La via dei coccodrilli (Bruno Schulz)

19 Ottobre, 2010

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“Su quella pianta, disegnata nello stile delle vedute barocche, il quartiere della Via dei Coccodrilli spiccava come un vuoto bianco, lo stesso con cui nelle carte geografiche si suole indicare le regioni polari, i paesi inesplorati o di incerta esistenza. (…)

Sull’intero quartiere si stende un pigro e licenzioso fluido di peccato, e le case, i negozi, la gente talvolta sembrano soltanto un fremito sul suo corpo febbricitante, una pelle d’oca sopra i suoi sogni febbrili. Da nessun altro luogo come qui ci sentiamo minacciati dalle possibilità, sconvolti dall’approssimarsi dell’adempimento, resi pavidi e inerti dal voluttuoso sbigottimento dell’attuazione. Ma a questo punto finisce tutto.
Una volta oltrepassato un certo grado di tensione, il flusso si ferma e arretra, l’atmosfera si spegne e sfiorisce, le possibilità sfumano e tornano nel nulla, i grigi, folli papaveri dell’eccitamento si riducono in cenere. (…)
Bruno Schulz, La Via dei Coccodrilli, da Le botteghe color cannella, Einaudi 2001

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Bruno Schulz, 1922

Se mi obbligassero a illustrare per il resto dei miei giorni un solo libro, sceglierei senza esitazione Le botteghe color cannella di Bruno Schulz. Scrittore, illustratore, pittore, vignettista, Bruno Schulz riesce a trasformare una pagina scritta in un vertiginoso caleidoscopio di immagini.
Come lettrice, alla sua prosa immaginifica, preferisco quella più scarna di Kafka (entrambi gli scrittori tirano e tirano la tela del reale fino a vederne sfibrarsi la trama illusoria, senza mai romperla), ma come illustratrice, quando leggo Schulz, ho la sensazione che i miei occhi prendano fuoco.
Le botteghe color cannella è una raccolta di racconti scritti e illustrati da Bruno Schulz.

Fa parte di questa raccolta La Via dei Coccodrilli, racconto dove prende vita un angolo periferico della città, grigio quartiere frequentato da personaggi loschi, sinistri, “che sembrano manichini”, dove ogni gesto, ogni insegna, ogni vetrina di negozio, sembrano offrire al passante l’adempimento dei sogni più proibiti, per poi esaurirsi, come nella Cloe di Italo Calvino (Le città invisibili), in una fantasia frustrata e mai compiuta.

Sperando di avervi acceso la curiosità per uno dei più grandi scrittori di lingua polacca (nel caso non lo amiate già alla follia), vi lascio in compagnia di Street of Crocodiles, un film d’animazione che reinterpreta con gusto surreale il racconto di Bruno Schulz, realizzato dai Brothers Quay nel 1986.