Sbarcare il lunario: la giornata di un’illustratrice

24 Febbraio, 2012

Stamattina, come ogni mattina, ho sorseggiato il caffè davanti ai miei blog preferiti, e ho letto un post sul blog dei Topipittori che mi ha illuminato la giornata: Sbarcare il lunario: la giornata di un’illustratrice, di Sara Stefanini. Vi invito caldamente a leggerlo perché ha la trasparenza cristallina delle cose belle.

Lucian Freud (pittore ritrattista), in un’intervista, diceva che mentre si ritrae una persona bisogna fare molta attenzione allo sfondo (la camera, o la sala in cui è ritratta) perché ogni persona ha il potere di alterare e influenzare lo spazio che la circonda. Se si è attenti, quando una persona entra in una stanza, si vede mutare lo spazio intorno a lei.

Ho sempre pensato che fosse verissimo. E aggiungerei che la qualità dell’anima delle persone, la loro “aura”, si riflette inesorabilmente sulla qualità del linguaggio che usano (e per linguaggio intendo l’infinità di piccoli gesti, modi di muoversi, essere, bere un caffè, portare a spasso un cane, tenere sollevata la testa davanti a un obiettivo fotografico, scrivere, scegliere un lavoro, che fanno sì che ognuno di noi sia peculiarmente se stesso e non un altro). Questa giornata di Sara Stefanini, così piena di energia, luce, schiettezza, dopo i tre giorni passati a combattere contro fumosi bandi, mi rimette in pace col mondo. Buona giornata a tutti.

19 Risposte per “Sbarcare il lunario: la giornata di un’illustratrice”

  1. 1 sarina
    24 Febbraio, 2012 at 10:56

    Grazie Anna :)

  2. 2 salvador ramos
    24 Febbraio, 2012 at 11:39

    Grazie, e buon giorno, Anna.

  3. 3 massimo
    24 Febbraio, 2012 at 14:37

    incredibile che una come sara incontri tutte queste difficoltà.
    non la conosco ma conosco i suoi lavori e a mio parere ha un talento allucinante.
    le auguro un in bocca al lupo enorme.

  4. 4 mara
    24 Febbraio, 2012 at 14:56

    bellissima la tua descrizione del post (“trasparenza cristallina delle cose belle” è una frase meravigliosa : )e meraviglioso il post di Sara.
    Grazie per averlo pubblicizzato!

  5. 5 monica vannucchi
    24 Febbraio, 2012 at 15:36

    ultra d’accordo con te sul fatto che le persone cambino i luoghi, puoi esserne certa, te lo dico da danzatrice e coreografa e tutto il resto :-)
    e come sempre qui da te trovo cose illuminanti, merci. m.

  6. 6 paolo
    24 Febbraio, 2012 at 16:30

    @ massimo: non riesco proprio a leggere “tutte queste difficoltà”, nel racconto di Sara. Al contrario, ci vedo la sua gioia per il lavoro e l’energia che mette nel farlo. Sono queste sue personalissime doti quelle che, più di ogni altra cosa, la aiuteranno a fare la differenza.

  7. 7 massimo
    24 Febbraio, 2012 at 16:51

    le difficoltà stanno nel fatto che per “campare” uno debba fare 1000 altri mestieri collaterali.

    non si può essere semplicemente illustratori per mestiere?
    musicisti? ecc…

    mi riferivo a questo

  8. 8 Anna Castagnoli
    24 Febbraio, 2012 at 17:23

    @Massimo: si può, ma pochi ci riescono, bisogna produrre un forte volume di libri all’anno e avere una buona rete di editori internazionali che li distribuiscono.
    Oppure vivere in paesi dove ci sono sovvenzioni dello stato che ti aiutano. Oppure sperare che torni la famiglia Medici.
    Hai mai letto i post sul piccolo corso di economia del libro di Plumers?

    http://www.lefiguredeilibri.com/2009/07/24/corso-base-di-economia-del-picture-book-lezione-1/
    e qui quello di Orecchio Acerbo:
    http://www.lefiguredeilibri.com/2009/08/04/orecchio-acerbo-un-calcolo-di-economia-del-libro/

  9. 9 massimo
    24 Febbraio, 2012 at 18:16

    ciao anna
    no non l’ho letto quel post e me lo vado subito a leggere, grazie.

    purtroppo è così, lo so, e non si può fare altro che lavorare tanto e non perdere mai la passione.

  10. 10 chiara c.
    24 Febbraio, 2012 at 18:53

    Bello il post, bella la passione per la propria realizzazione, ma cosa succede quando arriva anche l’amore? Da quello che ho imparato nella mia esperianza decennale in questo lavoro-passione-missione è che dopotutto è sempre un lavoro e non è sempre arricchevole – per riprendere un aggettivo usato in precedenti post- rinunciare a se stessi e, soprattutto, a chi ti sta accanto (che è vero che se ti amano capiscono, ma hanno anche bisogno di attenzioni oltreché camice stirate, latte, pappine o assistenza se parliamo di genitori che diventano anziani)per una professione. Quello che noto, e ho notato, in chi svolge questi lavori-hobby-passioni, e mi ci metto anch’io, è il rischio di diventare egoisti e ambiziosi tanto quanto un primario d’ospedale o un manager d’azienda; con l’unica differenza che lo si amette raramente perchè la giustificazione che si dà a se stessi e gli altri è quella di far cultura. Non so. A volte nel leggere certi post mi sembra di vivere in un mondo un pò fiabesco..

  11. 11 Maggie
    24 Febbraio, 2012 at 19:17

    @chiara c.
    Anche io come te ho questi dubbi, ma credo che alla fine sia una questione di organizzazione e di priorità. La persona in questione, Sara, non ha figli nè altri impegni così gravosi a parte un full-time, quindi può permettersi di gestire il suo tempo liberamente (week end tra i mercatini compreso). Ovvio che se di mezzo ci sono altre cose, e te lo dico da mamma, le cose sono diverse: o ci so organizza, o si ha un compagno all’altezza che ci supporta (e sopporta), oppure ci si organizza al meglio che si può. Io per ora ho la “fortuna” di essere disoccupata e single ed è per questo che ho pensato di provare, tentando forse maldestramente, la via dell’illustrazione, la mia vera passione, lavorando la mattina dopo aver portato la bimba alla scuola materna e la notte dopo che è andata a dormire. Farei comunque – o cercherei di fare – l’illustratrice se avessi un lavoro full-time che mantenesse me e la mia famiglia? O preferirei avere la sicurezza di un posto fisso (fisso.. si fa per dire, non vorrei annoiarmi) e rinunciare ai miei sogni? Non saprei. Per ora invidio Sara, che ha trovato una sua stabilità e che sembra essere molto felice per questo :)

  12. 12 Daniela Iride Murgia
    24 Febbraio, 2012 at 21:14

    …ma sopratutto, nelle parole di Sara, non un minimo tentennamento verso l’autocommiserazione, nonostante la fatica quotidiana rischi di offuscare la lucentezza dell’amore per il gesto del creare.

    Grazie Sara!

  13. 13 Valentina
    24 Febbraio, 2012 at 21:30

    Non so se annoverarmi tra i fortunati o no, ma io, che da qualche anno provo a essere autrice e illustratrice, ho anche un lavoro fisso, di quelli che sono proprio fissi
    e, a quanto pare noiosi, a tempo indeterminato e che credo faccia parte di me esattamente come il mio lato creativo, sono infermiera.
    E’ stato, è e sarà difficile far conciliare le due cose, ma perchè no? A volte penso che mi piacerebbe fare solo libri, mostre e occuparmi d’arte, altre volte credo che quello che ho da raccontare con i miei testi e le mie immagini non sarebbe lo stesso senza il mio essere infermiera. Forse un giorno diventerò schizzofrenica!
    Adesso so di essere fortunata perchè ho la voglia e la possibilità di fare quello che mi piace…

  14. 14 simoff
    25 Febbraio, 2012 at 0:19

    quando entro nella tua stanza…muta lo spazio intorno a me..incontro, attraverso le parole e le immagini, le cose che amo..e provo una grande felicità.
    Sto leggendo super8, mi diverto, mi commuovo, ritrovo modi familiari conosciuti…mi piaci un sacco con la tua sfacciata sincerità, e la tua sfida fantasiosa alla vita.
    che fortuna averti incontrata…ed ora attraverso la tua vita grazie anche per questa intimità condivisa. con affetto.

  15. 15 giovanna
    25 Febbraio, 2012 at 8:28

    “@Chiara scrive: Non so. A volte nel leggere certi post mi sembra di vivere in un mondo un pò fiabesco..”

    Non credo che si debba giudicare l’effettiva importanza di una professione sulla base del tempo che lascia per i propri cari: mariti, figli, genitori anziani. Queste cose pertengono a un ambito privato. Farsi carico delle cure parentali rinunciando, in toto o in parte, allo spazio, alle energie, al talento, all’intelligenza, alle competenze, ai saperi che si hanno e che si potrebbero incanalare nel lavoro, con la ricaduta sociale e culturale di grande importanza che queste hanno, è questione antica per le donne e le ragazze. Ed è una questione che va affrontata non mettendo in dubbio la liceità e il valore delle professioni creative, ma sulla base di considerazioni che implicano culture di appartenenza, familiari, sociali, politiche che nel nostro paese, come è sotto gli occhi di tutti, registrano un significativa arretratezza, scarsa propensione a evolversi e pesanti retaggi religiosi e culturali.

  16. 16 Valentina
    25 Febbraio, 2012 at 19:31

    Grazie Giovanna.
    E’ esattamente così.

  17. 17 andrea
    26 Febbraio, 2012 at 20:26

    Personalmente ritengo sia nell’interesse del proprio equilibrio psicofisico cercare di incastrare tutti i tasselli, dalle forme geometriche tanto diverse, che compongono la nostra vita, evitando sovrapposizioni o incastri impossibili e quindi dolorosi.
    Mi sembra che Sara dimostri bene come alcune attività, all’apparenza lontane o estranianti dalla propria passione, diventino in realtà vitali per quest’ultima e quindi positive.
    Verrebbe da dire che tra gli illustratori che vivono della loro passione e gli illustratori che vivono una continua Passione, ci sono gli illustratori che “convivono” con la loro passione!

  18. 18 Anna Castagnoli
    27 Febbraio, 2012 at 9:09

    @Simoff: ma che bello che tu stia leggendo Super 8!! Poi mi racconti a Bologna.

  19. 19 nasim
    19 Luglio, 2013 at 15:29

    e interrestante che anche come una stragniera ke a vissuto in america e adesso in Dubai, habiamo stesse paure e stesse emozioni come quella di Sara. se lavoro tropo al universita, mi manca tanto in tempo mio per illustrate semplice cosi intorno a me, nella natura, nei shopping mall and … e duro essere buino illustratori e sopravivere nel tutto il mondo. Barva Sara :)