Franchette and Jeannot, by Françoise

Franchette and Jeannot, a little story with pictures by françoise, 1937
Françoise Seignobosc è nata in Francia nel 1896, ma è presto emigrata negli Stati Uniti dove ha riscosso, tra gli anni 30 e gli anni 40 del secolo scorso, un grandissimo successo.
Questo bel libro sulla storia a lieto fine di un amore è appena entrato nella mia collezione. Ecco alcune immagini.


Corso: I MECCANISMI NARRATIVI DELL’ALBUM ILLUSTRATO (Udine)

Laboratorio teorico pratico sui meccanismi narrativi dell’album illustrato (ancora 9 posti disponibili).
NB: Non è necessario saper disegnare per partecipare.

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CON: ANNA CASTAGNOLI
QUANDO: domenica 12 giugno, dalle 9:30 alle 18:00
DOVE: Libreria per ragazzi La Pecora Nera, via Gemona 46, Udine
COSTO: 100 euro
INFO E PRENOTAZIONI: libreriapecoranera@gmail.com o chiamando lo 0432 1743494

L’album illustrato è un medium ibrido e complesso. Immagini e parole si fondono in una lingua che sembra semplice e inafferrabile allo stesso tempo. Siamo allenati a comprendere i meccanismi narrativi del linguaggio, le sue strutture, i suoi toni retorici: ma come ci ‘parlano’ le immagini?

A CHI E’ RIVOLTO IL CORSO
Illustratori o aspiranti illustratori, bibliotecari, autori, librai, educatori e a chiunque sia interessato a capire meglio come funziona l’album illustrato.
Non è necessario saper disegnare.

PROGRAMMA
Quando sfogliamo un album, non vediamo solo le parole e i contenuti delle illustrazioni.
La morfologia dell’immagine (composizione), lo stile con cui è disegnata, la direzionalità geografica degli elementi rappresentati (Cappuccetto Rosso andrà sempre nel bosco camminando verso destra), l’impaginazione, sono tutti elementi che intervengono in modo discreto, ma determinante, alla costruzione del senso.
Nella prima parte del corso, studieremo come ‘parlano’ le immagini, per capire con più chiarezza quale è il linguaggio specifico dell’album illustrato, e perché proprio questo medium è così adatto ai bambini.
Nella seconda parte del corso studieremo e giocheremo con le immagini in sequenza, per osservare i principali meccanismi della narrazione sequenziale.
Il corso, prevalentemente teorico, sarà intervallato da esercizi didattici.
Useremo matite, collage e carta da lucido per sperimentare e capire in prima persona gli argomenti trattati.
Il materiale è fornito dalla libreria ed è incluso nell’iscrizione.

Vi aspetto!
Anna Castagnoli


A tavola bambini! Bambini educati e bambini selvaggi

Suzanne de Bourbon, Jean Hey (1491-1521)

“Perché la bontà naturale del bambino traspaia da tutte le parti (e riluca sul viso), che il suo sguardo sia dolce, rispettoso, onesto; degli occhi furbi sono indizio di violenza; degli occhi fissi, segno di sfrontatezza; degli occhi erranti e sgranati, segno di follia; che non guardi mai di traverso, perché è tipico dei sornioni, di qualcuno che medita una cattiveria; che non siano troppo spalancati, tipico degli imbecilli; si diceva già questo all’epoca di Socrate: abbassare gli occhi e sbattere le ciglia è un segno di leggerezza; tenerli immobili è il segno di uno spirito pigro; due occhi penetranti indicano irascibilità; troppo vivi e eloquenti, segno di un temperamento lascivo. Importa soprattutto che dagli occhi traspaia uno spirito calmo e rispettosamente affettuoso. Non è per caso, in effetti, che è stato detto dagli antichi saggi: ‘L’anima ha il suo trono nello sguardo’.
Le antiche pitture ci insegnano che un tempo era segno di una modestia esemplare tenere gli occhi semi-chiusi; parimenti, presso gli spagnoli, guardare qualcuno abbassando leggermente le palpebre è un segno di educazione e amicizia.
Sappiamo anche, dai quadri, che le labbra giunte e serrate erano, in altri tempi, indizio di rettitudine.”
Erasmo da Rotterdam, De civilitate morum puerilium, 1530

1820Flowers of Instruction: or Familiar Subjects in Verse, Inghilterra 1820

Per preparare il corso Le immagini, le parole, l’infanzia ho letto o riletto alcuni libri che raccontano la storia dell’infanzia.
Nel privato, questa lunga e oscura storia ha forse avuto i suoi momenti di tenerezza e attenzione; ma nel pubblico, nell’idea di infanzia che intere società hanno condiviso più o meno consapevolmente, è stata una storia riassumibile in una manciata di parole: un lunghissimo, impunito, abuso di potere.

Fränzchen Nimmersatt, Grünstein Georg Tippel, Germania 1900

La tanto applaudita ‘modernità’, quella che noi chiamiamo con orba presunzione ‘civilizzazione’, ha avuto un costo fisico e morale inaudito, ed è stato pagato, quasi interamente, dai bambini.
I libri illustrati sono stati (e continuano ad essere) uno degli strumenti più subdoli e raffinati per offrire modelli comportamentali.
A titolo di esempio, vi posto alcune rappresentazioni dei bambini a tavola.
La tavola è, per eccellenza, il simbolo della civilizzazione (interessantissimo, su questo tema: Il crudo e il cotto di Claude Lévi-Strauss). Osservate come il bambino buono e il bambino maleducato sono due facce della stessa medaglia.
Il bambino maleducato, poi, trova il suo modello idealizzato nel bambino selvaggio, rappresentato anche, per allegoria, da un animale (quasi sempre proveniente dalla savana o dalla giungla).
È importante riflettere sul fatto che in tutti questi modelli, anche quando sono spiritosi, il bambino viene definito della sua relazione con la civilizzazione di stampo borghese.

SLIDE_WIL07Wild, Emily Hughes,  2013

Nel 1700, dei popoli colonizzati si diceva che erano ‘ingenui come bambini’, e dei bambini si diceva che erano ‘come selvaggi’.
Selvaggio-bambino: un paradigma indissolubile che non è ancora passato di moda. Si pensi al recente successo di Wild di Emily Hughes, dove la protagonista addenta felice un pesce crudo e sceglie di tornare a vivere nella giungla, lontano da quella civiltà che Russeau, nell’Emilio, aveva definto la sola ‘corruttrice dell’anima innocente del bambino’ (ragionando su questa idea roussoniana che ha fatto epoca, Michel Tournier si domanda, giustamente, come siamo arrivati all’idea che la miglior educazione per un bambino possa essere quella di farlo crescere segregado ai margini della nostra stessa società).
Non siamo ancora stufi di questi due modelli?

Anna Castagnoli

Struwwelpeter, Heinrich Hoffmann, 1845
1book24-1Alice’s Adventures in Wonderland, ill. John Tenniel, 1865
Marie sans soin, Bertall, 1894
La journé de Roger, M. Vanasek, Parigi 1920
Histoire de Babar, Jean de Brunhoff nel 1931
andre-francois-crocLes Larmes de crocodile, André François, Delpire 1956

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IMG_2140_modificatoE allora tu che cosa dici? Sesyle Joslin e Murice Sendak, Emme 1958

tigre2The Tiger Who Came to Tea, Judith Kerr, 1968

Where the wild things are, Maurice Sendak, 1963

Une vie exemplaire, Floc’h, Hèlium 2011
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modanA cena dalla regina, Rutu Modan, Giuntina

Vi lascio un po’ di bibliografia:
De civilitate morum puerilium
, Erasmo, 1530
Traité de l’Éducation des filles
, Fénelon, 1687
Le avventure di Telemaco
, Fénelon , 1699
Pensieri sull’educazione
(Some Thoughts Concerning Education), John Locke, 1693
Emilio o dell’educazione, Jean-Jacques Rousseau 1762
L’Enfant et la vie familiale sous l’Ancien Régime, Philippe Ariès, 1960
Storia dell’infanzia
(II volumi) Egle Becchi, Laterza (fuori edizione in italiano, si trovano in francese).
Enfants de tous les temps de tous le mondes, Jérome Baschet. Gallimard Jeunesse
Il bambino estraneo, nascita dell’immagine dell’infanzia nel mondo borghese, Dieter Riechter, edizioni Storia e Letteratura


Tesori dalla Fiera di Bologna: Il catalogo ‘Die Tolle Hefte’

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Susanne Rotraut

“Per me è una missione fondamentale mostrare l’illustrazione come parte della storia dell’arte e della cultura. Ed è anche per questo che dobbiamo parlare di illustrazione in termini accademici, artistici e critici, guardando alle nostre radici e all’illustrazione più giovane, al lavoro degli artisti, alle loro biografie e bibliografie.”

(Susanne Rotraut. Da ‘Il carattere è solo ostinazione‘. Tolle Hefte, Orecchio Acerbo 2016)

Un altro tesoro che mi sono portata a casa dalla Fiera di Bologna è il catalogo della mostra Tolle Hefte. Libri folli e bellissimi, edito da Orecchio Acerbo.
Die Tolle Hefte è il nome di una collana di piccoli e curiosi libri d’artista, curata da un editore geniale: Armin Abmeier.
Abmeier (collezionista, libraio, coltissimo lettore) ha voluto associare testi inediti o dimenticati della letteratura alle illustrazioni più sperimentali. Solo per citarne alcuni degli illustratori che negli anni ha chiamato a raccolta: Anke Feuchtenberger, Atak, Volker Pfüller, Henning Wagenbreth, Axel Scheffler, Blexbolex, Kathrin Stangl, Wolf Erlbruch, Rotraut Susanne Berner, Kitty Kahane, Christoph Feist, Moritz Götze, Sophie Dutertre.

I libri e la spasmodica ricerca artistica di Abmeier sono stati influenzati dal dadaismo e dal surrealismo. Quello che lui voleva era un’altissima qualità artistica diretta al più vasto pubblico possibile. Un manifesto politico, oltre che culturale.
I libri venivano poi stampati con una tecnica off set, una sorta di litografia dove, al posto della pietra, venivano usate delle pellicole fotografiche.
In mostra si potevano osservare le fasi del processo (nel post vedete qualche foto) di stampa e molti dei libri della collana (piccoli, originali, liberatori: stupendi).

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Atak, prima e dopo la stampa del colore

Il catalogo contiene tre libri e tre poster. Uno dei libri racconta l’avventura editoriale di Die Tolle Hefte e raccoglie diverse interviste agli autori e a Abmeier (le conversazioni che hanno preceduto l’allestimento della mostra); un altro ospita una lunga e illuminante intervista all’illustratrice Susanne Rotraut, moglie di Abmeier e premio Andersen 2016; il terzo, preziosissimo documento, è uno scritto del grande pedagogo Pestalozzi del 1778: una serie di ritratti di bambini, scarni e commoventi, ospiti dell’orfanotrofio gestito da Pestalozzi stesso.

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Schizzi di Wolf Erlbruch per un numero di Tolle Hefte

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Henning Wagenbreth

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Paul Paetzel

I ritratti dei bambini sono commoventi. Se da una parte ci sorprende ricordare come nel 1700 il lavoro dei bambini, domestico e agricolo, fosse una delle attività principali dei bambini, dall’altra, ci sorprende altrettanto scoprire che il canto e il disegno fossero discipline centrali nell’educazione di quegli anni (come nelle nostre scuole, vero?…).
Ascoltando Pestalozzi descrivere i bambini:

Friedly Mynth, di Byssi Amts Aubonne, residente a Worblauffen, è debolissima, inadeguata a svolgere qualsivoglia lavoro faticoso, dotatissima per il disegno. È una creatura contraddistinta da un ardente estro artistico, lievemente perfida. Il disegno è l’unica cosa che sa fare, è qui da un anno e mezzo e ha dieci anni.

Mi è venuto spontaneo chiedermi, con un groppo in gola: “Dove sei Friedly? E tu Susanne, originaria di Elfingen? In quale piega del tempo vi siete persi? In quale altra vivete ancora?

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Rikka Laasko, immagine di Lisbet Vogt

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Paula Bulling, immagine di Rudi Bachli

Qui sotto due libri di Susanne Rotraut per la collana Tolle Hefte. La Rotraut è una delle mie illustratrici preferite.

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Insomma, una collezione di bellezza pura, grazie Armin Abmeier. 
Anche il catalogo è imperdibile, potete scaricarne alcune pagine in pdf e acquistarlo sulla pagina di Orecchio Acerbo.

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Dalla pagina della rivista e Associazione Culturale Hamelin:

Armin Abmeier è nato a Göttingen nel 1940. Libraio diplomato, interessato ai libri illustrati e ai fumetti, negli anni Settanta e Ottanta è stato rappresentante editoriale per editori del calibro di Hanser, Schirmer/Mosel, Wagenbach, Steidl, MaroVerlag, Rainer Verlag. Grande lettore e appassionato collezionista, nel 1991 ha pubblicato la prima edizione della collana Die Tollen Hefte, con la casa editrice MaroVerlag (a cui è poi seguita dal 2001 la Büchergilde Gutenberg). Si impegna fin da subito a promuovere i suoi libri e autori, organizzando dal 1996 diverse mostre e conferenze in accademie e scuole d’arte, festival di fumetto, librerie a Berlino, Lipsia, Francoforte, Amburgo, Pechino, Osaka, San Paolo, Gent e New York.Insieme alla moglie Rotraut Susanne Berner è stato iniziatore e curatore della fondazione Stiftung Illustration di Troisdorf. Nel 2007 ha ricevuto una menzione speciale al Bologna Ragazzi Award. Nel 2010 ha aperto la sua galleria, la Tolle Galerie di Monaco di Baviera. Armin Abmeier è scomparso il 24 luglio 2012.

Rotraut Susanne Berner è nata a Stoccarda nel 1948. È un’illustratrice ed autrice riconosciuta e premiata a livello internazionale. Dopo gli studi di graphic design presso la Fachhochschule di Monaco di Baviera, dal 1977 ha lavorato come freelance nel campo pubblicitario, come grafica e illustratrice. I suoi libri sono stati premiati con importanti riconoscimenti. È stata nominata più volte per l’Astrid Lindgren Memorial Award e per il Premio Hans Christian Andersen, per il quale si è candidata finalista nel 2016. Nel 2006 le è stato assegnato il Premio Speciale per l’Illustrazione al Deutscher Jugendliteraturpreis per l’opera completa. Vive a Monaco dove ha sede la sua galleria, Tolle Gallerie, ed è curatrice del progetto Die Tollen Hefte, gestito in precedenza in collaborazione con il marito Armin Abmeier, ideatore e primo editore di questa collana di libri. Nel 2005 è stata fra gli iniziatori della fondazione Stiftung Illustration di Troisdorf, di cui è curatrice dal 2012. Continua a illustrare e a scrivere libri per bambini e per lettori adulti.


Liederfibel: un mondo a ritmo di musica

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Liederfibel
, Heribert e Johannes Grüger, Ostdeutsche Verlagsanstalt Breslau 1941

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Una delle recenti acquisizioni della mia modesta collezione di libri illustrati antichi è questo piccolo capolavoro: Liederfibel, di Heribert e Johannes Grüger, del 1941.
Heribert era musicista, suo fratello illustratore. Insieme, hanno dato vita a un universo incantevole, che la mia ignoranza musicale non mi permette di decifrare.
Vorrei capire in che modo le immagini giocano il ruolo di note: seguono graficamente la melodia generale? O fanno da controcanto, indicando come vanno cantate le filastrocche?
In ogni caso, il libro è ipnotico. Nelle immagini si profila un mondo mai visto, dove ogni genere di animale, vegetale, essere umano, astro, la terra stessa, segue nuove traiettorie esistenziali: a ritmo di musica.
Non è sublime?

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Tesori dalla Fiera di Bologna: Kim Seung-Youn

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L’ho scoperto in fiera, per poi scoprire che era già stato pubblicato nel 2013 da Didier Jeunesse con il titolo: La jeune fille à la laine.
Lo ha scritto e illustrato l’illustratrice coreana Kim Seung-Youn.
Il libro inizia come una fiaba, con una mamma che mangia una pesca e rimane incinta. Un seme di pesca le è andato per traverso e la bambina che nasce non parla.
Una sera la mamma si mette a fare la maglia e spiega alla bambina che con la lana si può fare tutto quello che si desidera. La bambina per la prima volta esclama: «Lalènne ! Lalènne!». E da quel giorno tutti la chiamano ‘Lalènne’.
Lalènne con la lana cerca di fare un papà.
Poi cresce e apre un negozio di maglieria.
Questa è, all’incirca, la storia. Me l’ha spiegata in Fiera una gentilissima (e pazientissima) agente coreana , ma non ho capito bene tutto.

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Benché lo stile di Kim Seung-Youn abbia una nota leziosa che non è troppo sulle mie corde, il libro mi ha conquistata dal primo istante.
Mi piacciono in particolare tre cose.
– La delicatissima paletta cromatica.
– Il rapporto con lo spazio bianco e la geometria composta delle forme. Kim Seung-Youn reinterpreta, in chiave moderna, il gusto dell’illustrazione d’avanguardia russa e tedesca dei primi del ‘900.
-Il fatto che la bambina cresce nelle immagini. La si può osservare neonata, bambina e poi ragazza.

Sull’affascinante tema di un padre assente che si vorrebbe ricreare non posso dire nulla perché non ho capito del tutto la storia. Aspetto di leggerla in francese.

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