Magliette Città del Sole: come ho trovato uno stile alla moda e un lavoro in tre settimane
23 Febbraio, 2015Come adattare il proprio stile a una commissione.Ripubblico questo post del 2013.
Dal blog di moda per bambini Les Zigouis
Come alcuni di voi ricordano, nel 2009 ho realizzato il Calendario per i negozi Città del Sole vincendo il concorso L’illustratore dell’anno.
Nel 2012 La Città del Sole mi contatta di nuovo per domandarmi se volevo partecipare a un mini concorso interno per disegnare 9 numeri illustrati per il progetto Magliette del compleanno (ogni bambino iscritto al programma, il giorno del suo compleanno, riceve in regalo una maglietta con il numero dei suoi anni).
Ora vi racconto come mi sono improvvisata disegnatrice di magliette per bambini…
Anna Castagnoli, Calendario Città del sole 2009
Mi si chiedeva di mettermi in gara con i precedenti vincitori del concorso L’illustratore dell’anno spedendo un’immagine di prova. Il prezzo proposto per questo lavoro era notevole.
Mi sono informata meglio e ho scoperto che il buy-out totale (cioè la rinuncia a tutti i futuri diritti) di un disegno per un prodotto di moda parte da un minimo di 1500/3000 euro a disegno. In questo caso, il prezzo era un po’ meno del minimo perché le magliette non sarebbero state vendute. Ma per me, abituata ai miseri anticipi delle royalties di un libro, restava notevole.
Ma che cosa terribile una gara per un appalto! : 1) che ansia 2) c’è sempre qualcuno che perde.
Ma i tempi sono quelli che sono e bisogna mettersi il coltello tra i denti, stile Indiana Jones. Faccio due calcoli tra me e me stessa, inghiotto l’ansia, e decido che avrei vinto. Non partecipato, sia chiaro. Vinto.
Anna Castagnoli, schizzo preparatorio
Anna Castagnoli, Maglietta del Compleanno, Città del Sole
E’ una strana decisione quella di partecipare a una gara e decidere di vincerla, ma chi mi conosce sa che per me è l’unica possibile: non so perdere. Posso passare intere settimane in uno stato di cupezza totale, trascinandomi in casa con i capelli a serpentelli e idee suicida, se perdo una gara. E’ un vero difetto di carattere. Qualcuno soffre della stessa sindrome?
Questa volta non volevo gettare la spugna (lo faccio quasi sempre, e trovando ottime scuse). Ma non volevo neanche passare un mese coi capelli a spaghetti. Non mi restava che vincere.
Via blog Vintage for kids
Ma avevo un problema enorme, anzi due: non sapevo disegnare a tinte piane (cioè senza ombre e profondità di campo), né a mano, né con photoshop, cosa richiesta per poter stampare su magliette, e non sapevo niente di moda infantile. Come fare?
Avevo tre settimane di tempo. Decisi, per iniziare, di risolvere il problema numero 2: la moda infantile.
Contattai un paio di amiche che sapevo si occupavano di moda infantile e chiesi loro gli indirizzi dei blog “must” del settore. Les Zigouis faceva al caso mio. Se scorrete la blog-list di Les Zigouis, o di Kickcan and Conkers, scoprirete tutti i blog imperdibili sulla moda infantile. Oppure potete scegliere di perdervi tra le pagine di Pinterest sezione Kids.
Il logo del blog Les Zigouis
Strano mondo quello che scoprivo su questi blog. A me, cresciuta a bistecche col grasso e tute da ginnastica, in un’infanzia anni ’70, tutti quei bambini usciti da una nuvola, con contorni sfumati, sembravano piccoli alieni. Mi chiedevo, scorrendo decine e decine di blog: ma esistono veramente stanze così? Lettini in teak ecologico? Bambini così belli? Polpette e piselli che sembrano disegnati da un artista? Forchettine così deliziose?
Slowwood
Via il blog Les Zigouis
Ho scoperto che illustrazione, arredamento, giochi e moda infantile formano un connubio esplosivo: illustratori come Camilla Engman, Nathalie Choux, Ana Ventura, Katsumi Komagata e molti altri, sono osannati da blogger, designer, mamme e declinati in ogni salsa, cucina, stanzetta, maglietta, brocca, piattino, cappellino…
Camilla Engman & Elisabeth Dunker, via Imaginative bloom
Via Vintageforkids.blogspot.com
… con un giro d’affari che immagino sbalorditivo, visto che molti blog alla moda sulla moda per bambini hanno decine di migliaia di visitatori al giorno, quando non sono centinaia di migliaia. Ecco a chi erano destinate alcune bellissime riviste di illustrazione e moda infantile che avevo visto in giro (sia su carta che on line), come Milk o Georges, tanto care nella versione cartacea che mi ero sempre chiesta: ma chi le compra?
La rivista Georges
La rivista Milk
Ci sono, su questi blog e riviste, oggetti d’arredamento, atmosfere, giochi, pupazzi, affiche così belli, che qualsiasi visitatore, per la frustrazione di non poter essere adottato subito e a vita da una di queste famiglie bobo-chic, finisce che si compra un poster, una rivista, una maglietta o un tovagliolino, pur di avere un pezzetto di questo mondo a casa sua. Per non parlare dei guadagni pubblicitari.
Insomma, scoprivo un mondo parallelo a quello del libro illustrato dove l’illustrazione regnava sovrana come una principessa in tutù di tulle.
Affiche Bird, in vendita qui.
Cloth and Thread
Passai due settimane solo guardando blog, tutto il giorno, fino a notte fonda. Ero incantata, affascinata, avevo gli occhi che diventavano stelline, ma pregavo fortemente di non morire di un attacco di diabete visivo prima di aver trovato il mio nuovo stile a tinte piatte.
Delizioso, carino tutto, ma questi stili alla moda non mi assomigliavano per nulla! Chi erano questi nuovi bambini che imitavano con il loro finto stile anni ’70 i colori e i sapori della mia infanzia? Instagram (un’applicazione che permette di fare foto in stile vecchia polaroid) ha avuto un successo strepitoso: ma è un furto storico! Noi bambini anni ’70 non avevamo quel finto non-so-ché di povero e un po’ dimesso: noi eravamo sfigati sul serio!
Da sinistra: mia sorella, io, e il nostro amico Andrea, nel 1975
Non dovevo scoraggiarmi. Incominciai a prendere appunti su un grande album aperto davanti al computer. Tutte le volte che un’illustrazione o una forma mi colpiva, la copiavo e cercavo di capire come era fatta. Cosa sono, insomma, queste tinte piatte che vanno tanto di moda? Quanto grossa deve essere la linea di contorno? Quali sono le forme e i colori più trendy?
Anna Castagnoli, studi
Anna Castagnoli, studi
Ci deve essere per forza una linea di contorno? No, vedo che molti illustratori non la usano… sembra essere alla moda non usarla, provo a vedere come fanno. Copio, copio, copio. Mi viene istintivo cercare l’ombra per dare volume alle forme. Riprovo.
Marion Barraud, via la sua pagina Pinterest
Anna Castagnoli, una copia di non ricordo quale illustratore ( forse era Violeta Lopiz?)
Osservando, copiando, studiando, ho capito che l’illustrazione per la moda destinata ai bambini di oggi esige un equilibrio di precisi pesi tra il bianco e il colore, il vuoto e la forma. Bandierine colorate, stelline, fiori, nuvole, gocce… devono essere contornati da tanto bianco, oppure da colori chiarissimi. Bisogna saper lasciare spazio allo spazio. Ma che il vuoto non sia vero vuoto (pericolosissimo), che sia protetto e contornato dal profilo pulito di una sedia minimalista, dal tetto di una casina di bambola, da un nastrino di raso…
Forme imprecise e macchie devono sempre rigorosamente mescolarsi a segni puntuali: quali lettere dell’alfabeto, numeri, cerchi, quadrati, triangoli…
Anna Castagnoli, schizzo preparatorio
L’ultima settimana l’ho passata a provare matite colorate e pennarelli su carte diverse per fare questa benedetta tinta piana… e alla fine, quasi a tempo limite, è uscito qualcosa che mi convinceva: un compromesso tra il “fighetto” di certe immagini bobo-chic e la naturalezza delle mie tute anni 70′ (quelle autentiche!). Matita colorata per i corpi degli animali, senza contorno, e il resto fatto a collage con carte colorate (anche i numeri).
Non era ancora all’altezza di certe stanze con sedie in teak ecologico, ma mi sembrava uno stile dignitoso, e – soprattutto- lo sentivo mio.
Ho scelto di legare le 9 magliette col tema del circo (anche questo molto mio, essendo stata, in un lontano passato, trampoliera). Infine ho spedito all’editore, nei tempi stabiliti: uno schizzo di tutte e 9 le magliette e due immagine definitive: la numero 6 e la numero 1.
Andavano bene.
Io coi trampoli durante una pausa
Anna Castagnoli, disegno definitivo per le Magliette del Compleanno, nei negozi Città del Sole
Anna Castagnoli, disegno definitivo per le Magliette del Compleanno, nei negozi Città del Sole
Anna Castagnoli, disegno definitivo per le Magliette del Compleanno, nei negozi Città del Sole
Anna Castagnoli, disegno definitivo per le Magliette del Compleanno, nei negozi Città del Sole
Se per caso volete iscrivere i vostri bambini al gioco Magliette del compleanno, e ricevere in regalo una mia maglietta nel giorno del loro compleanno, è gratuito e potete farlo direttamente nei negozi Città del Sole.
E una nota: sia per il lavoro del Calendario, che per queste magliette, mi sono trovata benissimo a lavorare con La Città del Sole. Serissimi, competenti e appassionati. Tre virtù sempre più rare.
28 Gennaio, 2013 at 9:44
Ciao Anna,
dierei che i tuoi schizzi sono molto più forti ed emozionanti degli esecutivi!
28 Gennaio, 2013 at 9:47
Lo sono sempre! E’ difficilissimo per me portare la freschezza degli schizzi in esecutivo, e fallisco quasi sempre.
Appena so che è “esecutivo” mi irrgidisco.
Comunque in questo caso lo scarto mi sembra un po’ meno forte del solito.
28 Gennaio, 2013 at 10:05
ecco, appunto, io stavo proprio ciondolando per casa con i capelli a spaghetti, pensando di suicidarmi con il dulce de leche che ho cucinato appositamente ieri, quando ho trovato questo post.
mi serviva proprio un po’ di entusiasmo,e il tuo è sempre contagioso!
Grazie Anna! vado a disegnare!
28 Gennaio, 2013 at 10:07
Anna sono bellissime…i tuoi lavori sono sempre così belli, freschi…profumano di lavanda…
Un grande saluto e in bocca al lupo per tutto :)
28 Gennaio, 2013 at 10:08
A me invece i definitivi non dispiacciono affatto, e non solo a causa dello scarto ridotto come lo chiami tu.
E’ un post davvero interessante, questo. Il mondo degli articoli per bambini (dall’abbigliamento ai mobili passando per detergenti, giochi,e chissà che altro) è di una vastità inimmaginabile. E per qualche ragione che probabilmente radica direttamente nel fatto che i bambini sono persone belle, e belle persone, questi prodotti tendono a essere bellissimi (salvo cadute di stile apocalittiche). E’ proprio vero che prende il diabete visivo su certi siti!
Mi sa che mi iscrivo al sito della città del sole: la mia bimba fa sei anni a luglio e quindi potrei accattare proprio la maglietta con l’immagine degli orsi che ricordo dal post sul tuo corso sullo stile!
28 Gennaio, 2013 at 10:41
Mioddio che belli! Secondo me hai trovato un compromesso felicissimo, anche io ero una classica “sfigata” degli anni ’70, e oggi quei tempi hanno per me un sapore dolce e salato come un crescione zucca e patate! (oltre al colore zucca molto anni ’70). Unico rammarico che mio figlio ha già 5 anni compiuti, quindi ci toccheranno le ultime 3 magliette, accidenti! Voglio anche le altreeee! …mica dovrò fare un altro figlio? :O
28 Gennaio, 2013 at 11:04
come al solito, grazie Anna!
al momento sono proprio nella stessa situazione, bloccato dalla richiesta di illustrazioni un po’ più “per piccoli”, più piatte e sciutte.
è incredibile quanto io sia di pessimo umore…
complimenti per i risultati finali, davvero molto belli.
sono la dimostrazione che con un’attenta ricerca si può risolvere ogni problema.
la parte sul furto storico mi ha fatto morire.
28 Gennaio, 2013 at 11:05
piccolo refuso
volevo dire “asciutte”
28 Gennaio, 2013 at 11:18
io trovo belli questi disegni, e bello il racconto del tuo percorso per raggiungerli, complimenti Anna
un caro saluto, francesca
28 Gennaio, 2013 at 11:28
E’ bello poter sbirciare nel tuo processo creativo…
Grazie!
28 Gennaio, 2013 at 12:07
Anna, con questo post mi hai fatto morire dal ridere…
Io non ho la tua stessa sindrome, ma, chissà perché la capisco benissimo! Magari prima o poi mi converto ;)
28 Gennaio, 2013 at 12:15
Che forza che hai Anna! Io non ho mai vinto niente, sarà per quello che ho proprio i capelli a spaghetti??????
Bellissime le magliette, anche a me sembra non ci sia un grosso scarto fra schizzi e definitivi.
Complimenti!
28 Gennaio, 2013 at 13:09
bell’analisi del mondo dei bimbi e soprattutto belle illustrazioni. anche io bimba degli anni ’70 sono però un po’ vittima (in quanto mamma) di questi interni perfetti e design, di questi giochi in legno e colorati, di questi bimbi belli e alla moda ;-)
28 Gennaio, 2013 at 13:54
E’ un lavoro delizioso, complimenti….un bell’insegnamento su cosa vuol dire “professionalità dell’illustratore….”
28 Gennaio, 2013 at 14:31
Prima di tutto volevo farti i complimenti per questo lavoro delle magliette e del calendario che già conoscevo. E per l’ennesimo post interessantissimo su questo prezioso blog. Mi sarebbe piaciuto partecipare al concorso ma nel regolamento mettono un limite di età , cioè accettano proposte solo da illustratori nati dopo il 1974 o 1975, come mai questo limite secondo te?
28 Gennaio, 2013 at 14:39
Non credo esista un modo migliore per imparare a gestire e utilizzare la creatività che il trovarsi a dover risolvere un problema specifico, dato un compito preciso. Il tuo racconto ne è la prova lampante. Munari diceva che la differenza fra il designer e l’artista è che l’uno è al servizio del pubblico, mentre l’altro esprime se stesso. Sono comunque numerosi gli artisti che hanno appreso a utilizzare talento e competenze trovandosi a dover mediare con una committenza (e pensiamo a tutta l’arte antica che è sempre stata “al servizio di”, fino a un certo punto). Insomma, quel che hai fatto è molto più che capire come “mutuare” uno stile “alla moda”. E’ porsi il problema di entrare nei meccanismi di un linguaggio e di un punto di vista diversi dai propri.
28 Gennaio, 2013 at 14:50
Grazie a tutti per i bei commenti.
@Christiana: quando avevo partecipato io, non c’era.
Mi avevano spiegato che lo hanno poi messo per promuovere i giovani. E’ una scelta rispettabile. Ma bisogna ricordare loro quanti “giovani” illustratori ci sono oltre i 35 anni!
@Ilaria: certo che è meraviglioso come stile. Piace anche a me, anche se sono troppo disordinata “sul serio” per riprodurlo in casa. Però mi spiace che sia sempre e solo vintage, che non parta qualcosa di nuovo, di fresco, qualcosa in stile 2013, o in stile futurista: uno stile che i bambini di oggi, domani, ricorderanno con nostalgia.
E’ tutto un continuo andare indietro a rievocare decenni storici, gli anni 50, 60, 70… Speriamo solo che tra poco non ci ripropongano le spalline imbottite e i capelli cotonati degli anni 80! Le ricordate? Che orrore.
28 Gennaio, 2013 at 14:53
@Giovanna:
hai ragionissima.
Pensa che Paul Cox, durante un corso, ci aveva spiegato che lui chiede sempre ai committenti di essere molto severi coi limiti della richiesta. Se trova che la commissione sia troppo “libera” allora si auto-impone dei limiti strettissimi.
Tipo realizzare il libro solo con due colori.
Oppure. Realizzare il libro solo con un colore.
Lui diceva che più limiti si hanno, più la creatività si aguzza e si esprime.
28 Gennaio, 2013 at 15:49
non c’è più il limite di età per il concorso del calendario “la città del sole” di questo anno
28 Gennaio, 2013 at 15:52
Che bella notizia Lucia!
Pubblico il bando tra due giorni (devo solo chiedere a Gioia se è pronto).
28 Gennaio, 2013 at 18:35
Bellissimo il post, bellissime le magliette! Fantastica la tua determinazione a vincere.
La foto anni settanta sembra saltata fuori dal cassetto di mia mamma (non ha mai fatto album very e propri…;)).
28 Gennaio, 2013 at 18:55
Rassicurante capire che la necessità di documentarsi ti porta a usare quasi tutto il tempo a disposizione ( a me capita continuamente e questo mi getta nel panico ) ma infine vieni premiato perchè la conoscenza sommata alle proprie capacità ,ti permette di risolvere il problema con soddisfazione nel poco tempo rimasto.
29 Gennaio, 2013 at 9:54
cara Anna, lo ammetto, ti invidio, ma non perchè pubblichi scrivi e vinci, ma per l’autostima, e la determianzione. Però ti ringrazio molto per la lezione di professionalità su come hai affrontato la richiesta, non dicendo i miei disegni sono così se piacciono bene se no ciccia, che è un po’ la presunzione/ paura di chi si affaccia al lavoro di illustratore, con malintese velleità da artista.
e poi perchè leggendo il tuo blog imparo sempre cose nuove, anche ad aver grinta, e nuovi bandi nuovi concorsi, nuovi ambiti di esplorazione e ricerca.
Perciò ecco, grazie, scusa se ti invidio, e sono sicura ( ma già vacillo) che in un futuro non lontano nel tuo blog parlerai del mio lavoro :-)
29 Gennaio, 2013 at 10:43
“Perciò ecco, grazie, scusa se ti invidio, e sono sicura ( ma già vacillo) che in un futuro non lontano nel tuo blog parlerai del mio lavoro”
Ne sono certa!
Cara Benedetta, quello che non so se traspare da questo blog è tutta la fatica, il buio, la paura, l’insicurezza che accompagnano il tempo tra un attacco di autostima e l’altro.
Quando scrivo che getto spesso la spugna, non è una battuta. Sono anni che non partecipo alla Mostra Illustratori di Bologna per la paura di perdere. Non ti faccio l’elenco di tutto quello che non faccio per paura.
C’è dolore, come in ogni campo della vita, nel fare questo mestiere. Forse ce n’è anche di più che in altri, perché abbiamo costantemente a che fare col nostro “dentro” e non possiamo far finta di non ascoltarlo.
Ma c’è anche un fastidiosissimo, tenace, testardo bisogno di dire delle cose. Qualche cosa che spinge dal dentro verso il fuori e che ha voglia di uscire passando per una forma, uno stile, una certa miscela di colori (e non sono mai gli stessi! Una dannazione).
Anche io invidio tanta gente. Mi sembra che certi prolifici illustratori, che fanno uscire quattro libri all’anno, abbiano doti magnifiche che io non ho.
Mi immagino le loro giornate piene di grinta, determinazione, gioia, cascate di colori. Non è così. Ognuno ha i suoi personalissimi fantasmi, e con quelli combatte ogni giorno.
Un sorriso
29 Gennaio, 2013 at 13:37
grazie, e , si , si capisce, del resto, come dice auladel ” la bellezza ti colpisce sempre a morte”
buon lavoro
un sorriso anche a te
29 Gennaio, 2013 at 14:30
Anna… ti ringrazio anch’io…soprattutto per la lezione di vita….
29 Gennaio, 2013 at 20:23
Ciao Anna,
complimenti per il tuo lavoro e grazie per aver condiviso con noi il tuo processo creativo!!
vorrei poter ricevere anch’io delle magliette così per il mio compleanno….
Chiara
29 Gennaio, 2013 at 22:29
Anna, si, un po’ traspare secondo me, oltre alla grande passione, anche una sofferenza di fondo. Ricordo il tuo video dello scorso anno a Bologna, in cui dicevi dei pianti nei bagni, dopo i “no” ricevuti.
Penso che le paure cicliche, e il dolore facciano capolino a molti, forse a tutti quelli che non si riescono a costruire una grossa corazza, che pure ha i suoi lati negativi. Voglio dire: dietro ad un narcisista puo’ nascondersi una grande sofferenza, no? Io dico di si, solo che rimane antipatico. :)
Qualche volta si getta la spugna, qualche volta la prendiamo e la strizziamo fino all’ultima goccia.
p.s. il link per le magliette mi sembra che non funzioni!
29 Gennaio, 2013 at 23:05
Si possono richiedere magliette all’autrice a pagamento? Insomma Anna credo proprio che tu debba allestire un angolino SHOP nel blog!!!!
Davvero un bel racconto e un bel viaggio!
Noi in famiglia ancora una maglietta potremo riceverla e sarà un piacere enorme, se riesco a iscrivere il gatto magari ce ne arrivano due!!!!
Io credo che il bello del nostro lavoro siano proprio le fasi del processo creativo. La ricerca, l’osservazione, l’elaborazione. Lo scoraggiamento, l’IDEA!!!! Gli schizzi e i pensieri appallottolati e tirati nel cestino. I tubetti strizzati e le matite consumate. Le nottate e le passeggiate riossigenanti. Perdersi e ritrovarsi, rinnovati o sempre gli stessi.
Ci vuole tanto per tirare fuori qualcosa che era già lì, dentro di noi, pigramente adagiato sul fondo a godersi lo spettacolo!
Belli gli schizzi, bellissimi i definitivi!
In particolare quella gattina nella platea del numero 8 con la gonnellina a quadretti rosa e la zampetta accavallata!!!! :-)
30 Gennaio, 2013 at 0:19
Cara Anna, che dire, bellissimi i disegni, bellissime le magliette! Io iscrivo subito le marmocchie e quest’anno me ne becco due!!
Personalmente, non conosco la paura di perdere (io semmai rischio più un attacco di panico se dovessi vincere) ma conosco il tormento, lo scoraggiamento..ma anche l’esaltazione per un’idea “geniale” arrivata magari mentre sto lavando i piatti e che mi toglie il sonno.
Sei una spacciatrice di entusiasmo!
30 Gennaio, 2013 at 10:08
Bellissimo post, Anna!
Ecco…se non ti dispiace, adesso avrei proprio bisogno della formula per “decidere di vincere” una gara e poi vincerla davvero…non è che la potresti postare?
16 Febbraio, 2013 at 12:41
Grandissima Anna quando dici: noi eravamo sfigati sul serio! Ti manderei volentieri una mia foto da bambina negli anni ’80 con una felpa con scritto Ouh là là …
15 Maggio, 2013 at 23:36
Ho semplicemente aggiunto il tuo feed all’RSS Reader… continuo a seguirvi, Grazie!
25 Febbraio, 2016 at 11:50
ciao anna! sei sempre un’ispirazione incredibile e una fonte di idee, i tuoi post oltre che essere utilissimi mi danno sempre grande energia e mi aiutano a capire come continuare la mia strada, anche se lentamente, con continui dubbi e pensieri…penso sempre di non avere tempo, di non essere capace, ma so (perché ti ho sentito raccontarlo) che anche tu hai cercato la tua strada e hai avuto tanti momenti di crisi e questo mi dà un po’ di forza…col tempo spero davvero di diventare come te!
grazie come sempre per questi post bellissimi! :)
25 Febbraio, 2016 at 14:02
Grazie Valeria per i tuo commento. Ci vuole tanta determinazione e energia, ma se ci anima una passione, è la passione che ci guida e ci porta avanti, nonostante le nostre paure.
Buona strada!