Walter Potter: illustrare con la tassidermia

25 Gennaio, 2010
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Walter Potter (1835-1918), The rabbit school, particolare,Historical Victorian Taxidermy

Dopo due post sui bambini, i passeri, gli scriccioli morti, mi sembrava allegro restare in tema e farvi conoscere, se già non lo conoscete, un illustratore inglese di fine ‘800 il cui stile è… diciamo, un pochino insolito: Walter Potter (1835-1918).
So, grazie a gentili lettere ricevute, che molti di voi mi leggono facendo colazione. Se così è, mi auguro che questo post non vi disturbi troppo l’appetito. Spero anche che tra voi non ci siano animalisti troppo convinti. La seconda cosa che mi sono chiesta quando ho scoperto Walter Potter è: ma i gattini li ha fatti fuori lui? Chi vuole continuare ad avermi in simpatia non mi chieda quale è stata la prima cosa che ho pensato, e fermi la sua lettura qui.

La prima cosa che ho pensato guardando le opere di Walter Potter è: Quanto costa una di queste scatole? LA VOGLIO. Per quella sulla morte di Cock Robin, The Original Death and Burial of Cock Robin (già solo il titolo mi manda in visibilio) penso che sarei capace di dilapidare i risparmi di una vita. Sono fortunata, non credo che l’opera sia più in vendita.

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Walter Potter, the Original Death and Burial of Cock Robin, 1855 circa. Crediti: Historical Victorian Taxidermy

Il primo animale che Walter Potter impagliò fu il suo amato canarino (c’è sempre un colpevole), seguì, a soli 19 anni la realizzazione di The Original Death and Burial of Cock Robin, su ispirazione della nota filastrocca; l’opera conta 98 specie diverse di uccelli britannici.

lefiguredeilibri.titolopotterWalter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

In epoca vittorina la tassidermia era molto in voga in Inghilterra, e Potter ebbe in vita un notevole successo. Il suo museo, a Bramber, era  meta di affollatissime visite. Poi il nuovo secolo spazzò via molti fantasmi, la passione vittoriana per gli animali imbalsamati smise di essere alla moda, Potter morì, il muso andò in rovina,  la collezione fu ereditata dalla figlia e una nipote.
A più riprese l’opera di Potter fu messa all’indice e accusata di essere la prova di atti di crudeltà compiuti sugli animali. Per far tacere queste voci la figlia di Potter fece una dichiarazione pubblica in cui affermò che il padre non aveva mai ucciso bestiole per le sue opere, ma le aveva sempre trovate morte (difficile crederle).

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Walter Potter, Squirrels Game of Cards, c. 1870, Historical Victorian Taxidermy

Durante il ‘900 la collezione si spostò in diverse sedi museali inglesi, destando sempre accese polemiche. C’era chi adorava la macabra fantasia di Potter e c’era chi gridava alla scandalo.
L’ultima sede del museo è stata il Jamaica Inn, in Cornovaglia. La collezione di Potter attirava più di 30.000 visitatori l’anno, ma la morte dell’unica guida esperta di tassidermia, alcune difficoltà economiche, hanno costretto il museo a cercare un acquirente; nessuno si è presentato e la collezione è stata messa all’asta.

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Walter Potter, Kittens’ Tea Party,Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The frog school. (Una commentatrice ci informa che questa scena non è di Potter ma di François Léopold Perrier).

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Walter Potter, The rabbit school, particolare, Historical Victorian Taxidermy

La collezione di Potter al completo (più di 6.000 animali imbalsamati) è stata messa all’asta dalla casa Bonhams nel 2006 (potete leggere qui la cronaca dell’asta). Tutti pezzi sono stati venduti, la cifra più alta è andata a The Original Death and Burial of Cock Robin: la bellezza di £ 23.500 (c. 27 mila euro). L’acquirente è stato Robert Chinnery, direttore del The Victorian Taxidermy Company.
L’artista Damien Hirst (le cui opere sono di solito animali morti messi in formaldeide) aveva offerto un milione di sterline per comprare la collezione Potter al completo e non frantumarla, ma la casa d’aste ha rifiutato. Una vera tragedia ha commentato l’artista,  e sono d’accordo con lui. Qui  potete leggere l’articolo sul The Guardian dove Hirst denuncia questa vendita sconsiderata.

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Walter Potter, Kitten’s wedding, Historical Victorian Taxidermy

 

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Qui sotto, nel video dei Radiohead compaiono, animate, due opere di Walter Potter.

There There… Radiohead 2003

Il matrimonio dei gatti, una delle sue opere più conosciute, ha tutti i gattini appartenenti allo stesso pool genetico, perché il colore del pelo risultasse uniforme. Si dice che Potter vestisse i suoi animali come fossero state persone vere, non solo per l’effetto scenografico. I gattini, ad esempio, hanno biancheria intima minuziosamente ricamata (biancheria che lo spettatore non può vedere).
Allora, che cosa ne pensate dell’opera di Potter? E’ da brivido, no? Siete tra i fans o tra chi è turbato da questi macabri teatrini?

 

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Walter Potter,Historical Victorian Taxidermy