Dalla realtà al disegno. La sintesi dell’illustrazione

12 Settembre, 2016

iris

Wolf Erlbruch

Cari invisibili, ben ritrovati, spero abbiate passato una bella estate.
Io sono tornata ieri dall’ultima settimana di corsi a Sarmede. Più di 90 allievi seguiti giorno dopo giorno durante 4 corsi. Ho imparato tantissimo. È per questo che mi piace insegnare. Ogni nuovo disegno, anche il più acerbo, è una sfida a capire perché una cosa funziona e un’altra no.
La cosa che mi colpisce di più, quando insegno, è la credenza diffusa dei giovani illustratori che gli illustratori professionisti inventino le cose che disegnano. Capita persino che alcuni alunni si scusino di aver copiato qualcosa da una fotografia.
Ma bisogna copiare! Nessun illustratore professionista salta il passaggio della copia dal vero (o da una fotografia). Il segreto, per diventare bravi, è copiare dal vero invece che dalla sintesi già fatta da qualcun altro. Trovare la propria sintesi.
In questo rispetto per la realtà sta tutto il nocciolo, il cuore pulsante, dell’arte dell’illustrazione per bambini.

http://data.abuledu.org/URI/5501e0b4

ferriera114-2Pia Valentinis

pianta1

herbautsAnne Herbauts

Un’alunna, la settimana scorsa, mi ha domandato come poteva fare la sintesi di un pesce. La sua domanda mi ha dato modo di spiegare alla classe un concetto importante, e ora lo spiego anche a voi: è impossibile disegnare la sintesi di un pesce.
“Pesce” è una parola astratta, e può esistere solo nel linguaggio. Dentro la parola “pesce” ci stanno tutti i pesci del mondo, di tutte le età, fogge e taglie. Ma, nel mare, non c’è un solo “pesce”. Nel mare ci sono branzini, sogliole, orate, squali e pesci palla… E ogni branzino, sogliola, orata avrà un’età, una storia, una cicatrice solo sua.
Le parole sono cose che gli uomini hanno levigato così a lungo da ridurle a puro suono, inchiostro e simbolo.
Le usiamo come monete. Una parola può valere per tante cose diverse.
Nella realtà, invece, non ci sono parole-monete. Ogni cosa esiste in un qui ed ora. Ed è unica, insostituibile. Persino ogni singola moneta ha una sua storia, una cicatrice solo sua.

balena

Benjamin Chaud

Compito dell’illustratore per bambini è riportare il linguaggio al contesto della realtà. Anche se è una realtà poetica, fiabesca e in parte inventata.
La nostra sintesi sarà, allora, la sintesi (o la deformazione fantasiosa) di un branzino, di un tonno o di una sogliola di una certa età e dimensione. La sintesi di quel branzino/delfino/balena lì, con la sua storia e la sua cicatrice.
Senza questa precisione, l’illustrazione andrebbe nella direzione del simbolo.

pesce

PESCE

Se disegnamo un simbolo-pesce o un pesce-concetto ci avviciniamo all’astrazione del linguaggio. Non c’è nulla di male. Il solo problema è che l’illustrazione per bambini non è un’arte simbolica, ma mimica.
Grazie a questa mimesi, il bambino può capire la relazione tra parole e cose. Tra linguaggio e mondo.

betulla

Lisbeth Zwerger

Una casa illustrata sarà per forza una casa con mattoni parigini e tetto nordico, o una casa con tetto di paglia normanna, o una casetta di periferia nordamericana. Un albero sarà una betulla o un faggio, un salice o un baobab.

Qualcuno potrebbe domandare: ma se volessi usare uno stile molto grafico, potrei astrarre?
Se osservate, qui sotto, l’illustrazione di Blexbolex, noterete che si è ispirato a un’architettura francese e ha messo nel disegno due alberi: un salice piangente e un cipresso. Eppure, la sua immagine è molto semplificata. Addirittura, per disegnare gli alberi, ha usato una semplice silhouette. Più lo stile è grafico, più  la mimesi deve essere precisa.
Vediamo cosa accade se la sintesi non parte dal reale.


Blexbolex

Nel corso che ho tenuto sullo storyboard, ho dato da illustrare una poesia di Roberto Piumini (Mondadori) che recita così:

In cima alla collina
c’è una casa rosa:
ci sta una bambina
piuttosto silenziosa.
Ma si posa un uccello
sul ramo della pianta:
insegna un ritornello
e la bambina canta.

Un’allieva austriaca, Sybille Nagel, ha disegnato “la casa rosa” partendo da un’astrazione di casa che aveva già in mente.
Le ho chiesto di ridisegnarla, ma solo dopo aver fatto una ricerca su internet di case reali.
Guardate il salto che ha fatto: la prima casa è un po’ generica: non è abitabile, non attira.

dav

La seconda casa, invece, è viva, e porta chi la guarda a credere che, al suo interno, ci sia un tavolino con due piedini sottili, e bicchieri stretti stretti e alti alti. Esiste. Ha uno stile. Le credo.
L’illustratrice si è commossa quando ha visto nascere il secondo disegno. Ha detto: questa è proprio la mia casa.

Questo lavoro di ricerca e sintesi è da fare per ognuno degli elementi del testo che dovete illustrare, sempre.
Quale è la collina, quale è la casa, quale è la bambina – come è vestita, quanti anni ha – quale è l’uccello, quale è la pianta.
Il lavoro di illustrare un testo è proprio questo: riportare la parola astratta a un qui, così, ora. Inchiodare la parola-spillo alla farfalla insostituibile del mondo.

dav

dav

dav
Disegni di Sybille Nagel al corso Dallo storyboard al ritmo, Sarmede 2016

9 Risposte per “Dalla realtà al disegno. La sintesi dell’illustrazione”

  1. 1 Silvia
    13 Settembre, 2016 at 16:10

    Grazie Anna
    Articolo pieno di amore, come ogni cosa che da te viene.
    A rivederti presto
    Silvia

  2. 2 Anna Castagnoli
    14 Settembre, 2016 at 9:51

    Grazie Silvia :)

  3. 3 Tomaso Barbon
    15 Settembre, 2016 at 11:09

    Grazie per questo bell’articolo, chiarificante!

  4. 4 Enrica Pilot
    27 Settembre, 2016 at 21:17

    Pensando anche al tuo ultimo post sull’immaginazione nel bambino e la capacità di “entrare” nei personaggi e nella storia: forse proprio questo dato di realtà permette di immedesimarsi in qualcosa di possibile…

  5. 5 Anna Castagnoli
    28 Settembre, 2016 at 11:37

    Enrica: esatto.
    Anche le parole sono qualcosa di possibile, ma ci vuole una sorta di codice di entrata per entrare nel loro ‘possibile’.
    Così, per tradizione, storicamente, essendo il bambino poco avezzo ai codici per ‘entrare’ nel possibile delle parole, l’illustrazione da album si è specializzata come un linguaggio mimico del reale.

  6. 6 Anna Castagnoli
    28 Settembre, 2016 at 11:37

    Grazie Tomaso per il commento!

  7. 7 Davide Bisi
    4 Ottobre, 2016 at 16:41

    Anna!
    Ben riletta finalemente … mi sei mancata…
    Acnhe io recentemnte, e porprio ad un corso di illsutrazione con Marina Marcolin, ho capito la VERA importanza della copia dal reale.
    Molto incoraggiante questo post.
    GRAZIE e BEN TORNATA!!!!
    Davide Bisi

  8. 8 Davide Bisi
    4 Ottobre, 2016 at 16:48

    Ps…
    la cosa che sto facendo molta fatica a fare ora è passare dalla copia alla mia realtà…
    ma penso sia una questione di tempo e maturazione del mio percorso.

    Ri-grazie
    Davide

  9. 9 Anna Castagnoli
    5 Ottobre, 2016 at 13:42

    Grazie Davide. Sì, è un percorso lungo, ma il solo che porta a uno sguardo originale e personale sulla realtà!