“Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? / 2, conclusioni
22 Maggio, 2008Rileggi: Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? / parte 1
(Leggi “Carll Cneut, parte I)
(Leggi “Carll Cneut, parte II)
(Leggi l’intervista a Carll Cneut)
Eccomi di ritorno!
Vi ringrazio tantissimo, di cuore, per la pazienza e la voglia di spiegare il vostro punto di vista (post 90), portando esempi e materiale e articoli per difendere una posizione o l’altra. Credo che questa discussione sia preziosissima, e non credo si possa esaurirla facilmente. Cosa non è adatto ai bambini, cosa è adatto?
Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005
Partendo dal dato di fatto che oggi i bambini vivono in un mondo NON-ADATTO a loro, è di fondamentale importanza restare vigili su quello che offriamo loro a livello culturale. Ciò nonostante la censura è, a mio avviso, operazione pericolosissima, più pericolosa di uno sporadico libro dai contenuti inadatti.
Non dico non debba esistere un filtro, ma dovrebbe sempre essere frutto di una accuratissima e impietosa riflessione. Noi con il nostro sapere ci sentiamo adatti a giudicare cosa è adatto ai bambini? Questi giudizi e questa sicumera mi sembrano molto più “a rischio” di ledere l’infanzia che la presenza di qualche libro inadatto in un reparto infantile. In modo particolare se il libro è frutto della fantasia di un autore (dunque un prodotto dell’inconscio) e non di un’operazione commerciale (come molti bruttissimi libri che popolano come baldanzosi impuniti assassini i reparti per bimbi). Ma questa è una mia personalissima opinione.
Where the Wild Things Are, Maurice Sendak, Harper & Row 1963
“Where the Wild Things Are†(Max nel paese dei mostri selvaggi) di Maurice Sendak negli anni ‘60 era stato oggetto di un dibattito furibondo e interminabile in Francia perché tacciato di essere pericoloso per le menti dei bambini. Ci furono librai che lo vendettero con note tipo “non lasciare i bambini soli con questo libroâ€, psicologi per l’infanzia che pubblicarono articoli in cui veniva dimostrata la pericolosità del libro per la psiche dei bambini, etc. Oggi, conoscendo il libro, ci rendiamo conto di quanto questo disagio fosse un problema degli adulti, e uno specchio della morale del tempo, che faceva ancora fatica a misurarsi con la verità delle pulsioni del bambino.
Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005
La storia di Greta è un caso ancora più estremo. E’ una storia “veraâ€. E’ la storia di una bambina che crescendo diventa folle e, rifiutata dagli altri, si uccide. Si possono trovare storie simili, altrettanto violente, in tutte le nostre città . Quando passiamo vicino ad un senza-dimora sdraiato per terra, senza regalargli né un sorriso né una parola, magari coi nostri bambini per mano, o quando non abbassiamo il vetro del finestrino per non essere infastiditi dall’ennesimo lavavetri, non siamo molto diversi dalla gente che se ne infischiava di Greta e della sua follia. I bambini riconoscono Greta (e la nostra indifferenza) meglio di noi, in un’innocente passeggiata quotidiana per le strade delle nostre città .
Si vorrebbe che l’arte ci consolasse del male del mondo. Vorremmo almeno in un libro “salvare Gretaâ€. Invece il libro in questione ci scaraventa davanti una storia, raccontandocela nuda e cruda nella sua realtà atroce. E’ un documentario. Il messaggio che dà il libro, se proprio è necessario trovarne uno, è quello della verità della cronaca: l’esclusione del diverso provoca la morte.
Immagine presa sul blog Interet General-Info
Mi sembra che nei commenti abbiamo fatto un giro piuttosto ricco delle argomentazioni possibili. Provo a sintetizzare le diverse posizioni:
Contro:
– Una storia come quella di Greta non incarna i requisiti necessari affinché il bambino possa, attraverso la lettura, compiere una parabola emotiva capace di aiutarlo a dominare le sue ansie. Non ci sono né buoni né cattivi in cui identificarsi. Non vincono i buoni. (Bettelheim citato da Cristina).
– Il libro non è per bambini perché è sprovvisto di un messaggio adatto a loro, e non avrebbero dovuto pubblicarlo in una collana per l’infanzia (mancano collane in cui pubblicare album per adulti).
– Il libro è troppo angosciante per essere letto dai bambini, come conseguenze possibili:
- I bambini possono leggerlo lo stesso, ma se accompagnati.
- I bambini non possono leggerlo, ne verrebbero inutilmente angosciati.
Pro:
– E’ importante che nel panorama editoriale ci siano anche libri come Greta la Matta, in cui alcuni bambini possano ritrovare una storia che somiglia alla disperazione che sentono dentro di loro (quanti bambini esclusi e soli desiderano morire?). Ritrovando la loro angoscia in forma di storia, possono esternarla e dare all’adulto l’occasione di aiutarli.
– Un libro come Greta ci è scomodo perché ci obbliga a dare al bambino una spiegazione sul male che abita le nostre città , le nostre televisioni, i nostri quotidiani. Qui sta la sua importanza. Possiamo, insieme al bambino, usarlo come punto di partenza per una discussione sull’indifferenza contemporanea verso chi è diverso (straniero?).
– Sono libri-eccezione, rappresentano una minoranza nel panorama editoriale, un adulto può scegliere se comprarlo per i suoi bambini o meno (il filtro è posto al momento dell’acquisto e non durante la produzione editoriale. Per cui il bambino è comunque protetto).
– L’educazione culturale può essere un modo per accompagnare il bambino alla scoperta del mondo, anche nei suoi aspetti più tragici. Il libro angosciante come veicolo omeopatico per questa educazione alla realtà del mondo.
– Ai bambini piacciono le storie di paura.
-La produzione di un libro (l’attività creatrice di scrivere una storia) non deve farsi influenzare da problemi morali.
Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005
Tutte queste opinioni sono condivisibili e rispettabili. Per quanto abbia trovato alcune posizioni “contro” un filino esagerate, sono d’accordo sul fatto che forse il libro non è pensato esattamente per i bambini. Resto in ogni caso convinta che sia prezioso che un libro così sia presente, con la sua provocazione, in un reparto di libri per l’infanzia (là dove vorremmo che tutto fosse lieve e giusto). Perché è forte. Perché è diverso. Perché è tutto al contrario. Perché, proprio come Greta, il libro ci obbliga a fare i conti con la nostra paura del diverso, del non addomesticato, del nuovo. E perché penso che la creatività non debba porsi quesiti del tipo: che messaggio voglio dare. Soprattutto se rivolta ai bambini. Dubito che un libro qualsivoglia possa realmente traumatizzare un bambino, o angosciarlo più di quanto l’angoscia non sia già acquattata in lui.
Mi piacerebbe molto ora sentire “i bambini”. Questo popolo silenzioso e sconosciuto. Per la qual ragione faccio appello a librai, bibliotecari, educatori, babysitter, amici di librai e amici di mamme che hanno comprato il libro, mamme, zie, maestre… perché indaghino: che reazioni hanno avuto i bambini alla lettura di Greta la Matta? Vi pregherei di non fare esperimenti mirati e di cercare di essere “neutri”. I bambini quando sono “osservati” non sono gli stessi liberi pensatori di quando nascosti in un angolo inventano meravigliosi giochi o assassinano formiche.
Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005
NB: Non possono venir pubblicati i numeri di vendita del libro in Europa. Ma è importante che sappiate che in Italia il libro ha venduto sì bene, ma meno bene che in tutte le altre nazioni. Nelle statistiche di vendita di Greta la Matta, l’Italia è un caso a parte. Credo dunque che in queste nostre discussioni conti molto l’atteggiamento che abbiamo come italiani verso l’infanzia. Purtroppo capire come entra in gioco nei nostri giudizi significherebbe capire il contesto culturale di cui siamo imbevuti. Operazione quanto mai ardua.