Un libro è un iPad che non funziona?

26 Ottobre, 2011

Per continuare la discussione sui nuovi orizzonti del libro, volevo mostrarvi questo video, dove una bambina prova ad usare delle riviste come fossero iPad. E se le generazioni di domani (a quanto pare neanche così lontane), crescendo tra iPad, wii, computer e libri digitali, non riuscissero più a capire/amare la staticità del libro come noi lo conosciamo? E se il piacere di sentire che un concetto si sposta e vibra attraverso una metafora, che una immagine può trascinare con sé un’idea nuova, grazie a un’analogia, che un avverbio guizza, un aggettivo colora…
perdesse il suo fascino? Cambierebbero, alla lunga, anche le connessione neuronali? Il modo di pensare le cose? Rita Levi Montalcini diceva che internet è la più grande rivoluzione umana dopo la scoperta del fuoco. Come saranno i pensieri di domani?

10 Risposte per “Un libro è un iPad che non funziona?”

  1. 1 alicia
    27 Ottobre, 2011 at 9:53

    Belle domande. Chissà come andrà.
    La bambina del video è ancora piccola per essere più attratta dai contenuti che dalle azioni, c’e da preoccuparsi (forse) se lo fa un bambino dai 3-4 anni un su.
    Da illustratrice posso dire che la rapidità d’azione del mezzo elettronico ha influito non poco sul mio rapporto con la lavorazione di originali. Mi sono scoperta impaziente ed è maggiore lo sforzo per contenere l’attesa. Mela c + mela v, 2 clik da 2 secondi corrispondono a 1-2 ore di riproduzione manuale.

  2. 2 Ila
    27 Ottobre, 2011 at 11:34

    Belle domande, Anna.
    Io credo che già il nostro pensiero sia modificato nell’ultimo decennio.
    Un esempio mio: qualche sera fa, 3 ore di black out totale, ore serali. Quindi buio, caloriferi spenti, niente elttricità.
    Banalmente… la reazione d’impatto è stata: e adesso che faccio? swenza tv, senza pc, senza cellulare… Poi grazie al cielo ho ancora una parte che ragiona e ho optato per libri e pianoforte.
    E’ un esempio banale, ma vissuto ed auto-osservato direttamente mi ha dato da pensare.
    Modificato il modo di pensare (fa un’ottimo esempio anche Alicia), di agire, di “sentire emotivamente” e reagire alle cose.
    Personalmente, pur essendo curiosa verso le novità, mi spaventa la cosa.
    Non temo le innovazioni, temo le modalità d’uso da parte degli umani.
    Ma qui il discorso si amplierebbe ben oltre l’argomento I-Pad
    (in fondo anche per alcuni di noi i film in B/N erano meno interessanti, quasi incompleti… è abitudine!).

    :)

  3. 3 Anna Castagnoli
    27 Ottobre, 2011 at 11:46

    A me che sono disordinata, capita spessissimo, mentre cerco un libro nella libreria, di mugugnare accidenti perché la libreria non ha una funzione melaF. :)

  4. 4 Lorenzo
    27 Ottobre, 2011 at 13:11

    ciao..
    i tablet e gli smartphone sono qualcosa che si aggiunge ma che non toglie, anzi può solo valorizzare i libri stampati

    credo che sia un’enorme possibilità in più per tutti gli illustratori/autori,
    alla fine anche i libri sono solo repliche di “originali”

    insomma io leggo alle mie belle bimbette tutte le sere una favoletta, e ogni tanto gioco con loro con qualche app per bimbini..

    :)

  5. 5 Francesca
    28 Ottobre, 2011 at 13:47

    Grazie Anna per il bellissimo spunto di riflessione. Volevo segnalarvi un articolo molto interessante a riguardo.
    L’autore è Marc Prensky, colui che ha introdotto il concetto di NATIVO DIGITALE e IMMIGRATO DIGITALE. Qui sotto il link dell’articolo.
    http://www.tdmagazine.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF50/2_Prensky.pdf – questo è i lpdf dell’articolo

  6. 6 giuliana
    28 Ottobre, 2011 at 14:05

    a me sembra che il punto sia..perchè a questa bimba è stato messo in mano prima un ipad di un libro cartaceo?mio figlio non sa ancora cosa sia un i pad,ma conosce bene i libri e la magia della lettura “statica”.ritengo superfluo che entri in contatto con un i pad ancora per molto tempo.

  7. 7 Anna Castagnoli
    28 Ottobre, 2011 at 14:13

    Giuliana cara, capisco la sua remora, ma su questo punto non sono troppo d’accordo. Un Ipad è un contenitore di cultura come un altro. Cambiano solo le modalità di accesso, non i contenuti.

    Il libro stampato ha tramortito secoli di cultura orale, capacità mnemonica, narrativa, etc… E’ un po’ come se lei, all’epoca delle prime stampe cartacee, non avese dato in mano a suo figlio piccolo un libro, reputandolo nocivo.

    E’ solo una questione di tempo. Le generazioni di domani saranno tutte digitalizzate, perché impedire a un bambino di acquisire il più presto possibile competenze che gli serviranno comunque? Si può scegliere cosa fargli vedere attraverso l’Ipad, possono anche essere bellissimi libri digitali illustrati…

    Una lettrice mi ha suggerito su Facebook un interessante articolo, in Italiano: Homo sapiens digitale.
    http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.tdmagazine.itd.cnr.it%2Ffiles%2Fpdfarticles%2FPDF50%2F2_Prensky.pdf&h=yAQHpAIlE

  8. 8 Sara
    28 Ottobre, 2011 at 14:51

    :-) Anna mi ha fatto ridere perché, io quando sbaglio penso sempre al tasto “melaZ”, per tornare indietro… non siamo poi così diversi da questa bambina!

  9. 9 Chiara C.
    28 Ottobre, 2011 at 18:22

    Credo che il segreto stia nel convincersi che un mezzo non esclude l’altro. Per questo mi auguro che gli adulti di oggi e di domani non trascurino di insegnare ai propri figli non soltanto l’utilizzo di strumenti tecnologicamente innovativi in un’età in cui non sono neanche in grado di mangiare da soli, ma anche il piacere di sfogliare un bel libro, sognare “passivamente” davanti alle figure. Il video mi ha spaventata un tantino, non per il fatto che la bimba, pur così piccola, avesse una così chiara percezione e conoscenza di determinate tecnologie, ma perchè mi è apparsa “robotizzata”. Qui tornano in ballo i genitori che evidentemente non le hanno insegnato a riconoscere un libro o una rivista permettendole così di distinguerlo da un ipad. Quello che mi spaventa è che l’uso esclusivo del mezzo tecnologico ci faccia somigliare sempre di più a degli automi senza anima.
    Per il resto ben venga la tecnolia se ci permette di vicere megli facilitandoci nello sviolgimento del nostro lavoro.

  10. 10 Stefania
    30 Ottobre, 2011 at 15:54

    Mia figlia di due anni, ormai cerca di vedere le foto trascinando con il dito in ogni cosa, PC, TV… Come fa con il mio Iphone!
    Per fortuna, cerco di trasmetterla l’amore per i libri e anche se piccola comincia a provare a fare delle lettere e tanti, tanti disegni:)
    Giorni fa leggevo di un liceo che soltanto usava l’iPad come base, ne libri, ne quaderni! Immagina se uno si dimentica di scrivere? di non avere più una matita tra le mani?…