Coccole e Caccole modifica il suo contratto e la rivista Andersen risponde

22 Febbraio, 2012

AGGIORNAMENTO 5 marzo:
L’Associazione Woman to be ha rivisto le clausole del bando, (leggi la loro lettera).

Hanno risposto alle nostre mail e mi hanno autorizzato a pubblicare le risposte:
– la rivista Andersen, che aveva solo dato il suo appoggio al tema del concorso e non era implicata nelle clausole del bando.
РLa casa editrice Coccole e Caccole che ci spiega le sue ragioni, cancella la clausola sulla cessione dei diritti sulle prime 1000 copie, specifica le royalties (7%), e precisa che visti i tempi di stampa ̬ necessario presentare il libro finito.

l’Associazione Woman to be non ha ancora risposto.

Gianni de Conno propone di fare un incontro alla fiera di Bologna, il più franco possibile, sullo stato professionale dell’arte dell’illustrazione italiana, con l’Associazione Illustratori, La rivista Andersen e tutti quelli che vorranno partecipare. Mi sembra una splendida occasione per confrontarci.

La risposta della Rivista Andersen:
Gentili amici,
leggendo il carteggio di questa mattina, che ci è stato inoltrato da Walter Fochesato, precisiamo quanto segue:
la rivista Andersen si è limitata a concedere agli organizzatori del concorso una media parternship così come consuetudine per diverse iniziative.
In questo caso particolare la tematica (certo non originale ma interessante; qualcuno ricorda l’impegno di Adela Turin?) – alla quale dedichiamo un articolo di Mara Pace sul numero di marzo ospitando anche un contributo di Irene Biemmi dell’Università di Firenze – e la rete istituzionale di supporto all’iniziativa (Regione Toscana in primis) ci sembravano garantire correttezza formale.
Spiace la comunicazione confusionaria e maldestra degli organizzatori.
Infine, per quel che concerne il bando -in quanto media partner non è stato da noi né esteso né concordato- evidenziamo la correttezza dei rilievi sollevati.

Un caro saluto
Barbara Schiaffino
ANDERSEN

La risposta della casa editrice Coccole e Caccole:
Gentile Anna,
Non ci siamo mai sentite e mi spiace sia questa l’occasione per farlo. Ho provato a chiamarla sul telefono indicato nell’annuario di Andersen ma senza riuscirci, credo sempre che uno scambio personale di opinioni riesca meglio delle sterili e mail. Per quanto, cercherò di essere chiara e la autorizzo certamente a pubblicare sul suo blog ( che conosco ) la presente conversazione. Ci legga con attenzione, come noi abbiamo fatto con lei.

Se questo è un lavoro in cui si scrivono e illustrano storie… A me  piacerebbe che lei conoscesse la nostra. Quella della casa editrice Coccole e Caccole.
In mezzo a difficoltà che in parte credo conosce, come piccoli, abbiamo deciso di fare sperimentazione e promozione verso autori e illustratori di talento che spesso non hanno voce. Fa molto bene quando dice che il lavoro degli illustratori non sempre è valorizzato come dovrebbe, ma non vorremmo che critiche che forse andrebbero rivolte ai “grandi†dell’editoria (molto spesso ci sentiamo raccontare di risposte poco garbate o nessuna considerazione nemmeno nel guardare il portfolio)  venissero catapultate a chi è più “debole† o “piccoloâ€.
Le nostre iniziative in merito:
il concorso Disognamo ormai alla sua quarta edizione, che produce una mostra e un libro e grazie al quale doniamo testi a realtà difficili di tutto il territorio nazionale,  e che permette a giovani illustratori di assurgere a una vetrina più ampia.
Nuovi artisti per nuovi colori il protocollo d’intesa cui facevo cenno nella precedente e mail che ha visto quattro studenti delle citate scuole di illustrazione pubblicare il loro primo libro con noi e con i testi di illustri autori.
La collana Opera prima dove scegliamo illustratori inediti per parlare di temi sociali.
Non ci sembrano scelte comode, a questo non aggiungo le difficoltà della piccola editoria indipendente, in questo momento di oggettiva crisi del mercato editoriale.

Tuttavia consideriamo la vostra sollecitazione utile ad una discussione che occorre, però,  far rientrare in un ambito di buon senso.
Intanto non siamo noi gli organizzatori dell’iniziativa, pur essendone un partner importante.
Gli errori imputabili al bando non sono una nostra responsabilità e non vorremmo diventare il capro espiatorio di una serie, anche giustificata, di critiche di cui non siamo sicuramente responsabili e di cui non sentiamo assolutamente il peso. Lo dimostra quello che siamo.
Siamo alla berlina del suo blog forse perché piccoli, oppure nuovi o semplicemente periferici? O forse solo un po’ ingenui? Ahimè…
Nelle mail che stanno arrivando al mio indirizzo di posta le richieste di modifiche contrattuali del concorso non  dipendono certo tutte da noi.
Io risponderò per quelle che riguardano gli impegni della Coccole e Caccole e lo faccio cogliendo le sue stesse parole.
Trovo inappropriata la puntualizzazione relativa allo storyboard (ultimo cambiamento  suggerito) visto che il progetto sarà pubblicato e dovrà esserlo entro dei tempi tecnici difficili (entro Giugno).

In genere non riconosciamo anticipi, in alcuni casi, però lo abbiamo fatto, e diversi degli illustratori che mi hanno letto in copia lo sanno bene! Ma da parte loro nessuna promozione o iniziativa che riguardi il libro. Gentile Anna, i libri non si vendono da soli e la sinergia con gli autori è rara. Sarebbe stato più corretto che alcuni illustratori in copia  avessero riconosciuto i nostri meriti nelle relazioni contrattuali. Ma non voglio alimentare polemiche…

In questo caso, allora, accogliamo la sua sollecitazione, e per quanto ci riguarda stralciamo la parte del bando relativa alla rinuncia delle royalties  del vincitore, che sarà contrattualizzato con una percentuale del 7% complessivo, senza anticipo delle royalties e con la cessione dei diritti per non più di cinque anni.
Niente di meno e niente di più di quello che normalmente facciamo con tutti.
Mi auguro di essere stata chiara ed esaustiva.  Mi auguro che voglia rendere nota questa nostra nuova posizione e sollecitare la partecipazione al bando.
Sono a disposizione per una chiacchierata sul suo blog sulle iniziative editoriali della coccole e caccole.
Grazie

Daniela Valente
Direttore Editoriale
Coccole e Caccole

————–

Ringrazio la rivista Andersen e gli editori Caccole e Coccole per la loro risposte. E’ piacevole vedere che una conversazione trasversale è possibile. Aspettiamo la risposta dell’Associazione Woman to be.

37 Risposte per “Coccole e Caccole modifica il suo contratto e la rivista Andersen risponde”

  1. 1 Cristina
    22 Febbraio, 2012 at 20:45

    Confrontarsi è importante, e serve a crescere.
    grazie Anna
    per esserti esposta in prima persona.
    Cristina Sestilli

  2. 2 Monica Auriemma
    22 Febbraio, 2012 at 22:52

    Grazie a nome di tutto Scribarà, per aver dato un contributo a sollecitare questo cambiamento che, sono sicura, non sarebbe avvenuto se non ci fosse stato un po’ di rumore. La rete serve, eccome! =)

  3. 3 Anna Castagnoli
    22 Febbraio, 2012 at 23:45

    @Monica: Grazie a Scribarà!

    Aggiornamento: Carla Donati della Organizzazione e Risorse della Regione Toscana ci ha scritto che loro non sono coinvolti nel finanziamento al concorso e chiedono spiegazioni agli organizzatori del concorso (che non hanno ancora risposto).

    Ci pregano di non inviare più mail. Vi chiedo dunque di cessare l’invio di mail: credo che il messaggio sia arrivato chiaro. Grazie per la collaborazione!

  4. 4 laura38
    23 Febbraio, 2012 at 9:17

    “E’ piacevole vedere che una conversazione trasversale è possibile.”
    E’ vero, quando si trova il modo di spiegarsi, chiedere, rispondere, insomma di dialogare, è sempre un gran sollievo, probabilmente per tutti. Molto meglio che arrabbiarsi e basta.

  5. 5 plumers
    23 Febbraio, 2012 at 11:06

    Ricapitolando: viene pubblicato un bando di concorso. Le condizioni che propone sono inaccettabili e lesive della dignità del lavoro dei partecipanti. Scribarà prima e Anna poi, aiutati da illustratori noti e meno noti, scatenano un putiferio. Alcune cose sembrano cambiare. Cori di evviva, l’unione fa la forza eccetera.
    Ma questa sia solo la prima puntata. Come diceva in un commento Miguel, l’elefante rosa è in mezzo alla stanza. Molti continueranno a fare finta di non vederlo.
    Ci sono molte cose sulle quali vale la pena riflettere. Ho la sensazione che alcuni premi e concorsi siano un modo per arraffare quattrini con la scusa della cultura. Mica tanta roba, però. Robetta, che riesca a passare sotto silenzio ed eventualmente finisca per beneficiare dell’attenuante della lieve entità.
    La tariffa di partecipazione, per esempio: questi signori richiedono 20 euro. Se supponiamo che partecipino 200 candidati, fanno 4000 euro. (Se il premio venisse prelevato da questi, non sarebbe più un premio, ma una lotteria, quindi soggetta a ben altri controlli e tassazioni). Come vengono contabilizzati? Il candidato riceve una ricevuta? Qualcuno se li mette in tasca? A che titolo? Servono a pagare le spese? Quali? Di chi? Un Pacco Celere 3 in convenzione per restituire gli originali costa 6,70 euro. E il resto? Chi sono i giurati? Ricevono un gettone? A quanto ammonta? Come sono calcolati i costi di amministrazione? A tutte queste domande un bando serio dovrebbe rispondere, nel momento in cui chiede soldi ai partecipanti. Che magari non sono duecento, ma mille.
    Sulla questione dei diritti d’autore ai quali si rinuncia, anche qui, la domanda da porsi è: quei mille euro, secondo il calcolo di Anna, in quali tasche finiscono, e a quale titolo? (Perché non è che questi soldi sono più virtuali degli altri e quindi non esistono).Che finiscano nelle tasche dell’editore? Il quale aggiunge titolo al catalogo, ne stampa qualche centinaio di copie in digitale, consegna le copie di referenza al vincitore, ne manda un po’ alla stampa, trova qualche libraio “indipendente e impegnato” che gliene vende qualche copia e si fa delle benemerenze da editore coraggioso che pubblica gli inediti/i giovani/i testi scomodi ed è per questo vittima delle maligne forze del mercato e delle multinazionali dell’editoria oltre che di catastrofi della più varia natura (non dubito della veridicità della storia dell’editore qui coinvolto. Ma negli ultimi anni sono bruciati troppi magazzini di libri e sono stati perpetrati troppi furti e crollati troppi muri negli uffici di case editrici perché si possa credere a tutto).
    E le auguste istituzioni il cui marchio compare in questo e altri bandi? Meraviglia delle meraviglie: con una veronica degna del Cordobés si smarcano senza neppure dichiarare di avere sbagliato. Anzi, qualcuno ci mette pure un po’ di spocchia, che non fa mai male. C’è chi non ha finanziato e chi si è sentito garantito da altri. Uno, vi prego, anche uno solo ammetta di aver fatto una stupidaggine, di non avere letto, di essersi sbagliato, di essere stato distratto quando gli hanno fatto la proposta o di aver pensato alla propria immagine, al proprio potere, al proprio tornaconto. E che perciò si senta in dovere di dichiararsi responsabile, presentare le proprie scuse e, come si faceva da bambini, promettere di non farlo più.
    In conclusione: ottimo lavoro, ragazzi! Ma ricordiamoci che quando si comincia a fare pulizia, è meglio ricordarsi di passare bene anche negli angoli. E che poi bisogna tenere pulito.
    Non mollate. Non molliamo.

  6. 6 Simone Rea
    23 Febbraio, 2012 at 11:42

    Nel 2009 sono stato invitato da Coccole e Caccole a partecipare a “Disognamo”. Il titolo della mostra, dalla quale ne uscì anche un libro, era “Il libro dei sogni”.
    Le illustrazioni originali venivano acquistate dall’editore per una cifra irrisoria (la mia era venduta per 80 euro).
    Lo scopo di questa mostra e del libro era quella di utilizziate il ricavato (vendita di originali e del libro-catalogo) per regalare delle piccole biblioteche ad alcune scuole.
    Dopo più di un anno, e dopo aver scritto più volte alla casa editrice non riuscivo a recuperare quei soldi. In più occasioni si sono fatti negare e solo dopo aver parlato al telefono a brutto muso, sono riuscito a recuperare l’illustrazione.
    Dal momento in cui ho spedito l’illustrazione al momento in cui sono riuscito a recuperarla sono passati tre anni.
    Per qualcuno queste vicende potrebbero sembrare di minore importanza, di poco conto…La serietà si vede dalle piccole cose e da non pagare 80 euro per un illustrazione a non pagare un progetto libro il salto o meglio il passo è molto corto.
    Purtroppo molti illustratori, soprattutto quelli alle prime armi, farebbero di tutto per vedere pubblicato il proprio progetto e purtroppo questi personaggi lo sanno!

  7. 7 ilaria
    23 Febbraio, 2012 at 12:21

    grazie Anna e grazie anche Simone per il tuo commento. A volte certi problemi vengono taciuti. Le cose devono cambiare. Purtroppo iniziative e comportamenti poco trasparenti sono troppo frequenti.

  8. 8 Cristina
    23 Febbraio, 2012 at 12:25

    Simone quello che dici non è di poco conto perchè come ho scritto la cosa che più mi ha irritato del primo bando del concorso in questione era il fatto che si spediva un progetto libro intero, dal testo alle illustrazioni e che tutti i progetti ORIGINALI venivano perduti.Non si dovrebbe a prescindere solo pensarla una cosa del genere.Perchè comunque il lavoro è proprietà intellettuale di chi lo scrive e di chi lo disegna.
    Plumers quello che hai scritto è vero in ogni singola riga.

  9. 9 Alessandra
    23 Febbraio, 2012 at 12:26

    Ho molto apprezzato l’intervento di Plumers.
    Purtroppo cosi’ avviene…
    Io rientro nella categoria di chi, avendo firmato il contratto con Coccole e Caccole, doveva avere l’anticipo sulle royalties, quindi sono tra i “fortunati”, il libro e’ uscito in giugno 2010, ma ad oggi ancora non ho visto l’anticipo, ne’ ho ricevuto nessuna rendicontazione. Forse perche’ io sono tra quelli che non assillano per avere cio’ che gli e’ dovuto.
    Non voglio sinceramente fare un caso dell’editore in questione, perche’ vengo da esperienze anche peggiori (almeno questa volta un contratto lo ho avuto), ma credo che lo stato di cose che attualmente vige nel campo della media e piccola editoria italiana sia inammissibile, l’editoria non e’ solo cultura, ma una realta’ imprenditoriale e certe aziende dovrebbero prendersi le responsabilita’ dei rischi che si corrono nel fare l’imprenditore. Solo un po’ di correttezza in piu’, in fondo, qui viene richiesta.

  10. 10 Paolo Domeniconi
    23 Febbraio, 2012 at 12:28

    non so quanti di voi concordino sul fatto che se non si vendono libri è colpa degli autori/illustratori che non si impegnano abbastanza.
    E non so se sia così automatico che dopo aver lavorato due mesi per un anticipo di 300 euro lordi su 500 copie e più visto nulla, io abbia voglia di sbattermi a promuovere un libro che trovo solo in alcune esoteriche librerie.

  11. 11 Alice
    23 Febbraio, 2012 at 12:35

    Tanto di cappello a Simone Rea che ha raccontato per filo e per segno la sua vicenda con l’Editore Coccole e Caccole! Quando dice che da non pagare un’illustrazione a non pagare un progetto libro il salto è breve, ha ragione in pieno purtroppo. A quanti illustratori soprattutto al loro esordio è capitato? Non parlo dell’Editore in questione ovviamente, di cui non sò nulla, ma sò di tanti illustratori che raccontano di non essere stati pagati, ed alcuni di questi non sono nemmeno riusciti ad avere indietro gli originali. Succede troppo spesso. Il problema è che, quando accade, di questi signori bisogna fare nome e cognome: vanno pubblicamente sputtanati!Scusate lo sfogo, ma ragazzi questo è lavoro, non un passatempo e le ore di lavoro hanno un costo chi non paga non solo è un ladro, ma una vergogna per il mondo del lavoro in generale e per tutti quegli editori onesti che onestamente pagano.
    Mi dispiace ma queste cose non devono accadere.

  12. 12 Simone
    23 Febbraio, 2012 at 12:39

    Concordo! Non ci impegnano abbastanza.
    Sono io il primo a non farlo.

    Pensate un giorno è composto da 24 ore e io disegno (per disegno riunisco le varie necessità che esso comporta: ricerca, lettura, studi, schizzi..) solo dalle 8 alle 12 ore.
    Non mi impegno abbastanza!
    Cominciate a pagare perché voi senza di noi (autori e illustratori) siete niente.
    Questo mi sembra ovvio.

  13. 13 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 12:50

    Caro Plumers, i bambini a scuola non dicono scusa se non presi per le orecchie. Dicono: ma ha cominciato lui!
    Proprio come i grandi.

    Ieri il blog ha avuto 1761 visite. Non è poco per un blog di nicchia. 1761 occhi che guardano là dove di solito si fa finta di non guardare (per pigrizia, per abitudine, per paura di perdere il lavoro, per timidezza, per ignoranza, per mille buone ragioni o scuse).

  14. 14 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 12:58

    Sono per la libertà di parola, cerchiamo solo di tenere i toni all’interno di una conversazione educata, che può far crescere tutti, anche se capisco che non essere stati pagati per il proprio lavoro possa creare non poca frustrazione.
    Lo scopo non è mettera alla gogna. Lo scopo è poter costruire un clima di fiducia e rispetto dove tutti siano soddisfatti. Passo a passo.

  15. 15 Paolo Domeniconi
    23 Febbraio, 2012 at 13:03

    Alessandra, anche quello illustrato da me è uscito nel 2010 (l’isola di Cicero) eppure a me almeno l’anticipo l’hanno dato.
    Forse perché ho la barba e sembro più cattivo?

  16. 16 sere
    23 Febbraio, 2012 at 13:10

    Ciao e grazie a tutti per l’iniziativa e la passione….è bello sapere che c’è qualcuno che ha tempo e voglia di aiutare e difendere i “novellini”!
    ho letto dei commenti riguardo ad altri concorsi a pagamento, ma non ho trovato nulla su quello dell’accademia pictor e vorrei sapere cosa ne pensate. Il costo di partecipazione è 35 euro, più il costo della restituzione delle opere, in francobolli, da allegare insieme all’illustrazione originale.Il numero dei partecipanti accettati è ridotto a .500 iscritti.
    Cambia qualcosa il fatto che si tratti di un Accademia? Il concorso inoltre è in associazione con la casa editrice Castalia.
    Qualcuno ha un opinione a riguardo?
    grazie :-)

    qui il bando

    http://www.pictor.it/pictor_documents/Bando%20concorso%20Mignolina%202012.pdf

  17. 17 Simone
    23 Febbraio, 2012 at 13:13

    Lascia stare quel concorso!

  18. 18 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 13:19

    Io per principio non ho mai accettato di partecipare a concorsi a pagamento. Idem per il Teatrio anche se ne ho sempre sentito parlare bene.

  19. 19 sere
    23 Febbraio, 2012 at 13:22

    putroppo ho già partecipato, giusto 2 giorni fa, prima che succedesse tutto questo. Grazie , d’ora in avanti starò più attenta…

  20. 20 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 13:45

    E’ vero che spesso si ha la sensazione che considerino il nostro lavoro un hobby, però di questo purtroppo penso che siamo in parte responsabili.
    Non sapere quali punti chiave devono essere menzionati in un contratto di lavoro, accettare di fare un libro senza contratto, non saper discutere con un editore da pari a pari, difendere i propri diritti, inviare materiale di presentazione mal presentato, non chiamare o richiamare per timidezza…
    A volte la sensazione è che molti giovani illustratori considerino il loro lavoro (o futuro lavoro) un hobby o una specie di magia magica.

  21. 21 Cristina
    23 Febbraio, 2012 at 13:54

    Anna ma è vera anche un’altra cosa, che chi pretende leggittimamente ciò che è leggittimo scusa la ripetizione, viene inquadrato come un rompiballe.
    E ti viene detto il prossimo lavoro lo proporremo a chi non rompe, senza tanti giri di parole.
    Allora dato che con l’illustrazione non si diventa ricchi, ci si piega ai ritardi di pagamento,alla non restituzione delle tavole, e ad altre cose.

  22. 22 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 13:54

    Stavo cercando di ricordare come ero 8 anni fa quando iniziai… e in effetti ero anche io affetta da magia magica, avrei firmato ciecamente qualsiasi cosa o niente pur di pubblicare un libro.
    Una cara amica mi aveva detto: farsi fregare all’inizio è un rito iniziatico necessario. Forse aveva ragione.
    Questo non toglie vergogna a chi invece, dall’altra parte, approfitta di questo spiumaggio.

  23. 23 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 14:07

    @Cristina: un editore serio crede nella qualità delle tue illustrazioni. Non gli frega un pieffero se sei bionda, bruna, rompi balle, simpatica o antipatica.
    Se non ti pubblica perché hai avuto la “faccia tosta”” (!) di chiedere quello che ti spetta passa a un altro editore.

  24. 24 Cristina
    23 Febbraio, 2012 at 14:09

    Anna come dicevi tu e come parola mi piace molto si tratta di spiumaggio!

  25. 25 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 14:16

    Cristina pensa una cosa: se non pagano te secondo te pagano gli altri? E tutti stanno zitti buoni buoni e non pretendono il loro compenso? Il gioco è farti sentire l’unico essere venale sulla terra, che pensa agli sporchi soldi quando “qui si sta facendo cultura”.

  26. 26 Cristina
    23 Febbraio, 2012 at 14:38

    Non sai quanto ne parliamo con le mie amiche e colleghe di questi fatti che ci accadono.
    Telefonate interminabili.
    Non è solo il ricatto morale, quello che ti crea un immagine da rozzo aguzzino assetato di denaro.
    E’ una mentalità più subdola, di parole del tipo: la barca è piccola c’è crisi e dobbiamo venirci incontro.
    Oppure dopo che hai mandato una mail per chiedere varie informazioni sottolineo legittime, non si sta parlando di martellamento continuo, alla seconda mail dopo 6 mesi che non hai avuto alcuna risposta, ti viene detto e che palle cosa credi che qua non si lavora? E mica possiamo risponedere a tutte le mail.
    Sulle risposte alle mail sarebbe da scriverci un libro tragi-comico.
    Queste esperienze sono esperienze vissute in prima persona da mie care amiche. Io mi sono spiumata anche peggio ho partecipato ad un concorso, sono stata selezionata, la mia immagine è stata pubblicata su un volume di racconti e illustrazioni, eravamo più persone. E alla premiazione ho dovuto pagare 10 euro per avere il libro con la mia prima illustrazione pubblicata.

  27. 27 Cristina
    23 Febbraio, 2012 at 14:41

    Mi ero dimenticata ne costava 12 ho avuto uno sconto di 2 euro

  28. 28 Alessandro Marcigliano
    23 Febbraio, 2012 at 15:29

    M’intrometto non come illustratore, ma come autore “dilettante” (publicato, ma vivo d’altro) e soprattutto come appassionato d’illustrazione, passione che mi ha portato a conoscere molti illustratori (oltre ad avere molti originali appesi sulle mie pareti con grande gioia mia e di mia moglie). Ho sentito storie di tutti i tipi sulla famosa “iniziazione” dei giovani illustratori: originali scomparsi insieme alla casa editrice, conti mai pagati, illustrazioni mai restituite ecc. In Italia il rapporto illustratori editoria continua ad essere un rapporto viziato dall’idea che tanto di illustratori ce ne sono tanti, sono intercambiabili, gli si fa un favore a pubblicarli, e in fondo mica vorranno vivere di questo lavoro, no? E cosi’ assistiamo anche alla fuga dei pennelli: illustratrici come Nicoletta Ceccoli che pubblica solo negli Stati Uniti, ad esempio, tutti alla ricerca di altri mondi dove il lavoro dell’illustrazione sia riconosciuto e remunerato come si deve. Io ora vivo in Belgio, dove le condizioni sono difficili ma più regolamentate, da quanto so. C’è stata anche un’iniziativa di un gruppo di illustratori che ha pubblicato un manuale su tutto quello che si deve sapere su contratti ecc. perchè è bello vivere di arte e colori, ma bisogna anche vivere…In Italia ci sono associazioni di illustratori che potrebbero lanciare iniziative simili, in modo da informare i giovani, chiarire le idee ai distratti, e coinvolgere magari gli editori, trovando un terreno d’intesa, perché loro senza di voi non pubblicano i libri, ma vale anche l’inverso. All’inizio si puo’anche pagare scotto, ma deve essere ragionevole e negoziabile. In quanto a vendere le illustrazioni (sono un esperto) Simone, per 80 euro la compro io la tua illustrazione! Il valore di un’illustrazione è difficile da calcolare, ma l’autore è nella posiezione migliore pe farlo, spaendo il lavoro che gli è costato farla. Avendo anni di esperienza nell’acquistare illustrazioni originali, e nel vendere quelle di illustratori amici (senza alcun guadagno da parte mia, sottolineo)conosco ormai il valore intrinseco di un lavoro, e 80 euro ci possono stare a certe condizioni (taglia, se inedita o no, ecc…) Comunque il dibattito mi sembra utile, perché si ha l’impressione che sia tutto un fiorire di concorsi, ma quanti servono veramente ad avviare un giovane alla professione?
    P.S. Anna, aspetto sempre che tu ti decida a lasciare liberi i mesi del tuo calendario…

  29. 29 DANIELA TORDI
    23 Febbraio, 2012 at 18:33

    Mi riaffaccio dopo un bel po’ (tra l’altro in preda al dubbio se andare o meno a Bologna, nella speranza di mostrare a qualcuno un paio di progetti realizzati nel frattempo… nessun editore tra quelli contattati sembra voler dare appuntamento e bussare con aria finto ingenua agli stand, pietendo attenzione… comincia a pesarmi molto – meglio affidarsi ad internet e buonanotte?!).
    Trovo molto interessante quello che è accaduto e leggo con particolare piacere il commento razionale e spietato di Plumers. Grazie Anna, grazie a tutti, bravi, il velo di Maya ogni tanto, se si soffia tutti insieme e nella stessa direzione… viene giù.

  30. 30 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 18:40

    Daniela ma vieni comunque, che è sempre arricchente vedere altri illustratori e nuovi libri, dai!

  31. 31 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 18:43

    @Alessandro: in Belgio ci sono illustratori (grandi) che prendono una sovvenzione dallo Stato (o quel che ne resta) per fare gli illustratori.
    Per il calendario: non è detto che non ceda…

  32. 32 daniela tordi
    23 Febbraio, 2012 at 19:06

    Ho pensato ad una toccata e fuga il 20 e spero d’incrociarti e di salutarti di persona. Avete già fissato un appuntamento con gli aficionados delle Figure?
    Ma tu… certamente sai chi è Plumers, vero? Mi fa una tale curiosità…:)

  33. 33 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2012 at 19:21

    Il 20 ci sarò. L’appuntamentoFiguredeilibri sarà il 20, o tarda mattina o primo pomeriggio.
    La prossima settimana lo annuncio sul blog.

    Ma Plumers non è Plumers? :)

  34. 34 daniela tordi
    23 Febbraio, 2012 at 19:27

    Va bene, prenderò quel maledetto treno delle 7.15 e ci sarò… a questo punto, sperando che Pulmers sia dei nostri! A bientot…

  35. 35 Lisa
    24 Febbraio, 2012 at 9:45

    grazie Anna per questa segnalazione. fare gruppo serve anche a questo! io purtroppo ero fuori per lavoro e non ho seguito fino in fondo la vicenda, nè sono riuscita a leggere tutti i commenti.

  36. 36 Anna Castagnoli
    24 Febbraio, 2012 at 10:48

    AGGIORNAMENTO 24 febbraio:
    L’Associazione Woman to be sta rivedendo le clausole del bando.

  37. 37 Francesca Ferri
    29 Febbraio, 2012 at 16:02

    Apprezzabile la risposta.
    Non condivido la scusa dell’ingenuità e della dimensione della casa editrice.
    Alla fine nessuno si prende la responsabilità di ciò che è scritto nel regolamento. Ma l’importante è che le voci si siano fatte sentire. Dire tutti insieme “Non ci stiamo” è importante per cambiare le cose, come i pesci nella rete alla fine del film Nemo.