Heinrich Hoffmann: In cielo e sulla terra, 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

Im Himmel und auf der Erde, Herzliches und Schmerzliches aus der Kinderwelt  (letteralmente: In cielo e sulla terra, dolci e amare dal mondo dei bambini), è un libro pedagogico per bambini, composto da filastrocche in rima illustrate, che Heinrich Hoffmann pubblicò nel 1858. Ve lo posto così, senza commenti, perché 1) non ho trovato nessuna documentazione in rete 2) sono occupatissima a prepararvi il post su Pierino Porcospino.
Potete sfogliare il libro intero qui (sullo stesso sito trovate altri bellissimi libri di Hoffmann).

In rete si possono trovare copie antiquarie di questo libro e anche una riedizione più recente qui.
Buona visione!

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening – Germania 1858

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Re Schaccianoci e il povero Reinhold

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann

Heinrich Hoffmann, (1809-1894, da non confondere con E.T.A Hoffmann, di cui era contemporaneo) era un medico psichiatra e lavorava con bambini abbandonati. E’ stato uno dei più grandi illustratori per bambini della storia europea, ed è conosciuto soprattutto per il suo Der Struwwelpeter (Pierino Porcospino), che vedremo più avanti.
I due Hoffmann, oltre al nome e all’arte di scrivere e illustrare, condivisero un personaggio: Lo Schiaccianoci. Nel post precedente ho analizzato alcune tematiche de Lo Schiaccianoci e il re dei topi di E.T.A Hoffmann. Non so dirvi quanto e se lo Schiaccianoci di E.T.A Hoffmann abbia influenzato quello dei H. Hoffmann, ma personaggio a parte, le due storie sono molto diverse. Ora vorrei mostrarvi il Re Schiaccianoci di H. Hoffmann, che è un capolavoro assoluto.

Potete vedere il libro intero, con il testo, sul sito del Progetto Gutemberg.

Cover

König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

L’immagine qui sopra è la mia preferita. Potentissimi i gialli, verdi, magenta e blu (colori puri) che si staccano dal fondo scuro della notte natalizia. Non sono riuscita a trovare degli esempi, ma sono certa che un certo sapore delle illustrazioni di H.Hoffmann viene dalle cartoline augurali (santini, voti natalizi, angeli, etc) che giravano nella Germania di fine ‘800.

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

La storia è in rima e ve la racconto male (google translate, traducendo dal tedesco in rima, non è stato molto generoso): è la sera di Natale, il piccolo Reinohld è malato a letto, suo padre è morto da tempo e la povera madre è sola a curarlo e non ha i mezzi. Reinhold si addormenta e compare un angelo che lo porta in un meraviglioso paese di giocattoli. I giocattoli accolgono Reinhold con gioia, c’è un grande tramestio, squilli di tromba, galli e trombettieri che festeggiano l’arrivo di qualcosa di eccezionale: è il Re Schiaccianoci, che fa il suo ingresso in rima, auto-presentandosi. Reinohld viene invitato dal re a sedersi accanto a lui e ad assistere alla parata. Davanti a loro sfileranno personaggi di ogni sorta, ognuno con una storia da raccontare sulla giustizia, la guerra, i diritti calpestati, i bambini poveri… (H. Hoffmann era un liberale e grande difensore dell’uguaglianza dei diritti dei cittadini, Il re Schiaccianoci nasconde infatti una parodia politica). Alla fine il re saluta Reinhold, il quale ritorna nella sua povera stanza, accompagnato dall’angelo. Il sogno è finito, ma il mattino dopo, al risveglio, Reinhold è guarito, e la stanza addobbata con un meraviglioso albero di Natale, doni e leccornie.

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

Bellissima la trasformazione della stanza del bambino in ricca stanza dei giochi, e graficamente perfetto il salto nell’immagine successiva, quella qui sotto. La prospettiva centrale delle colonne è sostituita da quella delle case, il bambino è saltato in piedi per la sorpresa (notate che questo effetto di “salto” non ci sarebbe se il bambino fosse stato disegnato in un altro angolo della pagina). Il paese di case giocattolo, che prima era piccolo tra le mani del bambino, ora è immenso, e tutto intorno a lui: la misura di Reinhold resta identica sulla pagina, ma è cambiata, per proporzione, col resto (relatività dell’essere bambini).
Non vi ricorda niente la crescita delle colonne nella stanza del bambino? Maurice Sendak era un grandissimo ammiratore di H.Hoffmann (disse di Pierino Porcospino che era il libro graficamente più perfetto della storia dell’illustrazione): la crescita delle colonne nella stanza di Reinhold mi ricorda la crescita degli alberi nella stanza di Max (Nel paese dei mostri selvaggi).

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König Nußknacker und der arme Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

Qui sotto un’auto citazione di H.Hoffmann: davanti a Reinhold sfila Pierino Porcospino. Pierino Porcospino ritorna anche nella copertina del libro che Reinhold riceve la mattina di Natale, nell’ultima immagine del libro (guardate il titolo).

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

La parata è finita, il Re Schiaccianoci saluta Reinhold e se ne va. Guardate con che finezza H. Hoffmann fa scomparire il mondo del sogno: della città non resta che una linea di matita. Nella misura in cui si dissolve la città per Reinhold, si dissolve anche per il lettore, al quale H. Hoffmann ricorda che siamo su una pagina di carta e che tutto non è che finzione. (Ora i miei incanti son tutti spezzati, /e quella forza che ho è mia soltanto /e assai debole. Epilogo di Prospero nella Tempesta di Shakespeare).

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

Due righe ancora sull’immagine della città giocattolo (qui sotto) che ricorda le Città ideali del cinquecento. Il pittore Balthus era un altro grande ammiratore di H. Hoffmann. Molti gli schizzi in cui copia alcuni dettagli dei lavori di H.Hoffmann. Se sono documentate le relazioni tra alcuni disegni di Balthus e Pierino Porcospino, non ho torvato nulla sulla relazione tra La strada, o Passaggio del commercio Saint André e l’immagine della città nel Re Schiaccianoci. Forse entrambi gli artisti, indipendentemente, hanno attinto alla pittura cinquecentesca, forse anche in questo caso H.Hoffmann ha avuto un’influenza su Balthus.

Non è stupendo questo libro? Peccato che non se ne trovino versioni tradotte. E’ un libro così misterioso. Sapete se è stato mai ri-editato? Chiunque abbia informazioni, citazioni, conoscenze su questo libro, si faccia avanti!

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King Nutcracker and poor Reinhold, Heinrich Hoffmann, Rütten & Loening, 1883, Germania

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La città ideale, anonimo (Laurana?)

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Francesco di Giorgio Martini, La città ideale

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Anonimo Fiorentino, La città ideale

Balthus

Baltuhs, Il passaggio del commercio Saint André

Forse ti interessa anche SCHIACCIANOCI E IL RE DEI TOPI, di E.T.A Hoffamnn.


Schiaccianoci e il re dei topi

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La prima rappresentazione dello Schiaccianoci di Tchaïkovski, tratta dal libro:
“The Life and Ballets of Lev Ivanov”
by Roland John Wiley. Oxford University Press, 1997.

Lo schiaccianoci e il re dei topi è un racconto dalla lunga e avventurosa genesi.
Per primo lo scrisse, in tedesco, E.T.A Hoffamnn (Ernst Theodor Amadeus Hoffmann fu uno degli scrittori più onirici e meravigliosi che l’ottocento abbia partorito, e fu anche un raffinatissimo illustratore), e lo pubblicò a Berlino nel 1816. La sua fantasia, probabilmente, fu ispirata dagli schiaccianoci di legno decorato che abbellivano i mercatini di Natale della Germania ottocentesca: anche se lo schiaccianoci decorato è un oggetto di cui si trovano tracce fin dall’antichità, nei primi dell’ottocento, diventò un oggetto alla moda sull’onda delle prime grandi produzioni in serie di giocattoli per bambini.

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Nel 1838 il racconto di Hoffmann viene tradotto in francese e nel 1844 Alexandre Dumas lo “reinterpreta” (un bell’esercizio di plagio) limandone gli aspetti più inquietanti, e lo pubblica a suo nome. La sua versione resterà a lungo la più conosciuta, e ad essa si ispirerà Tchaïkovski per il suo immortale Schiaccianoci.
Per chi conosce il francese: qui potete leggere la versione integrale di E.T.A Hoffmann, e qui quella di Dumas.

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Die Märchen der Serapions Brüder di E.T.A. Hoffmann, 1906, illustrazioni originali di E.T.A Hoffmann

LO SCHIACCIANOCI DI E.T.A HOFFAMMN e QUELLO DI DUMAS

Il racconto di Hoffmann si apre sull’immagine di due bambini, Marie e Fritz, che nel buio aspettano venga aperta loro la porta della stanza dei doni di Natale. Sanno che è arrivato l’ospite Drosselmeyer, strano individuo, dai lineamenti bruttissimi, con una parrucca di vetro bianca e una benda su un occhio, che ama fabbricare orologi e giocattoli. I due bambini sognano ad occhi chiusi cosa porterà loro.

Fritz sogna una città in miniatura, dentro la quale dei soldati fanno i loro esercizi. Marie sogna di ricevere “un grande giardino dentro cui c’è un lago, e nel lago nuotano cigni magnifici, con dei collari d’oro…“. Non sono giocattoli meravigliosi?
Riceveranno invece un castello meccanico, di cui si stancheranno presto, e un buffo schiaccianoci vestito da Ussaro, di cui Marie si innamorerà.

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Die Märchen der Serapions Brüder di E.T.A. Hoffmann, 1906, illustrazioni originali di E.T.A Hoffmann

Vale la pena leggere le due versioni. Quella di Hoffmann è un omaggio al mondo parallelo, il mondo onirico dell’inconscio e del sogno, così caro al romanticismo, di cui Schiaccianoci è “passatore” (colui che traghetta). Come l’omino gobbo di W. Benjamin, gli assistenti e gli studenti di Kafka, o tanti personaggi secondari delle fiabe (nani, gnomi, lumache parlanti, vecchine, animali feriti), lo Schiaccianoci di Hoffmann è chiaramente un “aiutante” (nell’accezione di Agamben), figura messianica capace di traghettare chi lo merita (anche il lettore?) verso il regno della salvezza e della grazia.

Lontano dalla sicumera dell’eroe, Schiaccianoci si muove e vince grazie alle sue qualità di incompiutezza, difettosità, fragilità, goffaggine. Infatti, entra nell’avventura già ferito (Fritz gli ha rotto la mandibola all’inizio del racconto), e sarà Marie, con la sua innocenza di bambina, a riconoscere nella sua deformità, la meraviglia. Come premio finale, dopo un lungo viaggio iniziatico e febbrile tra il sogno e la realtà, Marie entrerà con lui, definitivamente, nel regno della bellezza: un paese paradisiaco fatto di zucchero e confetti. Nel romanticismo di E.T.A Hoffamnn, è la realtà ad essere un mondo capovolto. Quello dritto, è l’altro.

La versione di Dumas si apre invece sul narratore che parla in prima persona: durante la notte di Natale, si addormenta su un divano e viene svegliato da alcuni bambini in festa. Per farli stare buoni, racconta loro una storia, quella dello Schiaccianoci. Questa introduzione circoscrive con fermezza il mondo della fiaba e del sogno, così che al lettore non resta che ascoltare, insieme al pubblico bambino, una bella fiaba. Non si prova, come tra le pagine di Hoffmann, inquietudine, la realtà resta ben salda al suo posto; ed è forse per questo aspetto rassicurante che il racconto di Dumas ha avuto più successo.

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Die Märchen der Serapions Brüder di E.T.A. Hoffmann, 1906, illustrazioni originali di E.T.A Hoffmann

Un’altra chiave di lettura per entrare tra le inesauribili pagine dello schiaccianoci di E.T.A Hoffmann è quella del saggio Gli aiutanti” che si trova nel libricino “Il giorno del Giudizio“di Giorgio Agamben.

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Die Märchen der Serapions Brüder di E.T.A. Hoffmann, 1906, illustrazioni originali di Theodor Hosemann (1807-1875)
(Grazie a Andrea Barberini per aver indicato nei commenti il nome dell’illustratore).

” Anche fra le cose si danno aiutanti. Ciascuno conserva di questi oggetti inutili, metà ricordo e metà talismano, di cui un po’ si vergogna, ma a cui non vorrebbe per nulla al mondo rinunciare. Si tratta, a volte, di un vecchio giocattolo sopravvissuto alle stragi infantili, di un astuccio di scolari che custodisce un odore perduto o di una maglietta striminzita che continuiamo, senza ragione, a tenere nel cassetto”.
(…)
Sono i personaggi che il narratore dimentica alla fine della storia, quando i protagonisti vivono felici e contenti fino alla fine dei loro giorni; ma di loro, di quella “gentaglia” inclassificabile cui, in fondo, devono tutto, non si sa più nulla. Eppure provate a chiedere a Prospero, quando ha dimesso tutti i suoi incanti e fa ritorno, con gli altri umani, al suo ducato, che cosa è la vita senza Ariele”
da “Il giorno del Giudizio” di Giorgio Agamben


Ilustrarte: posticipata la data di invio massimo (a ottobre)

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Carissimi illustratori, Ilustrarte, in una mailing list, scrive che i lavori che arriveranno in ottobre saranno comunque accettati. I ritardatari possono esultare (io inclusa).
Per chi cerca informazioni sul concorso: qui il post in cui ne abbiamo parlato e molti commenti interessanti che risponderanno alle vostre domande. Se non ci sono le risposte che cercate, scrivete all’organizzazione di Ilustrarte: ilustrarte@ilustrarte.net

Scaricare la scheda di partecipazione ILUSTRARTE 2012

Scaricare il regolamento ILUSTRARTE 2012

Qui il messaggio della mail di Ilustrarte:

IMPORTANT ANNOUNCEMENT
Due to possible mail delays, all works
arriving during the month of October will be accepted.


I segreti del colore: 5 lezioni con Francesca Chessa. Prima lezione

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Farbstudie, Wassily Kandinsky, 1913

Ho conosciuto Francesca Chessa a Macerata, qualche anno fa, durante un bellissimo corso che lei teneva sul colore. Fu un corso “illuminante”. Il colore: i suoi contrasti, le sue armonie, le sue scale cromatiche, è uno degli aspetti più complessi e affascinanti dell’arte di dipingere. Con qualche piccolo trucco, si possono evitare cacofonie, con qualche conoscenza in più, si possono creare interessanti contrasti; ma ci vuole una perfetta padronanza delle sue dinamiche, per spingersi oltre, verso squilibri capaci di sorprendere lo spettatore senza risultare sgradevoli all’occhio (si pensi a Nicolas De Staël).
Francesca Chessa è illustratrice, insegna teoria del colore e della forma allo IED (Istituto europeo di design) di Torino ed è uno dei docenti del corso on line al master di Macerata, la Fabbrica delle Favole.

I SEGRETI DEL COLORE
di
Francesca Chessa
lezione 1

Vorrei iniziare questa serie di post sul colore citando  Josef Albers:  “Per poter usare il colore efficacemente, è necessario sapere che inganna di continuo”.
Provate ad osservare la figura qui sotto e chiedetevi di che colore è l’intelaiatura della finestra.

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Josef Albers, Interazione del colore, Il saggiatore, 2005

Vi sembra tutta della stesso colore? Vi sembra sfumata? L’intelaiatura della finestra è realizzata con un cartone  leggero di colore  grigio medio. Questo cartone, a seconda della sua vicinanza con tonalità di grigio chiaro o scuro viene solitamente percepito come più chiaro o più scuro. Le tre strisce verticali sembrano più chiare verso l’alto e più scure verso la base. Delle tre strisce orizzontali quella superiore sembra più chiara, quella inferiore più scura e quella in mezzo si fonde quasi completamente con i grigi medi.

E sempre da Albers: “Il colore è il mezzo più relativo in campo artistico”. Osservate gli esempi qui sotto:

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Josef Albers, Interazione del colore, Il saggiatore, 2005

A seconda dell’interazione del colore con lo sfondo, il colore può subire variazioni sia nella direzione della luminosità, quindi essere percepito come più chiaro o più scuro, sia nella direzione dell’intensità, ed essere percepito come più caldo o più freddo. (NdR: il monitor falsa un po’ l’effetto).

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Proprio perché è relativo, difficile da intrappolare e da giudicare, ho sempre trovato interessante la teoria sul colore di Joahannes Itten, che cercava di rendere il colore meno relativo, meno soggettivo e più oggettivo.

Secondo alcune persone, il colore non può essere schematizzato, esso è come una buona musica di sottofondo all’immagine, indispensabile per veicolare l’emozione. Ma anche la musica ha le sue regole.
La teoria di Itten, come l’ho sempre vista utilizzandola nelle mie illustrazioni, rende liberi di utilizzare qualsiasi combinazione di colore uno voglia usare: ti piace il rosso?

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Usa il rosso!

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El leon Kandinga, Elisa Arguile, Kalandraka 2009

Puoi usare il rosso solo con bianchi e neri (contrasto di chiaro scuro),

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L’herbier, Emilie Vast, editions Memo 2009

con aranci e azzurri  (contrasto di caldo freddo),
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Albert Camembert, Pierre Croocks e Julie Mercier, Balivernes Edition 2008

con verdi (contrasto di complementari. Molto brevemente: in pittura sono generalmente detti colori complementari le coppie delle aree blu-arancio, rosso-verde, giallo-viola),

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Discurso Del Oso, Julio Cortazar e Emilio Urberuaga, Zorro Rojo 2008

con colori meno saturi (contrasto di qualità),

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La petite Bete qui monte, Delphine Cedru, Helium 2009

con colori diversi vividi e squillanti (contrasto di colori puri),

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Andar por aí, Maddalena Matoso, Planeta Tangerina 2009

utilizzarne solo un po’ (contrasto di quantità),

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Mille giorni e una notte, Fabian Negrin, Orecchio Acerbo 2008

Di questi contrasti e di leggi ad essi correlate, vi parlerò durante i vari post, intanto spero vi sia venuta un po’ di curiosità!
Potete trovare la teoria di Itten spiegata direttamente da lui in “Arte del colore” di Johannes Itten, edizione Il Saggiatore, 1983 e successive edizioni.
segue…

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Pablo Auladell ci racconta la genesi della sua arte

(Carissimi, bentornati!)
Alcuni di voi avranno già visto questo video, ma voglio lo stesso pubblicarlo per la riapertura del blog: spero che le toccanti parole di Pablo Auladell traghettino me, e chi di voi vorrà seguirle, verso un autunno all’insegna delle emozioni più intime e profonde del nostro essere. Perché senza quelle non c’è arte, e non c’è senso.
Io, la mia piazza con fontana (capirete guardando il video), non l’ho ancora trovata, ma la cerco ogni giorno. E voi?

I musei personali di Pablo Auladell è una conferenza tenuta dall’artista spagnolo (in italiano!) sulla genesi del suo lavoro, in occasione di un incontro organizzato dalla sempre più prolifica Fabbrica delle Favole di Macerata. Buona visione.