Piccole poesie per giorni di pioggia e di sole, di Edmond Jabès

30 Aprile, 2013

Piccole poesie per giorni di pioggia e di sole è l’unico libro di poesie dedicate ai bambini scritto da Edmond Jabès, uno dei più squisiti e ineffabili poeti del ‘900. Ne sono stati stampati 350 esemplari in italiano dalle Edizioni San Marco dei Giustiniani, a Genova, nel 2001. Io possiedo il numero 85.
«Lei non ama i bambini!» gli era stato rimproverato con tono giocoso da un redattore della Gallimard, «Non ha mai scritto per loro!». Così Jabes scrisse questo scrigno di 11 poesie, tristissime, bellissime. Ve ne copio qualcuna (traduzione di Federico Nicolao).

La libellula e il lumachino

Una libellula si era
invaghita
di un timido lumachino.
«Amore mio così grazioso
con quei cornini per portare gli occhi»,
gli diceva.
Ma chi può sentire
le parole di una libellula?
Certamente non
un lumachino,
che, per di più,
non ha buona vista.

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L’asino in pena

Un asino era davvero in pena
a raccontare la sua vita d’asino
al bel cavallo bianco
che lo sdegnava.

«Esprimiti come un cavallo»,
gli diceva il cavallo.

E l’asino gli rispondeva:
«Non posso che esprimermi come un asino:
lo sono. »

Ma irritato il cavallo gli diceva
«Un asino sta zitto davanti a un cavallo.
Non te l’hanno insegnato?»

E l’asino piangeva, piangeva.
E le sue lacrime – era mattino in una torrida estate –
rinfrescavano il suolo che, a modo suo,
ringraziava.

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L’albero volante ve l’ho scannerizzata, perché quando la poesia è uno spettacolo sulla scena del foglio, non si può improvvisarla altrove. Quel “Tornate foglie, cadranno” deve restare com’è.
Qui trovate la versione in francese: L’arbre volant.

Ps: In una nota al libro redatta da Federico Nicolao si legge che il rimprovero del redattore Gallimard non era del tutto fondato. Tra il 1943 e il 1945 Jabès scrisse “Canzoni per il pasto dell’orco“.