Roberto Innocenti denuncia l’editoria italiana (lettera aperta)

21 Ottobre, 2008

(Leggi la reazione dei grandi illustratori italiani)

Roberto Innocenti, vincitore quest’anno del premio nobel della letteratura per ragazzi, il prestigiosissimo Hans Christian Andersen Award (IBBY 2008), ha reso pubblica questa lettera di denuncia. Mi piacerebbe che questa lettera fosse lo spunto per continuare la nostra discussione sulla condizione della cultura italiana.

EINAUDI RAGAZZI /  E-ELLE Edizioni
Via Ressel 5

S. Dorligo della Valle (Trieste)

Gent.ma Sig.ra Orietta Fatucci

Oggetto:  “Era Calendimaggio†di Angela Nanetti illustrato da Roberto Innocenti

Gentile Signora,

La sua pregevole lettera con argomento l’offerta di acquisto di copie del volume “Era Calendimaggioâ€,  (con lo sconto per gli autori) prima del ritiro dal mercato e conseguente invio al macero, mi ha fatto riflettere sui miei ultimi tentativi di non rifiutarmi pregiudizialmente all’Editoria di questo pittoresco Paese, e alla sua in particolare.
Non mi piaceva essere considerato snob o antitaliano, e avevo pensato dopo tante cattive esperienze, che qualcosa fosse cambiato, e si potesse “riprovarciâ€.
Accettai la sua proposta di illustrare quel libro, non per stima verso di lei, ma per ritentare ad avere qualche rapporto di lavoro con l’editoria di questo colorito Paese dove malgrado io abbia il permesso di soggiorno illimitato, continuo a sentirmi straniero.

Già una volta, tanto tempo fa, mi emozionai quando fui chiamato dalla Einaudi Ragazzi
a Torino. La cosa mi costò dieci ore di treno in un giorno, andata e ritorno. Mi ricevette il Preg.mo Davico Bonino, che mi propose di sforbiciare le pellicole di Pinocchio per farlo entrare in un formato più piccolo, riducendo il numero delle illustrazioni a 20.
Pazienza, mi dissi evitando di offendere il prestigioso interlocutore, vuol dire che in questo stravagante Paese  non sarò pubblicato…
Dunque, il suo volume “Era Calendimaggioâ€Â  prevedeva 8 illustrazioni a colori da consegnare entro due o tre mesi , per un compenso di 3000 (tremila ) Euro, e credo d’essere stato trattato con “riguardo†rispetto ad altri illustratori.
Facendo i conti con aggiunti 600 Euro di IVA e sottratti 600 di Ritenute d’Acconto
rimase la bella somma di 2.400 Euro per poco più di due mesi di lavoro.
Vorrà convenire, che se fosse uno stipendio, sarebbe assai modesto. Qualsiasi suo dipendente le costa molto di più.
Ma la mia spettanza non prevede trattenute, né spese, che restano sempre a carico di noi fortunati collaboratori esterni o “liberi†professionisti che dir si voglia. Oltretutto, a quel libro, non ha fatto nessuna promozione: un bel risparmio, da parte sua.
Praticamente in questo caratteristico Paese gli illustratori non costano niente.
Lo so che lei non è d’accordo su di un punto : quello che lei paga, è solo un anticipo sui diritti, non un saldo, o compenso!
Una tesi simpatica; infatti anch’io lavorando per l’Estero, seguo queste regole e leggi, e le dirò che  a volte non chiedo neanche l’anticipo, fidandomi di quegli editori.

Ho già provato un’altra volta a fare un libro per la sua Casa Editrice, nel 1993, si ricorda? Si trattava de “Il sergente nella neve†di Mario Rigoni Stern, un testo che avrebbe meritato molto  più che una edizione tascabile. Furono i soliti 2.000.000
di lire , col solito +20-20%.  Non ho mai visto una lira di diritti da allora , quindi era un saldo. Oppure anche quel libro è andato malissimo.
Non capisco perchè se produco un libro all’Estero lo ristampano anche dopo 20 anni, e se li faccio qui, vanno al macero. C’è un mistero, e non è il solo.
Nel secondo mistero si contempla la strana ed inconsueta via che prendono i Diritti di Stampa ed anche i miei d’Autore. Sarebbe normale che un editore di questo curioso Paese li incassasse per le concessioni all’estero, anziché pagarli per pubblicazioni in Italia.
Non sarà perchè voialtri, invece di essere imprenditori, preferite essere padroni per il gusto  di comandare e sopraffare ?
Non le pare un criterio primitivo?
Le scrivo per capire se riesco a chiarire con una mia piccola personale indagine le cause di un simile illogico comportamento del mercato.
Le scrivo da una situazione assolutamente marginale e provinciale, da un posto chiamato Estero che comincia dovunque subito sopra le Alpi, e non so dove finisca, ma una volta ci ho messo sedici ore di volo per andare a trovare un mio Editore.
Le sottopongo una indagine a quiz per cercare di capire la logica della sua Spett.le Casa Editrice e delle sue Spett.liragioni.
Se la compila segua le istruzioni, grazie, altrimenti cestini pure.

La Spett.le Einaudi Ragazzi ha ritirato l’edizione di “Era Calendimaggio†di Angela Nanetti, e illustrato da Roberto Innocenti, per i seguenti motivi:

(segnare con la crocetta la casella relativa alla voce che considerate esatta)

(1)   Era scritto in modo sgrammaticato dall’autrice
(2)   C’erano passi poco adatti ai minori, contrari al decoro o troppo violenti
(3)   Le illustrazioni facevano schifo, non erano al livello della Einaudi Ragazzi
(4)   p.O.S. ( per Ordini Superiori)
(5)   Per un improvviso attacco isterico della Direzione
(6)   Perchè il padrone fa quello che gli pare e non rende conto a nessuno
(7)   Perchè non sappiamo come si fanno i libri
(8)   Perchè gli Autori e gli Illustratori, se fanno i soldi, si montano la testa
(9)   Perchè costava troppo la fascetta “H:C:Andersen Award 2008†della IBBY
(10) Perchè il lavoro continui ad essere dato come elemosina e pretenda gratitudine
eterna.

Comunque sia, non credo le capiti spesso, ma
si ritenga licenziata.

Distinti saluti
Roberto Innocenti

46 Risposte per “Roberto Innocenti denuncia l’editoria italiana (lettera aperta)”

  1. 1 Simone
    9 Ottobre, 2008 at 10:50

    Non ho un gran che da dire dopo aver letto questa lettera, a parte tante parole poco educate…
    Mi rimane dentro solo preoccupazione, tristezza, sdegno e rabbia.
    Cosa possano insegnare certe persone ai bambini, se non sanno trattare in modo leale e educato neanche con i propri coetanei, io proprio non lo so!

    Ma soprattutto come si può disegnare in modo sereno in questa situazione?

  2. 2 Anna Castagnoli
    9 Ottobre, 2008 at 11:34

    Simone caro il discorso è ampio. E che al ricco fervore culturale del novecento sia seguita un’epoca barbarica povera di luce è un fatto. Non è solo l’Italia a risentirne. La cultura è diventato un vanto di pochi. Leggere in silenzio un libro non è un gesto che ben si disegna sullo sfondo di una telvisione-spazzatura accesa senza sosta.
    L’Italia, in più, paga un mal governo decennale, paga i suoi tributi alla mafia (ormai radicata nel pensiero), sacrifica la sua onestà intellettuale sull’altare della chiesa cattolica. Un disastro del pensiero. Il mancato riconoscimento degli illustratori è solo uno dei mali, il peggiore, lo pagano i bambini. Bisognerebbe saper come risalire a monte. Bisognerebbe che chi continua a fare il suo lavoro culturale con passione e onestà avesse voce e spazio…Ma tu li vedi i media fare mea culpa e pubblicare in prima pagina che Roberto Innocenti ha vinto l’Ibby 2008?

    Ci è capitata quest’epoca Simone, che vuoi farci. Facciamo come ci invitava a fare Calvino nelle ultime righe delle Città Invisibili: cerchiamo chi e che cosa non è inferno, diamogli spazio.

  3. 3 Simone
    9 Ottobre, 2008 at 12:29

    Un professore dell’accademia di belle arti, che purtroppo parlava bene ma razzolava male, mi disse: se intendi intraprendere questo percorso sappi che ti stai prendendo un impegno nei confronti della società!

    Penso sia una cosa molto bella e gratificante migliorare il posto in cui viviamo ma che purtroppo ha bisogno di tempo e sacrificio e alcuni questo proprio non lo capiscono o meglio lo sanno e lo evitano ogni volta che possono.

  4. 4 Paolovic
    10 Ottobre, 2008 at 7:37

    I grandi editori italiani hanno abbandonato ogni responsabilità formativa e culturale. Gente di marketing che insegue il successo a breve respiro, ma qui tutto è così… ecco, siamo il paese dal respiro breve! Poi vedi gli sforzi di alcuni librai per far entrare i veri libri nelle famiglie, ma che fatica dev’essere!
    copio-incollo la lettera del Maestro!

  5. 5 daniela
    10 Ottobre, 2008 at 18:04

    Cara Anna, cari tutti, la facenda è seria, il malato è grave alle italiche latitudini ed infatti la gente che vuol campare (e scampare al contagio) migra… Ma io non sarei per la resa, io sarei per la battaglia.
    Perchè non organizziamo una manifestazione durante la prossima Fiera di bologna, una manifestazione DENTRO la fiera? Penso che, banchè tutti noi probabilmente, stiamo cercando di aprirci degli sbocchi e magari riusciamo qua e là in qualcosa, questo sia davvero il tempo di un impegno collettivo e militante. Insomma, una marcia pacifica con dei bei cartelli colorati tra gli stand di Bologna non mi pare una proposta tropo indecente.. a fronte di tanta beceraggine, malversazione, arroganza, mafiosità del pensiero, etc, etc..

  6. 6 daniela
    10 Ottobre, 2008 at 18:06

    p.s. scusate gli errori di battitura, vado di fretta…

  7. 7 Anna Castagnoli
    10 Ottobre, 2008 at 18:27

    Daniela cara, secondo me una manifestazione avrebbe il risultato di far sorridere e non cambierebbe di una virgola la situazione. Una cosa che sarebbe bellissimo fare (se esistesse un’associazione illustratori forte) sarebbe un bello sciopero tipo sceneggiatori americani esteso a tutta l’Europa, per farci aumentare un filino la percentuale sui diritti d’autore. Ma è utopico riuscirci. Io penso che si debba lavorare nel piccolo, impegnandoci nelle nostre decisioni lavorative (a chi dire sì a chi no) e nella qualità che mettiamo nel nostro lavoro.

  8. 8 daniela
    10 Ottobre, 2008 at 18:36

    Non sono d’acordo Anna, per arrivare alla forza di rivendicazione sindacale che lgia utori hanno negli USA ci vuole molto tempo, ma proprio da loro traggo esempio quando invito a riflettere su una manifestazione: chi vuoi che ne rida? Non immaginavo assolutamente un corteo pagliaccesco e sgangherato di dieci persone, ma un corteo nutrito e composto, fermo, provocatorio e organizzato. C’è del lavoro da fare per orgnizzarlo e pubblicizzarlo, ovviamnte, ma questo gente seria puo’ farlo. Il “piccolo” impegno individuale è una cosa che do’ per socnatta per ognuno di noi, ma non mi pare ch ebasti ad arginare un fenomeno complesso. Che va graffiato, quando è il momento, ed in modo deciso. Senza paura, senza vergogna, senza reticenze e – proprio come i miei amici scrittori americani – in modo collettivo.

  9. 9 daniela
    10 Ottobre, 2008 at 18:41

    p.s. chiedo scusa sempre per gli errori di battitura, a parte cio’, a questo punto rendo noto a chi legge e fosse interessato a dare seguito alla mia proposta – articolabile in vario modo – il mio indirizzo di posta el. che è danielatordi@libero.it.

  10. 10 Anna Castagnoli
    10 Ottobre, 2008 at 19:09

    Il punto non è che gli editori pagano poco, il punto è che in Italia (a parte debite eccezioni) non c’è cultura (sul libro illustrato poi è da mettersi le mani nei capelli), non c’è apertura e curiosità verso l’estero, non c’è mercato, i libri non vendono, i media non producono più cultura né pensiero, le scuole non insegnano… E’ un intero sistema che non funziona. In questa catena il mancato riconoscimento del lavoro di un illustratore è solo l’ultimo birillo che va giù. Cosa chiederesti attraverso una manifestazione?

  11. 11 DANIELA
    10 Ottobre, 2008 at 19:26

    EQUO TRATTAMENTO: RISPETTO DELLE CLAUSOLE CONTRATTUALI, PARI DIGNITA’ AUTORI-ILLUSTRATORI (PERCHE’ IO VENGO PAGATA MENO DELLO SCRITTORE COME ANTICIPO E LA MIA PERCENTUALE SUI DIRITTI E’ INFERIORE?), POLITICHE EDITORIALI E STATALI INCENTIVANTI IN TUTTI I SENSI (TALENT-SCOUTING, INCENTIVI ALLA CULTURA ERGO ALLA LETTURA), MA ADESSO MIREREI SOPRATTUTTO A PROTESTARE CONTRO LA SEMPLICE EVIDENZA CHE LA LETTERA DI INNOCENTI (BENEDETTA) DENUNCIA: IL LAVORO CREATIVO, IN QUESTO PAESE PIU’ CHE IN ALTRI E’ DI BASE, SEMPRE E COMUNQUE, MISCONOSCIUTO, TANTOCHE’ ANCHE UN ARTISTA COME INNOCENTI PUO’ ESSERE UMILIATO, RIPETUTAMENTE ED IN VARIO MODO.

  12. 12 DANIELA
    10 Ottobre, 2008 at 19:42

    Anna, scusa, l’intero sistema da chi è fatto? Da gente come noi, male avvezza a quanto pare e con in piu’ le leve del comando in mano (alcune leve piccole, altre grandi, certo, le responsabilità son diversamente calibrate). Ora, due son le cose appunto: o ci si “arrende” (anche per sfinimento, per sacrosanto scetticismo, per una sorta di abbrutimento dell’anima che chiede solo di essere lasciata in pace o per furberia, per non rimetterci la faccia) o – passamela – ci s’incazza e, ad esempio, si scrive una lettera come quella, o ancora, in modo collettivo appunto, si manifesta il disagio chiaro, il malessere palese: se invece di aggirarci tra gli stand a dispensar sorrisi per curarci le nostre pubbliche relazioni inscenassimo l’incazzatura (arìscusa, ma come altro chiamarla?) contro quello che tu chiami sistema (che sempre delle facce ha, sempre degli indirizzi ha, o comunque delle “location”!)), non sarebbe qualcosa? Uno start di qualcosa?

  13. 13 Simone
    10 Ottobre, 2008 at 23:37

    Credo che la cosa migliore da fare sia dare comunque il massimo nel nostro lavoro dimostrare chi siamo con i pennelli e con le idee, migliorarci, per poter un giorno mandare a quel paese qualche proposta di qualche editore poco serio anche se rilevane.

    Per me sarebbe la più bella soddisfazione!

  14. 14 Miguel
    11 Ottobre, 2008 at 13:23

    Ciao a tutti. Complementi Anna, é una questione da affrontare…

    Leggendo i commenti penso che sono due questioni diverse . Anna parla della cultura in generale ma in questa lettera Roberto Innocenti fá centro su una parte molto specifica di questa cultura, quella che ci riguarda a noi, é alla editoria per ragazzi , non possiamo combattere in tutti i campi . Bisogna agire nel nostro piccolo come propone Anna, ma sono d’accordo con Daniela che bisogna fare qualcosa insieme.

    Il nostro problema é che le case editrici c’è la fanno per un tempo (lungo, lunghissimo per noi) a campare con illustratori-autori B, cioè persone che stanno adesso studiando e vogliono diventare illustratori o autori.

    Le case editrici(no tutti attenzione, in generale) possono abbassare la qualità dei testi e delle illustrazioni (come fa per esempio la tv i reality sono quello) il tempo necessario . Non é un problema per loro, uno a uno l’illustratori smetteranno di scioperare.

    Io ho una modesta proposta, In 1919 alcuni attori e attrici stanchi dal potere della industria nel suo confronto, fondarono United Artist, per competere dentro della industria ma a pari condizioni. Per adesso la lascio lì

    Penso che l’editoria abbia più’ bisogno degli autori che gli autori della editoria . Ma é una guerra persa dal inizio se é fata col pugno di ferro.

    m.

  15. 15 daniela
    11 Ottobre, 2008 at 13:33

    Ciao Miguel, io – che, attenzione, sono un’illustratrice autodidatta che ha pubblicato il suo primo libro solo 4 anni fa e, dunque, sono l’ultima ruota del carro professionalmente – volevo appunto invitare a riflettere sull’importanza di unire le forze. Se ci si unisce e si intraprendono azioni comuni per la tutela comune, forse si puo’ ottenere un cambiamento di rotta, magari di pochi gardi, ma significativo.
    E credo che Innocenti, che è nato nel 1940 (una generazione che ha conosciuto certamente stagioni di maggiore impegno nella vita culturale, sociale e politica di quanto non si verifichi oggi), nel rendere pubblica la sua lettera abbia voluto fare una specie di appello, dare una scossa, provocare una reazione generale, non solo individuale.

  16. 16 Gianluca Folì
    11 Ottobre, 2008 at 13:35

    Abbiamo tutti da dire qualcosa sulla pessima situazione italiana e più ampiamente su quella Europea, come ci fa notare anche Anna. Allora dopo anni di lamentele, di finte associazioni, di alzate di spalle ed ipocrisie varie sarebbe il forse il momento di prendere seriamente in considerazione la nostra posizione nello sfacello.
    Perchè non creare noi, la parte giovane, fresca e cosciente una nuova associazione che non sia solo un sito e qualche triste corso formativo, ma che crei veri e propri diritti per tutta la classe?
    Ci vorrebe l’istituzione di un albo, dei sindacati (come quelli che seguirono gli sceneggiatoria d’oltreoceano) e tutta una serie di contratti seri atti a diversificare le varie tipologie di lavoro (non solo editoria per l’infanzia ma anche riviste, pubblicità e tutti gli ibridi che ne derivano). Diamoci una mossa noi, partendo ora, usando questi mezzi, questo blog, il mio, di simone di tutti quelli che sono stufi di queste situazini perchè “è normale che le cose siano così”.

  17. 17 Miguel
    11 Ottobre, 2008 at 14:49

    Un paio di giorni fá la FADIP, tipo la AI in Spagna ha aperto un blog chiamato http://observatoriodelailustracion.org/

    Per fare un analisi della situazione degli illustratori in Spagna ,appoggiata per grandi personaggi .

    forse conviene fare prima le domande giuste per avere le risposte giuste.

    Sono d’accordo con Gianluca Foli , bisogna agire perché la AI non fa assolutamente niente.

  18. 18 daniela
    11 Ottobre, 2008 at 19:16

    Accidenti, ma qui si fa sul serio!
    Io, dal canto mio, se puo’ essere di qualche utilità, poichè andro’ a trovare un caro amico scrittore, pittore ed illustratore a New York a fine mese proverò a capire qualcosa di come si regolano da quelle parti… insomma, cercherò di acquisire informazioni utili, almeno per me. Loro sono abbastanza organizzati in generale, a parte il fatto che lavorano quasi esclusivamente tramite agenzie. Cosa che limita la libertà da un lato, ma fornisce garanzie dall’altro.
    Non c’entra nulla (o, comunque, è prematuro forse) , ma oggi mentre mi recavo ad una manifestazione a Roma – m’è venuto in mente il nome che darei ad un gruppo d’illstratori che decidesse di “farsi largo” nella giungla: MATITE ROSSE.
    Abbè, l’ho detta.

  19. 19 Gianluca Folì
    11 Ottobre, 2008 at 19:40

    Se vogliamo dare un occhio ai contratti, i prezzi, le realtà lavorative d’oltreoceano, consiglio il libro trentennale “Handbook Guidelines: Pricing & Ethical 12th edition”.
    E’ in inglese e lo si trova su amazon. Se riesco ad avere un attimo libero, in questi giorni posterò qualche cosa.

    Bisogna muoversi ragazzi e non restare isole.

  20. 20 daniela
    11 Ottobre, 2008 at 19:56

    A questo punto, se siete d’accordo, propongo di creare un blog collettivo ad hoc in cui depositare informazioni, commenti, spunti, proposte, che dite: MATITEROSSE.BLOGSPOT???!

  21. 21 Anna Castagnoli
    12 Ottobre, 2008 at 9:30

    Daniela cara se mi dai qualche giorno di tempo vedo se posso aprirlo io uno spazio di discussione adeguato. Ci pensavo da tempo…

    Tempo fa mi fu chiesto en passant (quasi per gioco) se mi sarebbe piaciuto dirigere l’associazione illustratori italiana, perché nessuno voleva prendersi la briga e stava nuotando in acque difficli. Secondo me prima di creare associazioni varie sarebbe interessante capire perché quella che c’era fatica così. Io per queste cose non sono portata, sono un animale poco sociale e credo che questa mancanza non sia da poco per gestire qualcosa che dovrebbe diventare una rete.
    Punto due: le questioni che vorrebbe proporre Daniela (con la prima idea di manifestazione) mi sembrano traballanti:

    EQUO TRATTAMENTO: RISPETTO DELLE CLAUSOLE CONTRATTUALI,
    Quello che legalmente protegge ognuna delle parti è il contratto, se poi uno è disonesto e non lo rispetta mica si può farci molto… Non è che si può aggiungere come clausola al contratto: miraccomando rispettare il contratto…
    PARI DIGNITA’ AUTORI-ILLUSTRATORI (PERCHE’ IO VENGO PAGATA MENO DELLO SCRITTORE COME ANTICIPO E LA MIA PERCENTUALE SUI DIRITTI E’ INFERIORE?),
    Questo non è vero. La percentuale sui diritti autore-illustratore spesso è la stessa: 4% o 5%…L’anticipo viene dato all’illustratore (e non all’autore) perché si presuppone che la mole di lavoro per realizzare il libro sia maggiore per l’illustratore.
    POLITICHE EDITORIALI E STATALI INCENTIVANTI IN TUTTI I SENSI (TALENT-SCOUTING, INCENTIVI ALLA CULTURA ERGO ALLA LETTURA),
    Chiedere non costa nulla…Non vorrei essere disfattista, ma in un paese che è un buco nero la cultura purtroppo passa in coda.

    Ci sono case editrici piccole e oneste che non possono permettersi di pagare 3000 euro di anticipo. Altre che possono e non lo fanno. Come si può stabilire un tetto minimo? Soprattutto in un paese dove il libro illustrato non vende?
    La mia proposta di diffondere cultura in merito (che mi ha spinta ad aprire questo blog e mi motiva ogni settimana a dedicargli un tempo mostruoso) è proprio per lavorare a monte, per creare una cultura intorno all’album illustrato. Non trovo che abbia molto senso chiedere di più alle case editrici mentre vanno in perdita perché i libri non vendono…Se in Francia le cose funzionano diversamente è perché la cultura diffusa intorno al libro per bambini è diversa.

    In Francia c’è La maison des artistes
    che è più di un sindacato. E’ un servizio pubblico dove tu paghi un tot all’anno (e non poco) e loro ti assicurano la pensione, sicurezza sociale (assicurazione sanitaria) aiuti legali quando è il caso…etc. L’artista così diventa un lavoratore protetto. Ve lo immaginate voi l’attuale governo italiano che appoggia una cosa del genere??
    Io non dico che non bisogna lottare. O creare associazioni. Dico solo che per come la vedo io sarebbe più utile organizzare corsi nelle scuole o nelle librerie per far uscire maestre e genitori dall’oscurantismo.

    ps: “Matite rosse” non mi piace molto, è troppo politico.

  22. 22 daniela
    12 Ottobre, 2008 at 10:00

    Ciao Anna,
    bè, oddio, matite rosse non era politico era ROSSO nel senso del.. ROSSO! ROSSO vivo… stivaletti ROSSI, ROSSO fuoco, ROSSO di sera bel tempo si spera, e via dicendo. Matite Rosse mi piace un sacco, insomma, ma questo è un dettaglio.
    Dettagli a parte, se credi che si possa stimolare in qualche modo l’AI dacci sotto, da quel che capisco leggendo in giro mi sembra un’istituzione piuttosto fiacca… e le rianimazioni temo servano a poco. Ma esistono i miracoli. E l’impegno individuale – ad esempio il tuo – in questo caso potrebbe voler dire molto.

    Armando Editore e Falzea – stando alla mia esperienza diretta – corrispondono all’illstrarore una percentuale quanto ai diritti sensibilmente inferiore a quella dell’autore. Ma mi giunge da piu’ parti voce che non sono i soli… Non sono soli nemmeno gli editori “disonesti”.
    D’altro canto, una rivendicazione quanto al rispetto delle clausole contrattuali (soprattutto sempre in merito al versamento dei diritti, che da Innocenti in giu’ spesso rimane lettera morta in Italia, se capisco bene) ha un valore “sindacale”. Sono stata rappresentante sindacale a lungo in una realtà aziendale dura, se c’è un mancato rispetto dei patti da qualche parte bisogna cominciare a frasi sentire… Ovviamente ci vorrebbe un vero e proprio sindacato per questo – e lì torniamo all’ipotesi di rianimare l’AI o di creare un’altra forma associativa. Ma io continuo a pensare che i tempi sono maturi per inscenare parallelamente una qualche forma di protesta – anche simbolica – che significhi “Ehi, fermi un po’… non sara’ che qui abbiamo preso una brutta piega?!”… Insomma, mi piacerebbe molto veder scorrere un po’ d’inchiostro.

    p.s. ovviamente, essuno pensa che i piccoli editori (spesso i migliori dal punto di vista qualitativo) debbano versare compensi che non possono sostenere… anzi, personalemnte sono certa che priprio loro potrebbero essere i migliori alleati in una battaglia per migliorare le cose in generale.

  23. 23 daniela
    12 Ottobre, 2008 at 10:13

    p.s. Una cosa che posso impegnarmi a fare, dal canto mio, se mettermo in piedi una qualunque iniziativa è cercare di veicolare al meglio le informazioni all’esterno… Lavoro da molti anni in una redazione e posso stabilire facilmente contatti, insomma, provare a fare da ufficio stampa.

  24. 24 Anna Castagnoli
    12 Ottobre, 2008 at 10:24

    Daniela cara, la tua preparazione di base è promettente. Diffondere e veicolare informazione mi sembra un buon punto di partenza.

    Falzea io non lo prenderei come esempio esemplare, se non in senso contrario. Non mi ha mai pagato i diritti del secondo e terzo anno di pubblicazione. E’ un editorucolo. (come gli “omuncoli” di Sciascia).

  25. 25 daniela
    12 Ottobre, 2008 at 10:43

    Vedi che dovremmo unirci e scambiare informazioni il piu’ possibile? Falzea con me è stato un signore, mi ha pagata e mi ha pubblicato un bellissimo albo illustrato (bello e “ricco” come stampa, ovviamente non parlavo del mio lavoro), e siccome io non ero nessuno gli devo molto. E difatti stavo per aggiungere un p.p.s per evitare gaffe nei suoi confronti, perchè non ne volevo parlar male. E’ un editore che si sta facendo quanto ai libri per bambini e vive in una realtà – quella del sud Italia – ben difficile. Inoltre, ha un distributore nazionale solo da un anno. Ma, ad esempio, non puo’ ancora investire in un ufficio stampa vero e proprio.
    Non entro nel merito dei tuoi rapporti con lui, ma forse unirsi potrebbe servire esattamente ad uniformare le regole di condotta generali, no?

    Editorucolo per me è Einaudi, Anna cara.

  26. 26 Anna Castagnoli
    12 Ottobre, 2008 at 12:29

    Falzea sarà migliorato nel frattempo? Quattro anni fa mi aveva stampato un libro malissimo, sbagliando persino l’ordine delle illustrazioni. E solo l’anno scorso quando gli scrissi per chiedere spiegazioni dei mancati pagamenti non mi rispose neppure.

  27. 27 Gianluca Folì
    12 Ottobre, 2008 at 13:18

    Hai ragione Anna, in questo paese siamo messi male. Ed è vero anche che un attenta analisi delle cause che hanno portato al fallimento dell’AI italiano va fatta.
    Resta però il fatto che noi tutti non abbiamo le spalle coperte da nulla, ne associazioni fatte in casa ne da quelle governative (inesistenti ed ora come ora utopiche).

    Se un editore si permette di fare un pezzo simile ad un vincitore dell IBBY, con un mare di esperienza e riconoscimenti vari, non oso immaginare a noi altri cosa ci riserva il futuro!

    Questo blog è un ottimo polo culturale per l’illustrazione. Dovremmo cercare di capire tutti insieme, partendo proprio da qui, come rapportarci con questa realtà.
    Credo molto nella collettività .

  28. 28 daniela
    12 Ottobre, 2008 at 13:29

    Che ti dico Anna, magari procede un po’ a singhiozzo, magari un po’ per colpa e un po’ per oggettiva mancanza di tempo/mezzi, comunque qui sì che il discorso si fa ampio. Perchè è di portata culturale ed economica al tempo stesso, nel senso che da un lato c’è una scarsa professionalità a volte, dall’altra ci sono problemi a non finire, in primis di budget, il che se non giustifica… forse tuttavia spiega alcuni scivoloni.
    Allora, mettiamola cosi’: i libri intanto vanno capiti e amati per concepirli e partorirli, anche da parte dell’editore intendo, vanno seguiti e vanno saputi recepire nelle librerie e poi vanno venduti (e possibilmente letti!). E in ognuno di questi passaggi si annidano orribili virus soprattutto, appunto, alle italiche latitudini. In questo senso capisco bene quello che intendi quando dici che serve un lavoro che incida sul piano culturale. Io aggiungerei il dato della mala fede, dello sfruttamento colpevole, che talvolta, rende le cose ancora peggiori e che richiederebbe una qualche forma di auto-tutela. Insomma, la protesta che immagino non è barricadera per punto preso, ma è per correggere il tiro e al tempo stesso difendere… la bellezza? La bellezza della bellezza, la sua portata sempre innovativa e costruttivs.
    Ma è certo che son parole queste e che a voler essere concreti le cose vanno concertate e organizzate con saggezza, oltrechè con ardimento. Individuare gli obiettivi potrebbe essere un primo passo.
    Mi faccio da parte adesso, sto tracimando ed è bene che parlino gli altri.
    Un saluto,
    D

  29. 29 Tullio
    13 Ottobre, 2008 at 15:23

    Cari tutti,
    penso sia chiaro che i problemi e le questioni in ballo siano tante e direi molto chiare a tutti. Le modalità di risposta credo vadano costruite con calma e determinazione. Mettere giù le domande penso sia un punto di partenza molto intelligente. Credo occorra creare uno spazio di dicussione, anche un semplice blog credo vada più che bene.
    Fondamentale è che le cose arrivino alle orecchie, o agli occhi, di tutti i soggetti che si chiamiano in causa.
    Prima domanda: “E’vero che gli illustrazioni in italia non hanno una associazione che li tuteli o per lo meno li informi adeguatamente?”
    p.s.
    possiamo anche chiedere uno spazio al cafe-ilustratori di Bologna, o no?

  30. 30 Anna Castagnoli
    13 Ottobre, 2008 at 15:42

    Tullio caro sul blog come spazio di discussione non sono d’accordo perché gli articoli vengono inghiottiti nel tempo e sarebbe difficile organizzare il materiale.

    Per rispondere alla tua domanda: no, esiste un’associazione illustratori attiva in Italia:
    Associazione illustratori

  31. 31 paola
    13 Ottobre, 2008 at 15:42

    ciao- tutti i vostri commenti mi sembrano interessanti e penso che possano essere validi per ogni campo artistico, un po’ da sempre un po’ dappertutto; non credo che negli anni ’50, ’60 o nei primi del novecento, gli artisti ricevessero molte più attenzioni di adesso, nè tantomeno che l’arte fosse alla portata di tutti,anzi: l’arte era roba da ricchi molto più di ora,e gli artisti hanno spesso dovuto cedere a innumerevoli ricatti per avere i soldi per mangiare,e anche Michelangelo ha sacrificato la sua onestà intellettuale sull’altare della chiesa cattolica. a quello che sò le cose all’estero non funzionano tanto meglio, a meno che non si paghi,e non poco.Quindi lascerei da parte le lamentele sull’epoca buia e sulla povera Italia davanti alla televisione.Penso che Daniela e Miguel abbiano il giusto atteggiamento: creativo e un po’ arrabbiato. Perchè è vero che le manifestazioni forse fanno sorridere, come dice Anna, ma non sono d’accordo sul fatto che basti fare del nostro meglio nelle nostre piccole scelte: questo favorisce unicamente noi e le nostre coscienze, ma non aiuta tutti i giovani (e non solo come età, ma anche come esperienza) illustratori e artisti a non farsi sbranare dall’editore furbetto o dal gallerista ladrone. Quindi mi sembrerebbe sensato cercare di fondare una società che facesse da scudo possibilmente legale a chi intende vendere la propria arte, una società che dia modo di fissare dei termini entro i quali chi crea si senta protetto e possa lavorare tranquillamente perchè mi sembra, dalle note di anna sulle proposte di daniela, che le cose non siano chiare proprio per niente: per esempio anna dice che le cose vengono stabilite da un contratto e che se poi detto contratto non viene rispettato non ci si può fare niente. come sarebbe? se un editore si sente così al sicuro da potersi permettere di non rispettare un contratto, c’è qualcosa che non và. forse l’esistenza di una forte associazione degli illustratori lo farebbe riflettere un po’ di più. creare una tale associazione è un grande impegno di tempo ed energia e la creazione di un blog mi pare un inizio necessario.

  32. 32 Anna Castagnoli
    13 Ottobre, 2008 at 16:09

    Paola grazie per il tuo interessante intervento. E’ vero che l’artista non è mai stato libero, però è anche vero che ci sono epoche molto ricche(economicamente o storicamente) che hanno incentivato e promosso l’arte, vedi Atene sotto Pericle, vedi il Rinascimento…vedi le scoperte tecnologiche e scientifiche del novecento (che hanno nutrito nuove forme dell’arte)…La nostra, mi spiace ribadirlo, è un’epoca di decadenza (ciclicamente fisiologica a tutte le grandi civiltà). Questo in tutto l’occidente (hai ragione su questo). Già Tocqueville l’aveva predetto con esattezza inquietante. L’uomo nel benessere si rivolge a se stesso e dimentica la cosa pubblica, perde interesse per ciò che lo circonda,e motivazione.

    Sul problema concreto del mancato rispetto dei contratti vi racconto una cosa. La Hablò edizioni qualche anno fa mi propose di pubblicare il mio primo libro. Era una casa editrice appena sorta e prometteva faville. Io ne fui felicissima e lavorai sodo. Il libro venne pubblicato, non ricevetti mai un soldo, né io, né i distributori, né gli stampatori. E la casa editrice fallì sepolta dalle denunce nel giro di un anno. Io feci scrivere una lettera da un avvacato in cui ritenevo annullato il contratto perché non era stato rispettato. Se avessi voluto qualche briciola mi sarei dovuta mettere in coda (una impresa che dichiara fallimento divide il poco che le resta tra chi si è iscritto alla lunga lista dei richiedenti). Ora sono anni che il libro compare su internet come facente parte di quella casa editrice ormai scomparsa (anche se è esaurito). Chi pensi che in Italia ri-pubblicherebbe un libro già stato in commercio? Un contratto non rispettato può venir annullato. Ma poi? E’ questo il problema.

  33. 33 daniela
    13 Ottobre, 2008 at 17:06

    Va da se’ che se esistesse un’associazione di categoria seria, partecipata, in grado di fare un po’ di monitoraggio e d’informazione, questo varrebbe a disincentivare comportamenti fraudolenti, se non a risolvere il singolo caso… e questo crederei avrebbe da sempre dovuto fare – prima cosa tra le altre inerenti alle sue competenze – l’AI. Di sicuro, pur non volendo immaginare un sindacato vero e proprio, un organismo collettivo potrebbe fungere da forte, fortissimo deterrente.
    Una cosa importante: non so che cosa Anna stia preparando come sorpesa (e sono ovviamente curiosa), ma per dar seguito a questo scambio – che potrebbe approdare a qualcosa o invece no, si vedrà – crederei opportuno creare uno spazio neutro, senza patrocinatori, di libero accesso per tutti. Per questo in diversi abbiamo pensato ad un blog, sebbene Anna abbia una parte di ragione, lì dopo un po’ i post vanno inghiottiti dal tempo e ci si perde. Ma un blog potrebbe essere un primo germe di qualcosa, molto democratico e indipendente, fino a quando non ci saranno, ad esempio, persone cooptate per gestire .. un sito?!

  34. 34 Anna Castagnoli
    13 Ottobre, 2008 at 17:16

    Daniela cara io sto preparando un forum. Ovviamente sarà legato alle Figure dei Libri e avrà lo stesso titolo. Ci pensavo da tanto perché è un peccato che certe appassionanti discussioni che ci sono state e ci saranno restino nascoste nei commenti. Non so cosa intendi per spazio libero. Ma gli spazi un po’ organizzati costano e qualcuno deve pur pagarli. Secondo me un blog gratuito su blogger non è lo spazio adeguato per una riflessione seria. Un forum legato a Figure dei libri avrebbe lo spazio per ospitare articoli che diventano pagine fisse e materiale comune, e discussioni a tema. Se funzionerà l’idea è quella di trasformare a poco a poco Le Figure dei Libri in un sito organico, con il suo blog e il suo forum e una base di articoli. Vedremo. Intanto il forum lo apro in ogni caso e la discussione in merito avrà uno spazio a fianco di altri temi, di natura culturale, informativa, etc… Ma se tu vuoi aprire un blog che si chiama Matite Rosse aprilo pure!! Ci mancherebbe altro :-) Io non avrei né lo spirito né le competenze per costruire un organo di difesa illustratori tipo associazione. A me piace fare cultura e creare spazi dove si diffonda.

  35. 35 daniela
    13 Ottobre, 2008 at 17:24

    Mi pare un’ottima idea Anna, vedremo poco a poco che scappa fuori, brava e… grazie!

  36. 36 daniela
    13 Ottobre, 2008 at 17:26

    p.s. vorrà dire che nel forum io mi firmerò: Matite Rosse :)

  37. 37 anna Castagnoli
    13 Ottobre, 2008 at 17:31

    Gianluca tu intanto se vuoi/se hai tempo studia un po’ “Handbook Guidelines: Pricing & Ethical 12th editionâ€. Così poi ci illumini!!

  38. 38 Gianluca Folì
    13 Ottobre, 2008 at 18:36

    Cara Anna, è da un bel pò che ho quel libro e lo conosco abbastanza bene. E’ un ottima guida anche se si fa molta fatica ad adattarlo al nostro bel paese. Cmq o ne parliamo tutti insieme sul neo forum o mi preparerò io sul mio blog. L’importante è diffondere :)

  39. 39 Anna Castagnoli
    13 Ottobre, 2008 at 20:02

    Ne parliamo sul forum!

  40. 40 Francesca
    14 Ottobre, 2008 at 8:22

    Ciao Anna e ciao a tutti,
    mi intrufolo in coda alla discussione per segnalare che presso la cgil esiste un seppur sgangherato sindacato di illustratori e fumettisti (SILF: http://www.silf-cgil.org/). Io sono tornata in Italia da poco e non ho esperienze dirette con loro, ma volevo comunque segnalarvelo.
    Un grosso abbraccio a tutti e veramente tanti complimenti Anna per questo blog che, scoperto per caso, frequento con assiduità ormai da qualche mese!
    Baci,
    Francesca

  41. 41 Tullio
    14 Ottobre, 2008 at 11:41

    Comunicazione di servizio: giovedì 16 ottobre presso lo spazio chiamamilano, in largo corsia dei servi 11 a Milano, ci sarà un incontro sui diritti e doveri degli illustratori. Una serata di discussione e strategie per il futuro della professione. L’incontro, organizzato dalla AI, è nato dalla discussione seguita alla lettera di Roberto Innocenti

  42. 42 Anna Castagnoli
    14 Ottobre, 2008 at 11:55

    Tullio potersti dirmi chi lo organizza? Potresti anche scrivermi un e mail in privato dandomi il tuo numero? E’ di FONDAMENTALE importanza che qualcuno vada e prenda nota di tutti gli argomenti trattati, di modo da poterli pubblicare qui come documento per tutti. Chi può andare e prendersi questa responsabilità?

  43. 43 uila
    15 Ottobre, 2008 at 8:39

    Ciao a tutti! Sono nuova di questo blog anche se sono alcuni mesi che lo leggo con piacere e aspetto l’occasione per ringraziare il contributo di tanti, soprattutto quello di Anna che ci dedica tanta passione e tanto tempo.
    L’ora di scrivere è arrivata e mi sembra che la lettera di Roberto Innocenti abbia toccato e costretto a muovere un pò tutti noi.Voglio fare due piccole considerazioni personali, dopo aver letto tanti commenti su questo blog come su altri e dopo avere assistito via e-mail, allo scambio di idee tra tanti bravi professionisti. La prima è che sono felice che da questa triste lettera sia nato un vivace scambio. Molto propositivo per certi versi. Dico con amarezza che forse si doveva “arrivare al peggio” per sentirsi un pò più uniti. Dico così perchè in 6 anni non ho mai sentito questa solidarietà (se non dagli amici/illustratori strettisssssimi!); ma anzi, una cautela e un timore nel confronto molto forti. Mi auguro che questo fermento e questa vivacità non sfioriscano. Legata a questa considerazione ne vorrei fare un’altra. Ho letto molte lamentale rivolte al lavoro fatto dall’Associazione Illustratori e l’idea di far nascere un nuovo collettivo. Premetto che io non sono mai stata una loro socia, ho partecipato a 3 riunioni in vita mia e sono stata sempre molto critica nei loro confronti. Diciamo che è molto, molto difficile creare un punto di riferimento, di scambio, di tutela. Ancora di più per una categoria come la nostra, che di regole ne ha davvero poche. Ma l’Associazione ha alle spalle tanto lavoro, tanta ricerca e tante persone che si sono operate per migliorare le cose. Diventa un’impresa incredibile cercare di educare le case editrici a lavorare bene e seriamente, se la collaborazione tra quelli della categoria è scarsa. Se esistono degli illustratori che accettano di fare un libro gratis, per esempio. Dobbiamo, prima di tutto, rispettarci e rispettare il nostro lavoro.
    In chiusura dunque, volevo spezzare una lancia in favore dell’A.I, che ha da poco cambiato direttivo. Alla guida ci sono delle persone giovani che mi sembrano molto sensibili e propositive. A loro ho davvero voglia di dare fiducia e forse con l’aiuto di tutti riusciremo a migliorare qualcosa. buona giornata a tutti!

  44. 44 mad
    1 Dicembre, 2008 at 15:25

    che sconforto… se Roberto Innocenti stesso è trattato così, che speranze ci sono per i giovani illustratori (tra cui me)?
    mi son trovata spesso a dover accettare dei progetti quasi a scatola chiusa, senza sapere quando sarei stata pagata, quanto; senza il tempo per lavorarci adeguatamente.
    Come posso pensare di vivere di una professione del genere? e il triste è che vorrei riuscire a fare quello e basta.
    siamo costretti a rivolgerci per forza all’estero per poter essere rispettati ed avere degli stipendi degni di questo nome?
    e non mi riferisco solo all’illustrazione, ma alla vita lavorativa in generale!
    bisognerebbe fare qualcosa davvero. il blog matiterosse vive, o ancora non esiste?
    dai! uniamoci!

  45. 45 paolo f iorindo
    13 Febbraio, 2011 at 3:46

    Vi ho scoperto quasi per caso. Sono un grafico-pittore-illustratore, ytra ecoline e videodesign. Se il problema sono gli editori, bisogna eliminarli, e trovare altre soluzioni. Esistono anche la cartoleria, la moda, i gadget e i regali aziendali. Se i libri illustrati non rendono abbastanza si cerchino e si creino altre cose, i mercati sono assetati di novità. Poi bisogna mettersi in testa un cappello strano e bussare alle televisioni per presentare i suoi lavori (libri); il pubblico vuole l’artista “pazzo”, e se l’artista non accontenta il pubblico poi non si lagni se non vive del suo lavoro. E po bisognerebbe evitare assolutamente di rifare lavori già fatti e altre cosucce melense e depresse… e infine accelerare il lavoro: non ci si può impiegare una settimana per fare un disegnetto quando un fumettaro riesce a fare anche quattro (o più) pagine in un giorno.
    Ah, dimenticavo: non firmate MAI con un nome italiano.
    Ciao!

  46. 46 paolo fiorindo
    13 Febbraio, 2011 at 3:51

    Ripubblico corretto
    (maledetta fretta…)
    Vi ho scoperto quasi per caso. Sono un grafico-pittore-illustratore, tra ecoline e videodesign. Se il problema sono gli editori, bisogna eliminarli, e trovare altre soluzioni. Esistono anche la cartoleria, la moda, i gadget e i regali aziendali. Se i libri illustrati non rendono abbastanza si cerchino e si creino altre cose, magari meno sofferte e e raffinate e più “grafiche”, i mercati sono assetati di novità. Poi bisogna mettersi in testa un cappello strano e bussare alle televisioni per presentare i propri lavori (libri o altro); il pubblico vuole l’artista “pazzoâ€, e se l’artista non accontenta il pubblico poi non si lagni se non vive del proprio lavoro. E poi bisognerebbe evitare assolutamente di rifare lavori già fatti e altre cosucce melense e depresse… e infine accelerare il lavoro: non ci si può impiegare una settimana per fare un disegnetto quando un fumettaro riesce a fare anche quattro (o più) pagine in un giorno.
    Ah, dimenticavo: non firmate MAI con un nome italiano.
    Ciao!