Carll Cneut, analisi del suo stile / parte 2

10 Maggio, 2008

(Leggi “Carll Cneut, parte I)
(Leggi l’intervista a Carll Cneut)

(Leggi il dibattito su Greta la Matta…)

In questo post analizzeremo due tavole tratte da Greta la Matta di Carll Cneut, un libro-omaggio all’omonimo quadro di Bruegel il Vecchio. Vedremo come l’illustrazione per bambini può essere un’espressione come altre dell’arte moderna.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Nella tavola qui sopra un giullare tira una grossa palla blu sulla scena principale e copre la protagonista, siamo alla quarta tavola del libro. Greta la Matta inizia così la sua discesa verso la follia e gli inferi. Nel testo viene raccontato che la piccola Greta crescendo “diventa folle” e fugge alla ricerca del diavolo, sparendo. Diventare folli è questo: non poter più essere presenti, diventare socialmente invisibili.

Guardate con che raffinatezza semantica l’immagine ci dice tutto questo: Il giullare, che nelle carte dei tarocchi è “il folle”, e nella tradizione del teatro elisabettiano “colui che rivela la verità” copre alla vista Greta (nelle tavole precedenti era al centro della folla). Come in una scena teatrale, dove scenografia e azioni funzionano solo se viste dalla prospettiva della platea, è alla nostra vista di lettori che Greta viene celata.

Nell’ultima tavola del libro (dopo molte pagine di storia e illustrazioni, in cui Greta trova finalmente il diavolo e la morte), ritroviamo la stessa scena vista un istante dopo.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

La grande palla blu ha sorvolato la scena, scoprendo quello che nascondeva all’inizio: Greta è morta. Tutta la storia della povera Greta si è svolta durante questo istante di blackout. Se avrete l’occasione di rileggere il libro noterete che in nessun punto della storia si parla di giullari che tirano palloni, in nessun punto del testo viene detto che la storia di Greta è un sogno o un lampo di follia. E’ la fantasia dell’illustratore che ci regala questa sublime interpretazione della vita di Greta e della sua morte.

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Osservate qui sopra le due tavole a confronto. Giocate a trovare le differenze. E’ passato davvero solo un attimo. Il tempo di giocare alla cavallina sulle spalle di un amico (in basso a destra) e cadere dall’altra parte. Greta era dunque morta già all’inizio della storia?

La morte è l’unica catarsi possibile di una vita colpita dal dolore e dalla follia? No, qualcosa di meno plateale ha l’ultima parola. Imparate a guardare le tavole di Carll Cneut come investigatori, prendete una lente. Al centro di entrambe le illustrazioni, nel punto esatto creato dalla traiettoria della palla blu e della diagonale del foglio, troverete un piccolissimo asso di cuori. Perno di tutta la scena.

Ma ora passiamo a studiare queste due tavole da un punto di vista formale. L’omaggio ai Bruegel è dovuto. Quello che non è facile cogliere subito, distratti dai simpatici personaggi che danzano, è l’omaggio all’arte moderna. Nella struttura dell’ultima tavola, ad esempio, troviamo le stesse forze e gli stessi pesi compositivi di un quadro di Kandinsky.

Pieter Bruegel, The Peasant Wedding, 1620

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Vassily Kandinsky, Schwarzer Fleck, 1921

Studente e poi insegnante alla Bauhaus, Vassily Kandinsky passò la vita a cercare di tradurre nei suoi quadri come colori, linee, forme triangolari o quadrate, cerchi, siano tutte “forze” che hanno un effetto sullo spettatore, non solo sulla sua retina, ma sul suo spirito.

Se Kandinsky fuggiva dal “figurativo” per pigiare con più forza le singole note sulla sua tastiera pittorica, nelle tavole di Cneut è la decontestualizzazione dal paesaggio che libera l’energia delle forme e dei colori. Il bianco della carta che danza intorno alle figure le trasforma in “elementi” la cui forza cinetica si sprigiona con maggiore potenza e libertà.

Nel prossimo post continueremo ancora per un momento ad analizzare queste due tavole, e studieremo una delle leggi fondamentali codificate dalla Bauhaus

Yves Klein, Blue Disk, c.1957

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Segue…