Il rapporto testo-immagine. Parte III

13 Giugno, 2010

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Prima di continuare con la nostra avventura nel regno della semiotica dell’immagine, volevo darvi un esempio “applicato” dell’importanza della composizione. Nella PARTE II del nostro studio avevamo visto l’esempio di Giotto e della GIUSTIZIA; ora prendiamo un testo più complesso:

“Ora al povero Hansel cucinavano i cibi più squisiti, ma Gretel non riceveva che gusci di gambero. Ogni mattina la vecchia si trascinava fino alla stia e gridava: “Hansel, porgi le dita, che senta se presto sarà grasso”. Ma egli le sporgeva un ossicino e la vecchia, che aveva gli occhi torpidi, non poteva vederlo, credeva fossero le dita di Hansel e si stupiva che non volesse proprio ingrassare. Dopo quattro settimane, visto che Hansel era sempre magro, perse la pazienza e non volle più aspettare. “Su, Gretel,” gridò alla fanciulla, “porta l’acqua svelta; grasso o magro che sia, domani ammazzerò Hansel e lo cucinerò”. Jacob e Wilhelm Grimm

Qui sotto possiamo vedere due interpretazioni molto diverse dello stesso brano.

rackham_janssenA sinistra: Arthur Rackham. A destra: Susanne Janssen
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Arthur Rackham, Hansel e Gretel, 1920

Nell’illustrazione di Rackham, raffinata e sobria, la tensione è molto debole. Tutta la scena è “inscrivibile” in una griglia di linee orizzontali e verticali.
Riassumendo grossolanamente alcuni concetti studiati da Kandinsky e Arnheim (tra gli altri) potremmo dire che una linea orizzontale ha tensione 0, man mano che ruota intorno ad un asse immaginario, acquista tensione, fino a ritornare in uno stato di “pace” (ma più dinamico) quando arriva in posizione  perfettamente verticale (e viceversa).

Questo modo di percepire la forza delle linee ci è dato, molto probabilmente, dalla nostra abitudine a percepire il mondo come esseri verticali. Sappiamo che in posizione orizzontale (sdraiati per terra) non c’è più pericolo di cadere, né moto. La linea orizzontale (pensate all’orizzonte del mare) ci comunica, infatti, un grande senso di calma. In posizione verticale, perfettamente bilanciati, abbiamo una sensazione di grande equilibrio; equilibrio carico però di tutta la tensione che potrebbe generarsi se solo spostassimo il baricentro di qualche centimetro: è un equilibrio stabile, ma ricco di energia potenziale.
Ogni altra posizione è carica di pericolo e forza dinamica, perché tende con prepotenza a raggiungere una posizione di stasi, proprio come un corpo in caduta . Più la linea obliqua si avvicina ad una posizione di “riposo” meno la sua energia è potente. (Pensate all’energia dei paesaggi disegnati da aguzze vette di montagna, o da montagne meno ripide)

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Nell’immagine di Rackham l’unica linea obliqua è quella disegnata dall’anta della gabbia. La sua forza non basta a contrastare il grande senso di equilibrio che permea l’immagine, dato dal carro così ben incastonato nel quadro della figura. L’immagine è statica, priva di drammaticità. Non sappiamo se Rackham abbia fallito nella sua volontà di interpretare un momento drammatico della storia o se la sua percezione del testo assomigliasse a questa malinconica scena. Siamo sicuri però che alcune informazioni del testo sono andate perdute:
– la strega GRIDA (Ogni mattina la vecchia si trascinava fino alla stia e gridava: “Hansel, porgi le dita, che senta se presto sarà grasso”. )
– la strega freme di impazienza perché HA FAME (Su, Gretel,” gridò alla fanciulla, “porta l’acqua svelta; grasso o magro che sia, domani ammazzerò Hansel e lo cucinerò.)

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Susanne Janssen, Hansel e Gretel, Edition Être 2008

Informazioni che invece vengono fatte vibrare nell’immagine della Janssen. Non troviamo in tutta l’immagine una sola linea “in riposo”, se non quella verticale del centro delle due pagine, in cui l’illustratrice ha inserito la strega. Dalla portentosa massa del suo corpo (curva, dinamica) partono linee in tutte le direzioni. Oltre alla loro grande forza drammatica, queste linee possono essere lette in due sensi. Dalla strega verso l’esterno sono l’irradiazione del suo grido, del suo potere, della sua volontà, ma lette dall’esterno verso l’interno (verso la strega) diventano lance che trafiggono la strega, imprigionandola e facendola esplodere in un grido di dolore. Una prigione a doppio taglio creata da linee di direzione ambigua, come ambigua è la posizione della strega nel testo: urla e vuole divorare Hansel, ma verrà presto uccisa dall’astuzia dei due bambini. Strepitosa anche la posizione della bocca, che per un gioco di prospettiva è capace di ospitare l’intera tesata di Hansel, traducendo il desiderio di divorarlo.

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Anche i colori hanno misteriose “forze”: il rosso è uno dei colori più potenti e carichi di energia dell’intero specchio cromatico. L’immagine di Rackham, oggettivamente raffinata e bella, perde quasi tutto il suo interesse, se analizzata in relazione al testo dei Grimm.