La maquette e lo storyboard: cosa sono, come realizzarli
10 Giugno, 2015Molti concorsi chiedono una ‘maquette’ e qualche disegno definitivo, e molti illustratori che iniziano questo mestiere non sanno bene che cosa è e come si realizza. Nulla di grave, tutto si impara. Ecco un post con riassunte le principali cose da sapere.
Una maquette può anche servire a presentare un progetto a un editore.
COSA È UNA MAQUETTE E COSA È UNO STORYBOARD:
La ‘maquette’ è il prototipo del libro ed è rilegata come un libro. È necessario farla solo in alcuni casi (alcuni concorsi e alcuni tipi di progetto).
Prima di illustrare un libro è più comune fare lo storyboard, che è il progetto disegnato del libro su uno o due fogli.
Vediamo come si realizzano entrambi.
Una mia maquette inviata a un concorso alcuni anni fa
Blexbolex, storyboard di Romance, dal blog Picturebooksmaker
DIMENSIONI:
La maquette può essere in scala uno a uno, cioè grande quanto sarà grande il libro, o ridotta in scala: in questo secondo caso, specificate da qualche parte le misure originali che avrà il libro finito.
Esempio: se il vostro libro misurerà  19 di base x 26,5 di altezza, potete fare la maquette dividendo le due cifre per 1,2. La vostra maquette misurerà circa 15,8 centimetri di base per 22 di altezza.
COME SCEGLERE LE MISURE DEL LIBRO:
Spesso il regolamento del concorso specifica le misure. Se invece il formato è libero – come nel bellissimo concorso di Planeta Tangerina SERPA (al quale vi consiglio vivamente di partecipare) – dovete scegliere voi in base alle vostre preferenze.
In nessun caso, però, potete inventarvi le misure. Una volta che avete un’idea del formato (vedere questo post sui vari formati) armatevi di squadretta e andate in libreria o biblioteca a cercare un libro già pubblicato di formato simile e misurate le pagine interne.
Misurando En el silencio del bosque di Cristina Perez Navarro, A Buen Paso
I fogli da tipografo su cui il libro viene stampato hanno un formato (formato=misura) fisso: per non sprecare carta, le pagine devono starci dentro un numero esatto di volte. Sono calcoli difficili che non spettano a voi.
Di solito un editore vi propone diverse possibilità .
Se la maquette che volete fare non è per un concorso ma per presentare un progetto a un editore, scegliete quali editori vi interessano e pensate a un libro che possa avere un formato che quell’editore tratta.
Se poi il calcolo non è esatto al millimetro, finché si tratta di una maquette, non è grave.
Leggere il post: IL FORMATO
Beatrice Alemagna, particolare dello schizzo preparatorio e illustrazione definitiva di Le merveilleux dodu-velu-petit, Albin Michel 2014
LA MAQUETTE DEVE CONTENERE TUTTI I DISEGNI DEFINITIVI DEL LIBRO?
La maquette può contenere tutte le tavole che saranno le tavole del libro, oppure contenere degli schizzi e alcune tavole definitive: ogni concorso specifica sempre quante tavole devono essere definitive.
Se mandate la maquette a un editore e non a un concorso, è sempre meglio realizzare solo due o tre tavole definitive e magari la copertina, e non tutto il libro. Un editore ama sempre discutere con l’illustratore su come sarà il libro, prima di lasciare mano libera alla sua creatività .
Se spedite il progetto a un editore, forse è meglio presentare uno storyboard piuttosto che una maquette (vedere più avanti).
maquette di Where the wild horses are, di Maurice Sendak
NB: in nessun caso dovete incollare gli originali sulla maquette! solo le fotocopie o le scansioni stampate. Sia che siano originali, che schizzi, li realizzate a parte, li scannerizzate o li fotocopiate (riducendo eventualmente la misura delle fotocopie o delle scansioni in scala) e li incollate sulla maquette.
ORIGINALI:
Per un concorso, i disegni originali li invierete (senza passepartout) insieme alla maquette, se è richiesto.
Per gli editori: non inviate disegni originali agli editori, ma solo fotocopie.
Esempio: nel vostro pacco di invio, ci saranno tre illustrazioni stampate in dimensioni uno a uno rispetto all’originale + la maquette in scala (o uno a uno).
storyboard di El Caballero Pepino, Anna Castagnoli, OQO 2007, (doppia pagina) larghezza 9 cm
definitivo di El Caballero Pepino, Anna Castagnoli, OQO 2007, (doppia pagina), larghezza 30 cm
Se l’illustrazione definitiva occupa tutta la doppia pagina del libro, o una pagina e un po’ della pagina vicina, è buona norma disegnare l’originale intero (lungo due facciate), ricordando che la piega centrale del libro ‘mangia’ qualche millimetro di disegno (evitate di mettere dettagli importanti al centro).
Ricordate anche di lasciare ‘le abbondanze’, cioè 4 millimetri per ogni lato del foglio. È una parte che può saltare al momento di tagliare il libro in fase di stampa, ma può anche non saltare. Quindi deve contenere immagine (colore) ma non qualcosa di importante.
Nel caso qui sotto, Carll Cneut era consapevole che la mano destra della signora sarebbe potuta saltare, così come il piede.
Carll Cneut, Willy
NUMERO PAGINE:
Le pagine (facciate singole) di un libro devono sempre essere un multiplo di 4. Sommate la facciata della copertina, la quarta di copertina (retro della copertina), le 4 sguardie, la pagina del colophon, la pagina dei titoli e le pagine interne scritte e/o illustrate: il tutto deve essere un multiplo di 4.
Il libro, infatti, è composto da ‘quartini’.
Un album classico ha come minimo 16 facciate singole buone per il testo e le illustrazioni (8 doppie pagine).
Per capire come è fatto un libro e quali nomi hanno le sue parti, leggete:
LE PARTI DEL LIBRO: NOMI, DEFINIZIONI di Anna Martinucci.
Leggere anche il post (e i commenti al post): NUMERO PAGINE
Uno schema preso in prestito qui
 TESTO:
Quando progettate un libro illustrato, dovete tenere lo spazio per il ‘blocco testo’.
Come dividere il testo pagina dopo pagina è una scelta che spetta a voi, a meno che non venga specificato nel bando o dall’editore.
Il rapporto che il testo avrà con le immagini, sia a livello semantico che a livello grafico, è uno degli ingredienti principali dell’incanto di un libro illustrato.
Purtroppo, quando si è agli inizi, ci si dimentica che le immagini devono collaborare con il testo.
Non so quante volte, ai miei corsi sullo storyboard, davanti a uno storyboard realizzato da un alunno mi capita di chiedere: “E il testo dove lo metti?” la risposta di solito è: “Uh! Mi sono dimenticata/o dello spazio per il testo! posso ingrandire il foglio per metterlo sotto?”, la mia inesorabile risposta è sempre: “NO. Dieci flessioni”.
Non si può cambiare il formato del libro perché ci siamo dimenticati dello spazio per il testo. Bisogna rifare da capo lo storyboard.
Il testo, se non siete grafici, stampatelo su carta da fotocopia bianca, ritagliatelo con cura e incollatelo sulla maquette. Non scrivetelo mai a mano a meno che non siate calligrafi e il progetto lo richieda: fatto male, fa (troppo) diario delle medie.
Se sapete usare photoshop potete inserirlo voi nella composizione: ma, miraccomando, a meno di non essere bravi grafici, usate un carattere Garamond o un Times New Roman e non spingetevi in meandri più creativi.
Leggere il post: L’IMPAGINAZIONE
RILEGATURA:
La maquette potete rilegarla come volete. Se siete raffinati, cercherete su youtube qualche tutorial per cucire le pagine tra loro ad arte, se siete -come me- disordinati, rilegerete la maquetta in malo modo. Scotch di carta ben rifilato o dei semplici anelli possono andare bene.
Una maquette fatta bene è un plus per presentare il progetto. Ma un progetto che funziona, funziona anche se la maquette è scalercia.
Lggere i post della rubrica dei Topipittori: PRESENTARSI BENE
DEFINIZIONE DEGLI SCHIZZI
Non è importante che gli schizzi della maquette o dello storyboard siano belli. Non devono neppure essere identici alla futura composizione finale. L’importante è che l’editore o la giuria possano capire l’idea della futura tavola definitiva.
Beatrice Alemagna, particolare dello schizzo preparatorio e illustrazione definitiva di Le merveilleux dodu-velu-petit, Albin Michel 2014Â
A colori o in bianco e nero, è lo stesso. Se i colori sono un elemento importante della vostra storia, meglio fare gli schizzi con i colori necessari a trasmettere l’idea.
LO STORYBOARD:
Lo storyboard condivide con la maquette tutte le regole esposte qui sopra, con la sola differenza che può essere disegnato tutto su un unico grande foglio, vignetta dopo vignetta (o su due o tre fogli). Di solito una buona maquette è preceduta da uno storyboard, dove si è lavorato a lungo sulla sequenza delle pagine: perché siano armoniose, non ripetitive, ritmate, con un buon equilibrio tra testo e immagini.
Un buon libro per imparare l’arte dello storyboard è il libro sul fumetto di Scott McCloud: IL LIBRO DEL FUMETTO.
McCloud spiega bene cosa è il ritmo e quando e perché una secena è necessaria, ridondante o inutile.
Leggere anche il post: RITMO E MOVIMENTO
Mare en de dingen, Katje Vermeire, De Eenhoorn 2010, schizzo preparatorio (via il suo sito)
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Mare en de dingen, Katje Vermeire, De Eenhoorn 2010, definitivo (via il suo sito)
PAURA CHE VI RUBINO LE IDEE O LE STORIE
È una paura comune agli inizi, ma è completamente infondata. Non è necessario registrare la vostra idea, né dire all’editore o ai giurati che l’avete registrata: fareste la figura dei principianti paranoici :-)
Un editore ha più interesse a lavorare con voi che a rovinarsi la reputazione rubando testi, disegni originali o idee. E se anche dovesse succedervi (non l’ho mai sentito), sarebbe un buon segno, segno che il vostro lavoro vale.
Invece, la cosa che può capitare (e purtroppo capita spesso) è che una volta pubblicato il libro l’editore non vi invii le rendicontazioni delle vendite, o ve le invii e non vi paghi i dovuti diritti d’autore.
Ma intanto avrete un libro pubblicato e la possibilità di cercare editori più seri.
In bocca al lupo!
FINE
ps: Se avete domande, anche se vi sembrano sciocche, fatele nei commenti a questo post. Cercherò di rispondere a tutte le domande, così che resti un post chiaro per sciogliere PER SEMPRE tutti i dubbi sulla maquette e lo storyboard.
Schizzo di Anna Castagnoli
Per aspetti più creativi e artistici sullo storyboard e la narrazione sequenziale ci sono corsi specifici:
CORSI SULLO STORYBOARD E LA FABBRICAZIONE DI MAQUETTE:
PROGETTARE LIBRI, a cura di Paolo Canton, editore di Topipittori, 15 – 20 giugno 2015 a Sarmede.
Per informazioni: corsi@sarmedemostra.it
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Due illustratori che sono stati miei maestri e che hanno una grandissima conoscenza della narrazione per immagini sono Carll Cneut e Linda Wolfsgruber:
VISUAL STYLE con Carll Cneut, Macerata, 20-25 luglio 2015
Per informazioni: Modulo di iscrizione al sito
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COME RACCONTARE UNA STORIA PER UN LIBRO ILLUSTRATO con Linda Wolfsgruber, Sarmede,
Corso base 6 – 11 luglio 2015
Per informazioni: corsi@sarmedemostra.it
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RACCONTARE CON LE IMMAGINI, con Arianna Papini, illustratrice e editrice
Corso base
20 – 25 luglio 2015
Per informazioni: corsi@sarmedemostra.it
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E i miei corsi:
FARE UN ALBUM ILLUSTRATO, DALLO STORY BOARD AL RITMO, con Anna Castagnoli, Sarmede, dal 29 giugno al 4 luglio e dal 31 agosto al 5 settembre
Per informazioni: corsi@sarmedemostra.it
(Non so se ci sono ancora posti liberi, due settimane fa ne restavano tre a luglio o quattro a settembre).
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L’ARTE DEL LIBRO ILLUSTRATO. Corso teorico pratico di introduzione all’illustrazione
con Anna Castagnoli
Mazara del Vallo (Sicilia), 18, 19, 20 settembre, (affiche in preparazione).
Per informazioni: Oliver Associazione Culturale oliver.lab@gmail.com
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Curiosate anche il programma di corsi della libreria B**K a Milano e quello della nuova Scuola di Illustrazione di Scandicci a Firenze.
crediti foto Anna Castagnoli
Un ultimo consiglio di lettura: il bellissimo libro Sketches from a Nameless Land: The Art of The Arrival di Shaun Tan, dove Tan racconta tutta la genesi di L’approdo, con molte immagini di schizzi e storyboard.