L’Italia vince al concorso messicano “A la Orilla del Viento” 2012

21 Novembre, 2012

Ancora l’Italia in testa ai concorsi internazionali! La vincitrice dell’edizione numero 13 del prestigioso concorso di illustrazione A la Orilla del Viento è la veneziana Daniela Iride Murgia. Il suo progetto-libro ¿Quien era Max? (Chi era Max?) è stato selezionato tra 580 progetti provenienti da molti paesi, e si è aggiudicato una bella pubblicazione nella collezione Los Especiales de A la Orilla del Viento e un sostanzioso premio in denaro.
In giuria: María Beatriz Medina (Venezuela), l’illustratore Javier Zabala (Spagna), l’artista Fernando Vilela (Brasile).
Su questo pdf del Fondo de Cultura Economica trovate le motivazioni della loro scelta.

Intervista a Daniela Iride Murgia
di Gioia Marchegiani

Daniela, avevi già partecipato alle passate edizioni di questo concorso?
No, questa è la prima volta.

Quando esce il bando di un concorso, a volte, ci si trova impreparati, per mancanza di tempo o perché non si ha un progetto che corrisponda al tema proposto. Avevi già pronto questo progetto o lo hai realizzato appositamente per questo concorso?
In quel periodo stavo ultimando questo progetto ed altri, ma questo mi è sembrato il più valido da inviare. Credo sia molto importante non risparmiarsi, quasi sempre le tavole e i progetti che presento ai concorsi li preparo ad hoc, prestando molta attenzione a quello che è richiesto nel bando.

So che il tuo progetto ha come tema l’artista Max Ernst. Sono sempre interessanti gli incontri o le suggestioni che portano alla nascita di un’idea. Ci puoi raccontare la genesi del tuo progetto e parlarci della tecnica con cui lo hai realizzato?
Questo progetto ha avuto un iter piuttosto lungo… è fatto di collage, ma anche di molto disegno e segno, e di “concettoâ€, proprio lungo la linea di pensiero dello stesso Max Ernst.
Volevo creare un albo su Max Ernst, ma un Max Ernst bambino, nel quale esistessero già in erba tutte le sue promesse future.
Come anche per gli altri albi illustrati che realizzo, anche questo è stato realizzato con tecniche prettamente manuali. Si tratta di collage in cui molte parti sono disegnate a china e poi assemblate: ho usato acquerello, pennino, cucitura, paper cutting, matita.
In fondo, raccontando la storia del piccolo Max non ho fatto altro che raccontare quello che accade a bambini resi presto molto sensibili dai trascorsi della vita. Io e il piccolo Max abbiamo molti segreti in comune.
Un albo su Max Ernst perché è stato, e rimane, il massimo interprete sul piano tecnico e filosofico del collage.

Schizzi e appunti di idee per la genesi del progetto

Hai impaginato tu il testo con le illustrazioni?
Si, l’ho impaginato io e devo dire che si vede perché il lettering non è di certo il mio forte, penso che sia fondamentale avere l’apporto di un grafico!

È molto importante presentare bene il proprio lavoro. Come hai rilegato il prototipo del tuo libro?
L’ho rilegato nel mio studio, l’ho stampato usando carta professionale e una buona stampante e sono stata soddisfatta del risultato: nessuna copisteria, anche la migliore, riesce a fornirti una stampa così. L’unico problema è il formato, al massimo riesco a stampare un A3 che poi tagliato risulta parecchio ridotto. Quindi la maquette non riesce mai ad essere uno a uno. Il libro l’ho incollato a mano facendo un lavoro certosino per far combaciare perfettamente le pagine e poi rifilando con delle lunghe forbici specifiche per il taglio della carta… tipo di colla usata: la velenosissima spray Mount, ti uccide con lentezza, ma ti dà una gioia immediata!

Come hai saputo dell’esito del concorso?
La notizia mi è arrivata una sera tardi, per via del fuso orario. Mi hanno chiamato per telefono, la telefonata è stata esilarante, i messicani sono calorosi e anche io non scherzo a volte, sembrava ballassimo insieme sul filo del telefono.

Quest’anno sei stata selezionata anche al celebre concorso Illustrarte. Hai avuto riscontri in ambito professionale?
Illustrarte è stata una soddisfazione, ma in realtà un altro traguardo importante che mi è valso un contratto con la casa editrice Kalandraka è stato una menzione come finalista al concorso Compostela 2012.

Ti senti di consigliare agli illustratori esordienti di partecipare ai concorsi di illustrazione?
Si, assolutamente, è un modo per crescere. Io i concorsi li ho fatti soprattutto per darmi delle scadenze, per non cadere nell’apatia, per tenermi attiva e in tutta sincerità ogni volta il mio pensiero non era quello di dover vincere, ma di realizzare il progetto al meglio perché questo mi sarebbe poi rimasto.

Max e Leonora si amavano

5 Risposte per “L’Italia vince al concorso messicano “A la Orilla del Viento” 2012”

  1. 1 laura38
    21 Novembre, 2012 at 12:47

    Complimenti per la vittoria e grazie per l’intervista!

  2. 2 Alessandro Bonaccorsi
    21 Novembre, 2012 at 13:39

    Bella vittoria e belle parole: condivido il consiglio ultimo per gli esordienti. È fondamentale fare dei Side Project per crescere e per attirare i lavori che desideriamo.
    Brava Daniela!

  3. 3 miguel
    21 Novembre, 2012 at 18:07

    Complimenti Daniela e grazie per l’intervista! Anche confrontarsi con le deadline dei concorsi sono importanti perche come in altri lavori il tempo per fare i libri sono limitati e di solito stretti.

  4. 4 Daniela Iride Murgia
    21 Novembre, 2012 at 19:37

    Grazie a voi!

    Si Miguel, in fondo penso sia ancora più difficile rispetto a quando c’è una “committenza”, perchè in quel caso sappiamo di dover stare entro certi tempi, che addirittura per i magazine o periodici diventano ancora più stretti, ma in quei casi c’è l’adrenalina a spingere e a tenerci su, nel caso di un albo completamente elaborato di sana pianta, c’è da confrontarsi con la solitudine, il dubbio perenne, la disciplina che ti devi dare da solo perchè non c’è nessuno a guidarti, a “illuminarti” o ad alitarti sul collo…

  5. 5 AlmaCattleya
    21 Novembre, 2012 at 21:22

    Complimentissimi a Daniela per la vittoria. Inoltre il suo consiglio è davvero significativo. Il fatto è che troppo spesso si aspetta di leggere un concorso per portare avanti un progetto, ma così si rischia di fare le cose in fretta, di non riuscire a finirlo oppure, ancora peggio, di spedirlo trascurato. La presentazione è tutto.
    E poi si rischia appunto di poltrire. Lavorare in casa senza nessuna scadenza magari ti lascia fiato però poi si rischia di diventare apatici, come dice giustamente Daniela.
    Grazie e ancora complimenti.