“Illustra teatro”, nuovo concorso di Illustrazione

ILLUSTRA TEATRO, un nuovo Concorso di Illustrazione aperto ad illustratori italiani e stranieri promosso dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’infanzia di Sàrmede.

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FINALITA’ DEL CONCORSO: Il concorso ha l’obiettivo di valorizzare la capacita? dell’illustrazione di rappresentare il teatro dedicato ai giovani, ai piu? piccoli e al valore dell’incontro tra generazioni diverse, quando il teatro riesce a riunire insieme adulti e ragazzi di tutte le eta? per condividere sogni, emozioni, racconti. Il termine “Teatro†e? qui inteso come percorso di avvicinamento e formazione ai molteplici paesaggi espressivi di danza, prosa e musica, un percorso realizzato attraverso laboratori creativi, spettacoli per le scuole e rassegne per il pubblico delle famiglie. Tra le tre prime opere classificate sara? scelta l’illustrazione che diventera? l’immagine rappresentativa delle attivita? promosse dalla Fondazione Teatro Comunale Citta? di Vicenza nell’ambito del progetto “Teatriamo – spettacoli e itinerari per amare e vivere il teatro a tutte le eta?†per la Stagione 2010/2011.

COSA: Ogni artista dovra? presentare una sola opera di formato minimo cm 30×40, massimo di cm 50X70, originale e inedita, realizzata con qualsiasi tecnica. Al fine di valorizzare e caratterizzare la specificita? del concorso e del premio, le opere dovranno ispirarsi e riguardare il solo tema del concorso, cosi? come indicato nelle “finalita?â€.

SCADENZA: Saranno ammesse solo le opere pervenute entro e non oltre il 30 giugno 2010, (fara? fede il timbro postale)

PREMI:
Primo classificato: 1.500,00 euro.
Secondo classificato: 1.000,00 euro.
Terzo classificato: l’iscrizione e l’ospitalita? per un Corso Estivo presso la Scuola di Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede.
Al vincitore del Premio del Pubblico sara? dato un premio del valore minimo di 300,00 Euro.
Gli importi sono comprensivi delle relative ritenute fiscali.
Gli artisti delle opere vincitrici dei primi tre premi cedono alla Fondazione Teatro Comunale Citta? di Vicenza tutti i diritti per ogni utilizzo delle stesse e senza limite di tempo. Le prime tre opere selezionate resteranno di propietà della Fondazione e andranno a far parte della nascente galleria d’arte del Teatro.
Altre opere verranno selezionate per l’allestimento di un’esposizione presso il Teatro Comunale Citta? di Vicenza da dicembre 2010 a gennaio 2011.

MODALITA’: Sul retro dell’opera dovranno essere riportati in matita i seguenti dati: cognome e nome dell’artista, tecnica e titolo dell’opera. Per formalizzare l’iscrizione e? necessario iscriversi sul sito www.tcvi.it (qui link iscrizione), specificando: generalita? dell’autore (cognome, nome, indirizzo, curriculum professionale, titolo); tecnica di realizzazione; valore dell’opera attribuita dall’autore in base a parametri certi e indicati, dato necessario nel caso in cui venga esposta. INVIARE L’OPERA A:

Teatro Comunale Citta? di Vicenza,
Viale Mazzini 39
36100 Vicenza

TROVA QUI IL REGOLAMENTO


Concorso Tapirulan 2011, VI edizione

L’Associazione Tapirulan con il patrocinio del Centro Fumetto Andrea Pazienza e dell’Associazione Illustratori, e con la collaborazione del Comune di Cremona e del quotidiano La Provincia, bandisce la sesta edizione del concorso per illustratori.

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Finalità del concorso: selezionare i trenta autori che saranno protagonisti della mostra «Gli illustratori di Tapirulan», a Cremona dal 13 novembre 2010 al 16 gennaio 2011. Le trenta illustrazioni selezionate dalla giuria, verranno pubblicate sul Calendario Duemila11, che rappresenta anche il catalogo della mostra. Dodici immagini rappresenteranno i mesi dell’anno, altre diciotto verranno pubblicate in appendice.

La giuria: dopo Tony Wolf, Milo Manara, Silver e Sergio Toppi, la giuria del premio passa sotto la direzione di un altro nome illustre dell’illustrazione: Guido Scarabottolo.

Premio: durante l’inaugurazione della mostra – 13 novembre 2010 – verrà assegnato il primo premio di 1000 euro. Un ulteriore premio di 300 euro
verrà assegnato all’autore dell’opera più votata dagli utenti del sito www.tapirulan.it

Come partecipare: inviare un’opera di formato quadrato (dimensioni minime 25×25 cm, massime 40×40 cm).
Si può partecipare anche con immagini digitali, che possono essere spedite attraverso lo specifico forum sul sito.

Scadenza: 24 settembre 2010.

Tema: “Siestaâ€: si può trarre ispirazione dagli elementi tipici della siesta: riposo, caldo, ombra. Ma siesta è anche – genericamente – una pausa, un
momento di interruzione dal normale scorrere della vita quotidiana. Per poi ricominciare… più carichi di prima.

PER INFORMAZIONI E PER ISCRIVERSI:
www.tapirulan.it/concorso-calendario
calendario@tapirulan.it
tel: 347.6881328 – 328.8518849


Intervista a Sinnos: identità di un editore

Intervista a Della Passarelli, editrice di Sinnos

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L’altracittà, Mia Lecomte e Andrea Rivola, Sinnos 2010

Perché editori e perché editori per bambini.
All’inizio per caso, anche se per fortuna nulla nasce, e soprattutto cresce, per caso.
Nel 1990 un gruppo di volontari decise di sostenere la nascita di una cooperativa all’interno del carcere romano di Rebibbia penale, fortemente voluta da alcuni detenuti italiani e stranieri che avevano seguito un corso di Desktop publishing e che volevano creare una struttura lavorativa in grado di “uscire†dal carcere. Molto presto il lavoro di service editoriale (attività che svolgiamo tutt’ora e che da anni si è allargata al service grafico) ha stimolato il desiderio di proporre un proprio progetto, legato a temi importanti per tutto il gruppo: l’interculturalità e l’educazione alla cittadinanza responsabile. Così siamo diventati editori.

Inoltre, da subito, abbiamo condiviso l’idea di rivolgerci ai ragazzi, e di far nascere da un luogo dimenticato, rimosso e soprattutto con una forte valenza negativa, libri che potessero offrire la ricchezza dell’incontro tra culture, sostenere l’importanza della consapevolezza delle scelte individuali e collettive, partecipare, per contribuire alla costruzione di un futuro dove – magari – non ci sarà più bisogno di carceri.

Quanti titoli in un anno?
24, 4 per ogni giro di promozione. Sono comprese anche le nuove edizioni o le ristampe di titoli esistenti.

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Il mercante e il pappagallo, tratto da Rumi, rielaborato da Marjan Fuladmand, illustrato da Ahmad Khalili, Sinnos 2006

Nella scelta dei libri che pubblicate potreste individuare un filo conduttore? E’ uno stile? Un messaggio? Un’idea? Un desiderio?
Il filo conduttore è quello ci lega all’inizio della nostra storia: fatto di intercultura, interesse per la diversità, impegno per il rispetto dei diritti di tutti. Questi i temi, anche se il modo di raccontarli ha dovuto necessariamente cambiare ed evolversi.

Tanti anni fa (ne sono passati 20) per parlare di intercultura raccontavamo storie di Paesi lontani (così è nata la collana Zefiro, racconti portati dal vento) o più coraggiosamente le vite di immigrati stranieri in Italia (I Mappamondi, biografie bilingui). Oggi tutto questo non basta più.

La società è sempre più articolata e il concetto di diversità si complica e si arricchisce di eccezioni: diverso e straniero, certe volte, rischia di diventare anche chi semplicemente non la pensa come noi, chi crede in cose diverse.

L’educazione al rispetto, alla tolleranza, ma soprattutto alla curiosità nei confronti dell’altro ha bisogno di storie eccezionali ma quotidiane (come L’altracittà, o Piano forte), spunti di riflessione e di domande (la collana Nomos cerca di farlo spiegando il diritto ai ragazzi), ma anche di confronto tra i piccoli e i grandi che vivono vicino a loro.

Quali caratteristiche deve avere un testo o un’illustrazione per sedurvi? Cosa è che vi fa dire: “questo illustratore (autore) è per noi�
In entrambi i casi devono sorprenderci ed emozionarci. Avere un contenuto e uno stile che mostrino la vita che c’è dietro le storie, le immagini. Che possano trasmettere ai bambini e ai ragazzi passione e attenzione. Naturalmente devono entrare nel nostro progetto editoriale, vale a dire che tocchino i temi della interculturalità e della partecipazione.

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Piano forte, Patrizia Rinaldi, Sinnos 2010

Nella situazione culturale e politica del vostro paese vi sentite inseriti in una rete che vi sostiene? Come la definireste? Quali sono i suoi fili principali?
La attuale situazione culturale e politica italiana non sostiene nulla, in particolare è gravemente disattenta alla promozione dei libri rivolti a bambini e ragazzi. In questo Paese molti bambini e ragazzi non hanno accesso ai libri, non hanno librerie o biblioteche pubbliche dove andare. Non esiste l’istituzione della biblioteca scolastica nelle nostre scuole. La lettura a scuola è considerata un extra che raramente ci si può permettere. Ora poi – con i tagli di questi ultimi tempi – le scuole sono impegnate sul fronte della sopravvivenza. Abbiamo visto il numero di insegnanti presenti quest’anno alla Fiera del Libro di Bologna ridursi, e questo la dice lunga. Insistiamo sul fatto che non vogliamo sostegni economici, ma luoghi dove i nostri libri possano vivere. Vorremmo anche poter vendere i nostri libri ad un prezzo giusto, nel rispetto del lavoro che c’è dietro, senza sentirci in difetto se non possiamo offrire grossi sconti od omaggi, come ormai ci hanno abituato le “grandi†case editrici. Ci sarebbe molto da dire e da spiegare su questo…

Nel suo piccolo la Sinnos, con il progetto LeBibliotecheDiAntonio, dona ogni anno libri di qualità di tutti gli editori per ragazzi ad una scuola, che presentando un progetto dimostri di non avere accesso ai libri e di avere invece un progetto di biblioteca scolastica sensato. Compriamo i volumi dagli editori italiani con dei soldi che ogni anno vengono destinati al progetto e li portiamo fisicamente alla scuola, organizzando una grande festa per l’occasione. Ma è una goccia nel mare.

La rete però esiste: una rete di piccoli eroi che ogni giorno si spendono per far conoscere ai più piccoli la bellezza e l’importanza di leggere, per immaginare, conoscere, provare empatia, divertirsi, commuoversi, porre attenzione. Queste persone combattono una battaglia importante tanto quanto quelle per l’ambiente e per la pace. Come ha fatto Jella Lepman nella Germania post-nazista. Questa rete di persone straordinarie, ma così invisibili, ci conforta e – quando pensiamo che se smettessimo di pubblicare non se ne accorgerebbe nessuno – pensiamo invece a loro… che se ne accorgerebbero!

Le co-edizioni: che politica avete di vendita e acquisto dei titoli? Preferite creare i vostri libri, venderli e/o comprarli dall’estero? Perché? Rispetto ai titoli che comprate e/o vendete ci sono differenze di accoglienza nei diversi mercati internazionali?
Non abbiamo molta esperienza in questo campo e stiamo cominciando ora a capire come funziona. Sicuramente preferiamo creare i nostri libri perché ci piace immaginare un progetto,  seguirlo in tutte le sue fasi e vederlo infine nascere, ma è capitato anche di acquistare libri che avevano molto a che fare con noi, come la storia persiana de Il Mercante e il Pappagallo. Ci piacerebbe avere la possibilità di fare delle coedizioni, e speriamo di riuscire a realizzare questo desiderio prima o poi.

Fabbricare cultura nell’Italia di oggi: una missione, una sfida o una  passione “a perdere�
Sicuramente una missione. Speriamo non una passione “a perdereâ€.

Una cosa che vi piace del vostro lavoro e una che non vi piace.
Ci piace vivere in mezzo alle storie e ai disegni, avere a che fare con persone straordinarie: autori, illustratori, librai, bibliotecari, insegnanti… Non ci piace per niente vivere in un Paese dove libri e lettura siano così poco considerati.

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Diego e i diritti dei lavoratori, Flaminia Fioramonti e Rachele Lo Piano, Sinnos 2010

Songs of Innocence and of Experience di William Blake

Venerdì scorso ho terminato in gran corsa un libro e da ieri sono di nuovo in viaggio. Non sono riuscita a trovare il tempo per preparare qualche post nuovo. Cerco di rimediare mettendo in linea qualche vecchio post rimasto nelle bozze, solo per darvi un saluto e qualche occasione d’ispirazione!
Qui sotto alcune delle meravigliose immagini di una delle opere più famose di Wiliam Blake: Songs of Innocence and of Experience, 1789/1794.

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Intervista a Babalibri: identità di un editore

Intervista a Francesca Archinto, editrice di Babalibri

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La mia valle, Claude Ponti, Babalibri 2001

Perché editori e perché editori per bambini.
Penso che lavorare in mezzo ai libri sia una grande fortuna. Poter scoprire pensieri, parole, mondi immaginari, mondi reali ma diversi da quello in cui si vive è straordinario. Ti mette in contatto con il mondo intero, basta aprire un libro!
Il mondo dell’editoria per bambini è ancora più affascinante perché ci porta in una sfera che abbiamo vissuto ma abbiamo lasciato alle nostre spalle. Ci sono tracce insite in noi che vengono fuori quando ci confrontiamo con l’infanzia. Mi ritengo quindi fortunata a lavorare in questo ambito.

Quanti titoli in un anno?

16 titoli , 8 per semestre più le ristampe.

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La tigre e il gatto, Eitaro Oshima, Babalibri 2010

Nella scelta dei libri che pubblicate potreste individuare un filo conduttore? E’ uno stile? Un messaggio? Un’idea? Un desiderio?
I libri che scelgo devono emozionare: possono far ridere (e sono i miei preferiti), possono fare piangere, possono immalinconire, possono far pensare, possono stupire, possono richiamare la nostra vita vissuta MA devono emozionare.

Quali caratteristiche deve avere un testo o un’illustrazione per sedurvi? Cosa è che vi fa dire: “questo illustratore (autore) è per noi�
I testi che più mi convincono sono quelli che con poche parole dicono un sacco di cose. Le illustrazioni allo stesso modo devono raccontare lasciando al lettore grande libertà di interpretazione.  Non m’interessano le storie che  finiscono quando si chiude il libro.
Non ho pregiudizi sulle tecniche e gli stili illustrativi quanto piuttosto cerco sempre una coerenza tra testo, immagine  e storia raccontata.

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Nel paese dei mostri selvaggi, Maurice Sendak, Babalibri 1999

Nella situazione culturale e politica del vostro paese vi sentite inseriti in una rete che vi sostiene? Come la definireste? Quali sono i suoi fili principali?
La situazione culturale italiana è a dir poco disastrosa sotto l’aspetto del sostegno alla cultura: ai politici non interessa che gli italiani leggano. Ogni forma di cultura è considerata una perdita di denaro e di tempo. Figurarsi con il mondo dell’infanzia dove vige il principio che sta alla famiglia il compito di occuparsene! Diversa è invece la situazione delle realtà territoriali: qui, biblioteche, scuole, librerie, associazioni credono fortemente nel dovere di un paese di offrire libri e lettura ai cittadini e si mobilitano attraverso tantissime forme perché i bambini possano incontrare i libri. È davvero straordinaria la capacità di queste persone che mettono il proprio tempo, le proprie forze ed energie al servizio della cultura, malgrado l’assenza dello Stato stesso.

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Piccolo blu e piccolo giallo, Leo Lionni, Babalibri 1999

Le co-edizioni: che politica avete di vendita e acquisto dei titoli? Preferite creare i vostri libri, venderli e/o comprarli dall’estero? Perché?
Babalibri è una casa editrice nata in società con la casa editrice francese l’École des loisirs. Per questa sua struttura societaria, ha scelto di non fare creazione di libri bensì di importare dall’estero titoli che ci sembrano importanti per il mercato italiano. Non abbiamo quindi un’attività di vendita di diritti. Questo sicuramente ci penalizza dal punto di vista economico poiché toglie alla casa editrice un’altra possibilità di introito oltre alla vendita dei libri, ma allo stesso tempo ci permette di mantenerci una piccola realtà (siamo 2 dipendenti a tempo pieno e una persona a part-time)

Fabbricare cultura nell’Italia di oggi: una missione, una sfida o una passione “a perdere�
Non è né una missione, né una sfida né una passione a perdere. È semplicemente un lavoro che dà un sacco di soddisfazioni personali ma allo stesso tempo necessita della partecipazione delle istituzioni, siano esse scuole, biblioteche, ecc per riuscire a formare dei lettori. Dev’essere un’azione congiunta ma quando questa sinergia viene a mancare… beh è un po’ frustrante!

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Sono io il più forte! Mario Ramos, Babalibri 2002

Una cosa che vi piace del vostro lavoro e una che non vi piace.
La struttura di Babalibri è come ho già detto molto piccola e questo fa sì che io possa occuparmi di molti aspetti diversi di una casa editrice: dalla scelta dei titoli alla correzione delle bozze, alla presentazione delle novità agli agenti, ai progetti di promozione dei libri, al controllo del magazzino, ai rapporti con la stampa. Insomma, nel bene e nel male mi ritrovo ad affrontare tutti gli aspetti del lavoro di una casa editrice. E questo mi piace moltissimo perché non mi annoio mai.
Ciò che non mi piace? Quando, confrontandomi con gli altri, mi rendo conto che c’è ancora molta difficoltà ad accettare il libro quale strumento fondamentale per una crescita serena dell’infanzia. Ecco, vorrei che il libro per bambini venisse considerato alla stessa stregua del giocattolo: una presenza irrinunciabile nella realtà infantile.

Francesca Archinto


I miei dieci libri preferiti alla Fiera di Bologna 2010

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In ordine alfabetico, ecco qui di seguito 10 novità che mi hanno conquistata a quest’ultima fiera del libro…

Un inciso. Una volta un conoscente mi ha mosso queste critiche: di recensire solo i libri che mi piacciono, di fare “preferenze” fra editori, e non dare abbastanza spazio a tutti i libri interessanti che ci sono in giro. Vorrei ribadire che questo blog è esattamente lo spazio che ospita le cose che mi piacciono. Sarebbe interessante parlare di tutti i bellissimi libri che escono ogni mese, ma non è questo lo scopo di questo blog, né ho i mezzi per farlo. Per questo ci sono altri siti e riviste specializzate. Non ho cento mani, né cento occhi. Mi limito a suggerire quello che mi capita “tra le mani” e che mi “conquista”, con un criterio assolutamente casuale e personale. Per quanto riguarda le preferenze tra editori: vivo all’estero. Se alcuni editori mi spediscono gratuitamente le loro novità, gli altri non se la prendano se ci metto molti mesi di più a scoprire le loro. Autori ed editori che mi spediscono i libri sanno anche che avere un libro “tra le mani” non è criterio sufficiente per invogliarmi a parlarne sul blog. Neanche che il libro mi piaccia è criterio sufficiente. Deve stregarmi, o sorprendermi. O una cosa così, che non ho ancora ben capito che cosa è. Una forma di sete, di arsura di capire, che si esaurisce solo dopo che ho analizzato il libro fino in fondo.

Secondo inciso. Dal momento che ho scelto questi libri (dunque che li considero i migliori secondo il mio gusto) mi permetto qualche critica qua e là… Che nessuno se la prenda a male.

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CE PETIT POIS-LA’
Éric Battut
Autrement 2010

La storia di un pisello che vuole essere diverso, un’idea semplice ma giocata in modo divertente: il pisello, nella sua ricerca di un’identità, incontra una tigre, un pavone, un elefante, e si “barda” prendendo di volta in volta una delle caratteristiche di ognuno di questi incontri: una piuma di pavone attaccata al sedere, il corpo dipinto a strisce…etc, alla fine il suo aspetto è esilarante. Il finale (il pisello dà origine a una pianta di piselli mai vista e stupendamente colorata) ci dice che l’identità più nostra è qualcosa che ha molto a che fare con quella degli altri e che lasciarsi impregnare dalle differenze porta frutti squisiti.
Una debolezza del libro: il rapporto testo-immagine, davvero poco interessante. Il testo ripete cosa dicono le immagini e viceversa. Si sarebbe quasi potuto farne un libro senza testo.

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Ce petit pois-là, Éric Battut, Autrement 2010

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JO SINGE GARÇON
Beatrice Alemagna
Autrement 2010

Un bambino assolutamente convinto di essere un bambino-scimmia si sente fuori posto nel mondo, finché un giorno non decide di andare a vivere con le scimmie dello zoo. Ma, ahimè, sembra che neppure quella sia la sua vera famiglia… Una storia piena di delicata ironia sulla difficoltà di riconoscersi nel serio mondo degli adulti, quando si è bambini con piedi prensili e irresistibile voglia di saltare di tenda in lampadario… Ancora una volta Beatrice Alemagna centra il cuore dell’infanzia.

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Jo singe garçon, Beatrice Alemagna, Autrement 2010

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LA CASA SULL’ALBERO
Tolman Marije e Tolman Ronald
Lemniscaat 2010

Un libro senza testo, che ha vinto a pieno merito l’Award come miglior libro dell’anno alla Fiera di Bologna 2010. Protagonista del libro, una capanna, che viene scelta come casa da due orsi. Pagina dopo pagina altri visitatori trovano ospitalità sulla capanna o ne minacciano l’equilibrio. Un libro che mi è sembrato la metafora di una vita, delle relazioni che vengono e vanno, della poesia che gli incontri portano con sé quando si è aperti ad accoglierli.

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La casa sull’albero, Marije e Ronald Tolman, Lemniscaat 2010

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L’OMBRA E IL BAGLIORE
Jack London e Fabian Negrin
Orecchio acerbo 2010

Ancora una volta Fabian Negrin interpreta con una forza e una precisione sorprendenti un testo letterario. Questa volta è un racconto di Jack London sul doppio e sui confini dell’identità: Paul e Lloyd, due amici identici sia nell’aspetto che nel carattere decidono di cercare il potere dell’invisibilità.

“Eliminare le rifrazioni della luce era l’obiettivo di entrambi. Seguirono strade opposte. Lloyd quella del nero assoluto, Paul quella della trasparenza. Tutti e due raggiunsero lo scopo, e diventarono invisibili. Ma non riuscirono, Lloyd a eliminare l’ombra, Paul il bagliore. In un’ultima, definitiva, competizione furono l’ombra e il bagliore a cimentarsi. E a distruggersi reciprocamente.” (Dalla presentazione di Orecchio Acerbo)

Aggiungo questo libro all’elenco perché è bellissimo, quello che non mi ha convinta del tutto però, è che è troppo “tutto”: “interessante”, “graficamente forte”, “affascinante sul piano della relazione testo-immagine”, “strabiliante nella realizzazione editoriale”. Ne ho ricevuto la sensazione di essere quasi obbligata a esserne conquistata. Non voglio dire che è “troppo bello” (assurda dichiarazione a cui molti libri belli sono condannati), solo che la bellezza mi affascina di più quando penso, in qualità di lettore, di avere avuto un qualche merito a scoprirla.
Potete farvi un’idea della potenza di questo libro nel video che segue…

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MIGRANDO
Mariana Chiesa Mateos
Orecchio Acerbo 2010

Un altro libro senza testo, veramente bellissimo, sia per il contenuto che per la qualità della narrazione grafica. Il tema è l’immigrazione (o meglio, l’emigrazione), due storie, due epoche di migranti che si incontrano a metà libro, obbligandoci a capovolgere prospettive di lettura.
Unico neo: l’introduzione dell’autrice che invita a leggere liberamente le immagini e spiega il tema del libro. Io sono una talebana dei libri senza testo, se non c’è testo, non ci deve essere, nemmeno introduttivo. Trovo che tolga magia a quel silenzio che solo deve accompagnare la sequenza delle immagini.

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Migrando, Mariana Chiesa Mateos, Orecchio Acerbo 2010

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MI PIACCIONO I LIBRI
Anthony Browne
Giannino Stoppani 2010

Divertentissima, coloratissima carrellata delle ragioni per cui può piacere leggere. Un invito festoso al mondo dei libri, una meta-riflessione sull’importanza della lettura. Un libro per promuovere la lettura non poteva che essere bellissimo da leggere. Anthony Browne riesce nell’impresa con freschezza e ironia.


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Mi piacciono i libri, Anthony Browne, Giannino Stoppani 2010

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ODE A UNA ESTRELLA
Pablo Neruda e Elena Odriozola
Zorro Rojo 2010

Elena Odriozola ci regala l’interpretazione di una poesia di Neruda (bello vedere quanti testi della letteratura  “per adulti” stiano entrando negli album per bambini). L’universo stilistico di questa illustratrice è fatto di equilibri delicatissimi, e di libro in libro questi equilibri si fanno sempre più sottili; come su una bilancia che pesa piume, le immagini sottraggono elementi al testo, tolgono invece che aggiungere, con un esercizio di modestia che ricorda l’arte orientale, dove l’aspirazione dell’artista è quella di veicolare un messaggio, e mai di imporsi su di esso. Un esercizio di poesia dello spazio vuoto.

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Ode a una estrella, Pablo Neruda e Elena Odriozola, Zorro Rojo 2010

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UNA STORIA GUARANI’
Alicia Baladan
Topipittori 2010

Quando mi hanno detto che era un’opera prima quasi non ci ho creduto. Un libro che mi ha conquistata senza esitazioni, bellissime le immagini, stupendo il testo, bellissimo il rapporto che si crea tra i due. Una storia che echeggia quelle iniziatiche della tradizione orale popolare (in questo caso quella degli indios del Sudamerica): per conquistare la donna amata, un ragazzo parte alla ricerca della tela del ragno, animale sacro. Deve superare delle prove, ma torna a mani quasi vuote. Crede di aver fallito, ma saranno  il viaggio stesso e il tempo che lo avranno arricchito e reso maturo per le nozze. A differenza di quel sapore di “prodotto da bottega solidale” che hanno spesso le storie che vengono importate da paesi lontani, questa è una storia universale, che ci parla della fatica di essere uomini. Commovente il finale.

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Una storia guaranì, Alicia Baladan 2010

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UM MITTERNACHT
Eduard Mörike e Hannes Binder
Bajazzo Verlag 2009

Un poema classico (per adulti) della letteratura tedesca dell’ottocento, illustrato con immagini misteriose, moderne, spesso lontane dal verso che le accompagna. Un piccolo capolavoro del rapporto testo-immagine che vede l’antico e il moderno illuminarsi a vicenda di un nuovo senso. Speriamo sia presto tradotto in Italia.

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Um mitternach, Eduard Morike e Hannes Binder, Bajazzo Verlag 2009

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VORREI AVERE
Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani
Topipittori 2010

Il sogno di avere qualcuno dei meravigliosi poteri degli animali è un sogno tipico dell’infanzia. Questo libro lo evoca con una serie di frammenti poetici, uno per animale, capaci di entrare con le parole nel mistero dell’essere animali: sentire e vedere il mondo in modo diverso, più acuto?

Su un blog dai toni sempre accesi (Spari d’inchiostro) è stato rimproverato a questo libro di avere troppo testo. (Rettifico: nel post indicato si faceva riferimento ad altri libri dei Topipittori, non esattamente a questo, avevo letto male). Sono d’accordo sul fatto che molto spesso il testo di un libro illustrato è (tutto o in parte) superfluo (vedi Ce petit pois-là di Battut e infiniti altri esempi) e che le immagini hanno più autonomia di quanta spesso si conceda loro, ma un libro va letto nel suo essere un “insieme”; che testo ci sia o no: l’immagine è in rapporto a una narrazione. Non basta che le immagini siano “belle” per poter parlare da sole, bisogna vedere cosa narrano, perché un libro non è una carrellata di belle figure, ma una gestalt narrazione-immagine. Nel caso di questo libro il testo (minimale) è, secondo me, il cardine del libro. Togli il testo e avremo una serie di bellissimi “poster”, e null’altro che assomigli al messaggio che questo libro così come è, ci trasmette. Se un rimprovero ha da farsi (visto che oggi sono in fase critica) è magari quello opposto, certe immagini del libro (non tutte) dicono troppo rispetto al testo, e lo appesantiscono di elementi “narrativi” forse superflui. Ma vedremo meglio questo punto in un post che sto preparando sul rapporto testo-immagine.

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Vorrei avere, Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, Topipittori 2010

E i vostri libri preferiti quali sono stati?