Nel buco: un’intensa avventura tra i colori

17 Settembre, 2018


È andata così: alla Fiera di Bologna, le gentilissime editrici di les cerises mi hanno regalato una copia del loro ultimo libro, Nel buco, mentre stavo per iniziare una conferenza.
L’ho messo nello zaino insieme ad altri libri. Finita la Fiera ho fatto tappa a Genova, dalla mia famiglia, dove erano in visita anche i miei nipoti.
La sera, prima di dormire, ho sfogliato velocemente i libri di Bologna. Sfogliando Nel Buco, che è una successione di pagine nelle quali un buco viene riempito di manciate diverse di pigmenti colorati, ho pensato che era carino ma troppo estetico e fine a se stesso, e mi sono addormentata. Il giorno dopo ho letto diversi libri di Bologna ai miei nipoti, ma non Nel buco.

La seconda sera, sul comodino, mi ricapita davanti Nel buco. Decido di provare a capirlo meglio, forse la sera precedente mi era sfuggito qualcosa. Conoscevo il progetto editoriale di questa casa editrice (l’avevo intervistata per questo post) e mi piaceva. Va bene, il libro senza parole, la successione casuale di immagini… Ma una successione di manciate di pigmenti che cadono in un buco non era troppo poco per creare una storia adatta ai bambini? Lo risfoglio più lentamente. Per la prima volta, mi accorgo che nella prima pagina non c’è solo un buco nell’asfalto.
Silenzioso, discreto, un insetto nero sta entrando nel buco. Le mie antenne si rizzano.

Cerco di guardare se si vede l’insetto nelle altre pagine. Non si vede. Giro tutte la pagine, a una a una, pensando che l’insetto è sotto tutti quei colori, nascosto da qualche parte. Le pagine sono molte e molto spesso diventa, alla fine, lo strato di pigmenti che si deposita sul buco. L’insetto è soffocato? È ancora vivo?

Alla fine del libro lo ritrovo: esce dal buco lemme lemme, è tutto colorato. Geniale!, penso, e decido di testare il libro l’indomani con i miei nipoti.

Non ve la sto a far lunga: questo libro è diventato, per i cinque giorni che ho passato con i miei nipoti, il solo libro che volevano leggere, soprattutto i due piccolini: Emi, sette anni, e Ao, due e mezzo. Emi aveva inventato una sorta di filastrocca nella quale nominava tutti i colori, e la recitava identica ad ogni lettura, la sua storia iniziava con: “L’insetto entra” e finiva con “L’insetto esce” e applauso.
Ao non diceva nulla, ma dalla tensione del suo corpicino e dal grido di gioia accompagnato dall’applauso che faceva quando l’insetto usciva, capivo quanto si era immedesimato nella prova di questo insetto.

C’è una parola francese che mi piace molto: Endurance. Significa “resistenza”. Mi piace perché, all’interno, ha un corpo che ricorda il suono della parola “duro”, ma lenito ai fianchi dalla delicatezza delle due E.

Endurance è la parola che descrive perfettamente il coraggio del piccolo insetto, che per lungo tempo deve sopportare una montagna farinosa di colori, mentre sta nascosto nel buio.
Per darvi la misura di quanto è stato intensa e coinvolgente questa lettura per il piccolo Ao, vi racconto ancora questo:
Un pomeriggio siamo andati a fare un giro a Recco e ci siamo fermati a mangiare la focaccia in un bar. Il bar aveva dei tavolini la cui architettura è stata prontamente capita da Ao.
Si è infilato nel buco tra le gambe del tavolo e si è accovacciato, ranicchiandosi tutto.
Dopo un attimo nel quale vari rimbrotti gli cadevano dall’alto per farlo alzare, mi ha guardato e come ad aiutare la mia mancanza di fantasia ha ripetuto il suono che sua sorella faceva quando, leggendo il libro, cadevano i colori nel buco: scssss. Ho iniziato a dire: “Rosso!” e fare il gesto di tirare una manciata di colori, poi: “Magenta!”, “Blu!”, “Verde!”… mentre lui non si muoveva.
Alla fine del gioco è uscito dal buco e aveva una faccia così contenta che si sarebbe detta tutta piena di colori.

Anna Castagnoli

Maria Morganti, Nel buco/Dans le trou, les cerises, 2018
Nel buco è realizzato in tiratura limitata di 500 esemplari ed è privo di parole, in modo da poter essere raccontato in tutte le lingue del mondo, in modi sempre diversi, seguendo ciò che di volta in volta le immagini suggeriscono.
Maria Morganti è un’artista milanese che vive a Venezia. Lavora prevalentemente con la pittura. Ogni giorno prepara un colore e lo stende sulla tela, coprendo quello del giorno precedente di cui però lascia una sottile traccia. Nel buco è la trasformazione in storia per bambini di questa ricerca pittorica.
Per informazioni e acquisti: press@lescerises.net

Maria Morganti, Impronta, Carte-Diario, 2010-1012, Venezia, @OttoZoo

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