Lo storyboard: l’impaginazione
20 Aprile, 2008Scegliere come impaginare i vostri disegni è un atto creativo tanto quanto quello di scegliere un rosso per disegnare un cielo o una prospettiva paradossale per un tavolo da pranzo.
E’ la parte più difficile dello storyboard, un meraviglioso disegno mal impaginato può perdere completamente la sua forza. Dovete convincervi di questo: i confini del vostro disegno coincidono con i lati della doppia pagina (tutta!). Anche se il vostro disegno è solo sulla pagina di destra, l’occhio del lettore percepirà gli elementi della doppia pagina come un tutto.
Le jour où Zoe zozota, Pierre Pratt, Les 400 coups 2005
Ma come comporre questi diversi elementi? Che rapporto creare tra testo e immagini? Avete la più totale libertà , ma la composizione della pagina di un libro, più ancora di quella del disegno, è un’arte difficile da padroneggiare (io non ci sono ancora riuscita), basti pensare al fatto che la pagina non è sola, ma vibra e respira insieme a tutte quelle che la precedono e la seguono (ne parleremo più avanti).
Ecco alcuni esempi d’impaginazione:
Le grand désordre, Kitty Crowther, Seuil Jeunesse 2005
Melrose et Croc, Emma Chichester Clark, Gallimard Jeunesse 2006
Les vacances de Zéphir, Jean de Brunhoff, Hachette 1936
Hong Insu, illustrazioni di Lee Hyeri, La casa del bruco, Borim Press 2005
Iku Dekune, Das Meerhaschen, qui le referenze del libro
La IncreÃble Historia de la Niñapájaro y el Niño Terrible, Susanne Janssen, OQO 2008
Mille giorni e una notte, Fabian Negrin, orecchio acerbo 2008
Où est Maman?, Gerda Dendooven, Editions Être2006
Da tenere ben presente che:
- 1) L’impaginazione bisogna pensarla e progettarla prima di fare i disegni definitivi. In ogni pagina calcolate esattamente quanto spazio dovete lasciare al testo.
- 2) Il testo è un elemento della composizione. Sia perché graficamente ha un peso, sia perché sarebbe davvero scortese lasciargli uno spazio di serie b.
I bambini fanno ohh…, Simona Mulazzani e Melanie Daniels, Salani 2005
- 3) Lo spazio bianco che ospita testo e/o immagini è un elemento della composizione. Sophie van Der Linden, nei suoi preziosi studi sull’album illustrato, definisce il bianco lo spazio adulto della pagina, contrapposto allo spazio bambino del disegno. (Si sta delineando una corrente stilistica, soprattutto in Francia e in Belgio, che dedica al bianco un posto da co-protagonista).
La grande domanda, Wolf Erlbruch, Edizioni E/O 2004
- 4) L’immagine posta nella pagina di destra dà più equilibrio alla doppia pagina per delle ragioni di percezione visiva. Se scegliete di fare una pagina di testo e una di illustrazione sempre dallo stesso lato, tenetene conto (anche per creare effetti diversi).
Sembra che in un campo visivo gli oggetti posti a destra abbiano più peso perché lo sguardo bilancia il fatto che la parte più significante per lui è la sinistra. Lo spettatore si identifica con la parte sinistra del campo visivo, le attribuisce componenti amiche: a teatro il pubblico tenderà sempre ad immedesimarsi nel gruppo di attori a sinistra della scena, mentre si aspetta che il cattivo entri in scena dalla parte destra. Un lettore guardando la doppia pagina di un libro porterà lo sguardo subito a destra, come qualcuno che istintivamente si guarda da un angolo cieco, proprio perché è la parte sinistra che gli è più familiare. (Arte e percezione visiva, Rudolf Arnheim).
Lohengrin by Robert Wilson, Metropolitan Opera.
Ci sono componenti grafiche da tenere in conto, stili, mode, leggi ottiche, il ritmo e lo stile del testo, la vostra personalità artistica, ma non dimenticate che quello che deve riuscire alla fine è il trasferimento di un’emozione, di un significato, da voi al lettore. Il libro deve essere un ponte tra il vostro universo emotivo e quello del lettore, e l’impaginazione deve essere qualcosa di architettonicamente funzionante e funzionale allo scopo.
(Vai a: Lo storyboard: Il formato)
(Vai a: Lo storyboard: Ritmo e movimento)
21 Aprile, 2008 at 14:29
Ciao Anna , che dire…. la tua generosita’ e’ strabiliante.
Per chi come me e’ solo all’inizio e sta cercando di “capire” ( tutto!!) …. sei una benedizione!!
Io ho molta difficolta’ a staccarmi dal testo e illustrare il “non detto”…. so che e’ una cosa molto soggettiva ma secondo te ci sono dei trucchi per trovare “cose” tra le righe?
Grazie e
un saluto da una sarmediana doc !!
21 Aprile, 2008 at 19:50
giusto per ribadire una cosa che Anna ha già detto, ma che secondo me va enfatizzata:
in uno storyboard non vi si chiede di realizzare compiutamente la grafica del libro, occupandovi di gabbia, tipografia eccetera. Basta riuscire a dare l’idea che avete pensato a uno spazio per il testo in rapporto all’immagine che intendete realizzare. (al resto penserà il grafico della casa editrice).
Per quanto la cosa sembri banale, nella mia esperienza ho visto svariate volte ottimi lavori (progetti, ma anche esecutivi) nei quali l’illustratore si era semplicemente dimenticato del testo come elemento compositivo della pagina.
Se questo capita a livello progettuale, l’ìillustratore si limita a fare una non buona figura.
Ma se capita in fase esecutiva, o si butta tutto e si ricomincia, o si deve ricorrere a stratagemmi vari e riprogettazioni grafiche per ovviare al problema. E questo agli editori non piace
Infine, nel pensare agli spazi per il testo, ricordatevi che agli editori piace vendere i diritti all’estero (e dovrebbe piacere anche a voi), quindi il testo è meglio che sia sempre e solo in nero (su qualsiasi fondo, purché sufficientemente uniforme e chiaro da non turbare la leggibilità ) o in un colore pantone (quinto colore), in modo che si possano stampare simultaneamente più lingue, o si possa ristampare in altra lingua, cambiando la sola lastra del nero.
La gestione di testi in colore o in negativo crea sempre problemi di costo e di gestione.
21 Aprile, 2008 at 21:43
Per me spesso è difficile trovare il giusto equilibrio tra la parte disegnata e la parte che sarà occupata dal testo.
In alcuni casi il testo sembra troppo ingombrante.
In testa hai un immagine della pagina chiara,bellissima,”molto artistica”
ma non puoi realizzarla perché non hai tenuto conto degli ingombri.
Oppure la campitura di colore dove decidi di inserirlo non è abbastanza chiara da permetterne la lettura e ti viene chiesto di schiarire schiarire e schiarire quando
tu invece la immaginavi scura con un testa chiaro (ma giustamente per motivi di costo e gestione non si può).
Penso che non sia sempre facile trovare il giusto compromesso,
ma forse questa è anche una delle tante “sfide” che rende bello questo lavoro.
Mi stavo chiedendo:
Ci sono illustratori che si occupano anche della grafica del proprio libro?
21 Aprile, 2008 at 22:38
Per Narcy:
Pareleremo anche di questo. Secondo me non è tra le righe che devi cercare ma dentro di te. E’ l’emozione che una frase ti dà , potrebbe essere un cielo stellato mentre il testo parla di un cane che si sentiva libero, ad esempio…Prova a cercare un’immagine-emozione…anche mille anni luce distante dal disegno, poi ritorna un po’ indietro…
Ps: grazie per i complimenti, ma non mi sento generosa! Io mi diverto a fare questo blog. E’ un modo per capire anche per me, mettere nero su bianco le mie impressioni.
Per Paolo:
Paolo un grazie grande come un palazzo di mille piani, dove ad ogni piano abita un collezionista di libri. Tu e Giovanna siete veramente due EDITORI, nel senso che diffondete davvero la cultura.
A me la OQO, dopo che le ho inviato lo storyboard, mi manda sempre la suddivisione esatta del testo nelle misure reali. Di modo che io possa non fare errori di spazio. E mi analizza sempre tavola per tavola dello story per dirmi se lasciare più spazio o meno…Sono molto attenti.
Per Anonimo:
Se tu ti ritrovi ad avere il testo tra i piedi o a dover schiarire perché si veda, significa che non hai lavorato bene sullo storyboard.
Fare l’illustratore è illustrare un testo. Fare il pittore è fare un disegno o un quadro. Sono due cose completamente diverse. Però se proprio a te non picciono i caratteri sul tuo disegno, perché non lasci una pagina solo per il testo e fai il tuo disegno altrove? Oppure come ha fatto la Janssen in Hansel e Gretel: fai due facciate solo testo e due facciate solo disegno e alterni così, di modo che testo e immagini non si incontrino mai.(Poverini!)
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Io sto imparando l’inglese e lo sto facendo con libri per bambini in inglese. La maggior parte delle volte non capisco un tubo di quello che leggo allora guardo il disegno a lungo e poi di nuovo le parole e via così…Fino a che le parole non diventano limpide e trasparenti. Mi emoziona tantissimo pensare che sto provando quello che prova un bambino quando legge uno dei nostri libri. A Bologna facevo l’esperimento coi libri in coreano o cinese, mi sentivo alta una manciata di centimetri! Pensate che bello: faciamo libri che insegnano la bellezza delle parole, che ne disvelano i segreti…
28 Settembre, 2013 at 20:15
Ciao Anna
scopro solo ora questo tuo blog interessantissimo e di cui ti faccio i complimenti per la generosità .
Leggo solo ora perché sono una profana dell’illustrazione che si avvicina con molto rispetto e in punta di piedi verso i professionisti. Per me sarà solo un hobby, ma volevo sottoporti un quesito per aiutarmi a svolgere un lavoro:
Vorrei capire da un punto di vista tecnico(non ho un grafico di riferimento) se quando mi appresto a fare una tavola che prende due pagine devo fare un calcolo differente a quando ne progetto una che ne prenderà solo una. Mi spiego meglio…
lavoro su dei fogli formato 23×30 cm, se io scelgo di illustrare solo nella pagina destra supponiamo, le proporzioni che dovrò mantenere x l’illustrazione, per non incorrere in problemi grafici, dovranno essere necessariamente la metà di quando decido di fare un’illustrazione a doppia pagina???
ti ringrazio molto
29 Settembre, 2013 at 18:38
Alice, ciao.
Sì, considerala un’unica doppia pagina, come se fosse un solo disegno, anche se la parte destra (o sinistra) ha qualche parte bianca. Invece se la pagina di sinistra ( o quella di destra) è tutta tutta bianca, considera il foglio tagliato a metà , sarà poi l’editore ad aggiungere la pagina per il testo. Non so se mi sono spiegata bene. Forse no.
30 Settembre, 2013 at 19:12
Ciao Anna,
Ho letto oggi per la prima volta il tuo blog ed è sensazionale. Ottimo Lavoro!
Mi piace molto disegnare e mi piacerebbe poter creare un qualcosa che possa avere significato, in primis mi piacerebbe poter fare un breve libro illustrato per bambini e poi mi piacerebbe potermi buttare su una sorta di libricino illustrato che spieghi alle persone con disabilità cosa sia l’amministratore di sostegno. Inventarmi tipo una storia su quell’argomento.
Mi aveva dato spunto la mia Referente Assistente Sociale durante lo stage perché vengono fatti dei provvedimenti giuridici sui disabili ma la maggior parte delle volte non viene spiegato loro il significato. Mi domandavo: ma i disegni si possono fare anche a mano o bisogna occuparsi della grafica digitale? Grazie mille. Laura
30 Settembre, 2013 at 21:18
Si Anna
ti sei spiegata benissimo e mi hai tolto dai “pasticci”!!
grazie ancora
Alice