Le maschere del discorso narrativo. Un mio articolo su Fuera [de] Margen

L’articolo che segue è stato pubblicato sul numero 12 della rivista di critica di letterature illustrate Fuera [de] Margen (Spagna). Fuera [de] Margen è una traduzione – con alcuni contenuti originali in lingua spagnola – della rivista francese Hors-Cadre[s].
Il tema di questo numero è: la narrazione oggi.

DESCARGAR PDF EN CASTELLANO: Las máscaras del discurso narrativo, Anna Castagnoli

LE MASCHERE DEL DISCORSO NARRATIVO
SMASCHERATE DA PHAKÃŽR MOHAN SEN

Una riflessione su El actor – Uday Prakash e Simone Rea, A buen paso 2011
di
Anna Castagnoli

Nel libro illustrato, sia il testo che le immagini possiedono una sottile e invisibile impalcatura che regge la narrazione: segni, deittici, codici narrativi, non detti, intenzioni, censure. Il lettore riceve, senza rendersene conto, una valanga di indicazioni extra-testuali: sui pensieri e le intenzioni dell’autore; sul suo ruolo di lettore; sul valore della realtà oggettiva e della finzione letteraria;  sullo scopo ultimo della storia raccontata; etc. E’ la lingua segreta dei sotto-testi.
Tradotto in due parole: scordatevi che possa esistere un album semplice, dove si racconta con semplicità “una bella storia”. Come ci insegnava Roland Barthes: il linguaggio non è mai innocente*.
L’ignoranza di questi indicatori laterali (o sotterranei) al discorso narrativo può causare enormi malintesi. Ad esempio, Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak continua ad essere un libro di stampo pedagogico, e questo perché l’autore non ha modificato la relazione implicita tra enunciatore e destinatario dell’enunciato. Chi racconta è qualcuno che continua a sapere “come è meglio comportarsi†e il lettore deve ascoltare meravigliato.

El actor, Uday Prakash, Simone Rea, A buen paso 2011

El actor è un libro che gioca apertamente con i deittici e i messaggi impliciti al discorso narrativo, smascherandoli. Vediamone alcuni.
Il libro racconta la storia di un famoso attore comico del teatro indiano: Phakîr Mohan Sen, che per tutta la vita ha nascosto al mondo una piaga purulenta al piede destro. In copertina vediamo un uomo di schiena e troviamo il titolo El actor scritto “a rovescio”, come in uno specchio. Un protagonista che ci dà le spalle?
Ci rendiamo conto immediatamente che per anni siamo stati viziati da un codice implicito nelle copertine: la scena deve essere rivolta verso il pubblico.
Se c’è una direzione scenica, c’è automaticamente anche l’indicazione di dove deve stare il pubblico. Io, lettore, so dove è il mio posto: in platea.

La reproduction interdite, René Magritte 1937

Sembra di vedere il quadro La reproduction interdite di Magritte, ma con alcune differenze interessanti. Il soggetto “veroâ€, cioè l’uomo che si specchia presente nel quadro di Magritte, qui è assente.
Devo dedurre che sono io, lettore, che mi sto specchiando sulla superficie del libro? Sono io il protagonista? Guardate come si è già spostata la mia posizione di lettore davanti al libro.
Un bambino, più acuto lettore, privo del riferimento culturale di Magritte, potrà vedere tutt’altra copertina. Una copertina trasparente, di vetro. Il verso giusto per leggerla è dal dentro del libro. Visto dalla prospettiva di qualcuno che abita l’interno del libro, il titolo El actor è nel verso giusto, e anche l’uomo che io vedo di schiena è visto dal davanti.

Ma allora, sono io lettore che sono dalla parte sbagliata? Quale è il lato “autentico†della realtà? Quello costruito dalla finzione narrativa, o quello esterno al libro? Già vacillo. Il sotto-testo culturale: “il libro è uno spazio di finzione” è messo in discussione fin dalla copertina.
Vengono in mente i giochi di specchi di J. L. Borges, ed è infatti con un incipit “alla Borges†che inizia il racconto:

“Chi non conosce Phakîr Mohan Sen? Soprattutto chi ha studiato la storia del teatro indiano, non può ignorare il suo nome. Ad ogni modo, c’è un segreto su di lui che nessuno conosce. Sulla pianta del piede destro…â€

Notate come in una manciata di righe il tempo narrativo, la voce narrante, la posizione del lettore, sono stati rivoltati almeno tre volte.
“Chi non conosce Phakîr?“. Formula magica per catturare il lettore in una realtà immaginaria, dove vive un certo Phakîr, conosciuto da tutti. Persino il lettore dovrebbe già conoscerlo. Significa che il lettore abita da sempre la realtà fittizia della storia narrata. Ma come? Non era appena entrato nel libro?
La seconda affermazione crea un nuovo livello di realtà: “Soprattutto chi ha studiato la storia del teatro…”. Questa nuova realtà è storica (dunque documentata). Io (io Anna Castagnoli) sono andata a cercare Phakîr Mohan Sen su Google. Ma Phakîr non è mai esistito! Sono stata catturata dal potere delle parole, che è quello di costruire mondi.
Ma che grado di realtà hanno i mondi costruiti dalle parole? Per molti credenti le parole: Paradiso Terrestre, Paradiso, Inferno, si riferiscono a luoghi reali.

El actor, Uday Prakash, Simone Rea, A buen paso 2011

Terzo livello. La voce narrante dice: “Ad ogni modo, c’è un segreto che nessuno conosce…”.
Ecco che il lettore è in una nuova posizione: è il testimone privilegiato di una confessione che avrà luogo qui e ora, per la prima volta, davanti a lui. Se un segreto sta per essere svelato per la prima volta al lettore, significa che il libro esiste perché quel lettore l’ha aperto. Quale è l’insospettato potere che ha il lettore? Nel libro La storia infinita*, il lettore generava la storia che stava leggendo. Storicamente, non è forse la cultura che noi generiamo che a sua volta ci genera?
A 13 anni Phakîr subisce una ferita irreparabile: la perdita dei genitori; nello stesso anno, si apre una piaga sotto il suo piede, che non si chiuderà mai più. Nonostante il dolore, Phakîr diventa un comico e raggiunge il successo attraversando le scene teatrali con un buffo modo di camminare, che fa ridere adulti e bambini.

Chiudendo il libro, sulla quarta di copertina, troviamo il viso sorridente di Phakîr, o meglio, la sua maschera. La fine è dunque l’inizio del libro (la vera copertina)?
Un gioco di decori nelle illustrazioni conferma che il libro è circolare: una storia infinita. Ma è anche una storia piatta, a due dimensioni: la nuca e la maschera di Pahkir, quando il libro è chiuso, si sovrappongono. Come sono piatte le parole e le immagini sulla carta quando non sono interpretate da un lettore, disanimate.

Alla fine, quale è stato il ruolo del lettore? Era il confidente compassionevole del dolore di Phakîr? O era seduto tra il pubblico ignorante e rideva del suo zoppicare? Era il lettore stesso il protagonista nascosto sotto la maschera di Phakîr? Anche il lettore ha una ferita dall’età di 13 anni? E’ forse la ferita universale del vivere? Sembra dannatamente importante scegliere da che parte stare.

Caro lettore, “la bella storia” che pensavi di leggere ha fatto traballare le fondamenta del tuo mondo. Quando non è così, chiediti dove il narratore ti ha ingannato.

FINE

El actor, Uday Prakash, Simone Rea, A buen paso 2011

*Il grado zero della scrittura, di Roland Barthes, Einaudi 1982 (Seuil 1953)
* La storia infinita, Michael Ende, 1979

Per comprare la rivista Fuera  [de] Margen (13 euro – spese di spedizione fuori Spagna escluse) scrivete una mail a: fuerademargen@pantalia.es. Nota: La rivista è in lingua spagnola.

El actor
Uday Prakash, Simone Rea
Una metafora sulle maschere che portiamo sul viso
17,10 euro

MINI-CONCORSO RACCONTA LA TUA FIERA (Children’s book fair 2013)

Stanno arrivando i primi racconti. Mandatemi anche i vostri!

MINI-CONCORSO RACCONTA LA TUA FIERA (Bologna 2013):
Come si partecipa:
Invia un breve racconto (o mini-reportage) di massimo 2000 caratteri spazi inclusi
+
una foto rappresentativa della tua fiera di Bologna (72 dpi 400 pixel di larghezza) alla mail:
lefiguredeilibri(at)gmail.com con oggetto “Racconta la tua fieraâ€.
Scadenza: 7 aprile ore 24
Saranno scelti da me i racconti (a mio gusto) più interessanti e personali e saranno pubblicati su LeFiguredelibri entro il 14 aprile.
Nota: secondo la preferenza dei vincitori i racconti potranno essere pubblicati con nome o anonimi.

Qui qualche esempio dei racconti dell’edizione 2011 del gioco.


Breve storia di LeFiguredeLibri in cifre. (Il blog è in pausa fino all’8 aprile).

Vi sarete accorti che nell’ultimo mese il blog ha avuto qualche bug (problema). Non si riuscivano a postare sempre i commenti. E io, dall’interno, non riuscivo più a caricare le immagini via l’upload di wordpress e dovevo farlo a mano. Consultato un amico programmatore, ho scoperto che il blog ha esaurito lo spazio a disposizione. Nell’attesa di vedere se il programmatore riesce a fare qualche gioco di prestigio compattando quello che c’è, o di scegliere di trovare una piattaforma più consistente, chiudo per un paio di settimane. L’8 aprile tornerò con molte novità dalla fiera di Bologna! Vi ricordo il Miniconcorso Racconta la tua fiera (info qui): aspetto i vostri racconti nella settimana dopo la Fiera.

Di recente, gli editori Topipittori hanno dato qualche cifra delle visite del loro blog e lanciato una discussione molto interessante sul senso dei blog nel panorama italiano della cultura per l’infanzia. Potete seguire la discussione qui e qui. Io devo ancora trovare una risposta alla bella riflessione di Elisabetta Cremaschi (qui), autrice del blog Gavroche: da buona filosofa mi sono persa nel tentativo di arrivare a una definizione di “cultura” che mi soddisfi, ma ci sono vicina, e al mio ritorno la condividerò con voi.

BREVE STORIA DI LE FIGURE DEI LIBRI IN CIFRE

Ho pubblicato il primo post l‘8 gennaio 2008 (mi fa tenerezza quel primo post: non avevo la più pallida idea di dove sarei andata a parare).
In 5 anni e 3 mesi sono stati pubblicati: 674 articoli e 6.318 commenti.  Da quando è nato, il blog ha avuto 920.519 visite e un totale di 336.069 visitatori unici (più di 146.000 solo nel 2012). Tempo medio di visita su ogni pagina: 3 minuti e 23 secondi.
Nel 2009 il giorno con meno visite è stato il 25 dicembre (Natale) con 69 visite e quello con più visite il 21 ottobre con 363 visite.
Nel 2012 il giorno che ha ricevuto meno visite è stato il 24 dicembre con 401 visite e quello con più visite il 22 febbraio con 1761 visite.
Nel grafico qui sotto potete vedere la crescita del blog negli anni.

QUANTI VISITATORI AL MESE HA QUESTO BLOG?

Se interessa a qualche appassionato di statistiche: Le Figuredeilibri questo mese ha avuto 32.668 visite, per un totale di 13.855 visitatori unici (vedere grafico qui sotto). Con un picco di quasi 2000 visite in occasione del post sugli sketchbook dei grandi artisti.
Sempre secondo Google Analytics, da gennaio 2012 ad oggi (21 marzo 2013), cioè in poco più di un anno, il blog ha avuto un totale di 367.938 visite e 146.588 visitatori unici (i visitatori unici sono sono un tipo di single della rete, ma le persone in carne ed ossa). Il tempo medio di lettura per pagina è stato di 3 minuti e 10 secondi.

19 febbraio 2013 -> 21 marzo 2013

1 gennaio 2012 -> 21 marzo 2013


Grazie per il vostro entusiasmo di questi anni. Senza, non sarei mai andata avanti con tanta costanza.
E ora una meritata vancanza dal blog. Ci vediamo o Bologna, oppure ci ritroviamo qui l’8 aprile.

Anna Castagnoli, Il pigiama dei miei sogni. Per il gioco Il pigiama dei vostri sogni, Topipittori 2013

Appuntamento Figure dei Libri alla Fiera di Bologna 2013 + altri appuntamenti

Errata Corrige: vi avevo detto sul forum, che la riunione LeFiguredeLibri sarebbe stata mercoledì 27 dopo la conferenza sui portfolio digitali, ma non avevo ben calcolato i tempi e dovrò scappare per preparare l’inaugurazione della mostra da ZOO (Libretto Postale), che inaugura alle 18. La facciamo prima di pranzo. Alle 12. Ma se qualcuno può venire solo dopo la conferenza, un quarto d’ora per salutarci lo troviamo.

Riunione Le Figure dei Libri 2011

MARTEDI 26

 Stand di Sarmede, B4, padiglione 26
Dalle ore 17  alle ore 18

Presentazione dei corsi di Illustrazione di Sarmede della settimana dal 17 al 22 giugno 2013. Presenti Chiara Carrer, Paolo Canton, Anna Castagnoli e gli organizzatori.

MERCOLEDI 27

All’interno della Fiera, accanto alle Poste Italiane
Ore 12

RIUNIONE Le FIGURE dei LIBRI con Anna Castagnoli, Oscar Sabini e Lisa Massei e Gioia Marchegiani. Ci prendiamo un caffè insieme e facciamo due chiacchiere seduti per terra come ai bei vecchi tempi. (In Fiera, non lontano dall’entrata, ci sono le Poste Italiane per la spedizione dei pacchi, ci vediamo lì davanti).

Digital Café – Pad  26 – Stand B/90
Ore 15

Cosa è un portfolio nell’era digitale? Come usare i social network per la promozione del lavoro dell’illustratore.

Le nuove tecnologie offrono nuovi strumenti per presentare e promuovere progetti editoriali: Facebook, Pinterest, blogs, self-productions, crowdfunding. Intervengono Anna Castagnoli – autrice, illustratrice e blogger per LeFiguredeiLibri.com, Paolo Canton – editore, Topipittori e Miguel Tanco – illustratore e blogger.

Negozio ZOO, Strada Maggiore 50/A, Bologna
Ore 18

Alle 18, in centro a Bologna non potete mancare l’inaugurazione della Mostra Libretto Postale Animali in viaggio. Presenti ad accogliervi: Stefania Camilli, Philip Giordano, io e molti illustratori. La mostra è vistabile tutti i giorni a partire da lunedì 25 alle ore 16. Qui avete un post dettagliato su cosa vi aspetta.

ps:  su questo post dei Topipittori trovate tutti gli appuntamenti imperdibili fuori Fiera!
E non dimenticate di spulciare l’infinito programma di eventi, conferenze, mostre, sul sito della Fiera.
Io acquisterò il dono dell’ubiquità e vedrò tutto.


“Alla ricerca del proprio stile”: corso con Anna Castagnoli, Sarmede, giugno 2013

ALLA RICERCA DEL PROPRIO STILE, CORSO CON ANNA CASTAGNOLI (me), QUALCHE INFORMAZIONE IMPORTANTE:

– Il mio corso di illustrazione sullo stile si terrà a Sarmede (Treviso) dal 17 al 22 giugno. E’ aperto a tutti.
– A Sarmede, nella stessa settimana, Chiara Carrer e Paolo Canton terranno i loro rispettivi corsi. Ci siamo messi d’accordo per riunire le tre classi (chi vorrà partecipare) e tenere un incontro sul CONTRATTO DI EDIZIONE. Cosa è, come deve essere, cosa non deve mancare. Ci sembra un tema importante nella formazione di un futuro professionista. L’incontro sarà fuori dalle ore di corso e GRATUITO.
– Alla Fiera di Bologna, i corsi di questa speciale settimana a Sarmede verranno presentati alle ore 17 del 26 marzo presso lo stand di Sarmede (B4 padiglione 26). Io sarò presente per darvi tutte le informazioni di cui avrete bisogno.

Per informazioni e iscrizioni: info@sarmedemostra.it – tel. +39 0438 959582

QUESTO E’ IL TESTO DI PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL MIO CORSO SULLO STILE:
Lo stile è qualcosa di impalpabile come un’emozione, ma deve sapersi incarnare in una composizione passando per linee, colori, piani, visi, mani, piedi, forme di alberi, di fiori… Come trovare uno stile che sia personale e nello stesso tempo adatto al mercato contemporaneo? Come adattare il proprio stile a testi diversi e mantenerlo vivo nella lunga sequenza di tavole di un album illustrato?
Attraverso un percorso teorico-pratico, dove verranno sperimentate tecniche diverse e proposti esercizi creativi, gli alunni verranno guidati a scoprire il loro timbro di voce unico e originale, in equilibrio tra creatività ed esigenze ritmiche e compositive dell’album illustrato moderno.

QUESTO IL TESTO DI PRESENTAZIONE UFFICIOSO, IN ESCLUSIVA PER I LETTORI DI LFDL:
Vorrei raccontarvi qualcosa dei miei corsi e di come li vivo. Ho ancora molti dubbi sulle mie qualità di illustratrice, e ancora molta strada da fare (per fortuna), ma se c’è una cosa di cui sono sicura è che l’illustrazione è una materia che adoro insegnare.
Ma non è preciso. Diciamo che quando insegno illustrazione mi tramuto in un vulcano attivo e insieme a me prende fuoco la classe. Non scherzo. Di solito capita così:  gli allievi entrano timidi, coi capelli in ordine, i vestiti puliti, ed escono che sembrano neo-discepoli di Pierino Porcospino, le pupille dilatate come qualcuno che si è fatto di qualche sostanza stupefacente e un sorriso gigante stampato sulla bocca (saranno le esalazioni del Liquin?).


Il mio segreto è tutto qui: ho fiducia nel fatto che le persone abbiano un naturale istinto verso l’armonia estetica, l’equilibrio cromatico e la composizione. Se poi questo istinto è stato fuorviato da anni di scuole medie, è un problema che si può risolvere. Questa fiducia è una miccia esplosiva.

Tutti i corsi che ho fatto fino ad oggi sono stati caratterizzati da due principi pedagogici:
1) mai insegnare qualcosa che non sia una risposta a una domanda. Se ci sono parti teoriche, spiegazioni, proiezioni di immagini, sono sempre precedute da un esercizio in cui gli illustratori si misurano con una difficoltà o un problema che io ho studiato per suscitare il desiderio di capire.

Ad esempio, nel corso sullo storyboard faccio sempre lavorare su testi di album che sono già stati illustrati magistralmente da qualche grande illustratore (l’allievo che sceglie il testo non deve conoscere il libro), senza però mostrare le immagini. Quando alla fine della settimana mostro gli album, gli allievi conoscono ogni singola virgola e problema del testo e possono capire fino in fondo la soluzione (di solito geniale) che ha trovato l’illustratore. E’ un gioco crudele, ma io sono crudele ai miei corsi: si è lì per imparare, non voglio che i miei allievi siano bravi, voglio che facciano decine di errori, perché più errori si fanno, più si impara.
Infatti, il principio pedagogico numero due è questo, e lo dichiaro da subito:
2) si può sbagliare, anzi, si deve. Se, i primi giorni, vedo che qualche illustratore sta cercando di fare qualcosa in cui è capace, per mostrarmi il suo talento, gli faccio immediatamente cambiare tecnica o gli dico di paciugare tutto il foglio. L’ansia di “esser bravi” è il peggiore nemico della creatività.

Vi racconto a grosse linee come si è svolto il mio precedente corso sullo stile (Fine Art Factory, Martina Franca 2012). Così vi fate un’idea di cosa può aspettarvi a Sarmede, se decidete di venire.
La prima giornata è stata dedicata all’arte di copiare. Ma come? Sì! Copiare. Passaggio obbligato per imparare il mestiere. Copiare serve a questo: imparare a guardare.
Non si può imparare a illustrare se prima non si impara a guardare.

Noi pensiamo di saper vedere, perché siamo abituati a farlo da quando abbiamo occhi; in realtà, a vedere si impara, proprio come a leggere, a cantare, a ballare.
Sto leggendo un bellissimo libro in questi giorni (ve ne parlerò presto): GUARDARE, PENSARE, PROGETTARE, di Riccardo Falcinelli. Un approccio neuroscientifico alla percezione visiva. In questo libro c’è una frase che mi ha colpito, che dice quanto il guardare non sia affatto un atto semplice e naturale:

“Di fronte a un dipinto di natura morta con verdure e cacciagione, uno storico d’arte compirà saccadi (n.d.r: percorso che fa l’occhio sulla tela) di un certo tipo, un cacciatore di un altro, un bambino di un altro ancora. Esploriamo la scena in maniera diversa a seconda del momento della vita, delle nostre competenze, della nostra cultura, della nostra età e dello stato emotivo del momento.”

O anche, come dice Miguel Tanco in questo bel post (Miguel terrà un corso a Sarmede la settimana dopo il mio):

“D’altra parte, lo stile non è solo una componente legata alla tecnica, ma anche il frutto di una capacità di interpretazione”.

Elisabetta Civardi

Durante questa lunga giornata gli allievi si orientavano naturalmente verso stili che sentivano più vicini al loro gusto.
Per evitare questo, ho riempito la giornata di trabocchetti e ostacoli. Non era ancora il momento giusto per cercare il proprio stile. A volte siamo affezionati a quello che conosciamo, ma siamo sicuri che sia in quella direzione che dobbiamo cercare il nostro stile? Non possiamo scoprirlo se non sperimentiamo cose nuove.
Alla fine della prima giornata abbiamo trovato ancora le energie per una lezione sugli stili contemporanei.
Per fortuna, ai corsi esistono le serate e le cene: mi sono fatta perdonare la dura giornata a suon di Panzerotti fritti*.

La mattina del secondo giorno è stata tutta in discesa (o caduta libera). Partendo da fotografie, immagini e stimoli pensati per liberare le associazioni mentali, gli alunni erano invitati a scrivere una breve storia (anche solo una sceneggiatura). Non era importante il valore letterario. Era importante l’atmosfera generale della storia e, soprattutto, che andassero a cercarla in zone poco frequentate di se stessi. Angoli della memoria, stradine non asfaltate, sentierini di montagna o dune extraterrestri. Non importava dove, l’importante era lasciarsi sorprendere.

Io, in questi momenti di grande concentrazione generale, mi sento sempre come doveva sentirsi un condottiero che varcava le colonne d’Ercole. (Troveremo mai terra?).

Il pomeriggio è stato dedicato allo studio dello storyboard. Un pomeriggio intensissimo, pieno di diapositive, album sfogliati, discussioni, riflessioni su cosa significa raccontare una storia con le immagini.
La mattina del terzo giorno abbiamo sperimentato alcune tecniche (monotipia, uso della lavagna luminosa, china con pastello grasso, incisione con acrilico su pastello, collage, etc), alcuni illustratori studiavano ancora la storia e la sua messa in scena.
Dopo pranzo ho invitato tutti a scegliere una scena della loro storia e iniziare a disegnarla sul serio (esecutivo). Che stile usare? Realista o astratto? Simbolico o grafico? Da che angolo prendere la scena? Che colori usare? Si può non fare lo schizzo e partire subito da un fondo di colore? Si può, si può tutto. Pile e pile di carta, sbuffi, sospiri, qualcuno si perde e dice: non sono capace!
Io intanto appendo alle pareti dei grandi fogli e spiego la mia categorizzazione degli stili. Dopo tutto è più facile (o sembra).

Gli ultimi giorni gli allievi hanno lavorato sulla tavola scelta, con lo stile scelto. Si sono buttate vie tante idee, per arrivare a qualcosa di veramente personale. C’è chi l’ha rifatta due o tre volte, cambiando completamente stile, per sperimentare. Chi si è improvvisato incisore, chi ha scoperto i miracoli della lavagna luminosa. Se i primi due giorni erano stati una maratona molto serrata di idee e esercizi, ora lasciavo tutta la libertà. Sono stati giorni di assoluta concentrazione. Ore silenziose, vele gonfie che attraversavano distese di colore senza più paura. Ogni tanto qualcuno mi chiedeva di essere accompagnato in un passaggio. Ma erano piccole spinte, solo di incoraggiamento. La mia fiducia era stata riposta bene: stavano venendo fuori dei lavori sorprendenti.


Barbara Bergamo

Francesca Pirrone

Ognuno col suo grado, ognuno col suo ritmo, abbiamo tutti fatto un passo avanti, io inclusa.
Questa apertura al nuovo mi commuove ogni volta che la osservo. Mi commuove perché io stessa, tra le mie quattro mura, non sono capace di salti simili. E’ come se il coraggio fosse lì, palpabile, presente, perché siamo tutti insieme.

FINE

Valeria Castellani

Nota: il mio corso a Sarmede sarà sullo stile, come quello di Martina Franca, ma devo ancora decidere quali diavolerie inventerò per farvi inciampare in voi stessi :)
Nota 2: per i miei ex-allievi: se venite a Bologna scrivetemi che ci organizziamo per un caffè.

FORSE VI INTERESSA ANCHE:
Su cosa è lo stile: questo post e questo.
Per conoscere i prezzi e le modalità di iscrizione andate qui o scrivete a info@sarmedemostra.it
Per la storia di Sarmede non perdete i bei post di Monica Monachesi qui e qui

* Non è vero che li ho cucinati io i Panzerotti! Ne ho solo mangiati 6.


Guida illustrata di sopravvivenza alla Fiera di Bologna

Come si costruisce un portfolio efficace?
E il look adatto per gli incontri?
Parlare in pubblico: gioie e dolori.
E inoltre, per gli editori: come rendere fruttuoso l’appuntamento fieristico?

Tutte le risposte e molto altro in: The illustrated Bologna Children’s Book Fair survival Guide un progetto Mimaster in collaborazione con la Fiera del libro per ragazzi di Bologna 2013. Una mappa di consigli e suggerimenti di professionisti del settore rivolti a illustratori, editori e a tutti coloro che lavorano per e intorno alla Fiera del libro.


Guido Scarabottolo per Mimaster

Molti gli editori e le istituzioni coinvolti nel progetto, tra i principali: Mondadori, The NewYork Times, Salani, Topipittori. Con immagini di Emiliano Ponzi, Nicholas Blechman, Serge Bloch, Guido Scarbottolo e molti altri.

La Guida sarà in distribuzione gratuita durate la Fiera allo stand Mimaster hall 26 – b88 per i visitatori, e sarà distribuita a tutti gli espositori direttamente dalla Fiera. In due lingue: italiano e inglese.

(post curato da Lisa Massei)