Non ho tempo, non ho spazio, non ho l’ispirazione: 3 buone scuse per disegnare di più

18 Settembre, 2013

Non vorrei rubare il mestiere all’infaticabile Maria Popova, che con il suo blog Brainpickings porta avanti uno tra i più interessanti e ricchi discorsi sulla creatività in circolazione sul web. Come nasce, cosa è, cosa ha prodotto, come si coltiva la creatività. Le rubo solo un video. Vorrei invece darvi qualche consiglio che è servito a me in varie occasioni per disegnare senza trovare troppe scuse per non farlo, o per rimandare a domani.
Scappare da noi stessi e dalle cose che ci rendono felici è uno dei mestieri per cui siamo più dotati. Non è così?

Maria Mackiewicz, Polonia 1964

NIENTE SCUSE 1) LO SPAZIO
Se avete poco spazio, usate un foglio piccolino, una piccola matita, un piccolo temperino, una piccola gomma.

Non ricordo dove, (non nell’intervista che le avevo fatto qui), Joanna Concejo aveva raccontato che per un certo tempo aveva rinunciato a illustrare perché le dimensioni della sua casa e l’ingombro della famiglia e delle sue esigenze non glielo permettevano, fino a che un giorno, sull’angolino di un tavolo, su un piccolo foglio da quaderno, ha inventato una tecnica che poteva essere realizzata nel poco spazio che aveva.

Joanna Concejo

Memore di questo aneddoto, questa estate, in una strettissima stanzina d’albergo dove pensavo che non avrei avuto modo di disegnare, mi sono inventata la “tecnica di disegno dal letto”.

Ingredienti: un letto (ma va bene anche un divano), un piccolo album che serve anche da leggio, una matita, un temperino, una gomma pane, un sacchettino da congelazione per la matita temperata, una finestra. Stando sul letto, ho copiato il cortile che vedevo dalla finestra, ho aggiunto due personaggi e un luna, e ho fatto la tavola che domani spedirò a Sarmede per la mostra di ottobre. Mi chiedo se sono la stessa persona che durante gli scorsi 5 anni ha girato 4 studi di Barcellona, 3 stanze di casa, 6 scrivanie, affermando che non trovava un luogo abbastanza buono (luminoso, non troppo luminoso, silenzioso, non troppo silenzioso, piatto, inclinato, all’altezza giusta, con la gente giusta, senza troppa gente…) per disegnare.

Anna Castagnoli, Il cortile. Mostra di Sarmede 2013

Ci sono mille luoghi dove poter disegnare o scrivere: giardini pubblici, biblioteche, graziosi caffè, case di amici in vacanza…
Paul Simon
(genio musicale dei Simon & Garfunkel) ha scritto The sound of silence, una delle più belle canzoni della storia della musica leggera, chiuso nel bagno di casa sua (non vogliamo sapere di più). No more excuses.

NIENTE SCUSE 2) IL TEMPO
Se avete poco tempo, difendetelo; se ne avete troppo, organizzatelo.

Trovare tempo è uno dei problemi più ostici per chi vorrebbe illustrare (o scrivere) ma deve fare qualche lavoro “vero” per sopravvivere, o per chi ha la casa ingombra di bambini (uno solo a volte è già molto). Veramente, ho conosciuto un’illustratrice, anni fa, che aveva 5 figli e disegnava moltissimo. Quando le chiesi come faceva, mi rispose: disegno mentre dormono. Però non è diventata né famosa né appena conosciuta, per cui non la teniamo in conto. Susanne Janssen ha tre figli, ma è un genio, meglio scartare anche lei come esempio utile.

Quentin Blake, St Pancras International station

Il problema del tempo, quando si fa un mestiere vaporoso come l’illustratore, è un problema grosso, anche perché nessuno sembra mai capire che il tempo dedicato alla creazione è un tempo serio, e necessita di silenzio e privacy tanto quanto quello di un chirurgo che sta operando. Io ci ho messo un bel po’ a far capire a mamma, amici e mariti che quando sono in casa a disegnare, o anche solo a pensare, o anche a fare niente: “sto lavorando”.
Ma anche quando se ne ha in abbondanza, di tempo, il tempo è un problema. Perché il tempo creativo non è un tempo come tutti gli altri. Nel video qui sotto, John Cleese, (genio comico dei Monty Python) dà alcuni preziosi consigli su come gestirlo (in inglese).

Datevi un tempo per creare e difendetelo a spada tratta. Ma ricordate che i “disturbatori” sono fuori E dentro di voi. Siamo i primi a farci disturbare da noi stessi e non saper difendere il nostro tempo, perché stare a contatto con se stessi senza interferenze fa sempre un po’ paura: restare sospesi in un tempo incerto, non produttivo, dove non si sa bene che fare (eppure è da lì, da quel vuotino disagevole che escono le buone idee!) è difficile. Se vi viene da alzarvi perché vi siete ricordati che avete dimenticato di telefonare alla zia Evelina, non alzatevi. Nel tempo che avete scelto di dedicare al lavoro creativo, imponetevi di stare. State lì. Non è  necessario fare qualcosa. Se non vi viene nessun disegno, nessuna frase, nessuna idea, state lì lo stesso. Potete anche girarvi i pollici, se vi fa sentire meglio.

Eli W. Buelca, Top Hat, 1870

NIENTE SCUSE 3): L’ispirazione
Per farvi venire l’ispirazione, invece, tutte le scuse sono buone.

C’è un libricino delizioso, scritto da Giorgio Agamben, che si intitola Genius. Ve ne cito un paio di passaggi:

“I latini chiamavano Genius il dio a cui ciascun uomo viene affidato in tutela al momento della nascita. L’etimologia è trasparente ed è ancora visibile nella nostra lingua nella prossimità fra genio e generare. (…)  Vi è un’espressione latina che esprime meravigliosamente il segreto rapporto che ciascuno deve saper intrattenere con il proprio Genius: indulgere Genio. A Genius dobbiamo concedere tutto quello che ci chiede, (…). Anche se le sue esigenze possono sembrare irragionevoli e  capricciose, è bene accettarle senza discutere. Se, per scrivere, avete – ha! – bisogno di quella carta giallina, di quella penna speciale, se ci vuole proprio quella luce fioca che spiove a sinistra, è inutile dirsi che qualunque penna fa il suo mestiere, che ogni carta è buona. Se senza quella camicetta di lino celeste (per carità, non la bianca con quel colletto da impiegato!) non vale la pena di vivere, se senza quelle sigarette lunghe con la carta nera non ve la sentite proprio di andare avanti, non serve ripetersi che sono soltanto manie, che sarebbe ora di mettere giudizio. Genius suum defraudare, frodare il proprio genio, significa in latino: rendersi triste la vita, imbrogliare se stessi.” Genius, Giorgio Agamben

Sapete voi quali sono le cose di cui non potete proprio fare a meno per disegnare, scrivere, illustrare di più e meglio. Fatele!

Edward Gorey

Infine, vi consiglio di leggere (e fare) La via dell’artista. E’ un libro da prendere con le pinze, è un po’ un’americanata, ma come tutte le cose made in America, funziona perfettamente. Consiste in una serie di esercizi pratici che servono a liberarsi un po’ da quella vocina interna che ad ogni piè sospinto ci dice: non sono capace, non sono capace…

Anche questo post può tornarvi utile:
Il potere dei gruppi, breve trattato sulla felicità e tre buoni consigli

Per oggi è tutto. E ora, al lavoro!

Genius
Giorgio Agamben
Una riflessione sul nostro Genius
2,13 euro

Genius potete anche scaricarlo in versione per Kindle: qui.

La via dell’artista.
Julia Cameron
Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi
20,40 euro