Il reale si fa astratto: Milos Cvach. Parte 1

9 Ottobre, 2013

 

Ardèche: Chemin de terre montant à une ferme isolée
R-5/2008, 105 x 182 x 21 cm, Analogies et correspondances

In questo post vorrei farvi conoscere un artista-illustratore che ho da poco scoperto, e incominciare un discorso sull’astrattismo nell’illustrazione.

Originario della Repubblica Ceca, scultore, pittore, illustratore di libri d’artista, professore, Milos Cvach porta avanti la sua ricerca artistica con la stessa grazia con cui si disegna, con un bastoncino trovato, un segno sulla sabbia umida, prima che passi l’onda.

Milos Cvach, En quelques lignes, Galerie de Les Trois ourses

Se l’Astrattismo, come corrente pittorica, è nato agli inizi del ‘900 in controtendenza al realismo, per dare corpo a movimenti e segni che fossero solo interiori, Cvach cerca, invece, quel segno o quella forma che possa tradurre, nella maniera più sintetica possibile, quello che lui vede nella realtà. Si potrebbe dire, se ho capito bene il suo lavoro, che “disegni dal vero” usando l’astrattismo come mezzo espressivo. L’ho trovato interessantissimo.
Ai miei corsi sullo stile faccio declinare un’immagine in tre stili: realista, lirico e astratto (della mia categorizzazione degli stili avevo parlato qui e qui) ed è sempre sorprendente vedere come la realtà (la scena, l’oggetto che vediamo, o un’immagine inventata) abbia una sua filigrana sottilissima, fatta di  forze, misure e pesi, che può essere tradotta in astratto, senza venir alterata nella sostanza. Qui sotto un esempio di una mia allieva di quest’estate.

Veronica Meitre, Sarmede 2013

Nel libro-catalogo Analogies et correspondances, Milos Cvach va costantemente avanti e indietro tra il paesaggio (che poi fissa in una fotografia) e le sue sculture in legno, per ritrovare ogni volta assonanze e corrispondenze tra la complessità del reale e la semplicità della forma pura.

Milos Cvach, Analogies et correspondances

Può essere che una forma su cui lui ha lavorato trovi la sua corrispondenza in un paesaggio che lui si trova ad attraversare, o al contrario, che un paesaggio gli ispiri una nuova forma. Nel catalogo, ogni doppia pagina accoglie una corrispondenza, in un dialogo accattivante.

Londres: Colonnes laquées rouge dans une cour de la City, janvier 2007
R-4/2007 125 x 25 x 11 cm, Analogies et correspondances

Mi è piaciuta anche molto l’introduzione al catalogo della mostra Retour à Douarnenez, dove Cvach racconta di cosa provò la prima volta che arrivò in Francia, lasciando le colline dell’Europa Centrale e arrivando davanti all’immensità dell’Oceano Atlantico: era la prima volta che vedeva il mare, aveva 29 anni. Ma proprio l’infinito del mare ha rappresentato, per lui, per paradosso, un limite, e da qui ha avuto origine la sua ricerca artistica.

“Mi fu subito chiaro che il mare significava la libertà finalmente raggiunta. Ma c’era dell’altro. L’infinito dell’orizzonte si opponeva agli orizzonti a ripetizione che mi avevano circondato fino ad allora. Già da bambino provavo un bisogno incessante di oltrepassare gli orizzonti che circondavano la valle del mio villaggio natale, nella speranza di scoprire qualcosa di nuovo, di meraviglioso. Invece, scoprivo sempre un nuovo orizzonte, e ricominciavo, e così via. L’infinito dell’oceano rendeva questo movimento di ricerca dell’inconoscibile caduco. Ormai dovevo cercarlo, per soddisfare la mia curiosità e la mia attesa, dentro di me.
Ma non era così semplice. Il cammino sarebbe stato lungo, ma le mie deambulazione sul litorale bretone mi erano di grande aiuto. Tutto quello che provavo aveva per me un’importanza nuova: innanzitutto la l’orizzontalità della superficie dell’oceano, poi, per contrasto, i piani più o meno inclinati della spiagge, delle falesie, del litorale in generale, che confondeva la bella orizzontalità acquatica. (…) ” Milos Cvech, Retour à Douarnenez

Bretagne: Phare de la Pedrix près du port de Loctudy, 2006
R-5 2004, 1222,5 x 212 x 19,5 cm, Analogies et correspondances

ps: Fino al 9 novembre 2013, alla galleria de Les Trois Ourses, a Parigi, si può visitare l’esposizione di Milos Cvach: En quelques lignes.
Segue…