
Un Courant d’air, Juliette Binet, Editions du Rouergue

Il primo piano (ne ha tre) del Salone del libro di Montreuil
Si è appena conclusa la venticinquesima edizione del Salone di Montreuil, una fiera tutta dedicata all’editoria per ragazzi francese, che quest’anno ha aperto le porte anche a case editrici non francofone (presenti Logos, e Kite -quest’ultima nella versione francese Passepartout, e dalla Spagna: Mamut, la prima casa editrice di fumetto per la primissima età e Milimbo).
I NUOVI STILI DELL’ILLUSTRAZIONE FRANCESE
Ecco la mie impressioni: si conferma uno stile grafico, semplice, con forme pulite e campiture piane.
Il colore mi è sembrato il grande protagonista di quest’edizione del Salone: colori decisi, colori pantone, colori fosforescenti, colori brillanti, colori chiarissimi ma accesi: gialli canarino, rosa fucsia, note e accenti punk, verdi smeraldo, rossi cadmio. Sulle pagine bianche (molto bianche) questi colori prendevano ora la forma studiata del decoro naturalista di fiori e foglioline, ora forme geometriche (quadrati, triangoli, cerchi), ora si ripetevano in forme date da stampini di legno. Per trovare un’equazione che riassuma questo stile: colori potentissimi/forme calibrate.


Due immagini tratte da Pampilio di Irena Tuwim e Monika Hanulak. Edizioni Hélium 2012


Due immagini di Alma, Stéphane Audeguy, Gallimard Jeunesse, 2012


Nuit de Rêve, Lauren Moreau, Actes Sud Junior 2012

L’enfant qui riait tout le temps, Editions Ppaf, 2012

Camion Toc Toc, Olivier Douzou, Editions du Rouergue
Il linguaggio del fumetto e della grafica sembrano definitivamente aver contaminato (in positivo) l’album illustrato, un esempio fra tutti questa pagina, tratta da Tonio, di Gaetan Dorémus, album di cui vi parlerò nelle prossime puntate.

Tonio, Gaetan Dorémus, Ed. du Rouergue
Spopola, con un numero notevole di nuovi titoli, il libro senza testo, o così detto silent book.
A lato dei silent book (per contrapposizione?) ho trovato parecchi album con testi molto lunghi.
Per quanto riguarda i temi dei libri, ho notato una predominanza di libri allegri, assurdi, anche folli (un titolo esemplificativo tra tutti: il magnifico Dictionnaire fou du corps -Dizionario folle del corpo-), dove il gioco e la leggerezza la fanno da padroni, a scapito dell’atmosfera intimista-poetico-malinconica che aveva segnato la moda degli ultimi anni.
I BAMBINI FRANCESI E I LIBRI
Al Salone di Montreuil vengo sempre spiazzata dalla curiosità dei bambini per i libri e dall’atteggiamento di profondo rispetto dei genitori per i loro gusti. Ho visto una bambina di 7 anni sfogliare affascinata una riedizione di Nathalie Parain (sublime) per le edizioni Memo, poi dire alla mamma: ho scelto. La mamma ha sfogliato il libro, guardato con discrezione il prezzo (costava 30 euro!), chiesto alla bambina: sei sicura? La bambina ha risposto “sì”, e la mamma ha comprato il libro senza battere ciglio. Scene così se ne vedono di continuo al Salone. I bambini in Francia sono lettori competenti, curiosi, sicuri dei loro gusti.

Un piccolo visitatore mentre mostra il libro che ha scelto alla mamma, al Salone di Montreuil

Un piccolo visitatore davanti allo stand di Mamut, la casa editrice spagnola di comic per bambini in età prescolare.
Conferma questa mia impressione l’indagine che ha svolto Gallimard Jeunesse insieme a Le Parisien sulle pratiche di lettura dei ragazzi francesi di oggi. L’agenzia Ipsos mediaCT ha svolto l’inchiesta prendendo un campione di 1000 bambini di un’età compresa tra i 7 e i 15 anni. I risultati sono stati pubblicati su le Parisien all’apertura del Salone di Montreuil, e la risposta è stata: sì, i bambini francesi amano leggere. La maggior parte di loro vive in case dotate di diversi supporti media (81% dei bambini ha in casa un computer, 69% una console giochi, il 28% uno smartphone). 41% dei bambini ha dichiarato fare della lettura una pratica quotidiana, 66% dei bambini preferisce un libro prima di addormentarsi a qualsiasi altra attività . Il 78% dice di amare leggere, 38% addirittura dichiara di “adorare” leggere.
Il ruolo dei genitori nel consigliare e stimolare la lettura sembra determinante. Il 79% dei genitori legge ai bambini un libro ad alta voce (non ho capito se ogni giorno, ogni settimana, o?). La rottura avviene a 12 anni, quando cala vertiginosamente questa passione a vantaggio di giochi video e televisione (soprattutto per i maschietti). Trovate qui l’articolo riassuntivo.
Di recente, sul Corriere della Sera, è stato pubblicato un articolo sugli allarmanti dati dell’analfabetismo di ritorno in Italia. Il panorama non sembra, ehm… proprio lo stesso. A chi dobbiamo dare la colpa?



Grafico realizzato da Ipsos Media CT sulle nuove pratiche di lettura dei giovani in Francia, 2012
Dunque gli adolescenti non leggono più? Falso. La lettura nell’adolescenza cambia volto: si fanno sempre più vivaci fenomeni di lettura collettiva on line, nutriti da un forte bisogno di condividere impressioni attraverso forum e commenti (vedi fenomeno della Fan Fiction) e di cambiare destino ai personaggi con nuove riscritture personali. Forse è ora di ripensare a forme del libro più adatte alle future generazioni?
LE APP E I LIBRI DIGITALI
Il Salone di Montreuil ha dedicato alle app e ai nuovi libri digitali uno stand e un’intera giornata di conferenze. Ho sgnaccato, accarezzato, rovesciato, shakerato tutti gli Ipad disponibili al pubblico, con le loro applicazioni ed eBook, ma non ho sperimentato che tonti esercizi ginnici del polso: Bruno Munari, 40 anni fa, aveva avuto idee più innovative con qualche semplice pezzo di carta colorato. Quando la grafica eccelleva, come nel caso delle edizioni digitali E-toiles – già vincitrici a Bologna 2012 del premio alla miglior app con Dans mon rêve, le idee restavano banali.

Me medesima provando libri digitali al Salone di Montreuil
Due le cause, secondo me: la giovanissime età dei “libri digitali per bambini”, che ancora non sanno parlare una lingua propria, e il fatto che chi di picture book capisce qualcosa continua ad avere timore di abbandonare il loro rassicurante odore di colla per lanciarsi a esplorare nuovi territori narrativi; col risultato che si occupano di app ed eBook per bambini studi grafici e di animazione con un retaggio culturale diverso da quello del libro illustrato.

Bambini mentre giocano con le app offerte in mostra dal salone di Montreuil
Durante le conferenze, editori e illustratori, per giustificare la loro resistenza, accampavano scuse un po’ buffe: campeggia su tutte “il libro è un oggetto fisico manipolabile” versus “la tablette no”. Mi sembra evidente, vedendo i bambini giocare con un Ipad, che l’Ipad obbliga a una gamma di manipolazioni e movimenti delle dita, delle mani e dei polsi, che nessun libro cartaceo ha mai richiesto (salvo quelli tattili per la primissima età ).

Bambini mentre giocano con le app offerte in mostra dal salone di Montreuil
Al secondo posto delle scuse c’è il rischio di isolamento del bambino. Ma non venite a dirmi che il libro è un luogo di interazione con l’altro! (eccezion fatta per la prima età , quando è ancora il genitore a leggere ad alta voce). Il solo difetto delle tablette mi sembra, ad oggi, quello di una totale mancanza di contenuti narrativi interessanti (ma non è colpa delle tablette).
Se vi interessano questi temi, leggete il nuovo blog italiano Happi Ideas, dove si approfondisce il dibattito.

La sempre avanguardiaristica Kveta Pacovska, durante la sua conferenza a Montreuil, ha dichiarato essere curiosa di sperimentare i nuovi linguaggi digitali. E chi altri se non lei poteva affermarlo così serenamente?!