Gli incontri di illustrazione ad Albarracin. Il mio corso con “It’s raining elephants”. Parte 1

25 Giugno, 2012

 

E’ quasi impossibile spiegare cosa è l’esperienza dell’incontro sull’illustrazione che ogni anno viene organizzato da Carlos Grassa Toro e Isidro Ferrer ad Albarracin. E’ il secondo anno che partecipo e ciò nonostante non so da dove iniziare a descrivervi questa esperienza così intensa.
Ci sono tre “cose” che vanno spiegate e tutte e tre sono così ricche che non mi basterebbero trenta post:
1) Albarracin e la Fondazione Santa Maria di Albarracin.


2) La struttura dell’incontro: dura 4 giorni. Ogni anno c’è un tema. Vengono invitati 6 professionisti di grande fama: 3 illustratori e 3 designer. Vengono selezionati circa 150 alunni, anch’essi professionisti (la selezione avviene in base a un CV e tre immagini). La mattina gli alunni vengono divisi nei rispettivi laboratori dei professori, che durano 4 ore al giorno (ogni gruppo ha un solo laboratorio assegnato). Il pomeriggio tutti gli alunni si riuniscono in una grande aula dove si assiste alle conferenze dei professori.
Ogni professore ha una/due ore per raccontare la sua carriera e il senso del suo lavoro.


Qui sopra un momento di confronto nella classe tenuta da Nina e Evelyn, dello studio berlinese It’s raining elephants, a cui ho partecipato quest’anno. Qui sotto tre momenti della loro conferenza.


Alla fine dei 4 giorni di corsi, tutti i lavori dei diversi laboratori (tutti sullo stesso tema) vengono esposti e gli alunni sono invitati a visitare la mostra itinerante nel vari laboratori. Lo scrittore Carlos Grassa Toro e l’illustratore Isidro Ferrer legano, organizzano, introducono, guidano i 4 giorni di incontri con una simpatia, cultura, e precisione che rendono il tutto una sinfonia perfetta. Il tema di quest’anno era: Il paradiso, l’inferno e il purgatorio.

3) Gli amici, i pranzi, le cene e la festa nelle ore fuori dal corso. Nella pausa pranzo (di due ore e mezza) si organizzano gite, pic-nic, passeggiate nei dintorni magnifici di Albarracin. Essendo tutti professionisti, lo scambio, le chiacchiere, gli incontri, sono altrettanto formativi dei corsi e delle conferenze. Ogni sera, dopo cena, nella piazza centrale (l’unica) di Albarracin vengono proiettati su un grande muro animazioni-video di alunni e professori.

La proiezione notturna dei lavori di animazione di professori e alunni, e un momento serale di incontro nella piazza.


La festa continua tra chiacchiere e birre fino a tarde ore mattutine: bisogna ricordarsi che in Spagna la convivialità notturna, accompagnata da birre a profusione, è un rito. Tutto termina il sabato notte alla taverna “Il casino” che viene riservata ai corsisti e ai professori e dove di solito si balla fino alle 6 del mattino (professori inclusi). Quest’anno sono tronata all’albergo alle 7 meno un quarto del mattino :)

Iniziamo dall’inizio: Albarracin. Albarracin è una manciata di case medioevali in una conca nascosta da alcune montagne, a sud di Saragozza. Case e tetti sono di pietra rossiccia, così che è difficile capire dove inizia il paese e finisce la montagna. Una muraglia quasi cinese protegge il paese dai venti, ma si può immaginare che in altri tempi la sua funzione fosse diversa. Falchi, rondini, e nuvole come non ne esistono che nella provincia aragonese (di cotone, di seta, di bave di lumache celesti), attraversano costantemente un cielo azzurro-vetro. Quella che vedete qui di seguito è la vista dalla finestra della mia camera, e la deliziosa Ana Yael che per il secondo anno consecutivo ha diviso la camera con me. Svegliarsi al mattino con questa vista sulle montagne è un’esperienza quasi mistica.

Ci sono paesini perfetti, e Albarracin è uno di questi. Il novecento e le sue rivoluzioni urbanistiche hanno ridotto molti paesini perfetti all’abbandono. Fino a poche decine di anni fa, infatti, Albarracin era un paese abbandonato. Poi qualcuno, capitatoci per caso, se ne è innamorato. Capita a molti di innamorarsi di un paese, di una persona, di una missione, ma decidere di dedicargli la vita è qualcosa che capita solo alle persone innamorate sul serio. Così questo signore ha cercato fondi e amici ed è nata la Fondazione di Santa Maria di Alabarracin, che ogni anno organizza corsi di restauro e disegno, mostre  e concerti, e diversi eventi culturali per portare all’attenzione del mondo la bellezza di questo paese perfetto.

Oggi Albaracin è un paese completamente ristrutturato, vivo, e magnifico. Sembra quasi di rivivere, abitandolo, la bellissima storia de “L’uomo che piantava gli alberi“, di Jean Giono. D’estate è meta di corsisti e turisti. D’inverno è casa per pochi coraggiosi appassionati – che sfidano neve, freddo e venti per non perdere neppure uno dei suoi tramonti – tra cui il signore innamorato e la sua famiglia, che si sono trasferiti lì. Qui sopra potete vedere l’ingresso della Fondazione, con i corsisti del corso di illustrazione 2011.

I paesi mediovali erano pensati e studiati da urbanisti che nessuna delle prestigiose scuole di architettura moderne è più capace di partorire. La loro geografia fa sì che ogni strada, vicolo, ponte, porti alla piazza centrale. Così che è fisiologicamente naturale scivolare verso questa conca dove si trova sempre una panchina, una sedia di bar o una scalinata per sedersi accanto ad altri che sono scivolati nella piazza prima di noi. L’incontro e la conversazione pacata sono due naturali conseguenze. Tutto il paese è percorribile a piedi, cosa che facilita il ritorno a casa anche nelle ore notturne quando il grado alcolico nel sangue è “alticcio”; cosa che facilita anche l’uscita dal paese, quando il vistatore sente un desiderio di solitudine o di contemplazione di un orizzonte più vasto.


Qui sopra alcuni vicoli di Albarracin. Qui sotto la piazza centrale di Albarracin.


Vivere quattro giorni ad Albarracin, è ricordarsi del ritmo, del sapore, dei colori, degli incontri, che dovrebbe avere la vita quando non ci dimentichiamo, presi dal tran tran quotidiano, che è preziosa.
(Vi ricordo che tutti possono postulare la domanda per partecipare ai corsi. Ah dimenticavo, partecipare a questo incredibile simposio di 4 giorni costa circa 70 euro + soggiorno, il resto è finanziato dalla Fondazione!).

Domani o dopo domani, vi parlerò dei corsi di quest’anno, dei suoi invitati, e del laboratorio che ho fatto con Nina e Evelyn dello studio It’s raining eleohants, vincitrici di Ilustrarte 2012 e del premio SM di Bologna 2012. Poi vi saluto davvero per l’estate.

Quando avete una ventina di minuti liberi, riguardatevi L’uomo che piantava gli alberi, animato dal genio di Frédéric Back: una storia e che tanto somiglia a quella di Alabarracin. E che Albarracin e il suo splendore risorto, siano una scuola per tutti noi.

11 Risposte per “Gli incontri di illustrazione ad Albarracin. Il mio corso con “It’s raining elephants”. Parte 1”

  1. 1 kinokiart
    25 Giugno, 2012 at 21:05

    Favoloso Anna! Io il prossimo anno ci faccio un pensierino, il tuo racconto poi era così ben scritto che mi ha trasportato in questo posto che ha un che di magico!

  2. 2 Gioia
    26 Giugno, 2012 at 7:12

    Ma che meraviglia! Sarebbe da fare anche in Italia dove ci sono tanti meravigliosi paesini che giacciono addormentati tra boschi e colline….
    Buon proseguimento!!!!
    Attendiamo il resto della storia!

  3. 3 Lorenzo
    26 Giugno, 2012 at 7:39

    :))

  4. 4 laura38
    26 Giugno, 2012 at 7:40

    Che luogo incantevole!!! Da vedere, assolutamente. Magari quando i miei bimbi saranno un po’ più grandi….

  5. 5 ermisenda
    26 Giugno, 2012 at 8:42

    L’anno prossimo ci vado di sicuro…
    vacanze e cultura, perfetto!

  6. 6 palier
    26 Giugno, 2012 at 13:01

    Quel joli village;
    je peux m’inscrire?:)

  7. 7 Anna Castagnoli
    26 Giugno, 2012 at 13:09

    Il y a aussi des cours de photographie! Regarde sur le site. En tout cas c’est à vister. Bises

  8. 8 miguel tanco
    26 Giugno, 2012 at 15:14

    mmm anch’io mi sono trasferito per 5 minuti li , grazie Anna!

    Gioia— in italia già si fanno da un po’ su luoghi fantastic,i Sarmede, Macerata, Martina Franca … Sono incantevoli questi posti.

  9. 9 Gioia
    26 Giugno, 2012 at 16:26

    Grazie Miguel questi li conosco bene!!!! ;-)
    Ma ci sono tanti meravigliosi paesini sconosciuti….. che aspettano solo qualcuno che cominci a piantar alberi! :-)

  10. 10 Simo
    26 Giugno, 2012 at 21:33

    Mi è venuta la pelle d’oca nel leggere di questo corso… ed un grande desiderio di poterci essere l’anno prossimo!
    Grazie!

  11. 11 Ila
    3 Luglio, 2012 at 11:31

    Questo post(o) è fantastico!
    Grazie della condivisione!

    E buone vacanze!
    Ila :)