Salone di Montreuil 2012: nuove tendenze.

5 Dicembre, 2012

Un Courant d’air, Juliette Binet, Editions du Rouergue
Il primo piano (ne ha tre) del Salone del libro di Montreuil

Si è appena conclusa la venticinquesima edizione del Salone di Montreuil, una fiera tutta dedicata all’editoria per ragazzi francese, che quest’anno ha aperto le porte anche a case editrici non francofone (presenti Logos, e Kite -quest’ultima nella versione francese Passepartout, e dalla Spagna: Mamut, la prima casa editrice di fumetto per la primissima età e Milimbo).

I NUOVI STILI DELL’ILLUSTRAZIONE FRANCESE
Ecco la mie impressioni: si conferma uno stile grafico, semplice, con forme pulite e campiture piane.
Il colore mi è sembrato il grande protagonista di quest’edizione del Salone: colori decisi, colori pantone, colori fosforescenti, colori brillanti, colori chiarissimi ma accesi: gialli canarino, rosa fucsia, note e accenti punk, verdi smeraldo, rossi cadmio. Sulle pagine bianche (molto bianche) questi colori prendevano ora la forma studiata del decoro naturalista di fiori e foglioline, ora forme geometriche (quadrati, triangoli, cerchi), ora si ripetevano in forme date da stampini di legno. Per trovare un’equazione che riassuma questo stile: colori potentissimi/forme calibrate.

Due immagini tratte da Pampilio di Irena Tuwim e Monika Hanulak. Edizioni Hélium 2012
Due immagini di Alma, Stéphane Audeguy, Gallimard Jeunesse, 2012

Nuit de Rêve, Lauren Moreau, Actes Sud Junior 2012
L’enfant qui riait tout le temps, Editions Ppaf, 2012
Camion Toc Toc, Olivier Douzou, Editions du Rouergue

Il linguaggio del fumetto e della grafica sembrano definitivamente aver contaminato (in positivo) l’album illustrato, un esempio fra tutti questa pagina, tratta da Tonio, di Gaetan Dorémus, album di cui vi parlerò nelle prossime puntate.

Tonio, Gaetan Dorémus, Ed. du Rouergue

Spopola, con un numero notevole di nuovi titoli, il libro senza testo, o così detto silent book.
A lato dei silent book (per contrapposizione?) ho trovato parecchi album con testi molto lunghi.
Per quanto riguarda i temi dei libri, ho notato una predominanza di libri allegri, assurdi, anche folli (un titolo esemplificativo tra tutti: il magnifico Dictionnaire fou du corps -Dizionario folle del corpo-), dove il gioco e la leggerezza la fanno da padroni, a scapito dell’atmosfera intimista-poetico-malinconica che aveva segnato la moda degli ultimi anni.

I BAMBINI FRANCESI E I LIBRI
Al Salone di Montreuil vengo sempre spiazzata dalla curiosità dei bambini per i libri e dall’atteggiamento di profondo rispetto dei genitori per i loro gusti. Ho visto una bambina di 7 anni sfogliare affascinata una riedizione di Nathalie Parain (sublime) per le edizioni Memo, poi dire alla mamma: ho scelto. La mamma ha sfogliato il libro, guardato con discrezione il prezzo (costava 30 euro!), chiesto alla bambina: sei sicura? La bambina ha risposto “sì”, e la mamma ha comprato il libro senza battere ciglio. Scene così se ne vedono di continuo al Salone. I bambini in Francia sono lettori competenti, curiosi, sicuri dei loro gusti.

Un piccolo visitatore mentre mostra il libro che ha scelto alla mamma, al Salone di Montreuil
Un piccolo visitatore davanti allo stand di Mamut, la casa editrice spagnola di comic per bambini in età prescolare.

Conferma questa mia impressione l’indagine che ha svolto Gallimard Jeunesse insieme a Le Parisien sulle pratiche di lettura dei ragazzi francesi di oggi. L’agenzia Ipsos mediaCT ha svolto l’inchiesta prendendo un campione di 1000 bambini di un’età compresa tra i 7 e i 15 anni. I risultati sono stati pubblicati su le Parisien all’apertura del Salone di Montreuil, e la risposta è stata: sì, i bambini francesi amano leggere. La maggior parte di loro vive in case dotate di diversi supporti media (81% dei bambini ha in casa un computer, 69% una console giochi, il 28% uno smartphone). 41% dei bambini ha dichiarato fare della lettura una pratica quotidiana, 66% dei bambini preferisce un libro prima di addormentarsi a qualsiasi altra attività. Il 78% dice di amare leggere, 38% addirittura dichiara di “adorare” leggere.
Il ruolo dei genitori nel consigliare e stimolare la lettura sembra determinante. Il 79% dei genitori legge ai bambini un libro ad alta voce (non ho capito se ogni giorno, ogni settimana, o?). La rottura avviene a 12 anni, quando cala vertiginosamente questa passione a vantaggio di giochi video e televisione (soprattutto per i maschietti). Trovate qui l’articolo riassuntivo.

Di recente, sul Corriere della Sera, è stato pubblicato un articolo sugli allarmanti dati dell’analfabetismo di ritorno in Italia. Il panorama non sembra, ehm… proprio lo stesso. A chi dobbiamo dare la colpa?



Grafico realizzato da Ipsos Media CT sulle nuove pratiche di lettura dei giovani in Francia, 2012

Dunque gli adolescenti non leggono più? Falso. La lettura nell’adolescenza cambia volto: si fanno sempre più vivaci  fenomeni di lettura collettiva on line, nutriti da un forte bisogno di condividere impressioni attraverso forum e commenti (vedi fenomeno della Fan Fiction) e di cambiare destino ai personaggi con nuove riscritture personali. Forse è ora di ripensare a forme del libro più adatte alle future generazioni?

LE APP E I LIBRI DIGITALI
Il Salone di Montreuil ha dedicato alle app e ai nuovi libri digitali uno stand e un’intera giornata di conferenze. Ho sgnaccato, accarezzato, rovesciato, shakerato tutti gli Ipad disponibili al pubblico, con le loro applicazioni ed eBook, ma non ho sperimentato che tonti esercizi ginnici del polso: Bruno Munari, 40 anni fa, aveva avuto idee più innovative con qualche semplice pezzo di carta colorato. Quando la grafica eccelleva, come nel caso delle edizioni digitali E-toiles – già vincitrici a Bologna 2012 del premio alla miglior app con Dans mon rêve, le idee restavano banali.

Me medesima provando libri digitali al Salone di Montreuil

Due le cause, secondo me: la giovanissime età dei “libri digitali per bambini”, che ancora non sanno parlare una lingua propria, e il fatto che chi di picture book capisce qualcosa continua ad avere timore di abbandonare il loro rassicurante odore di colla per lanciarsi a esplorare nuovi territori narrativi; col risultato che si occupano di app ed eBook per bambini studi grafici e di animazione con un retaggio culturale diverso da quello del libro illustrato.

Bambini mentre giocano con le app offerte in mostra dal salone di Montreuil

Durante le conferenze, editori e illustratori, per giustificare la loro resistenza, accampavano scuse un po’ buffe: campeggia su tutte “il libro è un oggetto fisico manipolabile” versus “la tablette no”. Mi sembra evidente, vedendo i bambini giocare con un Ipad, che l’Ipad obbliga a una gamma di manipolazioni e movimenti delle dita, delle mani e dei polsi, che nessun libro cartaceo ha mai richiesto (salvo quelli tattili per la primissima età).

Bambini mentre giocano con le app offerte in mostra dal salone di Montreuil

Al secondo posto delle scuse c’è il rischio di isolamento del bambino. Ma non venite a dirmi che il libro è un luogo di interazione con l’altro! (eccezion fatta per la prima età, quando è ancora il genitore a leggere ad alta voce). Il solo difetto delle tablette mi sembra, ad oggi, quello di una totale mancanza di contenuti narrativi interessanti (ma non è colpa delle tablette).
Se vi interessano questi temi, leggete il nuovo blog italiano Happi Ideas, dove si approfondisce il dibattito.

La sempre avanguardiaristica Kveta Pacovska, durante la sua conferenza a Montreuil, ha dichiarato essere curiosa di sperimentare i nuovi linguaggi digitali. E chi altri se non lei poteva affermarlo così serenamente?!

15 Risposte per “Salone di Montreuil 2012: nuove tendenze.”

  1. 1 claudia candida laura
    5 Dicembre, 2012 at 17:46

    Concordo con te Anna. Linguaggio grafico e pantoni a go go. La mia scoperta di quest’anno è stato proprio Laurent Moreau, anticipata dall’uscita in Italia del libro “A che pensi?” poche settimane prima di Montreuil. Tendenza, questa della grafica predominante, riscontrabile anche nelle varie sessioni di dediche in cui gli illustratori anche molto famosi che ho avuto modo di guardare avevano solo uni posca, pantoni e pennarelli indelebili neri ultra fini per fare i loro disegni….eccezione unica il buon Simone Rea che contro corrente dipingeva letteralmente in acrilico!! Mitico!!!!! Io personalmente, pur apprezzando questo stile grafico, lo trovo piuttosto freddo e decorativo a livelli spesso ridondanti…evito di fare nomi ma libri come quelli visti in fiera per lo più non mi emozionano affatto. Sono bei libri ma non libri che restano nell’anima.

  2. 2 barbara mazzoleni
    5 Dicembre, 2012 at 20:05

    Grazie per questo reportage interessantissimo! 
    A proposito del tipo di “manipolazione” richiesta dagli e-book vorrei dire che la definizione “touch” generalmente assegnata a questi dispositivi é a mio parere errata, semmai permettono di compiere delle “gestures”, come dici tu Anna grandi movimenti di dita, mani e polsi su una superficie che come valenza tattile è pari a zero…
     Il libro tattile ( dove veramente si “legge” usando il senso del tatto) é un’altra cosa: e anche qui, purtroppo, c’é un comune pensare che lo ritiene adatto solo alla primissima infanzia… 
    So che il mio commento va un po’ fuori “topic” e me ne scuso, ma sto leggendo molte discussioni sugli e-book o app che non condiderano mai questo presupposto: come molti dicono, l’e-book non ha ancora trovato la sua vera natura: parlandone e scambiando opinioni, sensazioni e riflessioni si troverá la strada, e sicuramente vivrá di vita propria e non come “adattamento”, “scimmiottamento” o “surrogato” di libri. 
    E la voglia di sperimentare ogni mezzo o tecnologia nuova é propria dei grandi come Pacovska o Munari, per i quali ogni mezzo nuovo é solo un linguaggio in piú disponibile e quindi un arricchimento, non un impoverimento. Conoscete la teoria della “saggezza digitale” di Prensky? Io la condivido pienamente!

  3. 3 Massimo
    5 Dicembre, 2012 at 20:06

    Grazie per questo interessante resoconto, e per questi spunti di riflessione

  4. 4 PAVE
    5 Dicembre, 2012 at 21:07

    Anche io mi aggiungo al coro di complimenti e ringraziamenti ad Anna per la competenza che la distingue!!!
    Interessante il fatto che a Montreuil il salone sia aperto ai bambini, il nostro di Bologna nemmeno ai genitori!!! Vero che forse le finalità sono diverse però – parlo da genitore – penso che sarebbe interessante se Bologna prevedesse anche solo un giorno per fare entrare le famiglie. Molti infatti pur amando “le figure” ed avendo una certa sensibilità nemmeno immaginano che esistano certe meraviglie e questo perchè le librerie sono sempre più cariche di TOPO TIP e perchè per avere contatti interessanti con certa letteratura si debbano a volte fare KM KM verso librerie di cui spesso molti ignorano l’esistenza oppure essere “fortunati” come è capitato a me di avere in paese una biblioteca fornitissima.
    Mi permetto:
    La colpa del fatto che i ragazzi non leggano è SOLO dei genitori. Lasciamo stare le istituzioni: troppo spesso vengono caricate di compiti che competono in primo luogo competono ai genitori (vedi insegnare le buone maniere). Ormai è finita, o sono casi rarissimi, l’era in cui i genitori non avevano la possibilità di dare certi stimoli ai ragazzi. Se sei un genitore poco stimolato sarai poco stimolante per i ragazzi, se stiamo tutti a inebetirci davanti a internet o ad un televisore difficilmente difficilmente stimoleremo l’amore per la lettura nei ragazzi.
    Scusate la morale ma penso che essere genitori sia la cosa più difficile che ci sia e non mi reputo nessuno per dare consigli a nessuno: però amo dire la mia.
    Ciao a tutti e complimenti.
    PAVE

  5. 5 claudia candida laura
    6 Dicembre, 2012 at 0:08

    La penso come PAVE sul discorso della piena responsabilità genitoriale (ma ci metterei anche quella di una buona scuola elementare funzionante che dovrebbe coadiuvare i genitori e fare la sua parte e, qui, mi dispiace le gravi mancanze delle istituzioni sul buon funzionamento delle scuole ci sta tutto). Purtroppo su questo tema c’è molto pressapochismo. Ho sentito proprio in fiera a Montreuil degli italiani che davano la colpa a “vent’anni di berlusconismo e di tv commerciale” il motivo della crisi del libro d’infanzia in Italia…ero basita e ho dovuto mordermi la lingua per non intervenire in merito…io stessa sono cresciuta con le tv commerciali ma come molti altri bambini degli anni 80 avevo dei genitori che mi compravano bei libri illustrati che ancora conservo, come lo splendido Rosa Confetto. Se la tv (o i videogiochi, o il pc) ha colpe sono quelle riflesse dei genitori che li lasciano là davanti per ore.

  6. 6 lucia
    6 Dicembre, 2012 at 9:55

    Molto interessante la tua analisi: evviva anche a Kveta Pacovska.
    Anche io penso che i libri digitali siano un bel potenziale e se oggi sono veramente scarni è colpa di chi li “riempe” ancora al minimo delle forze! .. poi perchè essere a favore di uno o dell’altro? Le due espressioni (elettronica e cartaceo) possono convivere felicemente!

  7. 7 Anna Castagnoli
    6 Dicembre, 2012 at 13:20

    Per quanto riguarda la lettura e i bambini: diamogli un po’ di tempo all’Italia, la Francia è stata una pioniera dell’album per bambini, e ha un secolo di vantaggio sull’Italia. Da quando ho cominciato questo mestiere ho assistito a un vero e proprio boom dell’album. Vedrete che fra poco si sveglieranno anche i media, e a ruota più famiglie saranno contagiate.
    L’amore per la cultura si insegna. E non sono tanto d’accordo sulla sola responsabilità delle famiglie. Non si può dare quello che non si riceve. La responsabilità è dei media, delle scuole, della classe politica. La qualità dei programmi televisivi, della diffusione di cultura attraverso i quotidiani, degli strumenti che si danno agli insegnanti… contano, eccome.

    Poi, è vero, ci sono anche tanti genitori sciatti (per fretta, per stanchezza, per pigrizia), ma quanto sarebbero aiutati, sorretti, incoraggiati, da uno Stato che considera l’educazione dei suoi cittadini-bambini come un valore primario?

  8. 8 Sam
    6 Dicembre, 2012 at 14:23

    Hai ragione Anna! Qui in Italia stiamo ancora faticando per diffondere i libri cartacei, figurarsi gli e-book! Il grande assente in questo circolo virtuoso è spesso proprio lo Stato. Vedo tanta buona volontà da parte di genitori ed insegnanti (spesso genitori a loro volta)per colmare quelle lacune di una scuola sempre più povera. Si distribuiscono fotocopie (fatte di nascosto negli uffici) di libri che non ci sono, si organizzano minibiblioteche nelle classi, con prestiti personalizzati in base alle capacità dei bambini, insomma si fa quel che si può…

  9. 9 PAVE
    6 Dicembre, 2012 at 14:46

    @ Anna concordo col fatto che molti genitori sarebbero aiutati da parte delle istituzioni. Ma credo anche francamente che al giorno d’oggi tra internet e la vasta scelta delle tv digitali terresti e no, il modo di “guardare oltre” ci possa essere per tutti. E’ la nostra generazione di genitori (ragazzi cresciuti tra gli ’80 -’90) che ha gli strumenti tecnologici per andare oltre ma manca molto spesso una base anche solo di curiosità. La cosa brutta è che in generela (badate bene in generale) vedo molta poca voglia da parte dei genitori di interrogarsi sul proprio ruolo istituzionale. Quindi più ci nutriamo più diamo visto che da fuori non arriva nulla e non arriverà dato i tempi di crisi ed i chiari di luna che ci sono.
    Cmq non voglio fare polemiche è chiaro è solo una constatazione.
    PAVE

  10. 10 PAVE
    6 Dicembre, 2012 at 14:46

    @ Anna concordo col fatto che molti genitori sarebbero aiutati da parte delle istituzioni. Ma credo anche francamente che al giorno d’oggi tra internet e la vasta scelta delle tv digitali terresti e no, il modo di “guardare oltre” ci possa essere per tutti. E’ la nostra generazione di genitori (ragazzi cresciuti tra gli ’80 -’90) che ha gli strumenti tecnologici per andare oltre ma manca molto spesso una base anche solo di curiosità. La cosa brutta è che in generela (badate bene in generale) vedo molta poca voglia da parte dei genitori di interrogarsi sul proprio ruolo istituzionale. Quindi più ci nutriamo più diamo visto che da fuori non arriva nulla e non arriverà dato i tempi di crisi ed i chiari di luna che ci sono.
    Cmq non voglio fare polemiche è chiaro è solo una constatazione.

    grazie delle risposte

  11. 11 giulia
    6 Dicembre, 2012 at 15:15

    buongiorno Anna, buongiorno a tutti,
    che interessante, vorrei che fossimo tutti a parlarci seduti sul divano, non certo Anna per mancare di rispetto alla tua casa che ci ospita ma solo perchè mi spiace non poterci guardare negli occhi.
    Da editore digitale a Montreuil sono andata carica di speranza…ahimè mal riposta; poca novità nei contenuti di app e ebook, poco fervore creativo, proposte ben confezionate ma poco originali, oneste ma piatte. E’ dagli illustratori e dagli scrittori che aspetto un segnale, un progetto nuovo, una storia circolare,un modo pazzo di usare la tecnologia a nostra disposizione per raccontare belle storie ai bambini.
    ciao giulia

  12. 12 Anna Castagnoli
    6 Dicembre, 2012 at 20:10

    Per Sam: Purtroppo quando c’è crisi la cultura è la prima a saltare… quando invece è proprio lì che bisognerebbe investire per il domani.
    Pave: è vero che molte famiglie non hanno ben chiara la responsabilità dell’educazione. Se ne incontrano, e fa molta malinconia.
    Per Giulia: grazie per la tua testimonianza, mi fa piacere che qualcuno più esperto di me confermi la mia sensazione.
    Ordino i divani!

  13. 13 Sam
    7 Dicembre, 2012 at 8:29

    Non volevo togliere responsabilità alle famiglie, anzi! Ma proprio perché i genitori non sono uguali per tutti (per cultura,portafogli, intelligenza…) la scuola dovrebbe esserlo e dare a tutti le stesse possibilità.
    Tutto questo per dire che se hai l’I Pad ma non hai la voglia di leggere l’e-book non te lo scaricherai mai.

  14. 14 Francesca Ferri
    7 Dicembre, 2012 at 10:53

    che bellezza Anna questi album sono bellissimi, amo l’essenzialità delle forme e i colori “sparati” e finalmente si respira aria nuova rispetto alla tendenza intimista ed esistenzialista che rischiava in alcuni casi di diventare un poco manierista…
    Il libro digitale sta cercando una sua identità. Ma mi chiedo, pensando agli effetti che ha avuto l’invenzione della fotografia sulla pittura,se è veramente dal libro digitale che dobbiamo aspettarci cambiamenti o novità. Oppure se semplicemente strapperà al libro cartaceo il mero compito di veicolare solo immagini e contenuti e saà invece il libro di carta a dover essere ridefinito, come il ruolo della pittura nelle avanguardie.

  15. 15 Caterina B.
    14 Dicembre, 2012 at 22:59

    ah..laurent moureau..MERAVIGLIOSA!