Vediamoci chiaro (guida e consigli per giovani illustratori)

Ecco per tutti gli aspiranti illustratori/scrittori la guida Vediamoci Chiaro, da un’idea di Davide Calì, promossa qualche anno fa dalla Zoo Libri. E’ ricchissima di suggerimenti su cosa fare e non fare per arrivare ad essere pubblicati e conosciuti nel mondo dell’editoria per ragazzi. La cosa fantastica è che questi suggerimenti sono dati dagli editori stessi, dai critici, dai grandi illustratori da, insomma, tutti gli abitanti di quell’Olimpo che sembra risplendere di luce irraggiungibile e stellare, quando siamo ancora agli inizi. Stampatela e fatene tesoro!

(Carissimi, questo mese i post saranno un pochino più radi e minimalisti, dovete scusarmi. Ho un matrimonio tra tre settimane (il mio?) e la testa tra ranuncoli bianchi e liste di pasticcini alla crema. Seguirà un silenzio estivo dovuto alla mia assenza dall’Europa e alla mia presenza tra le rapide del Colorado River, o in imperiali librerie per bambini di sei piani a San Francisco. Non preoccupatevi, se scamperò ai serpenti del Grand Canyon, tornerò carica di libri mai visti, tutti da raccontare…).


Corsi Illustrazione Cactustudio 2008


Svjetlan Junakovic

A tutti gli illustratori interessati:
Sono aperte le iscrizioni ai Corsi di Illustrazione organizzati da Cactustudio. Tre corsi di illustrazione con tre maestri: Svjetlan Junakovic, Chiara Carrer e Maurizio Quarello, e un corso di scrittura con la scrittrice per ragazzi: Manuela Salvi.

Qui potete scaricare il pdf con tutte le informazioni.
Vi ricordo anche che Cactustudio gestisce un portale preziosissimo e sempre aggiornato con le novità più interessanti del mondo dell’editoria per ragazzi: Editoriaragazzi.com


“Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? / 2, conclusioni

Rileggi: Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? / parte 1
(Leggi “Carll Cneut, parte I)
(Leggi “Carll Cneut, parte II)

(Leggi l’intervista a Carll Cneut)


Eccomi di ritorno!
Vi ringrazio tantissimo, di cuore, per la pazienza e la voglia di spiegare il vostro punto di vista (post 90), portando esempi e materiale e articoli per difendere una posizione o l’altra. Credo che questa discussione sia preziosissima, e non credo si possa esaurirla facilmente. Cosa non è adatto ai bambini, cosa è adatto?

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Partendo dal dato di fatto che oggi i bambini vivono in un mondo NON-ADATTO a loro, è di fondamentale importanza restare vigili su quello che offriamo loro a livello culturale. Ciò nonostante la censura è, a mio avviso, operazione pericolosissima, più pericolosa di uno sporadico libro dai contenuti inadatti.

Non dico non debba esistere un filtro, ma dovrebbe sempre essere frutto di una accuratissima e impietosa riflessione. Noi con il nostro sapere ci sentiamo adatti a giudicare cosa è adatto ai bambini? Questi giudizi e questa sicumera mi sembrano molto più “a rischio” di ledere l’infanzia che la presenza di qualche libro inadatto in un reparto infantile. In modo particolare se il libro è frutto della fantasia di un autore (dunque un prodotto dell’inconscio) e non di un’operazione commerciale (come molti bruttissimi libri che popolano come baldanzosi impuniti assassini i reparti per bimbi). Ma questa è una mia personalissima opinione.

Where the Wild Things Are, Maurice Sendak, Harper & Row 1963

“Where the Wild Things Are†(Max nel paese dei mostri selvaggi) di Maurice Sendak negli anni ‘60 era stato oggetto di un dibattito furibondo e interminabile in Francia perché tacciato di essere pericoloso per le menti dei bambini. Ci furono librai che lo vendettero con note tipo “non lasciare i bambini soli con questo libroâ€, psicologi per l’infanzia che pubblicarono articoli in cui veniva dimostrata la pericolosità del libro per la psiche dei bambini, etc. Oggi, conoscendo il libro, ci rendiamo conto di quanto questo disagio fosse un problema degli adulti, e uno specchio della morale del tempo, che faceva ancora fatica a misurarsi con la verità delle pulsioni del bambino.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

La storia di Greta è un caso ancora più estremo. E’ una storia “veraâ€. E’ la storia di una bambina che crescendo diventa folle e, rifiutata dagli altri, si uccide. Si possono trovare storie simili, altrettanto violente, in tutte le nostre città. Quando passiamo vicino ad un senza-dimora sdraiato per terra, senza regalargli né un sorriso né una parola, magari coi nostri bambini per mano, o quando non abbassiamo il vetro del finestrino per non essere infastiditi dall’ennesimo lavavetri, non siamo molto diversi dalla gente che se ne infischiava di Greta e della sua follia. I bambini riconoscono Greta (e la nostra indifferenza) meglio di noi, in un’innocente passeggiata quotidiana per le strade delle nostre città.
Si vorrebbe che l’arte ci consolasse del male del mondo. Vorremmo almeno in un libro “salvare Gretaâ€. Invece il libro in questione ci scaraventa davanti una storia, raccontandocela nuda e cruda nella sua realtà atroce. E’ un documentario. Il messaggio che dà il libro, se proprio è necessario trovarne uno, è quello della verità della cronaca: l’esclusione del diverso provoca la morte.

Immagine presa sul blog Interet General-Info

Mi sembra che nei commenti abbiamo fatto un giro piuttosto ricco delle argomentazioni possibili. Provo a sintetizzare le diverse posizioni:

Contro:
– Una storia come quella di Greta non incarna i requisiti necessari affinché il bambino possa, attraverso la lettura, compiere una parabola emotiva capace di aiutarlo a dominare le sue ansie. Non ci sono né buoni né cattivi in cui identificarsi. Non vincono i buoni. (Bettelheim citato da Cristina).
– Il libro non è per bambini perché è sprovvisto di un messaggio adatto a loro, e non avrebbero dovuto pubblicarlo in una collana per l’infanzia (mancano collane in cui pubblicare album per adulti).
– Il libro è troppo angosciante per essere letto dai bambini, come conseguenze possibili:

  • I bambini possono leggerlo lo stesso, ma se accompagnati.
  • I bambini non possono leggerlo, ne verrebbero inutilmente angosciati.

Pro:
– E’ importante che nel panorama editoriale ci siano anche libri come Greta la Matta, in cui alcuni bambini possano ritrovare una storia che somiglia alla disperazione che sentono dentro di loro (quanti bambini esclusi e soli desiderano morire?). Ritrovando la loro angoscia in forma di storia, possono esternarla e dare all’adulto l’occasione di aiutarli.
– Un libro come Greta ci è scomodo perché ci obbliga a dare al bambino una spiegazione sul male che abita le nostre città, le nostre televisioni, i nostri quotidiani. Qui sta la sua importanza. Possiamo, insieme al bambino, usarlo come punto di partenza per una discussione sull’indifferenza contemporanea verso chi è diverso (straniero?).
– Sono libri-eccezione, rappresentano una minoranza nel panorama editoriale, un adulto può scegliere se comprarlo per i suoi bambini o meno (il filtro è posto al momento dell’acquisto e non durante la produzione editoriale. Per cui il bambino è comunque protetto).

– L’educazione culturale può essere un modo per accompagnare il bambino alla scoperta del mondo, anche nei suoi aspetti più tragici. Il libro angosciante come veicolo omeopatico per questa educazione alla realtà del mondo.
– Ai bambini piacciono le storie di paura.
-La produzione di un libro (l’attività creatrice di scrivere una storia) non deve farsi influenzare da problemi morali.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Tutte queste opinioni sono condivisibili e rispettabili. Per quanto abbia trovato alcune posizioni “contro” un filino esagerate, sono d’accordo sul fatto che forse il libro non è pensato esattamente per i bambini. Resto in ogni caso convinta che sia prezioso che un libro così sia presente, con la sua provocazione, in un reparto di libri per l’infanzia (là dove vorremmo che tutto fosse lieve e giusto). Perché è forte. Perché è diverso. Perché è tutto al contrario. Perché, proprio come Greta, il libro ci obbliga a fare i conti con la nostra paura del diverso, del non addomesticato, del nuovo. E perché penso che la creatività non debba porsi quesiti del tipo: che messaggio voglio dare. Soprattutto se rivolta ai bambini. Dubito che un libro qualsivoglia possa realmente traumatizzare un bambino, o angosciarlo più di quanto l’angoscia non sia già acquattata in lui.

Mi piacerebbe molto ora sentire “i bambini”. Questo popolo silenzioso e sconosciuto. Per la qual ragione faccio appello a librai, bibliotecari, educatori, babysitter, amici di librai e amici di mamme che hanno comprato il libro, mamme, zie, maestre… perché indaghino: che reazioni hanno avuto i bambini alla lettura di Greta la Matta? Vi pregherei di non fare esperimenti mirati e di cercare di essere “neutri”. I bambini quando sono “osservati” non sono gli stessi liberi pensatori di quando nascosti in un angolo inventano meravigliosi giochi o assassinano formiche.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

NB: Non possono venir pubblicati i numeri di vendita del libro in Europa. Ma è importante che sappiate che in Italia il libro ha venduto sì bene, ma meno bene che in tutte le altre nazioni. Nelle statistiche di vendita di Greta la Matta, l’Italia è un caso a parte. Credo dunque che in queste nostre discussioni conti molto l’atteggiamento che abbiamo come italiani verso l’infanzia. Purtroppo capire come entra in gioco nei nostri giudizi significherebbe capire il contesto culturale di cui siamo imbevuti. Operazione quanto mai ardua.


“Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? /1

Leggi: Greta la Matta” di Carll Cneut è un libro per bambini? / parte 2
(Leggi “Carll Cneut, parte I)

(Leggi “Carll Cneut, parte II)

(Leggi Carll Cneut, parte III)
(Leggi l’intervista a Carll Cneut)

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Nel post “Carll Cneut, II” si è aperta nei commenti una interessantissima ed appassionata discussione sul libro Greta la Matta, pubblicato da Adelphi in Italia nel 2005. C’è chi sostiene che la storia drammatica di Greta non sia una storia per bambini e che sia stata addirittura una mancanza di rispetto per l’infanzia pubblicarla in una collana per bambini. Altri, tra cui la sottoscritta, sostengono che un libro è un prodotto dell’arte, libero dunque dai pesi e contro pesi della morale. Mi è sembrato un tema troppo importante per non dedicargli un post a parte. Voi cosa ne pensate? GRETA LA MATTA E’ UN LIBRO PER BAMBINI? Quali limitazioni deve porsi la letteratura per bambini?

(Leggi le mie conclusioni e l’ultima parte del dibattito)


Invitata a far parte di una giuria a Parigi

Parto per Parigi qualche giorno per andare a fare da giurata ad un importante premio di illustrazione. Ogni anno viene selezionato un illustratore attraverso un libro illustrato a cui dare l’ambito premio del Grand Prix d’Illustration Creation du Conseil de l’Aller, di 3000 euro. Ci saranno grandi nomi dell’illustrazione insieme a me, e sapete perché mi hanno chiamata? Per questo blog! Ne sono felicissima. Appena sarà noto il vincitore vi racconterò tutto…

A prestissimo!
Anna


Intervista a Carll Cneut

Guarda la video intervista…
Leggi l’analisi del lavoro di Carll Cneut…

Carll Cneut è nato in Belgio nel 1969. Ha frequentato corsi di grafica all’Istituto di Belle Arti di Saint-Luc, a Gand, paese dove vive tutt’ora. Dal 2000, dopo aver lavorato per qualche anno come art director in un’agenzia pubblicitaria, si consacra a tempo pieno all’illustrazione.

Carll, ci puoi raccontare perché hai scelto di fare libri illustrati? Perché proprio questa forma di arte e non un’altra? Cosa ti piace in questo tipo di espressione?

Gli album illustrati sono una delle poche occasioni nel mondo dell’illustrazione dove è possibile creare un intero universo tra due pezzi di cartone, e stare a fianco dello scrittore come “raccontatoreâ€. Provo spesso a raccontare delle piccole storie diverse nei miei libri, di non raccontare solo quello che c’è scritto nel testo. Cerco di far respirare un libro. Di lasciare lo spazio per diverse interpretazioni. E’ questa grande libertà che mi attira così tanto negli album. C’è una grande differenza rispetto all’illustrazione per un romanzo o all’illustrazione per le riviste, dove non puoi essere un “raccontatoreâ€. Non dico che questo valga per tutti gli illustratori, è il mio sentimento personale rispetto agli album.

Carl Norac e Carll Cneut, Mostro non mangiarmi!, Adelphi edizioni 2006

Carl Norac e Carll Cneut, Mostro non mangiarmi!, Adelphi edizioni 2006 (particolare)

Analizzando i tuoi libri abbiamo notato un rapporto molto particolare tra “superficie della pagina†e “disegnoâ€. Non c’è mai una frattura tra i due. La scelta delle inquadrature, l’assenza di orizzonte, i fondi a tinta unita…creano un universo particolare che vive tra le pagine, come se tu avessi inventato “il mondo-albumâ€. Puoi spiegarci cosa cerchi esattamente quando crei la composizione di un tuo disegno?
Non posso spiegare esattamente come faccio. E’ così e basta. Ma posso spiegare perché. Un aspetto importante dei miei libri è che cerco sempre di usare la fantasia del lettore, e di obbligarlo a partecipare al libro. Per questo lascio molte porte aperte. Delle porte attraverso le quali il lettore può entrare dentro il libro, attraverso le quali può appropriarsi della storia. In fin dei conti un buon libro illustrato contiene tre versioni di una storia: quella dello scrittore, quella dell’illustratore, e la terza, la più importante, quella del lettore, che si appropria delle due versioni (dell’autore e dell’illustratore) e vi aggiunge la sua fantasia, creando così la versione finale. Questo significa tante versioni quanti lettori. E’ questo che trovo interessante.

Edward van de Vendel e Carll Cneut, Un milione di farfalle, Adelphi 2007

Spesso quando parliamo coi bambini scopriamo che situano la storia in luoghi differenti. O che aggiungono alla storia una parte nuova che hanno loro in testa.
Un buon esempio di questo è il mio ultimo libro Un milione di farfalle. Se si legge la storia e si fanno vedere i disegni (non hanno fondi e la storia si svolge senza che il luogo sia mai identificabile) a dei bambini, e dopo si domanda loro di fare dei disegni a proposito della storia che hanno letto…. i bambini disegnano l’elefante protagonista nella loro strada (con la loro famiglia e tutto il resto) o nella giungla (perché è là che vivono gli elefanti), etc… Questo mi intriga.

Edward van de Vendel e Carll Cneut, Un milione di farfalle, Adelphi 2007

Non indicando troppo dove una storia si svolge il lettore va automaticamente ad immaginarsi una sorta di luogo,  anche se non è disegnato. Inoltre mostro sempre solo una parte di un mondo più grande. Che cosa succede oltre il bordo del foglio?

Edward van de Vendel e Carll Cneut, Un milione di farfalle, Adelphi 2007

I miei album non sono che un piccolo frammento della vita e dell’universo dei personaggi dei miei libri.
Un altro elemento importante in questa direzione sono i vestiti dei miei personaggi. Spesso hanno l’aria usata. Non troppo moderna. Voglio che i miei personaggi o animali diano l’impressione di aver vissuto già tutta una vita. Il lettore può domandarsi da dove vengono, perché sono vestiti così, quale tipo di vita conducono.

Non sono luoghi e personaggi creati espressamente per il libro, ma piuttosto il contrario. Sono sempre stati là e ci concedono di guardare una piccolo frammento della loro vita.

Susanne Janssen (lntervista) ha detto che bisogna dare ai bambini delle immagini adulte. Questo concetto è messo in dubbio da molti lettori, i quali sostengono che alcuni album di oggi, come Hansel e Gretel o Greta la Matta (per citarne due che abbiamo sfogliato su questo blog), non sono adatti ai bambini. Come dovrebbe essere secondo te il rapporto tra album illustrato e bambino? C’è qualcosa in particolare che tu vuoi comunicare ai bambini?
Sono perfettamente d’accordo con Susanne. Bisogna dare ai bambini immagini infantili ma anche immagini adulte! Bisogna dare e mostrare entrambe.
In quanto illustratore penso che si debba prima fare il libro, poi il libro cercherà naturalmente il suo pubblico. Sono però perfettamente cosciente che alcuni dei miei libri non sono destinati a “tutti†i bambini o per tutti i giorni. Ma non bisogna sottostimare i bambini. Dipende in buona parte dall’entusiasmo degli adulti, o dei maestri o dei nonni, se un bambino è pronto a scoprire dei libri diversi, degli stili diversi. E’ responsabilità degli adulti far sì che un bambino sviluppi uno spirito aperto.
Un buon mercato di libri per bambini è un mercato dove libri accessibili a tutti, più scontati e facili, vivono a fianco di libri diversi, un po’ più difficili, e con stili differenti. Un mercato di libri dove ci fossero solo libri come Greta La Matta non sarebbe più un buon mercato di libri. Un mercato con solo libri commerciali o facili, neppure. Bisogna gustare tutto.


Pieter Bruegel il Vecchio, Dulle Griet, 1562 (Ingrandisci l’immagine)

Greta la Matta….è senza dubbio il libro più controverso che ho fatto. O si è pro o si è contro. Mai nel mezzo.
Quando lavoravo su questo libro non ero cosciente al 100% della controversia che questo libro avrebbe potuto creare, ma ero cosciente che avrebbe stimolato delle discussioni, il che è una buona causa. Ci servono libri per andare a fare la nanna, ma ci servono anche libri che ci sveglino. Libri che provochino una discussione, delle domande, un’emozione. Anche nei bambini, certo.
Greta la Matta è un libro che può essere letto su diversi piani. C’è il piano del paradiso e dell’inferno. Ma si può leggerlo anche come una storia che ci dice che dobbiamo amare chi ci è prossimo e chi è lontano da noi, (diverso per razza, religione,…etc.). Ho fatto centinaia di laboratori e incontri con i bambini in tutta Europa e ho spesso lavorato con Greta la Matta. E’ vero che se i bambini sono molto piccoli non leggo il testo interamente, ma uso la storia e le immagini per costruire una discussione con loro.

Non dimenticherò mai un momento straordinario, ero in Germania, più o meno due anni fa. Dopo aver mostrato le immagini e aver raccontato la storia di Greta, un bambino indicò col dito  l’aria  e mi chiese se pensavo che Dio esiste….
Poi è cominciata una discussione di un’ora e mezza tra questi venti bambini e me. Era commovente vedere un bambino di 6 anni spiegare l’Islam con parole semplici e infantili, e vedere un altro bambino fargli un sacco di domande che era tanto che forse aveva in testa ma non aveva mia osato fare (tipo perché tua madre porta il velo…etc). E poi un’altra bambina che raccontava di certi dolci di zucchero di una festa tradizionale e gli altri bambini con occhi grandissimi ad ascoltarla. Natale, Pasqua e le feste di ogni religione venivano raccontate. Abbiamo anche parlato della guerra. La loro conclusione fu che erano tutti meno diversi tra loro di quanto pensavano. Alla fine sentivo veramente che questa classe di bambini era cambiata. Che si capivano meglio. Non fosse che per questo episodio, valeva la pena fare Greta la Matta.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Ma mi fermo. Potrei andare avanti ore a parlare di Greta La Matta, ma solo per quelli che vogliono leggerlo. Leggerlo bene e guardare bene, perché testo e immagini non raccontano la stessa storia. E il lettore deve trovare la sua. In una parola quello che cerco di realizzare coi miei libri è di provocare una discussione, o altre volte solo il piacere di guardare le immagini. Di fare leggere dei libri, o anche ri-leggere dei libri.
In ogni caso: fare dei libri che stimolino la fantasia dei bambini!

Brigitte Minne e Carll Cneut, La fée soricière, Pastel 2000

Quali sono gli errori che vedi più sovente nei libri illustrati?
Ouf. Domanda difficile. Non è il mio ruolo giudicare gli altri. Per essere sincero vedo raramente degli errori nei libri. Ho uno spirito aperto e posso apprezzare tutti i libri, dai più commerciali ai più artistici. La sola cosa che mi irrita molto è quando vedo tanti libri uno uguale all’altro e fatti in modo maniacale (di solito in uno stile pseudo-disney, anche se sono un grande fan di Disney!). Mi dà dei brividi e i bambini non meritano solo questo.

Che cosa fai per nutrire la tua creatività?
Viaggio sovente per promuovere  i miei libri. In generale mi ispira molto. Ma la più grande fonte di ispirazione sono i lettori, i bambini, quando faccio delle letture pubbliche o dei laboratori. Dappertutto.

Sappiamo che sei un grande illustratore ma anche un grande maestro d’illustrazione. Hai dei consigli per chi vorrebbe fare il tuo mestiere? Ci sono segreti per diventare grandi illustratori?!
Elementi indispensabili per diventare illustratori…vediamo…
Lavora molto
Cerca sempre dentro di te, soprattutto per trovare il tuo stile.
Se non provi piacere lavorando significa che non sei sulla buona strada (la tua).
Se lavori nell’illustrazione per bambini: non sottovalutare i bambini. Sii sempre aperto, generoso…  gentile.

Carl Norac e Carll Cneut, Mostro non mangiarmi!, Adelphi edizioni 2006 (particolare)

L’intervista a Carll Cneut è stata realizzata per il blog lefiguredeilibri.com, l’utilizzo delle immagini mi è stato gentilmente concesso dall’illustratore stesso. Ogni riproduzione, anche parziale, del testo o delle immagini, è vietata.

(Guarda la video intervista)