KITTY CROWTHER / corso di 20 ore
Quando 19-21 NOVEMBRE
Dove BOLOGNA
Orari VEN-SAB 9-13 / 14.30-18.30; DOM 9-13
Scadenza iscrizioni 10 OTTOBRE
Costo 180 €
Antonio Marinoni
ANTONIO MARINONI / corso di 40 ore
Quando 12-16 LUGLIO
Dove BOLOGNA
Orari LUN-VEN 9-13 / 14.30-18.30
Scadenza iscrizioni 30 MAGGIO
Costo 300 €
Gabriella Giandelli
GABRIELLA GIANDELLI / corso di 20 ore
Quando 15-17 OTTOBRE
Dove BOLOGNA
Orari VEN-SAB 9-13 / 14.30-18.30; DOM 9-13
Scadenza iscrizioni 20 SETTEMBRE
Costo 180 €
Per iscriversi:
MODALITA’ DI ISCRIZIONE
Inviare entro la data di chiusura delle iscrizioni:
– breve curriculum scolastico e/o lavorativo
– selezione di tre tavole (da presentare in fotocopia o foto su cd o via e-mail)
via mail all’indirizzo: mostre@hamelin.netQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
via posta all’indirizzo: Hamelin Associazione Culturale, via Zamboni 15, 40126 Bologna
Ma come fare quando con l’immagine dobbiamo illustrare oggetti che non appartengono al mondo fisico ma a quello delle idee? O dei sentimenti?
Ad esempio, come faremo ad illustrare la GIUSTIZIA?
Se la parola SEDIA, nel centro del suo campo semantico, significava un oggetto su cui ci si siede, cosa c’è al centro del campo semantico della parola GIUSTIZIA? Il dizionario DEVOTO OLI la definisce così:
“La virtù sociale rappresentata dalla volontà di riconoscere e rispettare il diritto di ognuno mediante l’attribuzione di quanto è dovuto secondo la ragione e la legge.”
Ci vorrebbero altri dodici dizionari per decifrare il significato della frase qui sopra! (è il problema del linguaggio: ogni definizione è tautologica).
Se anche capiamo la definizione qui sopra, Antigone ci insegna che il diritto di ognuno non sempre coincide con il diritto dei molti. Due uomini o due nazioni in guerra avranno ognuno la convinzione che la giustizia sia dalla loro parte e non dall’altra.
Un bambino avrà una nozione molto semplice della parola GIUSTIZIA: “giusto è quando mi viene dato tutto quello che voglio!”. Un giurista saprà che il Devoto Oli è ben lungi dall’esaurire la complessità della parola GIUSTIZIA.
Questa relatività del significato è dovuta al fatto che la parola GIUSTIZIA non ha come referente un oggetto del mondo fisico, non c’è da qualche parte un “OGGETTO GIUSTIZIA” su cui tutti si possono mettere d’accordo. Potremmo dire che la parola GIUSTIZIA è un po’ come un oggetto transizionale, qualcosa che è a metà strada tra il “dentro” di un individuo e il “fuori”. L’idea di giustizia appartiene all’umanità , e nello stesso tempo appartiene intimamente ad ogni individuo sulla terra. Se uno dei modi di comunicare dell’immagine era quello della somiglianza, come trovare una somiglianza con un oggetto che non solo non esiste, ma che non ha neppure una definizione univoca?
Vediamo come ha fatto Comenius nel 1658, in quello che viene considerato il primo libro illustrato per bambini di tutti i tempi: l’Orbis Pictus Sensualium. Ad ogni parola veniva associata un’immagine. Nell’immagine che vedete qui sotto è illustrata la parola GIUSTIZIA.
Guardate come Giotto, con un’intuizione più felice di quella di Comenius (e con tre secoli d’anticipo), illustra la GIUSTIZIA nella Cappella degli Scrovegni…
Giotto, Le virtù (la Giustizia), Cappella degli Scrovegni, 1303-1305
L’idea di bilancia, di parità , di equilibrio, è estesa a tutta la composizione dell’immagine, non c’è solo una bilancia-simbolo (quella nelle mani della donna), tutta la figura è “bilanciata”. Anche senza capire cosa significano i simboli presenti nell’immagine, al primo sguardo siamo già illuminati da un grande senso di calma e giustezza: la simmetria della nicchia, la centralità potente dell’immagine, la sua base stabile data dall’ampia gonna… Non c’è bisogno di spade ed emblemi, Giotto ha rubato alla GIUSTIZIA la sua essenza, e l’ha riprodotta attraverso linee e forme. L’immagine di Giotto assomiglia all’oggetto che vuole comunicare. E’ più chiara, nel suo messaggio, dell’affollata vignetta di Comenius, più intuitiva della faticosa definizione del Devoto-Oli.
RIASSUMENDO: Possiamo individuare tre modi con cui si può illustrare una parola che non ha un referente “fisico”, sia essa rappresentante di un concetto o di un sentimento:
Un saluto ad una delle più grandi artiste del novecento: Louise Bourgeois è morta oggi (lunedì 31 maggio) all’età di novantotto anni. Era nata il giorno di Natale dell’anno 1911, ha attraversato due secoli con le sue sculture e le sue linee di emozione pura. L’ho sempre amata tantissimo.
“Art is a guarantee of sanity. That is the most important thing I have said.”
Louise Bourgeois
Illustrare un testo significa esplorare con l’immagine il campo semantico che quel testo ricopre. Un campo semantico potete immaginarlo come un campo in cui c’è un punto centrale dove il significato è più forte, e, allontanandosi da quel punto, diventa più sfumato e confuso, fino a scomparire.
FIGURA 1
Prendiamo una parola molto semplice, la parola “SEDIA”: nel centro rosso, più denso, avremo la parola SEDIA rappresentante un oggetto d’uso comune, che serve a sedersi, che può avere diverse forme, ma che in linea generale ha un primo piano d’appoggio ad una certa altezza (circa la misura di un polpaccio d’adulto), uno schienale dove appoggiare la schiena, quattro gambe, etc.
Allontanandoci dal centro rosso verso la zona rosa, potremo avere dei significati che girano intorno alla parola sedia: l’AZIONE DI SEDERSI e per associazione il momento dell’essere seduti a tavola, gli oggetti a cui viene associata: TAVOLO, SALA DA PRANZO, ad esempio.
Se al campo semantico dell’uso, sommiamo quello della forma, avremo forme che assomigliano alla sedia: OGGETTI CON QUATTRO GAMBE. Se quello della materia: COSE DI LEGNO.
Se ci allontaniamo ancora, potremo osservare che il significato scivola intorno a quello che rappresenta emotivamente la sedia e/o l’atto del sedersi: incontreremo immagini come il RIPOSO, la STANCHEZZA, un momento di PAUSA…
Ancora più lontano potrà capitare di inciampare in significati come la VECCHIAIA, la FATICA di VIVERE, la SOLITUDINE , la CALMA DELLA CONTEMPLAZIONE, etc…
(Se nel centro rosso ci fossero state DUE SEDIE, avremmo incontrato nella zona gialla figure come il DIALOGO, la CONVIVIALITA’, l’AMICIZIA, etc).
Ci saranno poi significati perduti in una zona periferica, quasi bianca, connessi al centro rosso da diversi passaggi d’associazioni, ma ormai troppo lontani per essere ammessi a far parte della parola SEDIA. Ciò nonostante, se i passaggi sono stati fatti con cura, avremo lo stesso qualcosa che è stato irradiato dalla parola SEDIA (la poesia contemporanea offre esempi a bizzeffe).
Siamo nel regno misterioso del linguaggio e delle associazioni del pensiero, mi piacerebbe approfondire, ma lo faremo in un’altra occasione.
Per adesso mi interessa che voi abbiate chiaro cosa intendo per CAMPO SEMANTICO.
L’IMMAGINE:
Nel caso della FIGURA 2 l’immagine ASSOMIGLIA in qualche modo misterioso all’oggetto, ne imita la forma, gli ruba la struttura principale.
E’ così semplice che nella FIGURA 3, un disegno di Philippe Stark, invece di vedere delle linee, vediamo una sedia: i pochi segni usati da Stark sono, usando una formula matematica, il massimo comun divisore di tutte le sedie (eccezion fatta forse per qualche sedia di Le Corbusier! :-)
– Il campo semantico emanato da una parola è vastissimo (infinito? No)
– L’immagine esplora alcune zone del campo semantico di una parola, e non potrà mai essere esaustiva
– Immagine e parola hanno modalità diverse di comunicare il loro contenuto di significato: una di queste modalità è che l’immagine assomiglia all’oggetto, la parola no (escludendo rari casi di onomatopea)
Il negozio di giochi Hoffmann giochi e giocattoli, ideato dai librai della libreria Giannino Stoppani (Bologna), ha inaugurato un blog sul tema dei giochi per bambini di qualità ! E sui libri illustrati che ospitano giochi. Eccolo: LO SCHIACCIANOCI