Il plagio, parte I

Il sottile confine tra ispirazione e plagio non smette di divertire e animare dibattiti nel mondo dell’illustrazione. Quanti di noi non hanno pronunciato almeno una volta, con gusto, le pungenti parole: “Sì, è bravo, ma copia troppo x…”.
Quest’estate nuovi casi hanno animato la scena, (leggi il dibattito ospitato dal forum delle Figuredeilibri), quello clamoroso denunciato dal blog Books By Its Cover, dove un’illustratrice inglese ha vinto un importante premio copiando il lavoro di un’altra (leggi il post), e quello più sfumato di Valerio Vidali, che ha pubblicato sul suo blog un leone troppo simile a quello di Beatrice Alemagna, la quale ha risposto sul suo blog in modo deciso, denunciando il plagio. Dai disegni  che qualche anno fa hanno riscosso il primo premio ad un concorso italiano perché la giuria era convinta che fossero di Anna Laura Cantone, al famoso reiterare di “copie troppo esplicite” dell’illustratore François Roca, il plagio è una di quelle buche da gioco dell’Oca in cui è sempre difficile non inciampare.

Roca
a sinistra, François Roca, Contes du granier, Ed Seuil 2002, a destra John W. Waterhouse, Circe invidiosa, 1892 (vedi blog Cornelius).
Roca2
a sinistra, François Roca,  A l’autre bout de la terre, Flammarion 2006, a destra N.C. Wyeth, Columbus sights the new world (particolare) 1942 (vedi blog Cornelius).

Mi astengo qui dal riprendere la discussione sulle paure legate al plagio, già sviscerata nel forum, e vi propongo invece un tuffo nel passato alla scoperta del lungo cammino che l’idea del plagio ha fatto, libera e spensierata, prima di finire sul banco degli imputati.
E’ infatti solo a partire dal romanticismo, e dalla copernicana rivoluzione del concetto di “autore”, (che vede decadere l’idea di autore come umile copista della bellezza del creato, artigiano o interprete del divino presente nel modello, e prendere campo quella dell’arte come espressione di un sentire interno) che il plagio diventa reato.
Il “copiare” si connota allora come violazione, furto, di qualcosa che è sentito come interno alla persona, unico e irripetibile. Il 14 luglio 1866, per la prima volta, il diritto d’autore compare e viene difeso dal reato di plagio nel Codice Napoleonico, (la norma resterà quasi immutata fino ai nostri giorni), e il copyright viene esteso fino a 50 anni dopo la morte dell’autore.
Sarebbe errato dire che il plagio, prima del Codice Napoleonico, non era considerato reato, ma bisogna calarsi nel diverso sentimento della “copia” che poteva avere un autore nei secoli passati, per capire fino in fondo il valore che l’opinione pubblica dava ai casi di plagio.

LA COPIA come FOTOCOPIA

Intanto non c’era la fotografia. Un committente poteva richiedere ad un artista una nuova copia di un suo quadro, e il quadro veniva rifatto, uguale identico a quello prcedente (o quasi). Oppure capitava che la riproduzione di un quadro di successo fosse affidata a bravi artigiani, solo per averne un nuovo esemplare. Qualsiasi maestro aveva a bottega studenti che copiavano pedissequamente le sue opere per anni, e poteva capitare che i primi quadri di un artista fossero delle copie del maestro da cui era stato a bottega, solo leggermente variate.
Le opere greche erano di continuo copiate, e considerate un patrimonio di libero accesso, da imitare con più destrezza possibile, spesso omettendo che la scultura riprodotta era una copia. La storia dell’arte pullula di opere gemelle di difficile attribuzione.
Inoltre un quadro o una miniatura erano quasi sempre opere collettive, a cui (a volte) l’artista incaricato poneva poi la sua firma con gli ultimi ritocchi, (quando non sopravviveva solo il nome della scuola di provenienza dell’opera).

Leonardo_Louvre
La vergine delle rocce di Lonardo Da Vinci, prima versione, dipinta tra il 1483 e il 1486, Museo del Louvre
Leonardo_Londra
La seconda versione della Vergine delle Rocce di Leonardo, 1503-1506, oggi alla National Gallery di Londra (non sono riuscita a trovare una riproduzione della terza, detta “versione Cheramy”, di attribuzione incerta, oggi in collezione privata).

L’ARTE come MODELLO

L’età ellenistica fu per secoli modello da riprodurre e imitare, poi lo fu il rinascimento per gli artisti dei secoli successivi. Raffaello come Leonardo, insieme ad altri grandi pittori, furono copiati per secoli. Ma non erano solo i secoli passati ad essere presi come modello, pittori contemporanei potevano essere imitati con somiglianze che oggi farebbero gridare allo scandalo, mentre allora venivano percepite come variazioni sul tema. Come avveniva nella musica e nella letteratura (in particolar modo nella poesia), un autore poteva prendere a prestito modelli già esistenti come basi per nuove variazioni, o inglobare intere parti di un’opera precedente.

Botticelli
Sandro Botticelli, Madonna con bambino e angelo, 1463 – 1466 c
Lippina
Madonna con bambino e angeli, Filippo Lippi, 1465

La copia era dunque il perno intorno a cui l’arte andava evolvendosi. Se casi giuridici di accusa di plagio esistevano (nel 1512 Dürer trascinò in tribunale Girolamo Francoforte e Marcantonio Raimondi con l’accusa di furto del suo monogramma), terminavano sempre con un bonario ammonimento all’usurpatore, che spesso finiva per godere di grande fama per essere riuscito a riprodurre così fedelmente l’opera di un grande maestro. Ciò nonostante (escludendo le copie identiche di quadri usate come fotocopia/riproduzione) anche nel passato bisognava che l’artista copiatore sapesse apportare all’opera qualcosa di nuovo. John Milton scriveva agli inizi del 1600 :

“Un prestito, se non viene migliorato da colui che prende in prestito, tra buoni autori è ritenuto plagiareâ€.


Tiziano
Tiziano, Venere di Urbino, 1538
goya_maja_desnuda
Goya, Maya desnuda,1800
Edouard_Manet
Manet, Olympia, 1863
PicassoPicasso, Nu couché, 1967


Segue…


Un concorso: Un due tre, stella!

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Philip Giordano, illustrazione per la rivista Un due tre stella, autunno 2009

Un due tre stella è un’interessante rivista-laboratorio trimestrale che raccoglie e pubblica testi e illustrazioni su un tema ogni volta diverso, creando preziose monografie. Ad ogni numero viene indetto un concorso, a cui tutti gli illustratori (e autori) sono invitati a partecipare. Il premio è la pubblicazione della propria opera sulla rivista, e successiva distribuzione. Lo scorso numero il tema era Gli animali parlanti, il prossimo è SOTTO MENTITE SPOGLIE (scadenza 30 novembre 2009):

Un viandante vi ha dato un consiglio molto utile? Una vecchia donna che fila attrae la vostra curiosità? Un poverello vi ha chiesto di mostrarvi gentile e caritatevole? Non avete mai sospettato che chi si presenta in un modo nasconda in realtà un’altra identità? Guardatevi intorno, forse c’è un principe che si aggira in incognito, a testare la bontà dei suoi sudditi, o una maga si è travestita per compiere il suo rito, o magari qualcuno sta cercando di ingannarvi… occhio ai particolari, quindi, se vedete spuntare dei peli sospetti dalle orecchie della nonna, probabilmente qualcuno si sta celando… sotto mentite spoglie!

Che la vostra creatività si sbizzarrisca! Per partecipare scaricate qui il bando, e compilate il modulo sul loro sito.


Dominic di William Steig

Dominic_copertina

” E Dominic pensò a tutti quelli che ancora non esistevano, ma avrebbero formato un nuovo mondo di esseri, alcuni importanti, altri no, e che come lui si sarebbero interrogati sul significato della vita. Quando sarebbe arrivato il loro turno, il suo sarebbe giunto alla fine. Ed essi avrebbero pensato al presente di adesso come al passato, perché il nostro futuro sarebbe stato il loro presente.
Quelle meditazioni lo elevarono in mondi dello spirito ai quali di solito non pensava. Così si addormentò sotto la vasta volta tremolante di stelle, e sognando ebbe la sensazione di aver compreso il segreto della vita. Ma al mattino, svegliandosi, il segreto era svanito come le stelle.”

Ho appena terminato di leggere uno di quei libri che, una volta chiusi, si vorrebbe prendere carta e penna e con una grafia infantile scrivere una lettera al loro autore, solo per dirgli: grazie.
Dominic, di William Steig, è la storia di un cane curioso che una mattina parte all’avventura per il mondo. Avventura dopo avventura, incontro dopo incontro (tutti divertentissimi), il lettore scopre il mondo di Dominic, il suo coraggio, le sue emozioni più contradditorie e sottili.  Il suo entusiasmo e la sua generosità vengono sempre ripagati da interventi magici nei momenti più difficili, e amici veri. Impossibile non chiudere l’ultima pagina innamorati di lui.

Non potevo impedirmi di pensare, leggendolo, alla superficialità annichilente di un libro come Harry Potter, dove il protagonista, nello stesso viaggio iniziatico, ha sempre emozioni funzionali all’economia delle vicende narrate, mai, come in Dominic, sentimenti e riflessioni che bucano da parte a parte il senso dell’essere qui sulla terra, in questa avventura che è la vita.

Steig_Dominic
Dominic, William Steig, 1990, Salani edizioni

Di William Steig ho già analizzato “Sylvester, e la biglia magica“.


Matteo Gubellini: il mio primo libro

Matteo Gubelllini, talentuoso illustratore italiano, ci racconta il segreto del suo rapidissimo successo nell’editoria italiana e ora internazionale, da come ha pubblicato il suo primo album ai contatti con Bohem Press…

Del tutto inaspettatamente, con una ruggine di grigiastra rassegnazione che ormai da tempo mi ricopriva, nel 2006  sono stato contattato da una piccola casa editrice francese, Files France, la quale aveva in tasca da 2 anni un biglietto da visita, da me ricevuto durante la fiera di Bologna del 2004!

Gubellini
Histoires du bout du nez à la pointe des pieds,  Matteo Gubellini, ed. Files France 2007

La ruggine d’un tratto vola via, io volo ancora di più e mi metto al lavoro: ho 3 mesi di tempo per realizzare una trentina di illustrazioni su alcune bellissime fiabe strampalate, di origini svariate, tutte incentrate sull’origine dell’uomo.
Figuriamoci, io sono felice ma  senza  ritmo né esercizio, di conseguenza gestisco alla carlona i tempi di lavoro, ma alla fine consegno le tavole e mi becco l’anticipo di 500 euro, come da contratto.
Mi rispediscono le tavole originali e qualche mese dopo, all’uscita del libro, mi saldano con altre 500 euro (come da contratto…ah, le case editrici estere…) e mi arriva a casa lo scatolone con le mie copie, che abbraccio proprio forte!

un vero leone ed. Bohem Press
Un vero leone, Matteo Gubellini, Bohem press 2009

Direi  che il mio “svezzamentoâ€Â  editoriale sia quindi avvenuto senza patemi né precedenti frenesie di pubblicazione. Naturalmente la fiducia riacquisita mi ha poi spinto a stringere i denti e a non demordere più (almeno fino ad ora).
Al di là dell’importanza che  riveste  per  me questo primo libro, non si può dire che abbia contribuito a farmi conoscere, poiché una distribuzione limitata gli ha impedito di uscire dalla Francia. Tra l’altro questa casa editrice non era più stata alla fiera di Bologna dal quel miracoloso 2004, però io ho il mio primo ed unico libro (con illustrazioni oramai quasi del tutto rinnegate, eheheh) da portarmi sottobraccio durante la fiera del 2007, direi anno della svolta vera e propria!

Sapete come funziona, no? Tutti lo sappiamo…c’è da macinare chilometri, ci sono le estenuanti attese davanti agli stand, ci sono editori quasi mai curiosi e spesso anche demotivati che demotivano, ci sono trafficoni, e raramente s’incontrano persone interessate a buttare un occhio sul tuo book. Eppure io ho imparato a combattere l’afflizione chiacchierando con i miei colleghi in cerca di fortuna, specialmente durante le attese, insomma, prima dell’esame!!!
Ed è così che nel 2007 ho resistito alla tentazione di gettare la spugna, l’ultima ora dell’ultimo giorno di fiera (ero stravolto), e tra le grandi mani dell’editore della Bohem Press ho posato  il mio primo cucciolo di carta, quelle favole così belle, accompagnate da quelle illustrazioni che a distanza di un anno a me facevano ormai ribrezzo.

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Fiabe a tempo, Matteo Gubellini, edizioni  San Paolo 2009

Un paio di settimane dopo l’editore della Bohem mi manda una mail con due testi di Edoardo Bardella. Dovevo scegliere quale illustrare. Ero, come posso dire? Gaio?
Quello è stato il mio primo libro della Bohem, e cioè “Se fossi un gatto…â€. Devo dire che a differenza del primo libro francese, questo mi ha permesso di farmi conoscere un po’ di più. Hanno cominciato a contattarmi per fare laboratori (fondamentale per campare).
Il libro è stato presentato alla fiera di Bologna del 2008. Nello stesso anno realizzo le “Fiabe a tempo” per la San Paolo, e sempre per la Bohem, comincio a lavorare su un libro che aveva vinto un premio a Bordano, e la cosa più emozionante è stata che questa volta pure il testo era mio!
Non c’è soddisfazione più grande che fare un libro tutto tuo, e un pensiero da lasciare in chi lo aprirà. Ed ecco che è appena uscito “Un vero leoneâ€. Ora sto lavorando a un altro libro per la Bohem Press, sempre con un testo mio.

fiabe a tempo, ed. San Paolo
Fiabe a tempo, Matteo Gubellini, edizioni  San Paolo 2009

Ma la gioia si rinnova tutte le volte che una casa editrice ti contatta per affidarti un libro.
Ed è successo ancora durante la fiera di Bologna di quest’anno, e anche stavolta dopo un’attesa pazzesca davanti allo stand della Oqo.
A circa  un mese dalla fiera mi mandano un testo da illustrare (un libro con la Oqo, è fantastico…eseguo qualche salto piuttosto alto davanti a mia moglie e a mio figlio). Il titolo del libro è “La casa de mi abuela”. Si tratta di un testo decisamente lontano dagli umori dei miei progetti con la Bohem,  e proprio per questa ragione estremamente stimolante, un’occasione che si rinnova, quella di poter crescere con questo lavoro. Poi anche la Oqo, probabilmente perché soddisfatta mi da fiducia, e ancora con lei realizzerò un secondo libro, stavolta con un testo tutto mio.
Cosa aggiungere? Sicuramente ho imparato a non lasciar solo un cucciolo che nasce, nel senso che ogni libro che ti viene pubblicato va poi accompagnato dentro la vita degli altri, attraverso i laboratori e le presentazioni, perché anche se quello che hai fatto giustamente non ti piace più (guai se fosse il contrario), non è buona cosa abbandonarlo. Tanto per andare avanti assieme…
Matteo Gubellini

la casa de mi abuela, ed. Oqo
La casa de mi abuela, Matteo Gubellini, Oqo 2009

Silhouettes e un blog: Le Divan Fumoir Bohémien

Per restare nelle meravigliose atmosfere dell’Ora blu (Topipittori) ecco qualche immagine rubata da un libro che mi è appena arrivato per posta, regalo inaspettato e felice di Florizelle, blogger di uno dei più misteriosi e bei blog francesi di “immagini”: Le Divan Fumoir Bohémien.

Cover2
Silhouettes, ou l’art de l’ombre, Emma Rutherford, Citadelles & Mazenod
tre
Inizi ‘900, scuola americana
Sfondo
Amalia C. Sables, 1851 circa, pittura su vetro
uno
1840 circa
due
1830 circa


Salone del libro di Montreuil (appuntamento editori 2009)

ILLUSTRATORI UDITE UDITE…
Sono finalmente in linea le date per prendere appuntamento con gli editori francesi al Salone del libro di Montreuil (Parigi).
Il 20 OTTOBRE sarà messo in linea sul sito del Salone l’elenco degli editori disponibili, dal 20 OTTOBRE al 22 OTTOBRE (incluso) sarà possibile inviare, attraverso il formulario apposito, una scelta di 6 editori, con allegate tre immagini del proprio lavoro. Il Salone, nei limiti dei posti disponibili, si impegna a contattare gli editori e darvi 3 appuntamenti.

Foto_Montreuil

Il Salone di Montreuil, che si svolgerà a Parigi dal 25 al 30 novembre 2009, è un salone del libro per ragazzi dove espongono tutti gli editori francesi di libri per ragazzi (solo francesi). A differenza del Salone di Bologna, che è organizzato intorno alla compravendita dei diritti d’autore, il Salone di Montreuil è uno spazio di esposizione e vendita di libri, e soprattutto di confronto sul mondo dell’illustrazione: conferenze, dibattiti, illustratori che autografano libri, mostre, premi, possibilità di uno spazio organizzato dove incontrare gli editori. Quest’anno l’ospite d’onore del Salone sarà… l’Italia! Un evento, se si hanno i mezzi e il tempo, da non mancare.

Qui alcuni post dell’anno passato sul Salone di Montreuil:
5 non-consigli ai giovani illustratori
Fotografia di Montreuil 2008

NB: per arrivare a capire sul sito di Montreuil dove è il formulario ci vuole un diploma in pagine web. Il 20 ottobre, aprendo il sito andate su: Acces Pro (a destra della pagina), si aprirà una pagina con una barra nera, a sinistra sulla barra cliccate su: ILLUSTRATEUR, e poi, dentro Illustrateur cliccate su RENCONTRES DA (Rencontres illustrateurs / directeurs artistiques).