Corso base di economia del picture book. Lezione 1
24 Luglio, 2009
Noi illustratori siamo abituati a pensare al libro come a una creazione artistica.
Ma, diversamente da un’opera d’arte, il libro illustrato è anche un prodotto industriale. Mi sono però resa conto che molti illustratori, fra i quali anch’io, sono digiuni di ogni conoscenza delle meccaniche produttive e commerciali del picture book.
Dopo il recente dibattito a seguito del post sul Codice Deontologico dell’Illustrazione stilato da A.I., ne ho parlato con Plumers, poliedrica figura di ex-libraio, che segue silenziosamente il blog e partecipa occasionalmente al forum delle Figure dei Libri. Passano pochi giorni, e nella casella della posta ho trovato questo.
Mi sembra giusto condividerlo con voi.
Grazie infinite Plumers!
Lezione numero 1 – A CHI VANNO I SOLDI
di Plumers
Cara Anna,
se vai in libreria e compri un albo, sborsi una certa cifra, in contanti o con carta di credito.
Questa cifra si chiama prezzo (o prezzo di copertina). Per comodità di calcolo la fisso in 20 euro. Il prezzo di copertina rappresenta il ricavo lordo: questi 20 euro devono bastare a remunerare tutte le attività e pagare tutti i materiali utilizzati nel processo produttivo e nella commercializzazione. Procedendo a ritroso possiamo scoprire come vengono ripartiti.
La prima quota da sottrarre è data dai diritti d’autore: ad autore ed illustratore viene corrisposta una quota percentuale del prezzo di copertina. In genere, tale quota varia dall’8% al 12%, in funzione della notorietà del o degli autori, delle aspettative di vendita e della quantità di copie vendute. Considerando una media aritmetica, non ponderata, e al fine facilitare i calcoli, attribuiamo ad autore e illustratore il 10% del prezzo di copertina.
I 20 euro diventano 18.
Il libraio dal quale acquistiamo il libro deve veder remunerato il proprio lavoro e coperte le spese del negozio. In generale, trattiene una quota del prezzo incassato che oscilla fra il 25% e il 45% in funzione della fonte da cui si approvvigiona e della quantità di libri che acquista. Approssimativamente, possiamo stimare che la quota riservata al libraio sia in media intorno al 30%.
I 18 euro diventano 12.
Il libraio si può approvvigionare direttamente dall’editore (cosa che avviene raramente) o da un distributore, cioè un’azienda che si occupa di gestire, per conto dell’editore, la vendita (meglio detta promozione) il magazzino, le spedizioni, i pagamenti, le rese. Non è facile stabilire quale sia la quota del prezzo di copertina relativa alla distribuzione. Procedendo per differenza, dato che gli editori che ho consultato hanno una media di costi di vendita intorno al 55%, e dato che avevamo attribuito al libraio il 30%, la distribuzione si appropria del 25%.
I 12 euro diventano 7.
Questi 7 euro finiscono nelle tasche dell’editore e rappresentano il suo ricavo netto.
Con questi 7 euro l’editore deve pagare la produzione fisica dell’oggetto libro (impianti fotolitografici, carta, stampa, legatura, trasporto), i professionisti esterni o i dipendenti direttamente coinvolti nella produzione (principalmente grafici e redattori), i costi generali (rapporti con la stampa; spese di gestione dell’ufficio come elettricità , telefono, arredi, attrezzature tecnologiche, spese postali; gli eventuali oneri finanziari; la partecipazione a mostre e fiere; salari e stipendi di dipendenti non direttamente coinvolti nella produzione; eccetera). E deve remunerare il capitale investito e il rischio d’impresa (profitto).
Ma questo, cara Anna, lo vedremo la prossima volta.
In sintesi, il prezzo di copertina può essere suddiviso:
Per soggetto
Autore/illustratore: 10%
Libraio: 30%
Distributore: 25%
Editore: 35%
Per tipologia di attivitÃ
Creazione: 10%
Produzione: 35%
Commercializzazione: 55%
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