Il processo di creazione di “Due rotondi identici?”

Leggi l’analisi del libro…

Sono andata ad intervistare Neus Moscada, autrice del libro Dues rodonoes idèntiques? analizzato nel post precedente. Mi chiedevo, in piedi sul metro che mi portava verso il luogo dell’appuntamento, quale lavoro ci potesse essere dietro un libro così “semplice”. Quali domande avrei potuto fare?
Arrivata, non ho avuto bisogno di domandare nulla, Neus mi aspettava con una scatola in cartone. Dentro la scatola… un mondo: appunti, una spessa agenda stracolma di note, collages, fotografie, le prime maquettes dell’album…

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La copertina del “diario di creazione di un’idea” di Neus Moscada
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Due pagine interne del “diario di creazione di un’idea” di Neus Moscada

Il libro è  infatti il risultato di un esercizio dato agli allievi durante un corso di dottorato in “Comunicación, Arte, Educación”; oggetto di questo lavoro era la documentazione, fino al dettaglio più minuto, dei processi di creazione che soggiacciono a un’opera.
Partendo da uno spunto dato gli alunni dovevano realizzare un collage registrando passo passo tutte le voci, i sussurri, le immagini, le associazioni che accompagnano i processi creativi. Neus scelse di creare un album illustrato.

Il tema di partenza era: i contrari. Le prime domande del dibattito aperto nella classe furono molto semplici: che cosa è “un collage”? Che cosa sono “i contrari”? Un’alunna disse: perché ci sia un collage ci vogliono due elementi. E Neus rispose: anche per avere I contrari c‘è bisogno di un minimo di due elementi.
Il passo successivo fu quello di esplorare quello che già esisteva sul tema dei contrari. Il primo libro che Neus consultò:  Els contraris di Pittau & Gervais (Blume, 2003), fu quello che le diede l’idea.

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Schizzo sul diario di Neus accompagnato da riflessioni dopo la lettura del libro di Pittau & Gervais

Nel libro di Pittau & Gervais ogni doppia pagina presenta una coppia di elefanti di caratteristiche diverse: grande/piccolo, di fronte/di dietro, ma anche: visibile/invisibile… etc. Ma la pagina che diede l’idea a Neus fu quella in cui ad una coppia di elefanti identici era associata una coppia di aggettivi diversi. Una prima associazione di idee portò questa riflessione: che relazione c’è tra forma e contenuto?
No siempre la cara es espejo del alma. Me parecio? muy interesante jugar con los te?rminos de igualdad y diferencia en el a?mbito formal relaciona?ndolo con la individualidad intri?nseca de los seres.”
(Non sempre il viso è lo specchio dell’anima. Mi sembrò interessante giocare con i termini di uguaglianza e differenza nell’ambito delle forme, relazionandolo con la individualità intrinseca degli esseri).
Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Il passaggio a due forme identiche, interrogate da una voce esterna sulle loro qualità fu breve: la prima idea del libro era stata disegnata. Mostrando la prima maquette ad amici e colleghi (nella prima maquette i due rotondi erano due gommini applicati con la colla nell’ultima risguardia, così da permettere ai cerchi protagonisti un’identità assoluta attraverso le pagine forate) Neus raccolse opinioni e commenti (trascrivendoli) e questo le premise di avanzare nell’elaborazione dei concetti e del libro:

” Io userei la parola “simile” per la forma e “identico” per la texture” Rafa, 67 anni.
“Preferirei che dicessero: – mi sento circolo; mi sento circonferenza -, è più filosofico, meno aneddotico”
Manolo, 43 anni.
” Hai pensato di mettere i gommini  in pagine differenti?”
Mar, 39 anni
“I rotondi sono come le persone, siamo tutti differenti”
Nora, 7 anni
“Questo racconto mi piace perché mi fa pensare e non ti fa “la morale”, mi ricorda Umberto Eco: …con quel nome che rende la cosa o la cosa significa il nome
Clara, 39 anni
Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Il libro si sviluppò in modo abbastanza fluido, racconta Neus, fino al finale, in cui si trattava di tirare le somme e trovare cosa davvero differenziava questi due rotondi. Dopo lunghi appunti su diverse forme di identità (mascolino/femminino, gusti/disgusti…) Neus si concentrò sulle definizioni geometriche di quello che vedeva. Cosa vedeva? Due cerchi. Cercò cerchio sul dizionario e uscirono: punto, circonferenza, sfera. A queste parole si potevano associare delle tipologie di carattere.

“Los ci?rculos, sujetos profundos, serios, con contenido, de gran riqueza interior; las circunferencias, personajes ma?s superficia- les, livianas, que representari?an el continente, lo exterior…, los puntos, individuos simples, corrientes, comunes, vulgares; las esferas, figuras tridimensionales, con cuerpo, completas, complejas… Usar cada uno de estos te?rminos connotaba significados diversos.”
(I cerchi: soggetti profondi, seri, composti, con un contenuto, di grande ricchezza interiore; le circonferenze, più superficiali (…)… I punti, individui semplici, comuni, volgari; le sfere, figure tridimensionali, con un corpo, complete… Usare ognuno di questi termini porta a significati diversi.). Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Oltre alla definizione di quello che erano i due cerchi, era importante trovare un verbo… il modo di “esprimere” questa diversità. A me piacciono i cerchi era molto diverso dal dire mi sento un cerchio. Il verbo “sentire” era più forte, parlava di quello che c’è all’interno… Neus esplorò finali più ironici, come nel libro El globito rojo di Iela Mari (Kalandraka, 2005) o Das runde Rot di Katja Kamm (Bajazzo, 2003): i punti potevano essere una macchia, l’impronta di qualcosa… Un altro finale possibile, anche se più concettuale, poteva essere: Io sono di spalle, io di fronte. Oppure: sono il punto finale della parola fine, un finale di marcato carattere ipertestuale.
Di tutto lo sforzo di questo processo creativo non resta traccia nel finale perfetto:

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– Io sono un cerchio.
– Io, un punto.

Neus portò la maquette del libro (in formato “all’italiana” lungo e stretto) all’editrice di Sd.Edicions, la quale modificò il formato (divenne quadrato) e decise di stampare ad ogni pagina i due punti, invece di “bucare” i fogli per lasciar intravedere i due gommini in fondo. C’era poi un problema di numero di pagine, ne servivano di più, e questo portò ad alcune successive modificazioni. Il libro era pronto.

Mi sono dilungata a copiare passaggi e tempi del prezioso lavoro creativo di Neus Moscada perché mi sembrava fondamentale osservare come un’idea, nata felice, ha bisogno di lavoro, dell’aiuto di molte persone, di cultura, di ispirazioni e consigli, di vocabolari ed errori, per trovare la sua strada.
Se conoscete lo spagnolo qui potete scaricare il pdf di una lunga intervista creata da Neus per riassumere questo percorso, troverete anche una bibliografia di libri sul tema del “contrario”.

Leggi l’analisi del libro…

Ringrazio Teresa per il gentile aiuto di traduzione.


Libri per l’Abruzzo, aiutiamo Ibby Italia

In Abruzzo servono case, servono milioni di euro, servono progetti di restauro, beni di prima necessità, acqua…  cos’altro?  Servono libri per bambini. Quanto servono? Secondo me sono indispensabili: perché i libri SONO BENI DI PRIMA NECESSITA’, soprattutto per dei bambini. Se siete d’accordo, cari librai, bibliotecari, editori, scrittori, illustratori, appassionati di libri per bambini, scegliete qualcuno dei vostri libri più belli, fatelo oggi, non domani, andate alla posta e inviatelo a:

Pagine in gioco – Biblioteche di Antonio per l’Abruzzo
Biblioteca Marconi
Via Gerolamo Cardano, 135
00146 Roma

Pagine in gioco – Biblioteche di Antonio per l’Abruzzo
Biblioteca provinciale “M. Dèlfico”
Via Dèlfico, 16
64100 TERAMO

Pagine in gioco, le biblioteche di Antonio in Abruzzo, è il nome che Ibby Italia, in collaborazione con Sinnos edizioni, ha dato al progetto di aiuto per i bambini Abruzzesi. Libri, giochi da tavolo, interventi, sono gli strumenti con cui Ibby  offrirà il suo impegno e il suo supporto all’Abruzzo. La raccolta di fondi (necessari al supporto del progetto, per il trasporto dei libri e dei giochi, e per l’allestimento di nuove biblioteche), la raccolta di libri di qualità per l’infanzia e giochi da tavolo, avrà termine a fine agosto.

CHILDREN’S BOOKS FOR RECONSTRUCTION (English version)

ottimomassimo
Un intervento della libreria itinerante Ottimomassimo, che partecipa al progetto.

Deborah Soria, di Ottimomassimo (bellissima libreria itinerante) lavora con Ibby a questo progetto e dopo un primo sopralluogo in Abruzzo ha lasciato una testimonianza toccante, qui un frammento:

I progetti che ho visto e i libri che ho visto sono donazioni casuali , non organizzate, dove si accede alla lettura autonomamente e senza aiuto…. l’unico libro di piccoli editori che ho visto è stato un libro Beisler di Camillo… il resto tutto Dami, Giunti e Mondadori… vecchio…

Ecco l’annuncio di Ibby Italia:
Invitiamo gli editori a donare una selezione dei libri migliori del loro catalogo, i librai e i rivenditori di giochi di scegliere dai loro scaffali i libri e giochi da tavolo che consiglierebbero ai lettori affezionati, e a tutti i lettori, bambini e adulti a inviare IL LIBRO DEL CUORE, il libro o i libri preferiti, cioè un libro che sia bello ed importante, così significativo che il suo viaggio verso la futura biblioteca costituisca un legame fra lettori, un legame fra chi pensa che le storie, quelle importanti, salvano la vita ed aiutano a ricominciare, a capire e a sognare ancora. Naturalmente lo stesso vale per i giochi da tavolo preferiti.

Servono libri ma non solo, servono volontari:
Il secondo obiettivo è quello di portare ai ragazzi terremotati, sia nei Comuni colpiti dal sisma, sia nei Comuni in cui ora sono ospitati nelle strutture alberghiere libri, letture, giochi e tempo di qualità, attraverso una serie di incontri con autori, attori, narratori, esperti di promozione della lettura, illustratori, saltimbanchi, inventori di giochi. Il calendario degli incontri e degli eventi, attraverso la disponibilità dei volontari, si concretizzerà già a partire dall’estate, in stretta collaborazione con il coordinamento delle forze locali.

Se volete contribuire in qualche modo chiamate: Emanuela Casavecchi + 39 06 44240603
o scrivete a: progettoabruzzo@ibbyitalia.it



Ilustrate 2009, è uscito il bando!

Wasp ci ha dato l’anteprima sul forum: è uscito il bando del concorso Ilustrarte.
Insieme a Figures Futur e alla Mostra della Fiera di Bologna, questo concorso è una delle vetrine più importanti dell’illustrazione contemporanea.

ilustrarte2009

CONCORSO ILUSTRARTE
Oggetto: tre illustrazioni inedite o edite dopo il primo gennaio 2007, misura massima 40×60 cm
Tecnica e supporto liberi (anche digitale).
Nel caso di illustrazioni edite inviare anche un esemplare del libro.

Ogni illustratore selezionato avrà due pagine dedicate nel catalogo, i suoi lavori saranno esposti alla mostra Ilustrarte, nella nuova meravigliosa sede di Lisbona, (marzo/aprile 2010).
Primo premio
: 5.000 euro
Bando (in: francese, inglese, portoghese, spagnolo)
scadenza: 31 ottobre 2009

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La nuova sede di Ilustrarte, a Lisbona.

Due rotondi identici?

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

“Dues rodonoes idèntiques?” di Neus moscada edito da Sd.Edicions, è il titolo del libro oggetto del nostro gioco.
Il gioco aveva come scopo quello di mostrarvi quante possibilità ci sono di interazione tra una storia e le sue immagini. Era un gioco particolarmente difficile perché in un campo neutro come quello di due cerchi sempre fermi le possibilità interpretative potevano sembrare infinite.

..ma, come nella legge del rasoio di Ockham: “A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta”, nel caso di un libro riuscito, la relazione tra testo e immagini è sempre la più “immediata”. Quando si cerca di illustrare un testo, quello che si deve riuscir a fare è spolparlo fino a ridurlo all’osso, far saltar via quello che è di troppo, chiedersi quale è la sua radice ultima e partire da lì (NB: questo lo si può fare anche con un’immagine barocca, non è una questione di economia di mezzi, ma di economia di senso).
In questo caso (secondo me) la radice ultima dei due rotondi è che sono “uguali”. La bellezza si muove su traiettorie matematiche, su equilibri perfetti: l’autore ha scelto due cerchi uguali per parlare della “diversità” (il suo contrario).

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions 2009, Barcelona 2009

Il testo nella prima pagina a sinistra dice: “Guarda. Un rotondo!
Ora vorrei aprire una piccola parentesi: un testo, oltre ad avere un significato, ha una direzione. Proprio come una illustrazione ha linee compositive che ne determinano la forza, il testo è animato da frecce e movimenti. La frase: Guarda. Un rotondo! parte come una freccia verso il lettore, si tira su come un pop-up e anima subito la pagina. Sentite come questa linea di forza sarebbe restata appiattita sulla pagina (diretta verso il punto rosso), se  il testo fosse iniziato con: C’era una volta un cerchio… (invece qui la vivacità della linea di forza del testo bilancia la povertà dell’immagine).

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Nella seconda pagina ha fatto la sua comparsa teatrale un altro cerchio. Il testo di nuovo “salta su” dalla pagina ed esclama: “Due rotondi!
Grazie alla pagina precedente sappiamo che questi due rotondi sono due unità. Se il testo fosse partito dicendo “Guarda. Due rotondi!” non avremmo percepito altrettanto chiaramente la somma dei due.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Terza pagina. La voce acuta che si era sorpresa dei rotondi ora indica al lettore una qualità dei due cerchi: “ Sono due rotondi IDENTICI! (Nel libro solo la parola identici è in rosso).
I due rotondi, che fino a questo punto ci erano sembrati “morti” (come due punti decorativi), di colpo prendono vita e rispondono: ” Cosa stai dicendo? Non siamo identici. Non siamo neanche uguali. Siamo così diversi che alla fine si potrebbe dire che siamo CONTRARI.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Contrari? Siete tutti e due ROTONDI. Se almeno aveste forme diverse…
Dall’altra parte della pagina la risposta: ” Siamo rotondi, però NON SIAMO IDENTICI.
Notate ora come la freccia che era partita verso il lettore in verticale, ha cambiato direzione ed è diventata una tensione tra le due pagine. La botta e risposta tra la voce della pagina di destra e i due cerchi crea un dialogo tra le due pagine, e il lettore è messo fuori, ora è nella posizione di qualcuno che spia un batti becco tra due persone (grande curiosità). Queste “linee di tensione” tra le due pagine qui sono facili da riconoscere, perché il libro utilizza elementi molto semplici, ma ricordatevi che sono esattamente le stesse tensioni che animano qualsiasi libro illustrato:
– Tensione verso il lettore
-Tensione tra pagina di sinistra e pagina di destra (dialogo delle parole con le immagini)
– Tensione verso “il fuori pagina”
-Tensione verso la pagina successiva
-etc…

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

“Come non siete identici? Siete della stessa MISURA. Se uno fosse grande e l’altro piccolo…
Siamo della stessa misura però NON SIAMO UGUALI.”

…pagina successiva…

” Come non siete uguali? Siete colorati dello stesso COLORE. Se uno fosse rosso e l’altro nero…
“Siamo tutt’e due rossi però SIAMO DIVERSI.
Il testo va avanti così per molte pagine, analizzando tutte le qualità che rendono identici i due rotondi, e i rotondi rivendicano la loro differenza utilizzando tutti i sinonimi e le sfumature possibili di “diversi”. La loro “fissità”, la loro palese uguaglianza rende surreali le risposte. Il lettore è dalla parte della voce che interroga, anche lui “non capisce” e si crea una suspense. A un certo punto la voce della pagina di destra si arrende e dice:
Non capisco…
I cerchi allora spiegano: ” Noi siamo OPPOSTI perché anche se siamo rotondi, rossi, della stessa materia, misura, anche se siamo dello stesso materiale e texture, e abbiamo lo stesso odore…
Si volta pagina. La tensione dell’ascolto è al suo apice. La pagina che seguirà avrà l’effetto di un sipario che si apre, di un grande finale. (Il ritmo del libro, fin qui sempre uguale, ora rallenta, il tempo si sospende…)

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

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CI SENTIAMO DIFFERENTI.

La pagina di sinistra, così chiacchierona, adesso è muta (a sinistra non c’è testo). La profonda verità dei due cerchi (siamo diversi perché ci SENTIAMO diversi) non è più diretta verso la pagina di sinistra, né verso il lettore, ma è rivolta allo stesso tempo verso la pagina di sinistra, verso il lettore, a destra, sopra e sotto… è rivolta a TUTTI. E’ una forza-macigno che riempie le due pagine e tutto lo spazio davanti a sé: è una verità.

Il libro non finisce qui, ha una chiosa. Si gira la pagina e la voce della pagina di destra (come noi un po’ dura di comprendonio) dice: ” Non ho ancora capito…
I due rotondi allora rispondono (finalmente separati, ognuno per se stesso):
– Io sono un cerchio.
– Io, un punto.

Nella pagina degli omaggi, prima della risguardia finale, c’è una dedica: Per tutti quelli che difendono la loro identità.

Perché penso che questo libro sia un piccolo capolavoro? Perché la corrispondenza tra testo e immagini è perfetta. Nessun’altra immagine avrebbe potuto “far parlare” così bene il testo. E nessun altro testo avrebbe potuto “far parlare” così bene le immagini. Ma questo non basta. Tutta questa economia di mezzi, la loro scelta raffinata, sono mirati a “comunicare” il loro messaggio. E non avrebbero potuto farlo meglio. (Credo che il libro affronti il tema della identità catalana, ma il messaggio è comunque universale).

Ed ecco la prima risguardia e l’ultima, che puntualizzano il passaggio di “comprensione” che è avvenuto durante la lettura del libro: dal sentirsi due punti rossi in mezzo ai punti neri (quindi sentirsi diversi in modo negativo, come una solitudine), al sentirsi diversi perché ognuno ha un colore diverso (e la conseguente vivace bellezza di questa varietà).
C’è ancora una finezza nell’ultima risguardia: i due punti rossi protagonisti, perduti tra gli altri (uno a sinistra e uno a destra delle due facciate), sono gli unici di misura più piccola. Sono ancora i più “diversi tra tutti“! E hanno tutta la nostra simpatia.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009 (prima risguardia)

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009 (ultima risguardia)

Leggi il racconto di come è stato ideato il libro


Mi Master, un nuovo master di illustrazione + corsi

(So che aspettavate trepidanti ma il post sul misterioso libro con i punti rossi sarà in linea lunedì, sorry).

manodopera

Sono aperte le iscrizioni al Mi Master, il nuovo MASTER DI ILLUSTRAZIONE EDITORIALE a Milano che prenderà il via l’autunno prossimo. La prova di ammissione (di due giorni!) è a metà settembre. Parallelamente al Master ci sarà l’occasione di partecipare come “esterni” a corsi di illustrazione della durata di una settimana. Seguiamo gli aggiornamenti sul sito, che a breve sarà aggiornato con le ultime novità sul programma di illustratori invitati.
NB: per il Master sono disponibili due borse di studio di 3500 euro cadauna.


Il rapporto tra testo e illustrazione (un gioco)

Con questo post inauguro una nuova Categoria: il rapporto testo-illustrazione. Se nell’antichità le immagini dei libri servivano semplicemente a “illuminare il testo”, nel ‘900 a poco a poco il rapporto tra testo e immagine si evolve in modo sempre più complesso, creando “partiture musicali” che, a mio avviso, non sono state ancora indagate a fondo. O, quando si è cercato di farlo, il risultato di questo sforzo è rimasto dominio di pochi esperti.
Proprio come la musica si è evoluta grazie alla paziente “codificazione” delle sue strutture, se vogliamo che l’album ci riveli tutta la sua musicalità, il suo ritmo, dobbiamo estrapolare e capire le tensioni che si creano tra testo e immagini, quando queste ultime non sono solo una mera rappresentazione del testo.

Per inaugurare questo capitolo ho scelto un piccolo capolavoro edito in Catalunya in numero limitato. Non vi rivelo per il momento né autore né casa editrice perché vi propongo un gioco. Dovete immaginare voi (e se volete che il gioco sia più vivace, scriverlo in un commento), quale storia “illumina” le immagini che ora vi mostro. (Ebbene sì, questa volta è la storia che illumina le immagini!).

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Questa qui sopra è la copertina. Ho coperto il titolo perché vi avrebbe rivelato troppo del soggetto del libro.

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Questa è la prima illustrazione. Nella pagina di sinistra inizia il testo.

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Questa è la seconda illustrazione. Nella pagina di sinistra c’è testo e anche a lato dei due punti rossi c’è testo (l’ho cancellato).

rotondi
Illustrazione con testo cancellato da me

Questa è la terza illustrazione. Nella pagina di sinistra c’è testo e anche a lato dei due punti rossi c’è testo (l’ho cancellato).

rotondi
Illustrazione con testo cancellato da me

Questa è la quarta illustrazione. Nella pagina di sinistra c’è testo e anche a lato dei due punti rossi c’è testo (l’ho cancellato).

ETC…

rotondi
Illustrazione con testo cancellato da me

Questa è l’ultima illustrazione. Nella pagina di sinistra c’è testo e anche a lato dei due punti rossi c’è testo (l’ho cancellato).

Non è uno scherzo, le illustrazioni proseguono così fino alla fine del libro, per 12 pagine. Senza mai modificarsi. Come fare ad animare una simile ripetitività? Come dargli vita? A voi la sfida! Spazio alla fantasia!

Scopri la soluzione del gioco e leggi l’analisi del libro…
Leggi il racconto di come è stato ideato il libro