Cartolina dalla Fiera di Bologna 2012 / parte 2
27 Marzo, 2012Quest’anno non so se ero in forma io, o se era la Fiera a essere in forma, ma mi è sembrato che ci fosse un fermento nuovo rispetto agli ultimi anni. Non tanto in quantità di pubblico, quanto in qualità di cose sparse. Sarà che ringalluzzisce un po’ tutti sentire che l’editoria per ragazzi, anche senza l’aiuto della stampa (che anche quando prova a parlare di editoria italiana per ragazzi, si capisce che non sa di cosa parla), è in crescita del 2%, e funziona anche meglio dell’editoria per adulti, sarà che a furia di parlare di album illustrati su blog, riviste specialistiche, libri, si sta creando un sapere intorno all’album ogni anni più preciso ed esigente… fatto è che di belle cose ne ho viste proprio tante (anche di molto brutte, certo).
Lo stand della casa editrice Eli Readers
Ad esempio è stato un vero piacere essere invitata a conoscere la casa editrice Eli Readers dal suo direttore artistico Daniele Garbuglia. La casa editrice Eli Readers fa parte di quel gruppo di solito un po’ snobbato dai grandi illustratori che è l’editoria scolastica. Libri utili a imparare qualcosa, in questo caso una lingua. Non si sa perché, la scolastica, per tradizione, ha illustrazioni datate, stampe povere, impaginazioni e grafica delle peggiori. Invece Daniele Garbuglia ha voluto promuovere una collana di adattamenti linguistici (classici in versione ridotta con alcuni strumenti per praticare la lingua) di raffinatissimo gusto. Ha scelto con occhio infallibile alcuni dei migliori illustratori italiani e ha accolto le loro illustrazioni in un’impaginazione grafica gradevole e pulita (tra l’altro, tutti gli illustratori con cui ho parlato che hanno lavorato con Eli Readers, bisogna che si sappia, sono stati entusiasti della loro serietà e professionalità ). Insomma, una casa editrice seria e ben diretta.
Bestiario accidentale, Guido Scarabottolo, VÃ nvere edizioni
Poi è nata Và nvere, di Stefania Camilli, una piccola ma già pungente casa editrice, che ha pubblicato come primo libro un grande album sugli animali, Bestiario Accidentale, illustrato da Scarabottolo. Prevede pochi ma ben pensati titoli all’anno e il prossimo sarà un libro fotografico pensato da e per i bambini. Ho ricevuto per posta, prima della Fiera, Bestiario Accidentale avvolto in un pacchetto decorato e una poesia di Fosco Maraini con cui Stefania Camilli spiega da dove viene il titolo della casa editrice:
Un giorno a urlapicchio
Ci sono giorni smègi e lombidiosi
col cielo drago e un fonzero gongruto,
ci sono meriggi gnà lidi e budriosi
che plògidan sul mondo infragelluto,
ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchi,
un giorno tutto gnocchi e timparlini,
le nuvole buzzìllano, i bernecchi
ludérchiano coi fèrnagi tra i pini; è un giorno per le và nvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigièro,
è un giorno a contilegi, ad urlapicchio, in cui m’hai detto: “T’amo per davvero”.
Quando una casa editrice nasce con queste premesse cosa si può fare se non tifare per lei?
Classici per adulti illustrati, la collana di Principi e Principi
Si conferma e si ingrandisce l’offerta di classici per adulti illustrati. In Spagna è ormai un fenomeno consolidato da un paio d’anni e in grande espansione, e mi sono ripromessa di parlarvene presto. In Italia, tra i piccoli editori, sta pubblicando molti classici illustrati Principi e Principi. E’ interessante assistere al ritorno delle immagini nei romanzi dopo una pausa di un secolo. Interessante sarebbe capire a fondo il perché. Mi sembra che si vada sempre di più verso una nuova era dell’immagine, che sta a poco a poco prendendo il sopravvento sulla parola scritta. Mi viene in mente un futuro fatto di suoni, oralità e immagini, nuovi linguaggi.
Rosso come l’amore, di Valentina Mai, anche in versione per iPad, Kite edizioni
A proposito di nuovi linguaggi, ho assistito a una conferenza sui libri digitali e il futuro del libro: Le strategie di iPublish per utilizzare al meglio la tecnologia al fine di incrementare le vendite di eBooks (c’è anche un articolo abbastanza interessante su Internazionale di questo mese: Oltre l’ebook). In America il mercato del libri digitali e delle app è letteralmente esploso, solo nell’ultimo trimestre sono stati venduti 15,4 milioni di iPad. Secondo una ricerca dell’International Data Corporation l’iPad detiene il 54,7% del settore delle tavolette digitali. Anche Kindle di Amazon (di cui sono grande fan) cresce e prende una fetta di mercato del 16,8%.
Numeri che fanno riflettere e che mi danno l’idea di un’onda tsunamica che tra pochi anni si abbatterà sull’Europa lasciando vivi solo (secondo me) due tipi di editori: quelli che si sono impegnati già da ora a produrre e pensare contenuti per le tablet digitali, e che hanno capito come usare i nuovi social network (nella conferenza si insisteva molto su questo, oggi un editore americano che non è presente su facebook, twitter, che non sa promuovere i suoi libri su you tube, che non vende direttamente sul suo sito versioni digitali dei suoi libri, è destinato a scomparire in breve tempo) e gli editori che invece hanno investito sulla carta ma con un’idea precisissima di prodotto di altissima qualità e di nicchia.
ebook, litografia di Anna Castagnoli
In Italia mi sembra che pochi editori abbiano capito l’importanza dei social network: Topipittori, che ha fatto del suo blog un luogo di cultura raffinato e aperto a una pluralità di voci e testimonianze, forte anche su Facebook. Principi e Principi che cura un blog centrato sulla storia dell’illustrazione e l’attualità italiana in questo settore. E Logos che è veramente fortissima nella capacità di interloquire con i suoi lettori sui social network: concorsi, giochi e dialoghi quotidiani su Fecebook, i loro libri sempre promossi su you tube, etc. (Se ve ne vengono in mente altri, ditemelo).
C’è ancora, da parte dei grandi editori, l’idea che i social network siano roba da ragazzini, invece sono uno strumento potente e, se usato bene, anche capace di produrre cultura.
Parlavo di linguaggi perché penso che sia veramente riduttivo cercare di portare un libro in versione iPad dando al lettore la sensazione di sfogliare le pagine, anche se lo sforzo è comunque lodevole (tanto di cappello a una piccola casa editrice come Kite, che offre alcuni dei suoi libri in versione digitale). C’è un linguaggio nuovo che deve essere inventato da zero, un linguaggio che è in una zona ancora tutta da definire tra la staticità del libro e la velocità del cinema, tra la linearità della narrazione scritta e quella pluridirezionale del videogioco.
E’ un territorio inesplorato di incredibile fascino e mi vengono ciuffi di capelli bianchi quando sento ancora qualcuno dire “oh, ma l’odore della carta…Oh, ma le librerie…Oh, ma il riflesso del sole alla spiaggia…”. Se lo dice mia zia va bene, ma se lo dicono conferenzieri in pubblico (in questa Fiera l’ho sentito) mi si gela il sangue: davvero, non si può più dirlo. Siamo sulla soglia di una nuova era del pensiero, del linguaggio, delle relazioni sociali, cerchiamo di essere curiosi.
Continua…