Dimmi come sbagli e ti dirò chi sei (gli ingranaggi segreti dell’album)

Esistono alcune modalità di lettura dell’album illustrato che vengono date per scontate dal lettore. Modalità che per abitudine, per un linguaggio narrativo ormai codificato,  sono o sembrano così evidenti che non si vedono; non ci si fa caso fino a quando qualcuno o qualcosa, o un errore, ce le fa notare.

Una scena di Rameau’s “Hippolyte et Aricie”, Opera de Paris

E’ importante far caso a queste modalità di lettura che si danno per scontate: dietro di loro si nascondo i cardini, gli ingranaggi e i macchinari che muovono l’album. Dovete pensare a queste abitudini di lettura come a nuvolette in un teatro barocco che nascondo il motore con cui viene tirato su nel cielo un attore; o come quei clown che vengono davanti al vostro naso per distrarvi da quello che sta accadendo in scena (qualcosa che non dovete vedere). La lettera rubata che tutti cercavano nei più minuti nascondigli, nel racconto di Edgar Allan Poe, non si trovava perché era sotto gli occhi di tutti, ben incorniciata: a nessuno veniva in mente di cercarla in un posto così evidente.
In questo post, ho cercato qualche esempio (ma potete trovarne anche voi nella vostra biblioteca).
Iniziamo dalla famosa manina che sparisce in mezzo al libro L’onda di Suzy Lee.

Suzy Lee, L’onda, edizioni Corraini

Nel suo eccezionale La trilogia del limite (uno di quei libri che non si può non leggere se si vuole capire qualcosa dell’album illustrato) Suzy Lee ricorda con divertimento come alcuni librai e bibliotecari volessero restituire le copie di L’onda pensando a un errore di stampa: la mano della bambina, a metà della doppia pagina, sembrava essere stata inghiottita dalla rilegatura. Un libro montato male?
Invece, Suzy Lee, lo aveva fatto apposta. Per lei, la linea di confine tra le due pagine rappresentava uno spartiacque tra il mondo della fantasia (il mare, il colore blu) e il mondo “reale” (la spiaggia, il bianco e nero).

Suzy Lee, L’onda, edizioni Corraini

La bambina osa mettere la mano là dove di solito c’è un luogo comune, cioè: la realtà della doppia pagina di un album, se tutta illustrata da una sola scena, è un unicum.
Unicum nel senso del quadro rinascimentale, quello della finestra albertiana, dove l’unità di luogo, d’azione e di tempo è rinforzata e tenuta insieme da alcuni trucchi: la prospettiva, la luce proveniente da una sola fonte, il tono dei colori, la linea d’orizzonte, etc…

Questa unificazione stilistica ha segnato così profondamente il pensiero dell’occidente (e viceversa) da farci credere che la realtà che abitiamo sia una e una sola, con la sua bella prospettiva corretta, e forme e leggi misurabili. Ma siamo così certi che sia davvero così?
Contentiamoci di dire, per ora, che la bambina di Suzy Lee mette il dito nella piaga.

El actor, Uday Prakash, Simone Rea, A buen paso 2011

Un altro luogo comune: la scena in copertina è sempre rivolta verso lo spettatore. Sì, sembra cosa ovvia, ma basta trovare su una copertina un personaggio che ci dà la schiena, come nell’album El actor illustrato da Simone Rea, e vengono fuori pensieri che danno le vertigini. Io ho provato a sondarne alcuni nel mio ultimo articolo per la rivista Fuera de Margen (che potete rileggere in questo post). Nell’articolo scrivevo:

“Ma allora, sono io lettore che sono dalla parte sbagliata? Quale è il lato “autentico” della realtà? Quello costruito dalla finzione narrativa, o quello esterno al libro? Già vacillo. Il sotto-testo culturale: “il libro è uno spazio di finzione” è messo in discussione fin dalla copertina.” (in Le maschere del discorso narrativo, 2013).

Un altro topos: in copertina deve sempre esserci un protagonista, o un’immagine. E se non ci fosse niente? Cosa significherebbe?

Greta la Matta, Carll Cneut, edizoni Adelphi

Oppure, ancora. La lettura dell’azione sulla pagina va da sinistra verso destra (in occidente). Ma cosa succede se un tagliaboschi non vuole andare avanti e si mette di spalle alla direzione di lettura? Non è un messaggio molto forte che sia l’ascia e non l’uomo che vanno nella giusta direzione del racconto? (è l’ascia che rappresenta la violenza matricida della matrigna di Hansel e Gretel, il povero tagliaboschi, fosse per lui, tornerebbe a casa).

 

Susanne Janssen, Hansel et Gretel, editions Être

Ci sono moltissimi album che giocano con questi topoi della lettura, e ne vedremo uno in particolare in uno dei prossimi post. Ma quello che mi piace di questi esempi è vedere come un solo errore, un solo sgarro, basta a mettere a nudo il sistema. Come il gatto nero che passa due volte davanti alla porta, nel film Matrix, e smaschera la realtà.
A volte, per rendersi conto di essere prigionieri di un modalità di lettura, basta uno starnuto.

Winsor McCay, Little Sammy

 

La trilogia del limite
Suzy Lee
Un’auto-analisi del lavoro di Suzy Lee
17 Euro

Cinguettando allegramente si può fare tutto (Polonia 1954)

Vi auguro un cinguettante week-end.


Illustrazioni: Olga Siemaszko
Autore: Samuel Marszak
Titolo: Wesole czyzyki (chi lo traduce?)
Editore: “Czytelnik”, Warszawa, Polonia, 1954


Non ho tempo, non ho spazio, non ho l’ispirazione: 3 buone scuse per disegnare di più

Non vorrei rubare il mestiere all’infaticabile Maria Popova, che con il suo blog Brainpickings porta avanti uno tra i più interessanti e ricchi discorsi sulla creatività in circolazione sul web. Come nasce, cosa è, cosa ha prodotto, come si coltiva la creatività. Le rubo solo un video. Vorrei invece darvi qualche consiglio che è servito a me in varie occasioni per disegnare senza trovare troppe scuse per non farlo, o per rimandare a domani.
Scappare da noi stessi e dalle cose che ci rendono felici è uno dei mestieri per cui siamo più dotati. Non è così?

Maria Mackiewicz, Polonia 1964

NIENTE SCUSE 1) LO SPAZIO
Se avete poco spazio, usate un foglio piccolino, una piccola matita, un piccolo temperino, una piccola gomma.

Non ricordo dove, (non nell’intervista che le avevo fatto qui), Joanna Concejo aveva raccontato che per un certo tempo aveva rinunciato a illustrare perché le dimensioni della sua casa e l’ingombro della famiglia e delle sue esigenze non glielo permettevano, fino a che un giorno, sull’angolino di un tavolo, su un piccolo foglio da quaderno, ha inventato una tecnica che poteva essere realizzata nel poco spazio che aveva.

Joanna Concejo

Memore di questo aneddoto, questa estate, in una strettissima stanzina d’albergo dove pensavo che non avrei avuto modo di disegnare, mi sono inventata la “tecnica di disegno dal letto”.

Ingredienti: un letto (ma va bene anche un divano), un piccolo album che serve anche da leggio, una matita, un temperino, una gomma pane, un sacchettino da congelazione per la matita temperata, una finestra. Stando sul letto, ho copiato il cortile che vedevo dalla finestra, ho aggiunto due personaggi e un luna, e ho fatto la tavola che domani spedirò a Sarmede per la mostra di ottobre. Mi chiedo se sono la stessa persona che durante gli scorsi 5 anni ha girato 4 studi di Barcellona, 3 stanze di casa, 6 scrivanie, affermando che non trovava un luogo abbastanza buono (luminoso, non troppo luminoso, silenzioso, non troppo silenzioso, piatto, inclinato, all’altezza giusta, con la gente giusta, senza troppa gente…) per disegnare.

Anna Castagnoli, Il cortile. Mostra di Sarmede 2013

Ci sono mille luoghi dove poter disegnare o scrivere: giardini pubblici, biblioteche, graziosi caffè, case di amici in vacanza…
Paul Simon
(genio musicale dei Simon & Garfunkel) ha scritto The sound of silence, una delle più belle canzoni della storia della musica leggera, chiuso nel bagno di casa sua (non vogliamo sapere di più). No more excuses.

NIENTE SCUSE 2) IL TEMPO
Se avete poco tempo, difendetelo; se ne avete troppo, organizzatelo.

Trovare tempo è uno dei problemi più ostici per chi vorrebbe illustrare (o scrivere) ma deve fare qualche lavoro “vero” per sopravvivere, o per chi ha la casa ingombra di bambini (uno solo a volte è già molto). Veramente, ho conosciuto un’illustratrice, anni fa, che aveva 5 figli e disegnava moltissimo. Quando le chiesi come faceva, mi rispose: disegno mentre dormono. Però non è diventata né famosa né appena conosciuta, per cui non la teniamo in conto. Susanne Janssen ha tre figli, ma è un genio, meglio scartare anche lei come esempio utile.

Quentin Blake, St Pancras International station

Il problema del tempo, quando si fa un mestiere vaporoso come l’illustratore, è un problema grosso, anche perché nessuno sembra mai capire che il tempo dedicato alla creazione è un tempo serio, e necessita di silenzio e privacy tanto quanto quello di un chirurgo che sta operando. Io ci ho messo un bel po’ a far capire a mamma, amici e mariti che quando sono in casa a disegnare, o anche solo a pensare, o anche a fare niente: “sto lavorando”.
Ma anche quando se ne ha in abbondanza, di tempo, il tempo è un problema. Perché il tempo creativo non è un tempo come tutti gli altri. Nel video qui sotto, John Cleese, (genio comico dei Monty Python) dà alcuni preziosi consigli su come gestirlo (in inglese).

Datevi un tempo per creare e difendetelo a spada tratta. Ma ricordate che i “disturbatori” sono fuori E dentro di voi. Siamo i primi a farci disturbare da noi stessi e non saper difendere il nostro tempo, perché stare a contatto con se stessi senza interferenze fa sempre un po’ paura: restare sospesi in un tempo incerto, non produttivo, dove non si sa bene che fare (eppure è da lì, da quel vuotino disagevole che escono le buone idee!) è difficile. Se vi viene da alzarvi perché vi siete ricordati che avete dimenticato di telefonare alla zia Evelina, non alzatevi. Nel tempo che avete scelto di dedicare al lavoro creativo, imponetevi di stare. State lì. Non è  necessario fare qualcosa. Se non vi viene nessun disegno, nessuna frase, nessuna idea, state lì lo stesso. Potete anche girarvi i pollici, se vi fa sentire meglio.

Eli W. Buelca, Top Hat, 1870

NIENTE SCUSE 3): L’ispirazione
Per farvi venire l’ispirazione, invece, tutte le scuse sono buone.

C’è un libricino delizioso, scritto da Giorgio Agamben, che si intitola Genius. Ve ne cito un paio di passaggi:

“I latini chiamavano Genius il dio a cui ciascun uomo viene affidato in tutela al momento della nascita. L’etimologia è trasparente ed è ancora visibile nella nostra lingua nella prossimità fra genio e generare. (…)  Vi è un’espressione latina che esprime meravigliosamente il segreto rapporto che ciascuno deve saper intrattenere con il proprio Genius: indulgere Genio. A Genius dobbiamo concedere tutto quello che ci chiede, (…). Anche se le sue esigenze possono sembrare irragionevoli e  capricciose, è bene accettarle senza discutere. Se, per scrivere, avete – ha! – bisogno di quella carta giallina, di quella penna speciale, se ci vuole proprio quella luce fioca che spiove a sinistra, è inutile dirsi che qualunque penna fa il suo mestiere, che ogni carta è buona. Se senza quella camicetta di lino celeste (per carità, non la bianca con quel colletto da impiegato!) non vale la pena di vivere, se senza quelle sigarette lunghe con la carta nera non ve la sentite proprio di andare avanti, non serve ripetersi che sono soltanto manie, che sarebbe ora di mettere giudizio. Genius suum defraudare, frodare il proprio genio, significa in latino: rendersi triste la vita, imbrogliare se stessi.” Genius, Giorgio Agamben

Sapete voi quali sono le cose di cui non potete proprio fare a meno per disegnare, scrivere, illustrare di più e meglio. Fatele!

Edward Gorey

Infine, vi consiglio di leggere (e fare) La via dell’artista. E’ un libro da prendere con le pinze, è un po’ un’americanata, ma come tutte le cose made in America, funziona perfettamente. Consiste in una serie di esercizi pratici che servono a liberarsi un po’ da quella vocina interna che ad ogni piè sospinto ci dice: non sono capace, non sono capace…

Anche questo post può tornarvi utile:
Il potere dei gruppi, breve trattato sulla felicità e tre buoni consigli

Per oggi è tutto. E ora, al lavoro!

Genius
Giorgio Agamben
Una riflessione sul nostro Genius
2,13 euro

Genius potete anche scaricarlo in versione per Kindle: qui.

La via dell’artista.
Julia Cameron
Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi
20,40 euro

Face(illustrators)book: i ritratti dei grandi illustratori


Bruno Munari, Italia,  1907 – 1998

Carissimi Invisibili,
ecco, inizia una nuova stagione delle Figure dei Libri: mi sembrava carino inaugurarla rendendo omaggio agli artisti che ci hanno regalato la storia dell’illustrazione, con tutti i suoi conigli vestiti, gatti con e senza stivali, personaggi, ranocchi, le sue atmosfere cupe, ironiche o sognanti, gli elefanti, le giraffe, le avventure e i castelli. Ma anche, e soprattutto, le idee.
Ho tante sorprese in serbo per voi – sempre che riesca a scuotermi dal torpore estivo- , e spero che mi accompagnerete con lo stesso entusiasmo di sempre, settimana dopo settimana, post dopo post, concorso dopo concorso. Pronti? Via!

William Steig, Stati Uniti, 1907-2003

Vladimir Lebedev, Russia, 1891 – 1967


Nathalie Parain, Russia 1897 – Francia 1958

Tove Jansson, Svezia, 1914 – 2001

Saul Steinberg, Stati Uniti, 1914 – 1999

Takeo Takei, Giappone, 1894 – 1983


Sergio Tofano (Sto), Italia, 1886 – 1973

Richard Scarry, Stati Uniti, 1919 – 1994

Randolph Caldecott, Inghilterra, 1846 – 1886

Arthur Rackham, Inghilterra, 1867 – 1939

Carl Larsson, Svezia, 1853 – 1919

Norman Rockwell, Stati Uniti 1894 – 1978

Emanuele Luzzati, Italia, 1921 – 2007


Aubrey Beardsley, Inghilterra,  1872 – 1898

Beatrix Potter, Inghilterra, 1866 – 1943

Edward Gorey, Stati Uniti, 1925 – 2000


Jean de Burnhoff, Francia, 1899 – 1937


Edmund Dulac, Francia (naturalizzato inglese), 1882 – 1953

Maurice Sendak, Stati Uniti, 1928 – 2012

Štepán Zavrel, Repubblica Ceca-Italia, 1932 – 1999

John Alcorn, Stati Uniti, 1935 – 1992


Remy Charlip, Stati Uniti, 1929 – 2012

André François, Romania – Francia, 1915 – 2005

Quentin Blake, Inghilterra

John Burningham, Inghilterra


Katsumi Komagata, Giappone

Tomi Ungerer, Francia


Iela Mari, Italia

Enzo Mari, Italia


Blog in pausa. Ci rivediamo il 16 settembre.

 Il blog Le Figuredelibri è in pausa fino al 16 settembre

La poesia dei mesi, Giuse Quarenghi e Anna Castagnoli, in prossima uscita con Topipittori, particolare

Un metodo per cercare il proprio stile. Corso con Anna Castagnoli (Venezia)

ALLA RICERCA DEL PROPRIO STILE, CORSO INTENSIVO CON ANNA CASTAGNOLI
L’illustrazione per bambini ha un linguaggio molto specifico che non è quello del fumetto e non è quello dell’arte. All’interno di questo linguaggio c’è spazio per moltissime voci personali.
Lo stile è qualcosa di molto personale, ma è difficile trovarne uno se non si comprende quali sono i limiti e i binari del linguaggio proprio dell’illustrazione per ragazzi. Nel corso, attraverso un percorso di esercizi intervallati da parti teoriche,  si studieranno le diverse famiglie di stili (realista, lirico, grafico) e per iniziare un cammino di ricerca verso un segno personale, in linea con le esigenze del mercato editoriale contemporaneo.
Quello che insegnerò, soprattutto, è un metodo.

Al corso verranno insegnate anche alcune tecniche che faciliteranno la ricerca: come la monotipia diretta e indiretta e l’incisione con pastello ad olio incolore e china.



Quando: 24 e 25 agosto 2013.  Orari: dalle 9 del mattino alle 18, con un’ora di pausa pranzo. Il 24 sera si cena tutti insieme.
Dove: Venezia, presso gli spazi dell’Associazione Barchetta Blu, in centro (Dorsoduro 614 Calle Capuzzi)
Cosa: corso intensivo di due giorni sulla ricerca dello stile e lo studio del linguaggio proprio all’illustrazione per ragazzi
Costo: 150 euro + 21% di IVA
Numero massimo partecipanti: 14

Come iscriversi:
Ho scelto di mettere un limite di 14 iscrizioni per poter seguire ogni allievo con più attenzione.
Per iscrivervi scrivete a anna.castagnoli(at)gmail.com entro il 30 luglio 2013

Non vedo l’ora!
Un saluto caro a tutte
Anna

Per capire di cosa tratta un mio corso sullo stile leggete questo post:
Alla ricerca del proprio stile
Per un assaggio delle emozioni che abbiamo vissuto a Sàrmede a giugno leggete questo post:
A Sàrmede, dove Gesù ha perso un sandalo e l’anima si è ritrovata.

Se siete interessati a futuri corsi scrivetemi una mail con oggetto: interessata/o ai futuri corsi, e nella mail specificate la vostra città di provenienza.

La lista dei materiali vi sarà inviata via mail dopo l’iscrizione.