Mia intervista televisiva in Islanda (in francese)

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Video intervista ad Anna Castagnoli (me!)

Frugando tra le bozze di post passati, ho ritrovato questo video. Ho deciso di vincere l’imbarazzo e pubblicarlo: è il video di una mia intervista televisiva svoltasi in occasione del mio viaggio in Islanda, nella primavera 2010. Così chi ancora non mi conoscesse, eccomi. Parlo un francese orroroso con un accento pietoso, e spero che non capiate una parola!! (vi ho tradotto qui sotto l’intervista).
L’intervista era la mia prima intervista televisiva, e non era preparata. Io ero piuttosto tesa, ma molto divertita dal fatto che:
– era appena scoppiato il vulcano e sembrava non saremmo più potuti tornare sulla terra ferma
– seduti dietro di me, in un angolo dello studio televisivo, c’erano: il direttore dell’Alliance Française, simpaticissimo ospite, e mio marito, e tutti e due facevano il tifo
– quando il presentatore ha iniziato a parlare in Islandese, mi sono definitivamente rilassata… Pensavo: ma cosa cavolo sta dicendo?? E mi veniva da ridere.

Intervista ad Anna Castagnoli (NdR: credo fosse la sintesi dell’ampio preambolo).
Benvenuta. Lei scrive delle storie per bambini, ma principalmente è disegnatrice… fabbrica immagini…

Entrambe le cose.  Scrivo dei testi e disegno anche le immagini, che è un “piùâ€: concepisco dei libri interi, dall’inizio alla fine.
Sono stata invitata qui per il festival Myrin, per una conferenza che avrà come tema, appunto, il rapporto testo-immagine. Perché fare libri per bambini non è solamente disegnare delle belle immagini o scrivere delle storie, ma è soprattutto lavorare su un rapporto che esiste tra testo e immagine, spesso molto complesso.

Per i bambini le immagini sono di un’enorme importanza… non è così?
Sì. Un’illustratrice, Kveta Pacosvka, un giorno ha detto: “Un libro illustrato è la prima galleria d’arte che un bambino visitaâ€. Dunque è estremamente importante offrire della qualità ai bambini, perché il libro illustrato è il loro primo approccio al mondo dell’arte.

Quali sono i suoi soggetti favoriti?
Prediligo delle atmosfere un po’ malinconiche. Mi piace trattare temi difficili. Difficili soprattutto per gli adulti, perché per quanto riguarda i bambini, credo che vivano delle emozioni molto forti… delle paure, a volte delle solitudini… Mi interessa indirizzarmi ai bambini che vivono queste emozioni, perché spesso non sanno tradurle… offro loro delle storie che parlano di queste sensazioni difficili.

Le vostre immagini hanno un grande qualità artistica, bisogna dirlo, potreste mostrarmi alcuni vostri disegni?
(Sollevo un’illustrazione).

Questo è uno dei vostri libri?
Sì, qui ho illustrato una bambina che gioca con piccoli oggetti e sogna delle cose, come fanno sovente i bambini, che con piccole cose da nulla sono capaci di entrare in mondi fantastici.

(Sollevo un’altra immagine). Questo è il Caballero Pepino (OQO edizioni): è la storia di un cavaliere che vuole conquistare una principessa, ma durante il suo viaggio incontra vari personaggi in lacrime, lui gli dà tutto quello che ha e alla fine arriva dalla principessa senza niente… (Poi mostro il Calendario Città del Sole 2010).

Avete anche una laurea in Filosofia e amate il circo.
(NdR: qui ho vacillato. Ho pensato: e ora come tiro un filo tra tutte queste cose?!).
Sì, è un po’ complesso il mio percorso. Quando ero piccola sognavo di lavorare in un circo, e non so… ho la sensazione di non essere andata troppo lontana da quel  sogno, perché lavoro con la fantasia. Ho poi preso una laurea in Filosofia Estetica. Ho sempre avuto un amore per la letteratura per ragazzi e per l’infanzia in generale, e a poco a poco sono arrivata a trovare un mestiere dove si esprimono (volevo dire “rassemblanoâ€) tutte queste cose: il senso della vita, l’immagine, la poesia, etc…

Sapete anche andare sui trampoli…
Sì, ha visto la foto?! (NdR: sul mio sito). Durante gli anni dell’università mi guadagnavo da vivere andando sui trampoli. Ed è lavorando con il Teatro della Tosse di Genova che ho conosciuto Emanuele Luzzati, un grande illustratore italiano, e scoperto così questo mestiere.

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Anna Castagnoli

Siete d’origine franco-italiana?
No, è un po’ complicato… sono nata in Francia, ho vissuto in Italia e ora abito in Spagna. Ed è per questa ragione che L’Alliance Française mi ha invitata in Islanda, perché ho uno sguardo trasversale sul mercato delle edizioni per ragazzi in Francia, Italia, Spagna.  La mia passione per i libri mi ha portato anche a curare un blog : Le figure dei libri, dove in veste di critica analizzo libri, e così sono diventata esperta del mondo dell’illustrazione.

Avete molto talento.
Si? Grazie!


La via dei coccodrilli (Bruno Schulz)

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“Su quella pianta, disegnata nello stile delle vedute barocche, il quartiere della Via dei Coccodrilli spiccava come un vuoto bianco, lo stesso con cui nelle carte geografiche si suole indicare le regioni polari, i paesi inesplorati o di incerta esistenza. (…)

Sull’intero quartiere si stende un pigro e licenzioso fluido di peccato, e le case, i negozi, la gente talvolta sembrano soltanto un fremito sul suo corpo febbricitante, una pelle d’oca sopra i suoi sogni febbrili. Da nessun altro luogo come qui ci sentiamo minacciati dalle possibilità, sconvolti dall’approssimarsi dell’adempimento, resi pavidi e inerti dal voluttuoso sbigottimento dell’attuazione. Ma a questo punto finisce tutto.
Una volta oltrepassato un certo grado di tensione, il flusso si ferma e arretra, l’atmosfera si spegne e sfiorisce, le possibilità sfumano e tornano nel nulla, i grigi, folli papaveri dell’eccitamento si riducono in cenere. (…)
Bruno Schulz, La Via dei Coccodrilli, da Le botteghe color cannella, Einaudi 2001

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Bruno Schulz, 1922

Se mi obbligassero a illustrare per il resto dei miei giorni un solo libro, sceglierei senza esitazione Le botteghe color cannella di Bruno Schulz. Scrittore, illustratore, pittore, vignettista, Bruno Schulz riesce a trasformare una pagina scritta in un vertiginoso caleidoscopio di immagini.
Come lettrice, alla sua prosa immaginifica, preferisco quella più scarna di Kafka (entrambi gli scrittori tirano e tirano la tela del reale fino a vederne sfibrarsi la trama illusoria, senza mai romperla), ma come illustratrice, quando leggo Schulz, ho la sensazione che i miei occhi prendano fuoco.
Le botteghe color cannella è una raccolta di racconti scritti e illustrati da Bruno Schulz.

Fa parte di questa raccolta La Via dei Coccodrilli, racconto dove prende vita un angolo periferico della città, grigio quartiere frequentato da personaggi loschi, sinistri, “che sembrano manichini”, dove ogni gesto, ogni insegna, ogni vetrina di negozio, sembrano offrire al passante l’adempimento dei sogni più proibiti, per poi esaurirsi, come nella Cloe di Italo Calvino (Le città invisibili), in una fantasia frustrata e mai compiuta.

Sperando di avervi acceso la curiosità per uno dei più grandi scrittori di lingua polacca (nel caso non lo amiate già alla follia), vi lascio in compagnia di Street of Crocodiles, un film d’animazione che reinterpreta con gusto surreale il racconto di Bruno Schulz, realizzato dai Brothers Quay nel 1986.


Mascia and the White Bird, di Iku Dekune

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 200, particolare

Signore e signori, appassionati di libri introvabili, aprite occhi e orecchie perché ho una notizia da darvi: abbiamo un inviato speciale dal Giappone!!! Sì sì, avete capito bene, dico sul serio, mica si scherza qui: Philip Giordano, Premio internazionale d’illustrazione a Bologna Children’s Book Fair 2010, uno dei più talentuosi illustratori italiani della nuova generazione, si trasferisce a Tokio e ha deciso che ci farà da inviato speciale, inviandoci di tanto in tanto qualche perla dai mari giapponesi. Grazie infinite Philip per questo regalo!

Ecco la prima perla:
Masha to Shiroi Tori (Mascia e l’uccello bianco), una fiaba russa di M. Bulatov, riscritta e illustrata dalla grandissima (e – credo – purtroppo mai pubblicata in Italia) Iku Dekune (il testo russo si intitola Masha and the Bear).
Il fratellino della piccola Masha è stato rapito dagli uccelli bianchi della Strega del Bosco; Masha dovrà affrontare da sola la foresta e i suoi mille pericoli per ritrovarlo; in cambio della sua gentilezza, i personaggi che incontra la aiuteranno a trovare la strada. Un libro ispirato alla tradizione dell’Europa dell’est, dove i colori caldi, quasi monocromatici e la poesia delle immagini, contribuiscono a farne un album di portata classica.
Le illustrazioni sono dipinte ad olio e tempera su tavole di legno coperte di gesso. Vi lascio in compagnia di queste icone dense di magia…

(Nata a Tokio nel 1969, vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti – tra gli altri, il Gran Prix della Biennale di Bratislava nel 2003 – , Iku Dekune vive attualmente a Praga).

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 200, partcolare
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 200, particolare
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005

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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 200, particolare
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005
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Iku Dekune, Kaisei-Sha Publishing Co., Tokyo 2005

Salone di Montreuil 2010, appuntamenti editori e varie

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COS’E’:
Il salone del libro di Montreuil è una fiera dove tutti gli editori francesi espongono e vendono i loro libri. Un appuntamento da non mancare per avere uno sguardo d’insieme su quanto di meglio offre oggi l’editoria per ragazzi in Francia. Il Salone è a Montreuil, a 15 minuti di metro dal centro di Parigi (linea 9) e quest’anno si svolge dal 1 al 6 dicembre. Uno spazio di incontri con gli editori viene offerto agli illustratori, debuttanti e non: la conoscenza dell’inglese o – ancora meglio – del francese, è necessaria a meno che non si abbia un interprete, più avanti vi spiego i passi da fare per prendere gli appuntamenti.

PER ENTRARE AL SALONE DEL LIBRO  DI MONTREUIL:
L’entrata al Salone è gratuita, se ci si è accreditati in linea, se si è dimenticato di farlo, costa 4 euro al giorno. Dopo l’accreditazione in linea, vi verrà dato un codice a barre che vi servirà da biglietto d’entrata per tutti i 6 giorni QUI IL FORMULARIO DI ACCREDITAZIONE INDIVIDUALE.
Istruzioni per iscriversi: là dove vi chiedono “Etablissement” e “Service” scrivete: “0”. Vi chiederanno un giustificativo del vostro lavoro di professionisti del mondo dell’illustrazione, se siete illustratori, allegate un pdf con le copertine dei vostri libri, o solo con vostre illustrazioni, credo sia sufficiente. Riceverete immediatamente una mail, cliccate sul link dentro la mail e vi si aprirà la pagina col vostro codice a barre, la stampate e sarà il vostro biglietto.
Se avete difficoltà a iscrivervi, scrivete a: contact@slpj.fr (in inglese o francese).

PER PRENDERE APPUNTAMENTI CON GLI EDITORI:
Il sito del Salone di Montreuil permette agli illustratori di prendere tre appuntamenti con tre editori. Gli appuntamenti si svolgeranno in quello che viene chiamato spazio DA (Directeurs Artistiques). Funziona così: il 3 novembre 2010 sarà messa in linea, per pochi  giorni, la lista dettagliata di tutti gli editori che ricevono (solo case editrici francesi, ovviamente); sulla lista ogni editore scrive quello che cerca (progetti, illustratori affermati o debuttanti, etc…). L”illustratore dovrà scegliere 6 editori (leggete bene cosa cercano gli editori e assicuratevi che il vostro stile non sia troppo distante da quello della casa editrice!), e inviare le sue 6 preferenze insieme ad alcune sue immagini montate in PDF, verranno poi assegnati 3 appuntamenti dei 6 domandati. Non severissima, ma una selezione c’è, e non tutti avranno l’appuntamento (buttatevi però, non costa nulla e non si sa mai).

Istruzioni per prendere appuntamenti con gli editori (per chi non sa muoversi su internet): CLICCATE QUI, è su questa stessa pagina che sarà pubblicata la lista degli editori tra qualche giorno.
Oppure la strada più lunga: sulla pagina principale del Salone di Montreuil cliccate a destra: “Accès pro

Si aprirà la pagina qui in basso. Sulla barra nera, cliccate sulla scritta a destra “illustrateurs“.


ERLKÖNIG, il re degli elfi

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The Erlkonig, Albert Sterner, circa 1910

Der Erlkonig

Chi cavalca così tardi per la notte e il vento?
È il padre con il suo figlioletto;
se l’è stretto forte in braccio,
lo regge sicuro, lo tiene al caldo.

“Figlio, perché hai paura e il volto ti celi?”
“Non vedi, padre, il re degli Elfi?
Il re degli Elfi con la corona e lo strascico?”
“Figlio, è una lingua di nebbia, nient’altro.”

“Caro bambino, su, vieni con me!
Vedrai i bei giochi che farò con te;
tanti fiori ha la riva, di vari colori,
mia madre ha tante vesti d’oro”.

“Padre mio, padre mio, la promessa non senti,
che mi sussurra il re degli Elfi?”
“Stai buono, stai buono, è il vento, bambino mio,
tra le foglie secche, con il suo fruscio.”

“Bel fanciullo, vuoi venire con me?
Le mie figlie avranno cura di te.
Le mie figlie di notte guidano la danza
ti cullano, ballano, ti cantano la ninna-nanna”.

“Padre mio, padre mio, in quel luogo tetro non vedi
laggiù le figlie del re degli Elfi?”
“Figlio mio, figlio mio, ogni cosa distinguo;
i vecchi salci hanno un chiarore grigiastro.”

“Ti amo, mi attrae la tua bella persona,
e se tu non vuoi, ricorro alla forza”.

“Padre mio, padre mio, mi afferra in questo istante!
Il re degli Elfi mi ha fatto del male!”

Preso da orrore il padre veloce cavalca,
il bimbo che geme stringe fra le sue braccia,
raggiunge il palazzo con stento e con sforzo,
nelle sue braccia il bambino era morto.

Goethe, 1782

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Carl Gustav Carus, Der Erlkönig, anno?

Oggi volevo presentarvi un personaggio sinistro: ERLKÖNIG, spirito malvagio che vive nei boschi e uccide i cavalieri, è un personaggio della letteratura romantica tedesca, reso famoso dalla ballata di Goethe sopra citata, poi dall’adattamento musicale di Schubert (ed altri compositori). Per questa ballata Goethe si ispirò in parte a un testo pre-esistente, in parte a un fatto di cronaca.

La cronaca: di notte, un padre aveva attraversato a cavallo una foresta con in braccio il suo bambino malato di febbre, nella speranza di salvarlo portandolo da un medico. Il bambino nel delirio della febbre gridava di vedere Erlkonig prenderlo. Il bambino moriva poi tra le braccia del padre. La cavalcata, la notte, la morte, erano un cocktail perfetto per la letteratura romantica. Ora, dopo aver letto il testo, ascoltate questa interpretazione di Schubert cantata da Dietrich Fischer-Dieskau e ditemi se non è sublime.

Musicata da Schubert (composta nel 1815) e cantata dal grande baritono Dietrich Fischer-Dieskau
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J. H. Ramberg, 1821
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Brigitte Buberl, Erlkönig und Alpenbraut,1989
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Moritz v. Schwind (1804-187), Erlkönig (Schackgalerie, München.) Fr. A. Ackermann’s Kunstverlag, Monaco
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Gustav Heinrich Naeke (1786-1835) – incisione su rame per la raccolta di opere di Goethe dal 1827 al 1834
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Eugen Neureuther, Randzeichnungen zu Goethes Balladen und Romanzen
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Schubert-Lieder, illustrati da Ernst Kutzer (1880-1965)

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Schubert-Lieder, illustrati da Ernst Kutzer (1880-1965)

Il testo a cui Goethe si ispirò era stato scritto da Johann Gottfried von Herder (1744-1803), e traduceva una ballata danese, in cui la figlia del Re degli Elfi Ellerkonge (tradotto da Herde con Erlkonig (forse per un errore, forse per avvicinarlo a uno spirito già presente nella letteratura tedesca, il Re degli Otani), invitava un cavaliere, che avrebbe avuto le sue nozze l’indomani, a danzare con lui. Il cavaliere rifiutava e lei per punirlo lo condannava a morte. Ne abbiamo una meravigliosa traduzione fatta da Carducci (mio padre mi leggeva questi versi di Carducci da bambina, e già allora il mio fascino per questa ballata mi lasciava senza fiato).

La figlia del re degli elfi

Cavalca sir Oluf la notte lontano
Per fare gli inviti, ch’è sposo diman.
Or danzano gli elfi su ‘l bel verde piano:
La donna degli elfi gli stende la man.

-Ben venga sir Oluf! Perchè vuoi scappare?
Vien dentro nel cerchio: vien balla con me.
-Ballare non devo, non posso ballare:
E’ giorno di nozze dimani per me.

Se meco tu balli, scudiero gentile,
due d’oro speroni done io ti vo’,
Ed una camicia di seta sottile,
Che al lume di luna mia madre imbiancò.

Ballare non posso, non devo ballare:
E’ giorno di nozze dimani per me.
-Sir Oluf, ascolta: ti voglio donare
Un cumulo d’oro se balli con me.

-Il cumulo d’oro ben venga; ma poi
Ballare non posso, che nozze ho diman.
-Se meco, sir Oluf, ballare non vuoi,
il morbo e il contagio ti accompagneran.

E un colpo gli batte leggero sul cuore:
Tal doglia sir Oluf più mai non sentì.
Poi bianco il rialza su ‘ suo corridore:
-Ritorna a la sposa, ritorna così.

E quando alla porta di casa egli venne
Sua madre al vegnente guardò con terror:
-Ascolta figliuolo: Di’ su, che t’avvenne?
Perchè così smorto? Che è quel pallor?

-Come esser non debbo si pallido e smorto?
Nel regno degli elfi m’avvenne d’entrar.
-Figliuolo, la sposa sarà qui di corto:
Che devo a la sposa figliuolo contar?

-Le di’ che a sollazzo cammino pel bosco
Con cane e cavallo, portandolo al fren.
Ed ecco (il mattino tremava ancor fosco)
La sposa e l’allegro corteggio ne vien.

Recavano cibi, recavano vino.
-Ov’è il mio sir Oluf? Lo sposo dov’è?
-Usciva a sollazzo pe ‘l bosco vicino
Con cane e cavallo, sarà presto a te.

La sposa una rossa cortina solleva,
e morto lì dietro sir Oluf giaceva.

Giosué Carducci. Rime nuove, (1861-1887)


5° festival della letteratura per ragazzi Tuttestorie (Cagliari)

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TUTTESTORIE, Cagliari : dal 13 al 17 ottobre 2010 un bellissimo festival di letteratura per ragazzi, con grandi nomi dell’illustrazione invitati, laboratori, conferenze e tanto ancora. Se siete nei paraggi non mancate! Trovate qui il programma.