“L’ora blu” (Topipittori)

5 Ottobre, 2009

” Attraverso campi e foreste, dentro improvvisi dirupi, e tra casette in fuga, quei giocatori incorporei continuavano a giocare imperturbabili per poste imperturbabilmente spumeggianti”. Valdimir Nabokov, nei suoi ricordi del treno Nord-Express San Pietroburgo-Parigi, nel 1909

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Dopo Velluto, storia di un ladro, Antonio Marinoni firma un altro capolavoro: L’ora blu, su testo (strepitoso) di Massimo Scotti, edizioni Topipittori.

“Ma il fatto è che il tempo passa da solo, e molto in fretta. Non ce ne accorgiamo nemmeno, e una vita può passare senza che succeda niente di particolare.” Massimo Scotti, L’ora blu

Tony Tanner, un rappresentante inglese di francobolli, divorziato, senza figli, abitudinario, trova in una stazione un libro abbandonato e lo porta con sé nel suo viaggio di lavoro. Il libro si rivela essere il diario di una ragazzina vissuta alla fine del 1700: Hortense.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009
Libro
L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Nel diario, tra fiori secchi e nastrini, si legge di una storia d’amore passionale, con accenti pre-romantici alla “sturm und drang”:  il conte di Saint Germain (immortale) chiede a Hortense, suo unico amore, l’antidoto all’immortalità, condanna atroce quando si ama un mortale. Ma Hortense, nel cercare l’antidoto, perde la vita e il conte è costretto a vagare per l’eternità in attesa che qualcuno vada a cercare per lui il corpo di Hortense sepolto tra i ghiacci, e prendere l’antidoto appeso al suo esile collo, così da potersi ricongiungere a lei nella morte.

Esiste una lettura innocente? Il personaggio di Hortense e poi quello del conte, prendono vita a turno davanti a Tanner, e gli chiedono concitati di salvare il loro amore, di andare a cercare il corpo di Hortense. Tanner, alla fine del libro, abbandonerà le sue “certezze” e la sua vita “senza rischi” per avventurarsi alla ricerca dell’antidoto all’immortalità.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009
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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Tra testo e immagine c’è una compenetrazione perfetta, tanto che si dimentica che gli autori sono due. Ma lasciate che mi perda ad analizzare gli elementi che permettono questa fusione.
– Le pagine dove compare il testo, sempre colorate, permettono una continuitĂ  di “atmosfera”. Non c’è in questo libro un “fuori immagine”, come di solito si concede al blocco-testo della storia sulla pagine bianca. Di piĂą: le decorazioni che arricchiscono il testo sono le stesse che si potrebbero trovare nel diario di una ragazzina innamorata: fiori secchi e nastrini-ricordo. Così il prezioso libro trovato da Tanner in stazione si confonde col libro che io ho tra le mani, mettendo me nella stessa posizione del protagonista. (E’ anche a me che Hortense supplica di aiutarla).

Testo

L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

– La prospettiva della cabina (vista dalla porta d’entrata), invita il lettore “ad entrare”. Leggendo mi sembrava di essere presente sul treno, vicinissima e invisibile attraversavo valli e burroni insieme ai protagonisti, condividendone la vertigine.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Le silhouettes, oltre che funzionare come immagini controluce e dare risalto ai paesaggi che scorrono veloci fuori dal finestrino, sono anche metafora del “non vivere”. Morto è l’immortale conte di Saint Germain, finché non potrà morire, morta è Hortense, morto Tony Tanner, nella sua vita monotona e sicura in cui colleziona viaggi in formato francobollo (senza mai sporgersi dal finestrino, rischiare). E’ nel rischio, nell’andare in contro alla morte con coraggio, che invece inizia la vera vita. Nell’ultima tavola Tony Tanner si fa di carne, esce dall’ombra di se stesso e inizia la SUA storia. Perfetta sincronia tra senso del testo e immagine.

La ripetitività appena traslata dei gesti dei personaggi, pagina dopo pagina, che dà una continuità cinematografica alla storia, trasforma il momento del “girare pagina” in una sorta di momentaneo black out, lo stesso buio di quando un treno attraversa una galleria. Un attimo prima il mio vicino era in piedi, un attimo dopo è seduto. Questo effetto accentua la sensazione di scorrere anche noi alla velocità del treno, accecati dalla stessa luce blu del paesaggio.

Fine
L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Interessante anche la relazione tra tempo passato e presente (piĂą ricca di quanto possa ora dirne). Un’amica mi ha fatto notare che le stampe riprodotte nel libro assomigliano a quelle che arredavano i vecchi treni. Le ricordate? La gestualitĂ  teatrale dei personaggi, i loro costumi, le gole e le vette del paesaggio, ci portano in pieno nell’epoca romantica del racconto. Ma il design del treno a super-velocitĂ  è attuale, attuale la stazione di partenza, dove un orologio senza lancette annuncia lo straniamento temporale. Quale è il tempo “vero”? se Tanner, sceso dal treno,  si inoltra in una incisione da favola? Il titolo del libro ci dĂ  la risposta. Il vero tempo è nell’ora blu, quando giorno e notte si confondono.

“I campi circondati dai boschi erano verde e oro, mentre il sole faceva ancora festa tra i monti, e lentamente, nei meandri che il treno varcava, senza paura, come un drago di carta nelle feste cinesi, i colori cominciavano a sparire, diventavano tutti, progressivamente azzurri, come piaceva a Hortense.” Massimo Scotti, L’ora blu