Corso di editoria con Paolo Canton, Topipittori, a Milano

Un interessante corso in 8 lezioni sul libro illustrato tenuto dall’editore Paolo Canton (Topipittori) a partire da ottobre 2011. Alla Scuola Superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco di Milano.
Qui il blog della casa editrice
Qui un’intervista su LeFiguredeilibri

Progettare libri
Otto lezioni per acquisire strumenti teorici e pratici per la pubblicazione e l’autoproduzione.

Un libro è un oggetto complesso, la cui realizzazione coinvolge competenze molto diverse. Alcune di queste non sono abitualmente oggetto di studio nel corsi per illustratori e grafici. Di questo fatto mi rendo conto quotidianamente, nella mia attività di editore di libri per ragazzi. Ritengo che questa carenza rappresenti un grave problema che, da una parte, non permette a autori e illustratori di mettere pienamente in evidenza le qualità dei progetti che elaborano e, dall’altra, renda più complicata la collaborazione fra chi crea e chi produce il libro.

Obiettivo del corso: l’acquisizione di competenze tecniche e pratiche di base per la progettazione di albi illustrati e per la realizzazione di pubblicazioni in autoproduzione

Destinatari del corso: chiunque desideri acquisire la capacità di pensare ai libri in maniera organica e, in particolare, chi desidera realizzare pubblicazioni in piccola serie ed elaborare e presentare agli editori proposte di pubblicazione coerenti con le esigenze tecniche della produzione seriale, i vincoli economici di costo e redditività, e le aspettative di professionalità dei potenziali partner creativi.

Organizzazione: quattro lezioni teoriche, nei mesi di ottobre e novembre 2011, seguite da quattro esercitazioni pratiche, con cadenza mensile, a partire da gennaio 2012.

Le lezioni si terranno il martedì sera dalle 20 alle 22.

Le lezioni teoriche riguarderanno l’economia del libro, l’anatomia del libro, la tecnologie di riproduzione, stampa e confezione del libro, i materiali e i supporti, la gestione della relazione fra creatore ed editore.

Nelle esercitazioni pratiche, agli studenti verrà richiesto di realizzare materialmente piccole pubblicazioni, presentazioni di portfolio, presentazione di progetti, attraverso tecniche che saranno dimostrate in aula.

Materiali: per la partecipazione alle esercitazioni pratiche è richiesta la disponibilità di materiali di comune utilizzo nell’attività di un grafico/illustratore, che saranno specificati di volta in volta.

Il docente: Paolo Canton è fondatore della casa editrice Topipittori. È laureato in teoria economica, ha frequentato i corsi della Rare Book School (SLS) della Columbia University e ha lavorato per aziende grafiche e case editrici italiane e internazionali.

Costo: 90 euro

Limitazioni: saranno accettate al massimo 16 iscrizioni al corso.

Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco
via Giusti 42 – 20154 Milano – tel. 02.34932021
info(at)scuolaartecastellosforzesco.it
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Conte à Bascule, di Natali Fortier

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Qualche settimana fa, Natali Fortier, di cui potete leggere una intervista su Lefiguredeilibri qui, e trovare un album commentato da me qui, mi ha spedito un paio dei suoi ultimi libri pubblicati. Démasquez, un libro tratto dalla sua mostra “Natali Fortier – Masques, sculptures, peintures “ fatta alla Galerie L’Art à la Page nella primavera 2011, e Conte à bascule, libro di più di 100 pagine anche lui associato alla mostra alla Galerie L’Art à la Page (che è anche agenzia e casa editrice).

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Ho scelto di parlarvi di Conte à bascule (letteralmente: Fiaba a dondolo) perché, tra i due, è quello che mi ha colpita di più per il suo rapporto testo-immagine. Il libro porta in scena i personaggi delle fiabe realizzati con varie tecniche: illustrati, scolpiti, fotografati, Pollicino, Cappuccetto Rosso, orchi, lupi, Pinocchio, Humpty Dumpty… vengono, vanno e ritornano durante il libro, ogni volta illuminati da una piccola frase sulla pagina sinistra del libro.

Il libro è diviso in tre sezioni:
I – Qui est qui? (Chi è chi?), sezione in cui viene proposto un indovinello al lettore. Un dolcissimo bambino, senza naso lungo, propone  questo indovinello: Sono tutto di legno ed è la verità! (Pinocchio)

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Il personaggio nell’immagine qui sotto dice con molta fierezza al lettore: Sono quella che ha osato baciarlo. (La principessa).

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Né il re in persona, né i suoi cavalli, potranno mai ricomporre i miei pezzi. (Humpty Dumpty)

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Sono terribilmente brutto, e ciò nonostante… (La bestia) Sono perso d’amore per lei.

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

II – Tout peut arriver (Tutto può succedere)
Nella seconda sezione, i testi fanno riferimento al tempo:  tutto gira, tutto dondola, tutto cambia rotta tutto il tempo.  Ci sono tre tempi sulla scena della doppia pagina: quello nell’immagine, quello a cui fa riferimento il testo e quello del lettore che conosce la storia in anticipo, mentre i personaggi ne sono all’oscuro.
Capuccetto rosso gironzola allegra nel bosco, e il testo dice: Cappuccetto rosso fischietta felice nel bosco.  Nell’immagine non c’è niente di allegro, le linee verticali degli alberi spogli comunicano una forte tensione drammatica, c’è una suspense. Il testo ci dice che non accade niente, che Cappuccetto perde tempo. Il lettore, che conosce la storia, sa che non c’è tempo da perdere (nella storia, il tempo sta per diventare una questione determinante: chi arriverà prima alla casa della nonna?). Cosa è il tempo? Rispetto a quale tempo ci permettiamo di fischiettare spensierati? Ci sono 20 tavole in cui questo gioco si ripete con varianti sempre diverse.

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Pollicino cammina nel bosco ma: Pollicino non si accorge di niente. Semina orgoglioso le sue briciole.
Come nella pittura prima dell’invenzione della prospettiva, l’importanza dei personaggi è resa attraverso la loro dimensione: sono gli uccellini che, mangiando le briciole, determinano il corso dei tragici eventi della storia di Pollicino.

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

III – Qui mange qui? (Chi mangia chi?)
Nella terza e ultima sezione Natalie Fortier raggruppa i suoi personaggi intorno al tema del divorare/mangiare.
L’orco divorerà quelle orchesse di sue figlie? Chiede il testo,  lasciando al lettore la libertà di scegliere la risposta.

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Ma Tutto gira, tutto dondola, tutto cambia rotta tutto il tempo, nella terza sezione, alcuni personaggi ritornano più leggeri e gai, altri sono spariti del tutto, forse mangiati (un uccello mangia le ultime briciole su un piatto vuoto, il testo: Niente Pollicino nel piatto. Eravamo così sicuri, come lettori, di conoscere il destino di questi personaggi? Nella storia Pollicino non diventava un eroe con stivali fatati? Quando è stato mangiato?

Troviamo Cappuccetto Rosso a cavallo del lupo, il testo ci dice: Non conosceremo mai la fine…
Perché…

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Perché il giorno dopo: Cappuccetto Rosso si è vestita rigorosamente di verde mela-speranza. E nessuno ne ha fatto su tutta una storia.
Eh sì, perché non ci avevamo pensato, ma noi non conosciamo che un aparte della storia: la più famosa, quella più raccontata. Ma il tempo continua nel mondo delle fiabe! Chissà che tutto non si sia ribaltato di nuovo.
E noi che credevamo di sapere tutto.

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Conte à bascule, Natali Fortier, L’art a la page, Parigi 2011

Questo libro-mostra è un esempio di come per fare un libro, oltre che di talento, ci sia bisogno di “un’idea”. Grazie Natali!

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Das Puppendorf, 1906

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Das Puppendorf, Hans Hoffmann. Pubblicato a Norimberga da Nister nel 1906.
La fonte di questo libro, come di altri che pubblicherò quest’estate, sarà rivelata a fine estate, per non togliervi la sorpresa.

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Bruno Schulz: gli affreschi ritrovati

Un giallo intorno ai ritrovati affreschi di Bruno Schulz, un appassionante articolo sul blog Poemas del río Wang.

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Qui sopra un’illustrazione-affresco di Bruno Schulz delle fiabe dei fratelli Grimm, realizzato per il nazista che lo proteggeva, pochi giorni prima di essere ucciso da un colpo di pistola nel ghetto della città di Drohobycz. Gli affreschi nascondono un segreto, uno sguardo che buca i decenni per denunciare l’indicibile. Leggete qui la cronaca del ritrovamento degli affreschi.


Un aspirante scrittore ci racconta il suo corso con Davide Calì

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Come fare un corso di scrittura creativa per aspiranti autori per l’infanzia, sperare di chiarirsi  le idee (almeno un po’) e (forse) aumentare considerevolmente la confusione. Di Marco

Ho trovato proprio qui, su questo blog, l’annuncio: –Prossimamente, corso di scrittura creativa a cura di Davide Calì, per aspiranti autori per l’infanzia…
Il posto è facilmente raggiungibile, le spese sono adeguate alle mie tasche, il docente è prestigioso.
Davide Calì, per i pochi che non lo conoscono è un autore, giovane, ma con una esperienza internazionale invidiabile ( i suoi libri sono tradotti ovunque e i premi che ha ricevuto non si contano, ormai si viaggia sui punte di 5, dico cinque, in un solo mese! Capperi!), sa essere ironico, romantico, sferzante, divertente, delicato e dolce come un cannolo siciliano.
Non riesco a trovare una scusa accettabile, devo iscrivermi, voglio iscrivermi!
Dimenticavo, io sono l’aspirante autore per l’infanzia, in realtà sono un illustratore che cerca di scriversi le storie per poi disegnarsele e magari trovare un editore che le pubblichi e poi qualcuno che le legga.
Sino ad ora le poche cose che sono riuscito a scrivere mi sono costate una fatica immane, anzi immanissima e quando non sono rimaste incagliate (spesso) nelle secche del vuoto creativo, e il risultato non era proprio convincente.
L’occasione è da non perdere, forse è la volta buona per conoscere i segreti di uno scrittore di successo e rubargli qualche trucco. M’iscrivo. Iniziano i miei dubbi: magari non riesco a mettere giù nemmeno due righe, non ho uno straccio d’idea, non ce la farò mai… troppo tardi, ricevo la conferma.

La prima lezione. La classe non è molto numerosa, ci presentiamo tutti, uno per uno con le nostre speranze. Esordio di Davide: Sicuramente alla fine del corso sarete molto più confusi di ora..; Molto bene, lascio da parte ogni aspettativa. Si entra subito nel vivo: come funziona un libro illustrato, quali sono i “motori” narrativi che lo fanno correre, che lo tengono su di giri, come evitare i fuori pista e le sbandate. Gli esempi pratici: i libri, come gli autori hanno affrontato lo stesso tema e risolto le diverse difficoltà, niente segreti, nessun trucco, solo lavoro ed esperienza e naturalmente talento. < Ora provateci voi..> Ognuno di noi  racconta un pezzo di storia inventata li per lì, Davide riesce a trovare interessante quasi tutto, anche i nostri balbettii, per ognuno trova uno spunto, un’idea da tenere e su cui lavorare, ci incoraggia e stimola. Poi ci fa scrivere: 15 minuti per trovare un’idea di storia, di racconto, uno spunto. Che fatica! Non ce la farò mai, la testa è vuota, ma alla fine scriviamo tutti qualcosa, anch’io .

Ad ogni lezione, in tutto quattro, affrontiamo con esempi concreti  i diversi modi possibili di raccontare una storia, scopriamo com’è strutturato un racconto, quali parole è meglio evitare, cos’è un finale e un doppio finalino a sorpresa, poi i compiti da fare a casa.  Non ci sono pause, i compiti vengono corretti meticolosamente da Davide che ce li rimanda con le sue note: Qui non va bene, lavoraci ancora!Bravo! Qui ci siamo, Insomma, qualcosa da salvare c’è e questo permette di affrontare la successiva lezione con un briciolo di fiducia. Ora mi sento come un’acciuga infarinata, aspetto di assimilare meglio tutte le informazioni, gli insegnamenti, elaborarli e magari vederne i risultati, per ora vedo più chiaramente quello che non so e mi sembra tantissimo. L’ultima  lezione, con saluti finali e raccomandazioni:  Scrivete, scrivete, scrivete e anche leggete, leggete, leggete. Davide ci seguirà ancora per un po’, ci manderà i compiti delle vacanze e li correggerà, poi si allontanerà nel tramonto e quando non lo vedremo più all’orizzonte, sentiremo il tintinnare dei suoi braccialetti e la sua voce dirci ancora una volta: Mmmmm, però… interessante…lavoraci su…
Intanto, noi, prima o poi proveremo a far camminare con le proprie gambe le nostre storie, sperando di non ricevere mai una lettera come quella di Snoopy…

Marco


Beatrice Alemagna, art director di una collana editoriale

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1000 Zanimaux, di Morteza Zahedi, RMN 2011

Intervista a Beatrice Alemagna, di Anna Castagnoli

Cosa è Ramino?
Per ora è ancora una piccolissima cosa. Io vorrei che diventasse una vera e propria collezione di libri d’arte illustrati per bambini e per grandi, per sguardi sensibili, senza distinzioni di età.
I libri di questa collezione sono editi dalle edizioni dei La Réunion des musées nationaux, RMN, e sono distribuiti nelle librerie francesi e nei più importanti musei francesi. Ho scelto questo nome figurandomi le menti dei lettori come piccoli rami su cui possano continuamente sbocciare idee, parole ed immagini.

Perché hai deciso di essere art director di questa collana?
Mi è giunta una proposta del direttore delle edizioni  RMN che, a quanto pare, ha avuto l’idea dopo aver visto Un lion à Paris. Fondamentalmente, amo più la letteratura cosiddetta per l’infanzia (ma detesto questo appellativo) che la letteratura in generale. Quel che mi appassiona è infatti il rapporto che esiste tra le immagini e il testo. Come le immagini vedono, spiegano, arricchiscono quello che il testo racconta. E l’iper testo che ne emerge.

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La promenade au musée di Simone Rea

Studio questo rapporto in maniera intima ed intuitiva da quando ho iniziato a scrivere e disegnare storie (avevo 8-10 anni) . Ora che è il mio mestiere, questo studio è materia di riflessione quotidiana. Di anno in anno, poi, mi sorprendo ad appassionarmi a forme espressive che avrei ritenuto prive di interesse solo poco tempo prima. Ora mi diverte molto l’idea di confrontarmi con nuovi modi di raccontare. Poi avere finalmente l’opportunità di promuovere e sostenere artisti-illustratori che amo, trovo sia una bella cosa. E’ rara la libertà che mi è concessa. Adoro fare nuove esperienze, confrontarmi con le novità. E’ anche difficile, ma fa imparare cose nuove ed impedisce di cadere nella noia. Malgrado le paure, alla fine ho sentito che avevo voglia di provare.

Di cosa si occupa un art director?
In generale non lo so. Quando trovo qualcosa che mi appassiona, lo propongo al comitato editoriale di Ramino, che poi in realtà consiste in: un’assistente, una grafica e il direttore delle edizioni. In genere si tratta di una riunione in cui io arrivo tutta entusiasta, con stampe e fotocopie sotto il braccio. Se sono d’accordo con me, contatto l’artista e poi, se va, si fa il libro. Detta così sembra rapida, ma devo  progettare ed immaginare come alcuni disegni (magari visti su internet) possano diventare un libro, coordinare i rapporti tra tutte le persone con cui lavoro, supervisionare la grafica e l’impaginazione, approvare la fabbricazione, gestire i contatti con gli artisti ed anche -cosa che non prendo mai alla leggera, rifiutare eventualmente i progetti.

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La promenade au musée di Mayumi Otero

Da autrice e illustratrice è difficile o facile “pensare e costruire” libri che non sono i tuoi?
Più facile di quanto pensassi. In fondo (e ho sempre creduto che fosse una fortuna), sin da quando ho fatto il mio primo libro, ho avuto davanti persone che mi hanno lasciata scegliere tutto. Mi sono dunque dovuta organizzare come se fossi una sorta di piccola auto-editrice. Dovevo pensare al formato, al numero delle pagine, al ritmo, alla costruzione dello story board, alla tecnica delle immagini definitive. Oltre che al testo e alle immagini, ho ideato le impaginazioni, ho seguito la parte tipografica dei miei progetti, e sin da subito ho imparato a rifiutare quello che trovavo fosse inappropriato e ad escogitare (spesso per obbligo o inavvertenze di altri) quello che potesse magari valorizzarli (penso al formato di “Un lion à Paris”…ma questa è un’altra storia). Insomma, ho seguito una non sempre piacevole scuola da “factotum autodidatta ” che mi ha insegnato a gestire queste responsabilità.

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Deux Ronds Identiques? Neus Moscada, RMN 2010

Su cosa basi le tue scelte dei titoli da pubblicare? C’è uno stile di fondo della collana, o una filosofia?
Baso la mia scelta sull’emozione che provo davanti a delle immagini o ad un progetto tutto intero: penso ad esempio a Dos Rondones Idèntiques? di Neus Moscada, che ho scoperto, prima sul tuo blog, poi grazie alla tua mediazione di agente, ora pubblicato da RMN col titolo Deux Ronds Identiques?.
Lo stile della collana è fondamentalmente dettato dal sogno di creare libri illustrati che siano anche libri d’arte, capaci di interessare o sorprendere i musei e gli occhi della gente. Vorrei dei libri come piccole gallerie d’arte, spazi espositivi per gli artisti. Vorrei lasciare loro la più grande libertà ed essere un semplice tramite per farli arrivare nei musei e nelle librerie francesi.

Quanti libri avete già pubblicato in questa collana e che media pensate di tenere all’anno?
Per ora i libri usciti sono tre (di cui uno solo “creato” da, per e con Ramino: 1000 Zanimaux, di Morteza Zahedi,  e altri due, già esistenti, scovati alla fiera del libro di Bologna. In uscita ce ne sono altri tre, questi ultimi tutti invece appositamente ideati per la collana, e altri due in produzione. Poi c’è una collana dentro la collana, che si chiama La promenade au musée; sono grandi albi a fisarmonica dove l’illustratore ha carta libera, deve solo tenere a mente due temi: la passeggiata e il museo.  La media non la conosco, ma non vorrei assolutamente che fosse alta. Mi piace l’idea di una collana piccola. Di libri al mondo ce ne sono anche troppi, penso io.

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Petit Anette
, Yein Kim, RMN 2011, foto dal blog Chuculeta con ratón

Cercate illustratori e autori? Come possono fare per mostrarvi i loro lavori e progetti?
Si. Immagini, idee o progetti anche quasi ultimati. Non ci sono restrizioni di formati o altro. Solo considerare che l’aspetto artistico e non convenzionale dello stile è una delle mie priorità. Gli illustratori/autori possono inviarmi i progetti a bassa risoluzione a questo indirizzo mail: beatricealemagna.rmn(chiocciola)gmail.com
Io rispondo a tutti, o almeno ci provo. Però non posso permettermi critiche o commenti dettagliati in caso di rifiuto: purtroppo il poco tempo a mia disposizione non me lo permette. Grazie, Beatrice Alemagna.