10 consigli per vincere un concorso di illustrazione + uno

13 Novembre, 2019

D’accordo, forse non per vincerli, il titolo è un po’ esagerato, ma ho partecipato in passato ad alcune giurie nazionali e internazionali (tra le altre: la Mostra degli Illustratori di Bologna nel 2014 (qui il post con la mia esperienza), Concorso Fundación SM nel 2015, (qui il post), Premis Junceda d’l·lustració 2017 (in Catalogna), Tapirulan nel 2018, Premio Illustri e Premio Serpa-Planeta Tangerina nel 2019 e sulla base di queste esperienze mi permetto di darvi alcuni consigli per avere, almeno, qualche chance in più. Eccoli:

1) FATE UNA SELEZIONE
I concorsi di illustrazione danno una reale visibilità e spesso lanciano giovani illustratori, ma costano ore di lavoro e denaro. Studiate con attenzione i concorsi che possano essere più adatti a voi, al vostro livello e stile, fate una selezione puntuale, ridotta, e metteteli in calendario come un vero lavoro. Le scadenze sono, ogni anno, sempre le stesse, con pochi giorni di differenza, quindi, potete organizzarvi.

Richard Scarry, 1956

Non è facile all’inizio avere la determinazione di lavorare molto per pubblicare un primo libro. Come sempre consiglio ai miei allievi, un concorso è un ottimo modo per esercitarsi su un tema con una scadenza temporale. Rappresenterà anche il calendario delle vostre sconfitte e dei margini di miglioramento, sia che vi proponete di partecipare e poi non lo facciate, sia che partecipiate e non veniate selezionati. Le sconfitte sono importanti quanto le vittorie, se non di più. Ci obbligano a crescere.

Ekaterina Tabakh, finalista al premio SCBWI della Bologna Children’s Book Fair 2018

2) STUDIATE I VINCITORI DELLE EDIZIONI PRECEDENTI
Ogni anno le giurie di un concorso cambiano; ciò nonostante, ogni concorso, vuoi per ragioni di destinazione commerciale (l’editore che pubblicherà il vincitore), vuoi per il gusto di chi sceglie i giurati, ha un suo marchio di fabbrica, un suo stile; proprio come la linea editoriale di una casa editrice.
Ad esempio, la Mostra degli Illustratori di Bologna premia spesso la ricerca di linguaggi nuovi, arditi, al confine con l’arte vera e propria. Ilustrarte, in Portogallo presenta spesso una selezione di stili molto epurati, grafici, contemporanei.
Il concorso della Città del Sole, lo dice nel suo stesso bando, è più classico: incoraggia atmosfere festose, sognanti, allegre (“quasi fosse il racconto di un anno sognato, fatto di stagioni per lui ideali e di mesi simbolo”).
Questo non significa che non ci siano eccezioni, ma studiare bene cosa chiedono i bandi e studiare lo stile dei vincitori delle edizioni passate vi aiuterà a mirare meglio e centrare il bersaglio.

Violeta Lopiz, primo premio Ilustrarte 2016

3) METTETE UN PERSONAGGIO IN SCENA
Come mettete un soggetto nelle vostre frasi quando parlate o raccontate una storia, dovete mettere un soggetto nella vostra tavola. Questo protagonista deve essere chiaramente visibile e riconoscibile per qualche caratteristica grafica: con il suo berrettino, cravattino, fiocchettino, braghetta a quadri, capello sparato, vestito colorato, isolamento o differenze dagli altri personaggi… deve indicare al lettore che è lei/lui/loro il soggetto principale della vostra frase/scena. Sembra un consiglio scontato, non lo è. Tante troppe tavole in gara nei concorsi sono confuse da un punto di vista narrativo, ancora prima che stilistico.

Tove Jansson

Questo è il primo passo. Il secondo passo è far si che il soggetto sembri vivo, cioè, citando Nanni Moretti, “che fa cose, vede gente”, si muove, cade, si alza, cammina, corre, cambia espressione del viso. State raccontando una storia nel tempo: ogni pagina girata corrisponde a un cambio di stato d’animo e azione.
(Il protagonista, ovviamente, può essere un gruppo di persone o una coppia di amici, un animale, etc…).

 

Manuel Marsol, Spagna

Qui sopra i cinque disegni con cui Manuel Marsol (Spagna) è stato selezionato alla Mostra Illustratori nel 2017 e ha vinto il Premio di 30.000 euro Edizioni SM . Notate come è facile seguire chi o cosa, in ogni scena, è il soggetto della frase.

4) METTETE UN PERSONAGGIO IN SCENA, MA NON LASCIATELO SOLO
La solitudine e la malinconia del personaggio pare sia una cifra poetica abbastanza di tendenza tra i giovani e giovanissimi illustratori che partecipano ai concorsi. Ne disconosco la ragione. In ogni caso, salvo rare eccezioni di libri che trattano espressamente il tema della solitudine (perché no?), questa tendenza mi sembra riflettere una certa povertà narrativa.  Perché le storie che raccontiamo si stacchino dal nostro ombelico, diamo al personaggio amici, nemici, aiutanti, mostri selvaggi… Insomma, avventure e incontri che non siano solo il riflesso di personali stati d’animo.

Leo Lionni

5) COSTRUITE UNA SCENA
Se siete agli inizi della vostra carriera, magari senza una scuola che vi abbia dato una base solida, e volete partecipare a un concorso, se costruite la scena in modo classico, rischiate meno. Cosa significa in modo classico? Piazzate la terra sotto i piedi del vostro personaggio e un cielo sopra la sua testa, dategli un peso gravitazionale, disegnatelo intero dentro la scena.
Meglio inquadrare la scena dal davanti, ad altezza dei personaggi, come se fosse un teatrino che state guardando, ed evitare prospettive dall’alto, da sottoterra, tagli della testa del personaggio fuori scena, primissimi piani. Se ci fate caso, le inquadrature degli album che hanno ottenuto molti riconoscimenti internazionali sono spesso molto semplici.

Pierre Mornet, FranciaPierre Mornet, Francia, con elaborazione grafica a scopo didattico di Anna Castagnoli
 Lisbeth Zwerger, Austria
Lisbeth Zwerger, Austria con elaborazione grafica a scopo didattico di Anna Castagnoli

 

6) SIATE ALLEGRI
Non sapete la quantità di illustrazioni e progetti che vengono scartati su due piedi dai giurati perché troppo metaforici, strani, dark, depressivi, stile diario-delle-medie-di-un/una ragazzo/ina-malinconica, oppure stile ho-esagerato-con-LSD, metaforici di metafore indecifrabili, con personaggi impiccati, sangue e budella sparse. State raccontando storie a dei bambini! Un po’ di freschezza, apertura al mondo, leggerezza!

Sempé

7) SIATE CHIARI
Raccontare una buona storia è difficile, raccontarla dentro un libro illustrato è ancora più difficile. Siate chiari. Pensate che chi legge e guarda non è nella vostra testa e ha bisogno di capire quello che accade, a chi, come e perché. Pensate che chi legge è un bambino molto intelligente. Non siate criptici, confusi, illogici. I bambini sono persone con una grande senso della concretezza e della logica.
Molte/troppe delle storie che abbiamo letto o solo sfogliato (quando erano silent-book) durante la selezione del vincitore del concorso Serpa, ad esempio, non le abbiamo proprio capite. Le abbiamo lette e rilette, ne abbiamo discusso insieme, e non le abbiamo capite. Eravamo in tre.
In un concorso di illustrazione per bambini i giurati cercano sempre STORIE, anche in una sola immagine.

Saul Steinberg

8) SIATE CHIARI, MA NON BANALI
Non ho consigli su come non essere banali se non questo: STUDIATE. Quello che noto troppo spesso nei lavori in concorso è una mancanza di cultura del linguaggio e dei codici narrativi dell’illustrazione per bambini, dei libri che hanno fatto la storia di quest’arte. Al contrario, nei progetti che poi vengono selezionati o premiati, si colgono riferimenti alla storia dell’arte, a stili di illustratori famosi (solo accenni, non imitazioni), a libri per bambini famosi; riferimenti usati come plot narrativi di sottofondo, per ri-elaborare nuove storie e nuovi stili.
Il libricino che ha vinto il concorso Serpa, minuscolo, semplicissimo, –  la filastrocca di tre omini a cavallo che scappano e scompaiono a turno perché mangiati, caduti o imprigionati -, ricordava il plot dei dieci piccoli indianini. Ogni doppia pagina era intervallata da un GNAM! che scandiva e dava il ritmo alla lettura ad alta voce. I tre personaggi si liberavano dalla pancia di un leone con uno strarnuto, per finire mangiati da un coccodrillo e restare nella sua pancia. C’era l’eco di tutta una cultura narrativa popolare per l’infanzia, oltre che di Fortunatamente di Remy Charlip e forse dell’ultimo libro di Jon Klassen Il lupo, la papera e il topo, il tutto filtrato in una veloce filastrocca, con un gioco grafico preciso, un ritmo pulito e un testo in rima.
Niente di più. Ha vinto.

Nuria Pocero Malaga (#Nuppita Pittman, Spagna), vincitrice del concorso Serpa 2019
Remy Charlip, Fortunatamente, Orecchio Acerbo (dettaglio)

9) NON DISEGNATE MARCHI, LOGHI, COPIE DI QUADRI O OPERE FAMOSE
Non solo non si possono inserire riproduzioni di quadri, loghi o marchi famosi in un libro senza i dovuti permessi, ma neppure ridisegnarli con fantasia. Anche se l’artista è morto da oltre 70 anni, spesso il museo o la fondazione proprietaria del quadro può bloccare la stampa di un libro per una ragione di questo tipo. Rischiate di non venir selezionati per questa ragione.
Il progetto qui sotto, in gara al concorso Serpa, (una storia dove personaggi di quadri famosi scappano dai quadri), non è stato inserito tra le Menzioni d’Onore per diverse ragioni, ma avevamo anche discusso sul fatto che non era pubblicabile per via dei diritti d’autore dei tanti quadri e opere citate.

Il concorso Serpa era anonimo, non so come si chiami l’autore di questa immagine che ho fotografato sui tavoli; era orientale
Jeff Koons

10) NON COPIATE
Oggigiorno circola un po’ di confusione tra i giovani illustratori su cosa significhi copiare. Una giuria fa invece sempre molta attenzione a non promuovere illustrazioni palesemente simili a quelle di qualche illustratore famoso: in ogni concorso a cui ho partecipato questi plagi abbondano. È inevitabile collocarsi sulla scia di qualche corrente stilistica, ma dovete rielaborarla e farla vostra. Capita che i giurati discutano sulla quantità di “tributo” di un giovane illustratore verso uno/una più famoso, andando ad analizzare linee, colori, modi di dare il chiaro scuro. Non sempre si è d’accordo, nel dubbio, il progetto viene scartato.
Ad esempio per il concorso Serpa abbiamo scartato due progetti perché troppo palesemente ispirati a Laura Carlin e Joohe Yoon. Qui sotto la tavola di Laura Carlin a cui si era – a nostro avviso- troppo ispirata una/uno degli illustratori del concorso Serpa.

Laura Carlin, Il mondo come piace a me, Terre di Mezzo

Un ultimo consiglio agli scrittori: Scrivere per bambini è una cosa difficilissima. Io non saprei come insegnarlo. Ci vuole una solida cultura letteraria tout court per saper scrivere e una più specialistica nel settore letteratura per bambini per non cadere in facili e troppo gettonati stereotipi.
Ma i problemi di molte storie che arrivano sui banchi dei concorsi sono ancora a monte di questa cultura, sono strutturali, con slittamenti tra i piani della realtà e quelli del linguaggio che sarebbero sbagliati anche in storie per adulti e che per i bambini diventano del tutto inagibili.
Per aiutarvi, vi racconto un episodio. Agli inizi della mia carriera, vent’anni fa, avevo nel cassetto un testo che mi sembrava molto poetico; lo avevo presentato all’editrice di Seuil durante un incontro alla Fiera di Bologna. Mi aveva chiesto di cosa parlasse ed ero stata incapace di spiegarlo, perché il testo funzionava solo scritto. Avevo cercato di farglielo leggere lì, sul momento, ma mi aveva fermata dicendomi:

Se non sei capace di raccontare in poche parole ad alta voce la storia che hai scritto, significa che non funziona.

Allora mi era sembrato un consiglio severo e sbagliato. È stato invece il consiglio più utile che abbia mai ricevuto come scrittrice. Oggi quella mia storia è ancora in un cassetto e credo sia il suo posto.
E per finire, siate felici: è una disciplina quotidiana. ;-)

Tove Jansson, autrice e illustratrice, geniale creatrice dei Moomins

Qui trovate un post con i principali concorsi italiani e internazionali a cui potete partecipare:
www.lefiguredeilibri.com/2019/11/08/concorsi-internazionali-di-illustrazione

In bocca al lupo! Chi la dura la vince.
Anna Castagnoli

6 Risposte per “10 consigli per vincere un concorso di illustrazione + uno”

  1. 1 maria
    13 Novembre, 2019 at 19:40

    Ciao Anna, gr<ie mille

  2. 2 Tiziana
    13 Novembre, 2019 at 19:57

    Ciao anna, interessantissimi i 10 consigli + 1, per me sono di vitale importanza, non si smette mai di imparare, in particolare mi ha colpito tantissimo il punto 9) il richiamo alle opere famose, che vorrei approfondire con te, si tratta di un tema che abbiamo discusso tantissimo all’università, alle lezioni di letteratura per l’infanzia della docebte Susanna Barsotti, per ogni albo analizzato lei sottolineava l’importanza che ha il riferimento alle opere famose nella prima infanzia, ci teneva tantissimo (tra le altre cose ovviamente), a trasmettere agli studenti l’importanza di insegnare al bambino ad affinare la percezione artistica, citando alcuni albi illustrati, che riportavano al loro interno le opere di pittori famosi, come se fossero dei messaggi subliminali, una sorta di incipit, un po’ come piantare un seme che in futuro permetterà ai bambini di riconoscere e apprezzare la bellezza di un opera.
    Cosa ne pensi?

  3. 3 Anna Castagnoli
    14 Novembre, 2019 at 12:27

    Tiziana cara, è una bella riflessione. L’illustratrice Kv?ta Pacovská una volta ha detto: “Il libro illustrato è la prima galleria d’arte che un bambino visita.”
    È vero.
    Un abbraccio

  4. 4 Davide Bisi Imbrattacarta
    27 Novembre, 2019 at 18:56

    I concorsi fatico sempre a capire da che parte vadano presi… ma questo decalogo è stupendo! Proverò a seguire i consigli!
    Grazie come sempre per la tua generosità.
    Davide

  5. 5 John
    1 Maggio, 2020 at 17:44

    Gentile Anna,
    sono estremamente d’accordo con dei consigli saggi come i suoi. A proposito della competition che riguarda la Folio Society, indetta dalla House of Illustration di Londra, volevo segnalare il fatto che l’autore vincitore dell’edizione di quest’anno, a mio avviso si è ispirato un po’ troppo apertamente alle opere di Gustav Klimt. Scorrendo la lista dei selezionati dalla giuria, tra l’altro, sono molteplici gli illustratori che sembrano aver preso a piene mani da diversi mostri sacri della Storia dell’Arte Europea.
    Quindi, la mia domanda è solo una: possibile che l’editore in questione (rinomato, anche se le edizioni Folio Society mi sono sembrate visivamente un po’ tristoline) non si chieda come mai le gallerie di tutto il mondo non siano tappezzate di copie in digitale dei maestri dell’arte?
    A mio modestissimo avviso, non prendersi la briga neanche di controllare quale stile ci ricorda una determinata tavola svilisce il vostro onorabilissimo lavoro e impegno.

  6. 6 Angela Tittarelli
    6 Maggio, 2021 at 18:35

    Ciao Anna, questo tuo articolo mi ha fatto molto pensare. Volevo partecipare al concorso della città del sole ma non sono sicura di essere adatta al genere per l’infanzia. Non solo per il mio stile ma anche per i contenuti. Difficilmente riesco a pensare contenuti dal punto di vista di un bambino e quando ci riesco mi rendo conto che sono concetti visti e rivisti. Sicuramente dovrei ampliare la mia conoscenza di autori fondamentali in questo genere, potresti consigliarmene alcuni?
    Grazie