Due rotondi identici?

8 Giugno, 2009

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

“Dues rodonoes idèntiques?” di Neus moscada edito da Sd.Edicions, è il titolo del libro oggetto del nostro gioco.
Il gioco aveva come scopo quello di mostrarvi quante possibilità ci sono di interazione tra una storia e le sue immagini. Era un gioco particolarmente difficile perché in un campo neutro come quello di due cerchi sempre fermi le possibilità interpretative potevano sembrare infinite.

..ma, come nella legge del rasoio di Ockham: “A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta”, nel caso di un libro riuscito, la relazione tra testo e immagini è sempre la più “immediata”. Quando si cerca di illustrare un testo, quello che si deve riuscir a fare è spolparlo fino a ridurlo all’osso, far saltar via quello che è di troppo, chiedersi quale è la sua radice ultima e partire da lì (NB: questo lo si può fare anche con un’immagine barocca, non è una questione di economia di mezzi, ma di economia di senso).
In questo caso (secondo me) la radice ultima dei due rotondi è che sono “uguali”. La bellezza si muove su traiettorie matematiche, su equilibri perfetti: l’autore ha scelto due cerchi uguali per parlare della “diversità” (il suo contrario).

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions 2009, Barcelona 2009

Il testo nella prima pagina a sinistra dice: “Guarda. Un rotondo!
Ora vorrei aprire una piccola parentesi: un testo, oltre ad avere un significato, ha una direzione. Proprio come una illustrazione ha linee compositive che ne determinano la forza, il testo è animato da frecce e movimenti. La frase: Guarda. Un rotondo! parte come una freccia verso il lettore, si tira su come un pop-up e anima subito la pagina. Sentite come questa linea di forza sarebbe restata appiattita sulla pagina (diretta verso il punto rosso), se  il testo fosse iniziato con: C’era una volta un cerchio… (invece qui la vivacità della linea di forza del testo bilancia la povertà dell’immagine).

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Nella seconda pagina ha fatto la sua comparsa teatrale un altro cerchio. Il testo di nuovo “salta su” dalla pagina ed esclama: “Due rotondi!
Grazie alla pagina precedente sappiamo che questi due rotondi sono due unità. Se il testo fosse partito dicendo “Guarda. Due rotondi!” non avremmo percepito altrettanto chiaramente la somma dei due.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Terza pagina. La voce acuta che si era sorpresa dei rotondi ora indica al lettore una qualità dei due cerchi: “ Sono due rotondi IDENTICI! (Nel libro solo la parola identici è in rosso).
I due rotondi, che fino a questo punto ci erano sembrati “morti” (come due punti decorativi), di colpo prendono vita e rispondono: ” Cosa stai dicendo? Non siamo identici. Non siamo neanche uguali. Siamo così diversi che alla fine si potrebbe dire che siamo CONTRARI.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

Contrari? Siete tutti e due ROTONDI. Se almeno aveste forme diverse…
Dall’altra parte della pagina la risposta: ” Siamo rotondi, però NON SIAMO IDENTICI.
Notate ora come la freccia che era partita verso il lettore in verticale, ha cambiato direzione ed è diventata una tensione tra le due pagine. La botta e risposta tra la voce della pagina di destra e i due cerchi crea un dialogo tra le due pagine, e il lettore è messo fuori, ora è nella posizione di qualcuno che spia un batti becco tra due persone (grande curiosità). Queste “linee di tensione” tra le due pagine qui sono facili da riconoscere, perché il libro utilizza elementi molto semplici, ma ricordatevi che sono esattamente le stesse tensioni che animano qualsiasi libro illustrato:
– Tensione verso il lettore
-Tensione tra pagina di sinistra e pagina di destra (dialogo delle parole con le immagini)
– Tensione verso “il fuori pagina”
-Tensione verso la pagina successiva
-etc…

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

“Come non siete identici? Siete della stessa MISURA. Se uno fosse grande e l’altro piccolo…
Siamo della stessa misura però NON SIAMO UGUALI.”

…pagina successiva…

” Come non siete uguali? Siete colorati dello stesso COLORE. Se uno fosse rosso e l’altro nero…
“Siamo tutt’e due rossi però SIAMO DIVERSI.
Il testo va avanti così per molte pagine, analizzando tutte le qualità che rendono identici i due rotondi, e i rotondi rivendicano la loro differenza utilizzando tutti i sinonimi e le sfumature possibili di “diversi”. La loro “fissità”, la loro palese uguaglianza rende surreali le risposte. Il lettore è dalla parte della voce che interroga, anche lui “non capisce” e si crea una suspense. A un certo punto la voce della pagina di destra si arrende e dice:
Non capisco…
I cerchi allora spiegano: ” Noi siamo OPPOSTI perché anche se siamo rotondi, rossi, della stessa materia, misura, anche se siamo dello stesso materiale e texture, e abbiamo lo stesso odore…
Si volta pagina. La tensione dell’ascolto è al suo apice. La pagina che seguirà avrà l’effetto di un sipario che si apre, di un grande finale. (Il ritmo del libro, fin qui sempre uguale, ora rallenta, il tempo si sospende…)

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009

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CI SENTIAMO DIFFERENTI.

La pagina di sinistra, così chiacchierona, adesso è muta (a sinistra non c’è testo). La profonda verità dei due cerchi (siamo diversi perché ci SENTIAMO diversi) non è più diretta verso la pagina di sinistra, né verso il lettore, ma è rivolta allo stesso tempo verso la pagina di sinistra, verso il lettore, a destra, sopra e sotto… è rivolta a TUTTI. E’ una forza-macigno che riempie le due pagine e tutto lo spazio davanti a sé: è una verità.

Il libro non finisce qui, ha una chiosa. Si gira la pagina e la voce della pagina di destra (come noi un po’ dura di comprendonio) dice: ” Non ho ancora capito…
I due rotondi allora rispondono (finalmente separati, ognuno per se stesso):
– Io sono un cerchio.
– Io, un punto.

Nella pagina degli omaggi, prima della risguardia finale, c’è una dedica: Per tutti quelli che difendono la loro identità.

Perché penso che questo libro sia un piccolo capolavoro? Perché la corrispondenza tra testo e immagini è perfetta. Nessun’altra immagine avrebbe potuto “far parlare” così bene il testo. E nessun altro testo avrebbe potuto “far parlare” così bene le immagini. Ma questo non basta. Tutta questa economia di mezzi, la loro scelta raffinata, sono mirati a “comunicare” il loro messaggio. E non avrebbero potuto farlo meglio. (Credo che il libro affronti il tema della identità catalana, ma il messaggio è comunque universale).

Ed ecco la prima risguardia e l’ultima, che puntualizzano il passaggio di “comprensione” che è avvenuto durante la lettura del libro: dal sentirsi due punti rossi in mezzo ai punti neri (quindi sentirsi diversi in modo negativo, come una solitudine), al sentirsi diversi perché ognuno ha un colore diverso (e la conseguente vivace bellezza di questa varietà).
C’è ancora una finezza nell’ultima risguardia: i due punti rossi protagonisti, perduti tra gli altri (uno a sinistra e uno a destra delle due facciate), sono gli unici di misura più piccola. Sono ancora i più “diversi tra tutti“! E hanno tutta la nostra simpatia.

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009 (prima risguardia)

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Dues rodones idèntiques? Neus moscada, Sd.Edicions, Barcelona 2009 (ultima risguardia)

Leggi il racconto di come è stato ideato il libro

17 Risposte per “Due rotondi identici?”

  1. 1 simona
    8 Giugno, 2009 at 11:37

    molto bello,il libro ma anche il tuo modo di spiegarlo,grazie.
    (mi è piaciuta moltissimo anche la tua analisi del bellissimo Hansel e Gretel di susanne janssen)grazie ancora

  2. 2 diletta
    8 Giugno, 2009 at 13:36

    Magia svelata!
    “Cappuccetto rosso” di Kveta Pacovska ha appena vinto l’Andersen in italia come miglior albo illustrato per “narrazione grafica e sapiente e intrigante interpretazione”.
    Io credo invece che questo libro sia proprio l’esempio “perfetto” di un libro privo di tensione, senza gioco tra parole e immagini, con un lavoro poverissimo di grafica (in primis i testi fitti fitti e lunghi si perdono tra pagine di immagini). Non bastano illustrazioni ad arte per fare un buon libro..
    Per non parlare dell’interpretazione banale della favola originale (cfr frase finale in copertina).
    Dategli uno sguardo attento! Per me è l’esempio contrario al libro di Anna.

  3. 3 cinzia
    8 Giugno, 2009 at 17:41

    bello Anna,molto bello.Il libro e la spiegazione.
    Mi piace un libro che valorizza il sentirsi differenti.Mi piace molto.Il gioco mi ha appassionata,anche se l’ho scoperto quando era già finito e quindi non ho potuto partecipare.Preparane qualcun altro,Anna,la cosa è molto entusiasmante.
    Mi andrò a guardare bene il Cappuccetto rosso di Pacovska,che pure io amo molto come artista.Devo dire che,rispetto ad altre sue cose,era sembrato anche a me poco convincente ad un primo sguardo.ma mi riprometto di guardarlo meglio.

  4. 4 beatrice alemagna
    8 Giugno, 2009 at 17:47

    Anna, questo libro é una pura meraviglia. Mi ha lasciata di stucco. Pensavo che sarebbe bellissimo sentire l’autrice (o l’autore?) e sapere com’é nata l’idea, come si é sviluppata e tutto il resto…io ho una storia nel cassetto che assomiglia molto a questo testo e pensa che non l’ho mai proposta perché mi dicevo che la monotonia delle immagini non la rendeva interessante.
    Per arrivare a tanta semplicità e forza ci vogliono un grande coraggio e un altrettanto grande talento, trovo.

  5. 5 Mirella
    8 Giugno, 2009 at 20:31

    Come dice Beatrice Alemagna:
    Per arrivare a tanta semplicità e forza ci vogliono un grande coraggio e un altrettanto grande talento, trovo.
    ….e un grande editore… o no?

  6. 6 papepi
    8 Giugno, 2009 at 20:48

    ..e anche chi ti apprezza!

  7. 7 Enrica
    8 Giugno, 2009 at 21:37

    Ora che il mistero dei due cerchi, o è meglio dire “un Cerchio e un Punto” è stato svelato, mi associo a voi, nel considerarlo un piccolo capolavoro.
    Come dice Beatrice sarebbe interessante sentire l’autore e aggiungo anche l’editore per sapere cosa lo ha stimolato per “credere” in questo progetto e realizzarlo.

  8. 8 wasp
    9 Giugno, 2009 at 9:17

    veramente bello! Ha qualcosa dei libri di munari, anche se è ancora piu sitetico. Autore audac e sicuramente editore coraggioso!

  9. 9 Isabella
    9 Giugno, 2009 at 10:24

    Sono d’accordo.
    La semplicità. Non in se ma per se, ha reso questo libro un piccolo capolavoro.

    Soprattutto ha raggiunto lo scopo.

    La corrispondenza tra testo e immagini non solo è perfetta.
    Ma si posa sulla nostra pelle e fa vibrare le nostre emozioni.
    E noi come lettori “viviamo” e “sentiamo” il loro apparire.

    E per un attimo, un istante solo, il tempo di voltare le pagine Cerchio e Punto vivono con noi e dentro di noi.
    Difficilmente ci dimenticheremo di loro.

    Io sono un cerchio.
    Io, un punto.

  10. 10 maria
    9 Giugno, 2009 at 13:28

    Veramente splendido! Un capolavoro. Spero arrivi presto in Italia.

  11. 11 teresa duran
    9 Giugno, 2009 at 15:04

    Noi conosciamo bene l’artista, che é la nostra compagna e amica. Una ragazza in gamba dal sorriso splendido. E ci riempe d’orgoglio leggere i vostri comenti, come se anche noi fossimo puntini rossi. Se volete, potette dialogare con lei nel suo blog: http://neusmoscada.blogspot.com/ Anna, che bel commento il tuo. Beatamente, Neus e tu vi siette rincontrate. Grazie a tutti.
    Silvia, Lydia, Jaume, Encarna Angels, Begonya, Isabel, Teresa

  12. 12 Anna Castagnoli
    9 Giugno, 2009 at 15:06

    E’ davvero un peccato che ne siano state stampate solo 700 copie. Spero che sia presto co-editato all’estero!

  13. 13 Anna Castagnoli
    9 Giugno, 2009 at 15:46

    Hola Silvia, Lydia, Jaume, Encarna Angels, Begonya, Isabel, Teresa, me alegro de tenir tan puntos rojos en mi blog!
    Os he escrito una mail, espero que es llegata.
    Hasta pronto!
    Anna

  14. 14 elena
    24 Giugno, 2009 at 10:30

    Fantastico post! Grazie per avermi fatto conoscere questo libro in questo modo.

  15. 15 Cri
    13 Luglio, 2009 at 17:01

    Sì, bello davvero.

    A me, oltre a Munari, ha fatto venire in mente un altro libro

    “Piccolo blu e piccolo giallo” di Lionni
    http://www.anobii.com/books/Piccolo_blu_e_piccolo_giallo/9788883620034/0180db8ed9c8282f59/

    Un altro capolavoro.

  16. 16 Anonimo
    5 Settembre, 2010 at 8:11

    ascolta ho guardato solo i punti rossi, per vedere dove era la fine, ma riguardero piu tardi ok

  17. 17 farncesca ferri
    11 Aprile, 2011 at 16:25

    http://www.chroniclebooks.com/presshere/

    sempre illutrazioni ridotte all’osso con un testo che le sposta di senso e le muove sulla pagina. fa sorridere perchè fa un po’ il verso ai tablet e i-pad.