andata, ed eccomi di nuovo sull’autobus con lo sguardo sospettoso verso ogni passeggero e la borsa stretta al collo. Tanto sono in anticipo, ho tutto il tempo di bere un caffè in stazione e finire le parole crociate della settimana enigmistica. Mancano 10 minuti al treno, dai che convalido il biglietto e poi non ci penso più. Ma dov’è? MMMhhh, troppe tasche ha questa borsa. La svuoto completamente su una panchina: il biglietto NON C’ E’. Giace in quel bidone portaimmondizie vicino al guardaroba, insieme a quello di andata e al fazzoletto sporco. Rimandando gli auto-insulti volo alla biglietteria e fortunatamente, riesco a rifarlo e a salire in tempo. Finalmente in salvo, money, money money, quanto mi è costata questa fiera del libro?

CI SONO ANCH’IO! Di Silvia Bobo

Finalmente! Eccola! Ci sono anch’io! La mia prima fiera di Bologna. Entro trionfante, decisa. Fuori piove ma che importa? Respiro l’aria e l’odore di quei libri, di quelle figure che tanto amo.
“Permesso, scusate…ehm…come si fa ad avere quel cartellino che molti hanno appeso al collo?”
“Sei un’illustratrice? Sei iscritta al concorso?” mi chiedono.
“No, sono un’autrice” rispondo a bassa voce.
Sguardi e risatine.
“Che c’è?” penso.
Mi sgonfio un po’. Dopo un’ora già non capisco più nulla. Sono frastornata.
Dio quante belle cose. Le case editrici pullulano di gente. Mi faccio spazio, avanzo, mi getto nella mischia.
“Salve, scrivo raccontiâ€
“Si, si ci mandi una mailâ€
“L’ho già fatto†sussurro tra i denti.
Tutti guardano avanti, parlano. Io ormai sono piccola, alta un centimetro. Saltello e tiro il collo. Ma cosa credevo?
Raccatto nomi, indirizzi, volti, parole. Ne ho due borse piene. Il lavoro riprenderà a casa, lo so! L’anno prossimo sarò pronta, diversa. La mia prima fiera di Bologna: che figata!

UN INCONTRO TRAGICOMICO, di Rossana Bossù

Partendo dal presupposto che sono molto timida e che ho sempre paura di disturbare, quando mi faccio forza
per presentarmi o chiedere qualcosa a qualcuno finisco sempre per fare delle figuracce. Così è stato anche quest’anno alla fiera.
Ero alla stand di OQO editora e mi avvicino all’unica persona che vedo seduta ad un tavolo e le chiedo con il mio inglese stentato se avevano un catalogo. Questa persona non capisce, allora mi faccio capire a segni così lei si rivolge ad un’altra signora in piedi e le chiede questo benedetto catalogo. Mi viene detto in spagnolo che li avevano finiti, di andare sul sito… Mentre ascoltavo continuavo a pensare che avevo già visto da qualche parte la prima signora seduta al tavolo, pensa e ripensa con orrore mi si svela la cruda verità: era Joanna Concejo!
Capito? sono riuscita a chiedere un catalogo a lei quando avrei dovuto inchinarmi e chiederle una dedica su uno dei suoi libri. Io adoro Joanna Concejo. Spero la prossima volta di non incontrare, che so, Roberto Innocenti e chiedergli se mi indica la toilette.

CHE BELLO ESSERE RICONOSCIUTI!
di Simone Rea

Entrando in fiera ho notato un atrio molto più accogliente del solito e una mostra ben equilibrata per qualità di opere e positivamente disomogenea per contenuti e stili. Alcuni illustratori comunque spiccano per capacità di sintesi e attitudini artistiche mature, per questo vorrei segnalarli: dalla Romania Ana Botezatu, dal Portugal Teresa Cortez e dalla Korea Ji-hae Hong.
La mia esperienza quest’anno non poteva non essere positiva, sono stato selezionato per la mostra illustratori e finalmente è uscito il mio libro, “Esopo Favole” edito da Topipittori, che già nei giorni della fiera mi ha regalato grandi soddisfazioni. Pensate: tre koreane mi hanno riconosciuto mentre vagavo tra gli stand e mi hanno chiesto le dediche, una di loro non aveva comprato il libro e si stava mangiando letteralmente le mani.

QUANDO UN EDITORE CI DA BUONI CONSIGLI, di Anna Forlati

Vorrei riportare alcuni punti del colloquio che ho avuto a Bologna con il presidente di una splendida casa editrice francese. Anche se so che molti potranno non concordare con queste riflessioni, per quanto mi riguarda sono state davvero illuminanti. Eccole elencate molto brevemente:
РIl mercato ̬ lo strumento che abbiamo per comunicare con gli altri;
– Sarebbe bene evitare di fare dei libri per auto-compiacerci, ma che non comunicano niente;
РUn libro illustrato ̬ un prodotto industriale, come una sedia o un tavolo;
– Diamoci il giusto tempo per fare le cose;
Un libro, per essere pubblicato, deve essere necessario, urgente;
– Molti, ma molti dei libri esposti a Bologna se potessero tornerebbero assai felicemente ad essere alberi nel bosco.
Vorrei concludere con l’immagine di un libro (purtroppo fuori commercio) che ho visto a Bologna, e che vale davvero tutti gli alberi tagliati per produrlo. L’autore è il coreano Jo-Won Hee, il titolo è “Muscle Uncle and Fat Aunt”, la casa editrice è la coreana Sang Publishing. Un caro saluto.

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Grazie a tutti per questo spaccato così vivo e divertente! Ho fatto qua e là un leggero editing, per facilitare la lettura. Se volete aggiungere cognomi, blog, link, o correggere qualcosa, scrivetemi. Anna


Mostra Illustratori, Bologna Children’s Book Fair 2011

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Copertina Catalogo Mostra Illustratori 2011 di Jutta Bauer, ospite d’onore alla Mostra

Prima di mostrarvi le mie illustrazioni preferite, vorrei fare un commento relativo ad un dibattito che circola tra il pubblico della Mostra Illustratori, e che è stato ripreso sul forum delle Figuredeilibri qualche giorno fa (qui): cioè, che negli ultimi anni, le opere selezionate alla Mostra Illustratori, sono troppo concettuali, grafiche, fredde, non per bambini, etc…
Sapete già come la penso a proposito (considero i bambini un pubblico onnivoro), ma lasciate che provi a giustificare la mia posizione facendo un passo indietro e cercando di gettare delle basi storiche a questo dibattito.

L’immagine d’arte è, da sempre, sintesi e interpretazione del reale. Ma cosa è il reale? Se all’epoca di Van Eyck il reale è ciò che vediamo con gli occhi (o attraverso gli specchi), all’epoca del surrealismo il reale è ciò che sta dietro ai nostri occhi: il sogno e le emozioni della psiche. Con Kandinsky e l’espressionismo astratto, il reale diventa il colore, la linea, il punto; vale a dire: il linguaggio che è stato utilizzato per dipingere nei secoli precedenti, diventa l’oggetto d’interesse dell’opera d’arte, protagonista assoluto della tela.

E l’illustrazione per bambini? L’illustrazione, proprio come la pittura e l’arte in generale, reagisce all’epoca che la circonda. Per molti secoli è stata didascalica, perché doveva raccontare e mostrare al pubblico cose che solo rari viaggiatori potevano vedere: sirene, città straniere, battaglie, il profilo dentellato di una foglia, la tigre (non c’era ancora la fotografia). A fine ‘800, (Rackham, Dulac…), l’illustrazione si interessa a un mondo fantastico: quello delle fiabe, dei folletti, dei palazzi di principesse: è realistica per convincere il suo pubblico borghese della veridicità di questi mondi irreali.

A inizio ‘900, sulla grande onda della scolarizzazione infantile obbligatoria, gli studi di pedagogia decretano che esiste una illustrazione specifica per bambini, e che deve avere precise caratteristiche morali, formali e cromatiche. Ma dal fronte russo, agitato dalle avanguardie, arrivano libri per bambini le cui immagini sembrano opere d’arte, e dove non c’è altro messaggio da comunicare ai bambini se non quello della bellezza. Si sono così formate due coalizioni, che si confrontano ancora adesso: l’illustrazione è una forma d’arte e il suo pubblico va dai 0 ai 100 anni/l’illustrazione è un linguaggio che deve avere determinate caratteristiche per interessare i bambini.

E oggi? Oggi, proprio come nell’arte contemporanea, c’è spazio per tante visioni diverse e una posizione non esclude l’altra. Siamo in un’epoca magnanima, di decadenza lenta e sonnolenta, scevra di idee forti. Ognuno cerca nel suo angolo qualcosa da dire, come un naufrago che arrotola un messaggio dentro una bottiglia.

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Chinatsu Hagino, Giappone

Se dovessi delineare con qualche parola l’epoca in cui siamo, direi che siamo in un’epoca saturata di messaggi e di immagini, violentata ogni giorno dalla ridondanza delle immagini televisive (reali, troppo), nauseata dalla cacofonia di voci che gridano, invece di parlare. I bambini sanno tutto, sanno troppo e troppo presto. Cosa può dire loro, ancora, l’illustrazione? L’illustrazione diventa allora un campo dove cercare nuovi contenuti e nuove forme, lontani da quelli ruffiani della pubblicità, o da quelli cronachistici della televisione (dove viene spacciata per realtà lo sguardo nudo di pensiero di una telecamera o apparecchio fotografico), lontani da quelli gridanti, scoppiettanti, ipercolorati (stile Winx) dei disegni animati che intervallano le pubblicità. Un campo dove cercare messaggi più silenziosi, intimi, lenti, contenuti in forme pensate. E’ concettuale l’illustrazione oggi? Se concettuale significa “pensato a lungo”, mi sembra di sì. Ma non vi sembra un bene?
Spiccano, nella selezione della Mostra Illustratori, voci fresche, gradevoli equilibri cromatici, messaggi puliti. Quasi a dire, sottovoce, che la bellezza può ancora esistere senza bisogno di gridare o sedurre a tutti i costi.

Chinatsu Hagino, Giappone. Forse il lavoro che ho amato di più in assoluto. I tagli cinematografici, che interpongono sempre un primo piano tra lo spettatore e il protagonista, mi obbligano a una curiosità discreta, silenziosa, come se assistessi di nascosto a una scena intima e preziosa a cui non sono stata invitata.

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Chinatsu Hagino

Uno dei giurati mi ha raccontato che quando sono arrivati nella sala piena di disegni, molti lavori erano già stati messi da parte dagli organizzatori, una prima scrematura necessaria. Loro hanno chiesto di visionare anche i lavori pre-scartati, e tra tante cose scartabili, c’era questa meraviglia di Emmanuelle Bastien, che hanno poi selezionato tra i vincitori.
Mi piace di questo lavoro la forza narrativa. Sembra, ad un primo sguardo, un lavoro concettuale. Invece racconta una storia semplicissima: Dentro una casa c’è un omino. Una notte l’omino fa un sogno. Sogna una città piena d’alberi, lupi, oggetti, fiori, pesci, con, al centro, una sedia rossa e una bambina minuscola, rossa anche lei. Il giorno dopo, la casa non c’è più.

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Emmanuelle Bastien, France

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Emmanuelle Bastien

Yng Fan Chen. Dolcissimo, classico e insieme moderno…

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Yng Fan Chen, Giappone

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Yng Fan Chen

Tamas Passa. Un’acrobazia perfetta nella categoria non-fiction.

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Tamas Passa, Ungheria

Qui sotto Bernardo Carvalho, Portogallo. I colori ci sono tutti, la semplicità delle linee regala un mondo rassicurante. Ciò nonostante non è banale, non è cacofonico, non è kitsch, non è già-visto.

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Bernardo Carvalho, Portogallo

Susumu Fujimoto. Un’opera che mi ha emozionata, nel vero senso del termine. Una sensazione di sospensione dal tempo (data dal gesto teatrale della bambina nel vuoto di pubblico e spazio). Anche qui, di nuovo, la sensazione di essere uno spettatore non invitato, che si ritrova a spiare il gioco segreto di questa bambina, tutta concentrata nel misurare le orecchie del coniglio, nel mimarle, con un’urgenza e una concentrazione misteriose. Questa serietà quasi drammatica del gioco della bambina è trasmessa dalle forme: essenziali, tese; e dalla scarsità dei colori. Certi giochi sono da fare ad occhi chiusi, per concentrarsi meglio.

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Susumu Fujimoto, Giappone

C’è tutto in queste tavole di Nooshin Safakhoo: millenni di arte persiana e il minimalismo della grafica contemporanea, l’eleganza dei colori e la forza di un’azione.

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Nooshin Safakhoo, Iran

Al gattino di Naomi Munakata do l’Oscar come miglior attore protagonista. A suo fratello, l’Oscar come miglior co-protagonista.

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Naomi Munakata, Giappone

Ecco qui sotto un Dulac post Guerre Stellari (e ricordiamoci che Dulac aveva rubato molto alla tradizione pittorica giapponese). Si può ancora regalare un mondo magico ai bambini, ma deve essere credibile. Qui mostri e animali di un immaginario post-moderno entrano nelle tinte sfumate dell’illustrazione inglese di inizio secolo.

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Hitoshi Nagamin, Giappone

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Hitoshi Nagamin

Tipi Camp di Satoru Suzuki è un’opera non fiction, ma è talmente divertente e dolce che io l’avrei messa nella fiction. Mi fa venir voglia di correre a comprare una tenda e montarla, per invitarci gli amici più cari.

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Satoru Suzuki, Giappone

Due immagini del prossimo libro di Valerio Vidali. Vince in questo lavoro la pulizia dei colori e il taglio dell’immagine. Campi lunghi che si alternano a piani americani con teste mozzate, quasi a indicare che centro dell’immagine non sono i protagonisti, ma l’azione di andare (il tema del libro, infatti, è il viaggio).

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Valerio Vidali, Italia

Mayuko Kuwada. Poetico ed essenziale è il sogno di una creatura felice…

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Mayuko Kuwada, Giappone

Arianna Vairo. Forte, sognante, pieno di vento, di luce, di poesia. I due complementari, arancio e blu, sono padroni dello spazio: così tutto sembra invitante, nonostante le linee incise, forti, del disegno. Bella la traiettoria degli sguardi dei due personaggi, che apre il disegno verso l’esterno.

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Arianna Vairo, Italia

Per chiudere questa carrellata di mie preferenze non poteva mancare Simone Rea, illustratore per il quale ho da sempre una grandissima ammirazione. Queste tavole, originali e inedite, sono per me il racconto dell’origine cellulare della vita, un punto nero che si divide, si moltiplica, diventa girino, fino a nuotare e diventare relazione con la mamma rana. Questa genesi poeticissima, immersa in un liquido amniotico rosso e azzurro, è resa attraverso una precisione formale che non mi imbarazza definire perfetta.

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Simone Rea, Italia

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Simone Rea

In giuria c’erano: Paolo Canton, editore italiano dei Topipittori, Sophie Van Der Linden, critica francese e redattrice di Hors Cadre(s), Carll Cneut, Illustratore belga, L’uboslav Pal’o, illustratore sloveno ed Ellen Seip, scrittrice ed editor norvegese. Vi cito alcuni passaggi della loro testimonianza di questa esperienza, riportata sul catalogo:

L’uboslav Pal’o: “Per me l’illustrazione contemporanea è fondamentalmente caratterizzata dallo stile individuale e dalla sperimentazione. Le capacità tradizionali di pittura e disegno sono in declino, anche se ne ho visti parecchi esempi interessanti in mostra.”
Carll Cneut: “A tutti coloro che non ce l’hanno fatta (N.d.r: ad essere selezionati), non scoraggiatevi. Continuate ad amare il vostro lavoro di illustratori, fate venire fuori la vostra personalità e tornate il prossimo anno più maturi, più forti e più brillanti.”
Ellen Seip: “Fin dall’inizio avevamo stabilito di ricercare l’originalità, la capacità tecnica e la particolarità dell’artista.”
Paolo Canton: “… affacciandomi alla sterminata sala che ci accoglieva (…) ho avuto la sensazione che ogni sforzo di selezione sarebbe stato inutile e che, di fronte a una tale massa di lavori, solo due cose avrebbero potuto salvarmi: il rogo accidentale o l’estrazione a sorte di ottante numeri, da 1 a 2836.” Paolo Canton ha raccontato la sua esperienza sul suo blog. E in un’intervista rilasciata a Silvia Santirosi qui.
Sophie Van der Linden: ” Abbiamo inoltre notato che il pensiero innovativo e l’originalità sono difficili da trovare e di conseguenza è stato facile individuare e selezionare le opere dotate di tali qualità.” Qui sul suo blog (in francese) trovate la sua personale selezione e i suoi commenti ad alcune opere.


Concorso “In viaggio verso casa”

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Ecco un concorso dal tema affascinante, organizzato dal Festival IT.A.CA’ migranti e viaggiatori, festival del turismo responsabile.

A questo link trovate tutte le informazioni sul concorso.

Tre sezioni:
fotografia/illustrazione/racconto breve. Gli autori possono concorrere anche per più di una sezione, sottoponendo però non più di un’opera per tipo.
Tema del concorso:

Cosa significa essere in viaggio verso casa?
Il concorso vuole esplorare come il viaggio parta da casa e arrivi a casa (ît a cà = sei a casa? in dialetto bolognese), una casa interiore e simbolica, una Itaca ideale, da raggiungere con un percorso di senso, dove centrale è il modo di affrontare il viaggio più che la meta da raggiungere. Il concorso si propone di valorizzare le diverse esperienze di viaggio (migrazione, turismo, scoperta…) dando spazio a voci, sguardi e linguaggi diversi.

Scadenza:

25 aprile 2011

Premio:

il premio è la partecipazione con pernottamento in una manifestazione con spirito affine a Itaca. Per ora sono in programma: campionato mondiale di pesto al mortaio a Genova; Terra di tutti film festival a Bologna, e il terzo viaggio, l’organizzazione lo sta definendo…
Le opere vanno inviate a:
itacacontest@gmail.com

LEGGI QUI IL BANDO COMPLETO DEL CONCORSO:


Cartolina dalla Fiera di Bologna 2011

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Anche quest’anno si è conclusa la Fiera di Bologna. Un evento davvero eccezionale della cultura italiana: la più grande fiera del mondo di editoria per ragazzi; purtroppo sempre troppo trascurato dai media e dalla stampa italiani. Per noi autori e illustratori, è un evento imperdibile: per le persone che si conoscono, per gli amici che si ritrovano, perché è l’unico momento dell’anno dove usciamo dalle nostre tane per scambiare con altri appassionati milioni di domande, affermazioni, dubbi, risposte, su questo mondo così ricco; dove possiamo vedere i libri che si pubblicano in altri paesi, dove, se siamo fortunati, possiamo vendere un progetto libro…

Quest’anno la fiera mi è sembrata molto più affollata degli anni precedenti. Mi sembra che l’illustrazione per ragazzi in Italia sia un fenomeno che sta diventando alla moda, e lo testimonia bene l’immensa superficie del “muro del pianto” (!), dove centinaia di illustratori hanno appeso fotocopie delle loro opere (belle e brutte, c’è di tutto), quattro volte più grande di quello degli anni scorsi.

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Non so se per la troppa fretta, che mi ha impedito di girare per gli stand con calma, o se per reale povertà del mercato, non ho  trovato quest’anno molte novità editoriali che mi hanno colpita. Ho sentito una lacuna di cose belle e innovative soprattutto negli stand francesi, dove di solito si incontravano meraviglie. Qualche perla però l’ho trovata e la sto aspettando via posta, insieme al catalogo della Mostra. Ve ne parlerò presto. Due case editrici abbastanza recenti mi hanno sedotta per la raffinatezza del loro catalogo: Donzelli editore e Les editions Notari (Ginevra).

Qui sotto un momento della conferenza di Nikolas Heidelbach, artista eccezionale che ho scoperto quest’anno grazie alla mostra a lui dedicata. Mi è piaciuto il discorso che ha fatto sulla percezione del bambino, che a differenza di quella dell’adulto non ha una separazione netta tra fantasia e realtà. Heidelbach, infatti, cerca di restituire attraverso l’illustrazione questa fusione di confini tra fantastico e reale, creando un mondo dove il bambino possa riconoscersi. Chi conosce bene l’infanzia, senza idealizzarla, saprà che la fantasia del bambino è ricca di perversioni, aggressività e conflitti: Heidelbach cerca di riprodurla senza eccessive censure, facilitando nel bambino la riconoscenza del proprio mondo interno. Ho adorato questo discorso.

Vi segnalo che in Italia il suo libro “Cosa fanno i bambini” è uscito quest’anno con le edizioni Donzelli.

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Nikolas Heidelbach (a destra) ospite d’onore alla Fiera del Libro per ragazzi 2011

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Nikolas Heidelbach

Un’altra bellissima mostra è stata organizzata dall’Associazione Culturale Hamelin: la mostra di Camilla Engman e Ana Ventura.

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Sulla destra, Camilla Engman, bellissima, semplicissima e sempre sorridente.

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Sopra e sotto tre momenti della mostra Engman-Ventura presso l’Associazione Hamelin

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Ho avuto l’onore di conoscere di persona Kaatje Vermeire e vedere dal vivo i suoi lavori. Ringrazio Monica Monachesi, organizzatrice della Mostra Illustratori di Sarmede, per questo privilegio.

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Kaatje Vermeire mentre seleziona alcune delle sue tavole nello stand di Sarmede. In basso, due immagini inedite.

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Ecco qui sotto un momento che per me è sempre emozionantissimo: la riunione de LeFiguredeiLibri. Sono sempre davanti a questo schermo che è l’inter-faccia del blog, quando vi vedo, è come se  lo schermo si facesse trasparente, fino a scomparire, ed eccovi apparire! Incontrarsi dal vivo è: sentire che tutto quello che stiamo condividendo da anni è vivo e reale, uno scambio umano importante, prezioso per voi quanto per me. Grazie per le cose che mi avete mostrato di voi!

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Sopra e sotto qualche momento della riunione LeFiguredeilibri.

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Durante l’incontro ho visto moltissime cose belle, ma mi ha fatto particolarmente piacere poter vedere gli originali di Cristina Storti Gajani, una lettrice affezionata di questo blog, vincitrice del premio Laura Orvieto, ora diventato un libro edito dalla Giunti. Avevamo condiviso il suo successo sul forum delle Figuredeilibri. Qui sotto l’affiche della mostra di presentazione del libro…

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La locandina della mostra del libro Storie della Storia del mondo, di Cristina Storti Gajani, edito da Giunti.

In basso, un’immagine della mostra di Philip Giordano all’entrata della Fiera del libro, Giordano è stato vincitore l’anno scorso del premio SM. E’ un premio importante in denaro e visibilità. Giordano ha detto che il premio gli ha permesso di fare un anno di ricerca, che per un illustratore è un’occasione rara. Quest’anno il premio è stato vinto da Page Tsou. Vi ricordo che il premio è dato a uno degli illustratori selezionati alla Mostra Illustratori di Bologna, sotto i 35 anni. Se non ricordo male, consiste in 30.000 dollari.

Il premio Astrid Lindgren Memorial è andato a Shaun Tan. Una scelta meritatissima ma forse non troppo originale.

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Qui sotto un momento dell’Assemblea annuale di Ibby Italia, nella sala Melodia. Ibby è una rete internazionale di inestimabile valore sociale e culturale, che promuove il libro illustrato, gli autori, gli illustratori e molteplici iniziative umanitarie che aiutano i bambini attraverso i libri: era stata fondata da Jella Lepman nel 1953, ed è a tutt’oggi viva e potente. La sezione italiana fa molta fatica a causa della mancanza di finanziamenti, vi invito a diventare soci, sono 35 euro spese davvero bene.

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E per finire, eccomi che dedico Il Grande Viaggio e L’incredibile storia del bambino terribile allo stand della Logos. Quest’anno è esplosa la moda delle dediche negli stand italiani, speriamo si consolidi perché è divertentissima!

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Ho dimenticato in questa cartolina moltissime cose. Se volete approfondire, vi segnalo alcuni blog che hanno parlato della Fiera (se ne conoscete altri mandatemi il link nei commenti, che li aggiorno).

Zazie News
Chris Mazzotta, Brasile
Topipittori (su facebook: album 1, album 2, album 3, album 4)
La scatola del tè
Il blog di Isabella Labate
Le altre stanze
Paperblog: diario di una giornata in fiera
ChiaraNocentini
Silvia Santirosi
Qui una galleria di immagini


Fiera di Bologna 2011: raccontatemi le vostre storie (miniconcorso).

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MINICONCORSO LEFIGUREDEILIBRI:
RACCONTA LA TUA FIERA

Carissimi, stavo cercando di stilare una lista di cose da raccontarvi, quando mi è venuta un’idea luminosa: oltre alle mie impressioni sulla fiera, perché non mi raccontate le vostre? So che molti di voi hanno girato per il Salone del Libro per la prima volta, con o senza cartellina da mostrare agli editori, so che alcuni di voi hanno ricevuto proposte per pubblicare i loro progetti, etc… Allora, ecco un miniconcorso divertente: RACCONTA LA TUA FIERA. Sceglierò gli aneddoti più divertenti/utili/emozionanti. Se siete illustratori, potrebbe essere interessante raccontare un colloquio con un editore, sia come esperienza negativa, sia come esperienza positiva, se siete editori, potete regalarci un cartolina vista dalla prospettiva contraria. Nella misura (sempre) dell’educazione, potete anche raccontare qualcosa che non vi è piciuto per nulla. Se siete timidi, vale anche l’anonimato.

Speditemi tutto per mail a lefiguredeilibri@gmail.com
Con oggetto della mail: Racconta la tua fiera
Scadenza: venerdì 8 aprile a mezzanotte
Spazio: 1000 battute spazi inclusi (circa dieci righe)
Potete allegare una foto scattata da voi