Un album per bambini con musica di Debussy
1 Maggio, 2020La boîte ò joujoux, ballet pour enfants, (La scatola dei giocattoli, balletto per bambini) è un album illustrato da André Hellé con partitura musicale di Claude Debussy.
La storia di questo capolavoro, diventato poi un vero balletto nel 1919, merita di essere raccontata.
La storia inzia nel 1903, qaundo Gertrud Caspari, illustratrice che imporrà il suo stile pulito e lineare per molti decenni (ancora oggi in Germania si parla di “stile Caspari”) pubblica il suo primo libro per bambini: Das lebende Spielzeug. Ein lustiger Traum, (I giocattoli animati, Löwensohn, Fürth).
Il libro narra della fuga di un gruppo di giocattoli dalla loro scatola. È il sogno di un bambino. L’idea narrativa evoca il celebre passaggio dei giocattoli animati nel racconto dello scrittore romantico E.T.A Hoffmann “Schiaccianoci e il re dei topi” (1816), messo poi in musica da Tchaikovsky nel balletto Lo schiaccianoci (1892).
Alcuni anni dopo il 1903 (quanti, non so), un misterioso/a Me. J. Rybau, sul quale non sono riuscita a trovare nessuna informazione, pubblica in Francia il libro della Caspari con il titolo Les joujoux vivantes, ou un drôle de rêve (I giocattoli animati, o uno strano sogno). L’edizione è senza data.
Stessi disegni, testo tradotto in francese. Ecco alcune immagini dell’edizione francese e le due copertine a confronto:
Nessun riferimento, in questa edizione francese, all’edizione originale tedesca o al nome di Gertrud Caspari. Un’ipotesi potrebbe essere che Me. (signora/maestro?) J. Rybau fosse nominata/o nel frontespizio come autrice o autore del testo ma, cosa abbastanza comune all’epoca, non si facesse menzione dell’illustratore perché considerato di scarsa importanza.
Un’altra, che qualche editore abbia tradotto e pubblicato il libro in francese senza rendere conto all’autore dell’edizione originale, perché la normativa sul diritto d’autore tra Stati non era ancora ben delineata.
Non so quanto successo abbia avuto questa edizione francese ma, di sicuro, deve essere piaciuta a André Hellé.
Nel 1913, il pittore e illustratore francese André Laclôtre (in arte André Hellé) ha in mente un “progetto libro”. Un testo illustrato per opera musicale dal titolo La boîte à joujoux (La scatola dei gicattoli). La storia è simile a quella di Gertrud Caspari: un gruppo di giocattoli scappa da una scatola e vive molte avventure, tra cui una guerra. Hellé invita Claude Debussy a scrivere la partitura musicale per questa storia.
Già qualche anno prima, nel 1908, Debussy aveva lavorato a un’opera per bambini: una suite per pianoforte in sette parti pubblicata dall’editore A. Durand & fils con il titolo Children’s Corner.
E nel maggio del 1913 era andato in scena il suo balletto, Jeux (Giochi), con la compagina dei Balletti russi del coreografo Djaghilev, interpretato dal grande ballerino Nižinskij; ma il balletto non era piaciuto affatto al pubblico parigino.
Stupisce e non stupisce che in quel clima di avanguardie e sperimentazioni Debussy accetti la proposta di Hellé e inzi a lavorare alla partitura di un libro per bambini. Stupisce perché oggi il libro per bambini è un prodotto comemrciale dai contorni molto più marcati e impermeabili ad altre forme d’arte. Non stupisce perché le Avanguardie furono spesso al servizio dell’arte dedicata ai bambini, basti pensare ai libri per bambini illustrati da artisti quali Chagall, El Lissitzky, Lebedev.
L’album di Hellé e Debussy viene pubblicato nell’autunno del 1913 con il titolo La boîte à joujoux, un ballet pour enfants (La scatola dei giocattoli, un balletto per bambini), sempre da Durand & fils. Ecco alcune immagini…
Il disegno di frontespizio e l’idea narrativa tolgono ogni dubbio sulla fonte di ispirazione di Hellé in Gertrud Casperi alias Me. J. Rybau.
Qui il disegno della Caspari:
Qui quello di Hellé:
Ma lo stile è del tutto diverso. A 100 anni di distanza possiamo affermare che lo stile di Gertrud Caspari appartiene interamente alla moda “jugendstil” di quegli anni, lo stile di Hellé, invece, ha qualcosa di rotondo, personale, graficamente forte che provoca in noi, ancora oggi, una tenerezza senza nessuna ruga.
Anche la messa in pagina del testo e delle illustrazioni è più originale di quella della Caspari.
Nel 1914 Debussy comincia a lavorare all’orchestrazione della Boîte à joujoux, ma scoppia la guerra e non porta a termine il progetto. Muore nel 1918 a seguito di un tumore, lasciando l’opera incompiuta.
Sarà l’amico André Caplet a portare a termine l’opera.
Il balletto andrà in scena il 10 dicembre 1919 al Théâtre Lyrique di Parigi, con la direzione di Désiré-Émile Inghelbrecht, scene e costumi di André Hellé e coreografia di Robert Quinault.
Quanto deve essere stato meraviglioso assistere a quello spettacolo? Ci resta qualche fotografia, la musica di Debussy e la bellissima edizione del libro di Hellé.
La pagina Wikipedia dedicata a La Boîte à joujoux di Debussy cita André Hellé solo marginalmente come “pittore”, non dice che il progetto fu suo.
La relazione tra il libro di Caspari e quello di Hellé, invece, non è nominata in nessuna storia ufficiale ed è farina del mio sacco. Ma forse interessa solo i collezionisti più noiosi, quali me.
Storia finita.
Anzi, no.
Nel 1921 il balletto entra nel repertorio dei Ballets suédois con gli stessi costumi e decori di Hellé, ma con la nuova coreografia, di gusto più cubista, del ballerino e coreografo Jean Börlin.
Lo spettacolo andrà in scena anche negli Stati Uniti con il titolo: The toy shop. (Sulla pagina degli “Amici di Hellé” più informazioni su questa tourné e una magnifica affiche illustrata da Hellé).
Nel 1926, Hellé pubblica con l’editore Tolmer una nuova versione solo scritta e illustrata della scatola dei giocattoli: L’ Histoire d’une Boîte à Joujoux, con nuove tavole: libro oggi riedito dalle edizioni Memo.
Nel 1995 esce “Toy story” della Pixar.
Fine.
Anna Castagnoli
Potete sfogliare tutto il libro di Hellé e Debussy su Gallica, a questo link e ascoltare la musica di Debussy accompagnata dai disegni e testi di Hellé in questo video.
Buon ascolto e visione.
Per altre informazioni sul balletto e le diverse rappresentazioni: qui.