Le fate
21 Novembre, 2011Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi, che si dispersero scintillando per tutto il mondo: cosi’ nacquero le fate. (da “Peter Pan” di James M. Barrie)
John Anster Fitzgerald
Dirette discendenti delle Moire greche e delle Parche latine, le fate prendono il loro nome dal latino fatum. Infatti, presiedono alle nascite dei bambini e decidono del destino degli uomini.
Importante ricordare che le Parche erano tre: una filava, l’altra dava il filo a un nuovo nato, la terza tagliava il filo al momento della morte. Non è un caso che nelle fiabe ritorni, insieme alle fate: il fuso, il filo, il tessere e disfare, la morte per aver toccato il fuso…
Nel medioevo le fate portavano ricche vesti, cappelli a punta e una bacchetta in mano (memoria, quest’ultima, di uno strumento per filare?). Nelle fiabe italiane e francesi, sono creature generose ma permalose: offese, sono capaci di ritirare di colpo il loro aiuto e lasciare il protagonista in serie difficoltà . Non invitate a un battesimo, sono capaci di lanciare maledizioni al nuovo nato.
Nella versione di Cenerentola di Madame d’Aulnoy (fine 1600), alla fata madrina si devono portare in dono cibo e offerte.
Francesco Salviati, Le tre Parche, 1550 circa
Gustave Doré, La belle au bois dormant, 1897
Edmund Dulac, La belle au bois dormant, 1897
Fine 1800, Cendrillon, Francia, Images d’Epinal, autore sconsociuto (qui tutto il libro)
Le fairies inglesi, così popolari in epoca Vittoriana (vedi il caso delle fate di Cottingley, dove studiosi serissimi avevano dichiarato che le fotografie di fate scattate da due ragazzine erano autentiche), sono da molti studiosi ritenute creature diverse dalle fate che abitano le fiabe italiane e francesi. Piccole, con le alucce, bellissime, in stretto contatto con la natura, buone, alla peggio dispettose, le fairies sono forse più vicine alle Ninfe, che alle Moire.
Le fate di Cottingley
Joahn Anster Fitzgerald, The Marriage of Oberon and Titania
Una cosa è certa, col cappello a punta, con campanellini appesi al collo, senz’ali o con alucce di libellula, le fate, non le ho mai potute soffrire. E’ qualcosa di assolutamente personale, e non lo so giustificare. Fin da piccola, la lunga sfilata di fate davanti alla culla della Bella Addormentata, mi annoiava mortalmente. Le fatine inglesi poi, al solo vederle, mi viene l’istinto di schiacciarle con uno schiacciamosche.
Ciò non toglie che possa restare incantata davanti alla maestria di alcuni pittori/illustratori che le hanno ritratte.
Se vi interessano le fate, un testo molto curioso è il “Trattato sulle fate, elfi, gnomi e altre creature fantastiche” attribuito all’autore quattrocentesco Ismaël Mérindol. Il libro accoglie anche altri scritti antichi sulle fate e le creature fantastiche.
John Anster Fitzgerald The Captive Robin, 1864
Richard Dadd
Richard Doyle The Enchanted Fairy Tree
Richard Doyle A Rehearsal in Fairyland
Richard Doyle, The Fairy Queen’s Carriage
W. J.Morgan, The Fairy Ring
Nils Blommer
Sophie Anderson
John Atkinson Grimshaw, Spirit of the Night, 1879
Arthur Rackham
Il libro completo delle fate e dei fiori Cicely M. Barker Tutte le fate e i fiori di Cicely M. Barker (1895-1973) 22,10 (spedizione gratuita) |
Trattato sulle fate, elfi, gnomi e altre creature fantastiche Ismaël Mérindol Una delle piu note raccolte di testi antichi sulle fate e le creature fantastiche. Testi del 1400 13,60 |