Il vostro primo libro a Bologna Ragazzi Award!

Bologna Ragazzi Award
Quest’anno, il BRAW si arricchisce di una nuova sezione: OPERA PRIMA. Il titolo è chiaro: un premio per il primo libro di un autore o illustratore (o autore/illustratore).
Nella loro brochure si legge: “dedicata a opere di autori esordienti, per valorizzare il coraggioso lavoro di ricerca con la realizzazione di fresche gemme editoriali e progetti innovativi.”
I libri, ovviamente, vengono spediti al concorso dagli editori. Dunque se avete fatto un primo libro negli ultimi due anni insistete con il vostro editore affinché venga mandato al premio!
I libri vanno inviati antro il 31 gennaio 2009, quindi è meglio cominciare già da adesso a fare pressioni sulle case editrici. In bocca al lupo!


Book by its cover (blog sull’illustrazione grafica)

Ecco l‘indirizzo di un altro dei miei blogs segreti e preferiti!
“Book by its cover”


Beatrice Alemagna: “L’Italia, uno dei paesi più “sfortunati” nei quali lavorare”

Beatrice Alemagna, dopo aver letto la lettera-denuncia di Roberto Innocenti, ci regala una lunga e appassionata descrizione del lavoro di illustratore all’estro, e ci scrive:

“Per quanto mi riguarda, e rispetto alle mie esperienze francesi ed estere, trovo che, certamente, l’Italia sia, attualmente, uno dei paesi più “sfortunati” nei quali lavorare.
In Francia il mio lavoro è rispettato ed ho la fortuna che sia anche ben voluto nonché espressamente richiesto. Non so se questo ha un legame diretto con i compensi. Non credo.

Credo che in Francia il nome di un autore ed illustratore non sia necessariamente legato al denaro, almeno nella maggior parte dei casi. Credo che la tradizione e la cultura francesi facciano sì che l’editore stesso desideri lavorare nel rispetto dell’illustratore. Nonostante, ripeto, le condizioni non siano affatto idilliache.
La Francia ha la fortuna enorme di essere un paese dove ci sono ancora sovvenzioni e fondi stanziati per la cultura (anche se col “piccolo Nicolas” sembra che le cose cambieranno presto). Per ora é così: quasi ogni città, ma almeno ogni regione possiede un qualsiasi “Salon du livre”. Gli autori ed illustratori sono richiesti e desiderati in quanto si chiede loro di intervenire nelle classi, di animare ateliers, spesso legati ai libri che gli stessi hanno pubblicato di recente.
Questa é la grande fortuna di noi che pubblichiamo in questo paese: il libro non muore dopo la stampa e qualche mese di esposizione negli scaffali; il libro é il centro di animazioni, creazioni supplementari, dibattiti e progetti ulteriori.
Di questo vivono moltissimi illustratori francesi; delle “conseguenze” dei loro libri.
Certo, questo implica una vita di spostamenti, viaggi, incontri e distanza dal proprio tavolo di lavoro, ma se si riesce a trovare un buon equilibrio, la vita d'”artista” risulta un po’ meno bohémien che in altri posti.
Comunque anche dopo undici anni di pubblicazioni, di premi, di recensioni, ecc…nell’esagono, questo non incrementa in maniera consistente il compenso del proprio lavoro.
Spesso ed ancora mi capita di rifiutare dei contratti francesi dove l’anticipo é troppo irrisorio rispetto alla quantità di lavoro richiesto.
Spesso ed ancora mi capita di dover insistere con i miei editori per aumentare la cifra dell’a-vance sul contratto :a volte va bene ma altre no.
Allora, per rispetto mio e di tutti quelli che fanno questo lavoro (dico io), rifiuto e chi s’é visto s’é visto.
Spesso ed ancora mi capita di dover scegliere tra la mia motivazione personale e il mio basso ma umano bisogno di soldi.

La passione che metto in quello che faccio non é legata affatto al numero di zeri che vedrò nel contratto, ma sarete tutti d’accordo con me nel dire che essere sottopagati è senza alcun dubbio demotivante e incide probabilmente e direttamente sulla qualità della creazione.
In Italia ho lavorato per un compenso iniziale bassissimo ( non é un segreto; i Topipittori sono i primi ad ammettere di non potersi permettere anticipi degni di questo nome), ma lì tutto nasceva dal mio desiderio irrepressibile di lavorare infine nel mio paese e di fare un libro italiano. Ho avuto fiducia in loro. La percentuale delle royalties é buona (per buona intendo una percentuale che va dall’8 al 10% quando si é fatto testo ed immagine).
In Francia la percentuale per un progetto totale é, in media, del 6% ma con possibilità di crescita al 7 e all’8 superate certe cifre di vendita..; e in casi in cui l’editore tenga particolarmente al suo autore e voglia “ricompensarlo”.
Diciamo che la crescita della royalties é considerata come una sorta di premio e viene attribuita in condizioni particolari.

In Giappone gli editori sono, a detta di tutti, correttissimi, attentissimi, puntualissimi. Basti guardare alla semplice civiltà nipponica per crederci.
le cifre per le quali ho accettato di fare il mio libro non erano esorbitanti, ma oneste e la cosa rincuorante é stata la percentuale che avrei avuto sulle vendite: il 10%.
Se un anticipo non é alto, ma la royatlies é così buona, si può parlare, a detta di molti colleghi, di un buon compromesso lavorativo.
Certo, se poi il libro vende pochissimo, si può restar con un pugno di mosche.

Per quanto riguarda gli inglesi (per i quali sto iniziando or ora a lavorare):gli anticipi son un po’ più alti di quelli francesi (ma comunque frazionati in più tempi), mentre le royalties sono molto interessanti.
La promozione dei libri é sempre, in ogni paese, a discrezione dell’editore.
E’ sua, purtroppo, la scelta e la responsabilità di mettere “in avanti” un titolo piuttosto che un altro.
Certo, non parliamo di nasconderlo alle vendite o di negarne la promozione, come sembra accada a volte in Italia!
Una cosa é certo:facendo un libro o due all’anno non si può vivere di questo mestiere in NESSUN paese del mondo (a meno che non si parli di grandissimi successi, ovvero libri che vendono al di sopra delle 20.000 copie e questo accade in prevalenza e quasi unicamente per libri anglofoni, che sono, cioè buttati in seguito sul mercato americano).
facendo libri che vendono quantità normali (parliamo di 5000-6000 copie) si devono imperativamente trovare altri sbocchi lavorativi: animazioni, conferenze, manifesti, copertine.
Quel che mi sembra chiaro e doveroso dire é che questo é comunque un lavoro “precario”, dove la sicurezza economica non c’é mai; dove ci sono mesi da nababbi ed altri da senza tetto. Purtroppo é così un po’ per tutti gli illustratori (eccezion fatta per grandissimi-apprezzatissimi come i Quentin Blake, Gli Ungerer, I Lucy Cousins, gli Sheffler che dormono sogni tranquilli sugli allori della loro notorietà)

Questo é quello che posso dire della mia esperienza.
Spero di non aver demotivato nessuno, anzi, vorrei dire che gli illustratori italiani hanno oggi, almeno, la fortuna di trovarsi un contorno interessante e ricco. Ai miei tempi (oups, come fa vecchietta!), beh diciamo quando ho iniziato io in Italia non c’era niente. Internet era lontano anni luce da ogni illustratore, non esistevano confronti in tempo reale, non c’era tutta questa solidarietà che mi sembra di leggere nei blog attuali.
Credo che perseverando ancora un po’ si potranno raggiungere livelli di rispetto più alto anche nello stivale.
Perché tutti gli artisti che lavorano onestamente siano considerati a tutti gli effetti come lavoratori e non hobbisty della domenica, e perché dei Grandissimi come Roberto Innocenti non abbiano più a subire tali umiliazioni.
E qui ne approfitto per mandare un grande abbraccio e una sentitissima congratulazione al grande maestro toscano. E un augurio a tutti i giovani illustratori.
Beatrice Alemagna

Nota: la lettera di Beatrice Alemagna è stata scritta in esclusiva per Le Figure dei Libri. Appuntamento sul forum per continuare la discussione!

Leggi l’intervista a Beatrice Alemagna…


Il nuovo sito di Beatrice Alemagna

Un post tutto dedicato a una bella notizia: Beatrice Alemagna ha inaugurato il suo SITO!


Apre il Forum delle Figure dei Libri! Uno spazio tutto per voi

Rullo di tamburi…volare di piume…stelle di carta stagnola che roteano nell’azzurro…
Il Forum è in linea!!!! Guardate in alto, sopra l’immagine e il titolo del post, c’è un nuovo link “FORUM” in rosso …cliccate ed entrate! Un grazie speciale a Julien.


Appuntamenti editori a Montreuil 2008

Per chi già non lo sapesse, udite udite… A Montreuil chiunque può prendere tre appuntamenti con tre editori! Ogni anno il Salone del Libro di Montreuil (26 novembre – 1 dicembre 2008) accoglie gli illustratori in quello che viene chiamato spazio DA (directeurs artistiques). Funziona così: a partire dal 17 ottobre ci sarà in linea, per tre giorni, la lista dettagliata di tutti gli editori che ricevono (sono presenti i direttori artistici e/o gli editori di tutte le case editrici francesi, grandi e piccole), sulla lista ogni editore scrive quello che cerca (progetti, illustratori affermati o debuttanti, etc…). L’illustratore dovrà scegliere 6 editori secondo lui corrispondenti al suo universo stilistico (studiate bene lo stile di ogni editore sul rispettivo sito!).

Il 20 ottobre sarà possibile per un solo giorno inviare attraverso il sito le proprie preferenze, con qualche immagine del proprio lavoro allegata o un link verso il proprio sito/blog, e dopo un paio di settimane verranno assegnati tre appuntamenti. Sono appuntamenti seri, professionali, dunque approfittatene! Prendete la vostra cartella sotto braccio, un volo per Parigi e lanciatevi nel meraviglioso mondo dell’editoria francese.

Istruzioni per chi non sa muoversi sui siti: CLICCARE QUI PER LEGGERE COME ISCRIVERSI AGLI APPUNTAMENTI. Oppure la strada più lunga…sulla pagina del Salone di Montreuil cliccare a destra: “Accès pro

Si aprirà questa pagina in basso. Cliccate sulla scritta a destra “illustrateurs“.

Si aprirà un’altra pagina dove trovate la scritta in rosso “directeurs artistques” e la spiegazione di tutto. Se avete bisogno di chiarimenti non esitate a scrivere!

Ricordatevi anche di accreditarvi al Salone in linea (vi verrà dato un codice a barre che vi servirà all’entrata per tutti i 6 giorni, l’iscrizione è gratuita. QUI IL FORMULARIO DI ACCREDITAZIONE.