“A cena dalla Regina”: Nina ci va in calzini

3 Novembre, 2014

“E come i piacevoli modi e gentili hanno forza di eccitare la benivolenza di coloro co’ quali noi viviamo, così per lo contrario i zotichi e rozzi incitano altrui ad odio et a disprezzo di noi”. (Giovanni della Casa, Galateo overo de’ costumi, 1558).

Sembra che il 2014 sia l’anno in cui in cui i ‘bambini selvaggi’ del 1800 ritornano per insegnare agli adulti come stare al mondo. Dopo l’esplosiva Ida de L’isola dei cani; il nuovo libro di Beatrice Alemagna, che in incipit cita Pippi Calzelunghe: “È meglio se i bambini piccoli vivono una vita ordinata. Soprattutto se possono ordinarla loro stessi“; è il turno di Nina, protagonista rossa di capelli del divertentissimo A cena dalla regina, di Rutu Modan, La Giuntina edizioni.

Nina è una bambina che, come tutti i bambini, deve subire a ogni pasto i rimbrotti degli adulti. Mangia con la bocca chiusa; stai dritta; non parlare quando hai la bocca piena; non con le mani; non dondolarti sulla sedia; non dar da mangiare al cane a tavola.
Nina, esausta, una sera chiede: «Uffa, tutte queste buone maniere! Ma a cosa servono?»
«E se la regina ti invitasse a cena a Buckingham Palace, cosa faresti?», risponde il papà.

A cena dalla regina, Rutu Modan, La Giuntina edizioni 2014

Qui il libro prende la svolta che tante volte Gianni Rodari indicava come la strada per eccellenza della letteratura dedicata ai bambini: quella dell’esagerazione spinta fino al parossismo.
Bussano alla porta. È un messaggero: annuncia che Nina è stata invitata a cena dalla Regina di Inghilterra. Tra perplessità e raccomandazioni, Nina sale sull’aereo che la Regina ha inviato apposta per lei (!).

 

A cena dalla regina, Rutu Modan, La Giuntina edizioni 2014

La cena che la attende, seduta proprio a lato della Regina, è sontuosa: beccacce farcite alle mandorle, quaglie all’ananas, pasticci d’asparagi, insalata di granchi. Soufflé di fegato d’oca, consommé d’avocado al caviale, lumache al burro, pudding, insalata.
Ma a Nina non piace nessuna di tutte queste pietanze; come tutti i bambini lei vuole qualcosa di semplice e disgustosamente dolce: pasta con il ketchup. Gliela portano: oltretutto, Nina l’ha chiesta al cameriere con tutta l’educazione possibile.
Il momento drammatico viene quando deve scegliere la forchetta. Quale va bene per la pasta al ketchup? Un vecchio ammiraglio, seduto alla sua destra, le dice che non esiste la forchetta per la pasta al ketchup. Risolve come può e come sa… mangiando con le mani.

Gli invitati e la Regina restano ammutoliti. La Regina dice: «Mai, neppure nelle più remote isole del nostro regno, ho visto modi così primitivi». Chiede a Nina perché, se le hanno insegnato le buone maniere, mangia in quel modo. Nina risponde che così il cibo è più buono. La Regina, allora, ‘vuole provare anche lei’, e gli altri invitati le vanno dietro: tutti si mettono a mangiare con le mani, in un’orgia culinaria senza più freni inibitori. La regina ringrazia Nina per la divertentissima esperienza, dichiarando che a ogni occasione speciale, a Buckingham Palace, d’ora in avanti, avrebbero mangiato così.


Il tema del bambino selvaggio ritorna ancora una volta a mettere in crisi l’equilibrio della società degli adulti; equilibrio ormai non più molto rigido, se persino la Regina di Inghilterra, detentrice del bon ton più proverbiale, viene meno all’etichetta per seguire una bambina che mangia con le mani pasta al ketchup.
Forse il tempo è venuto per quell”infantilizzazione’ degli adulti preconizzata da H. G. Wells ne La macchina del tempo?
In una società dove ai bambini si chiede un’autonomia di gusto e di pensiero simile a quella degli adulti, e agli adulti si chiede di restare bambini il più a lungo possibile, diventa difficile educare i bambini ‘alla vecchia maniera’. Tanto vale, sembra suggerirci Rutu Modan, accogliere la provocazione delle cattive maniere dei bambini e ritrovare anche noi il gusto di lasciarci andare ogni tanto.

La festosità bacchica del carnevale, festa che una volta all’anno capovolgeva il mondo; i piaceri del corpo senza inibizione morale; la sensualità della cucina; l’immaginario onirico; sono tutte manifestazioni di una gioiosità del corpo e dell’essere che ha dovuto essere sacrificata allo ‘spirito della modernità’.

Leandro Bassano, c. 1595

Insieme alle buone maniere, la società moderna ha conquistato la realtà. ‘Buone maniere e realtà’ sembrano appartenere alla stessa misteriosa famiglia, chissà perché, antitetica a ‘libertà e fantasia’.
«Noi abbiamo perduto il sogno e conquistato la realtà», scriveva Robert Musil agli inizi del secolo XX. Oggi il concetto di realtà è così assodato che ci stupiamo di sentire che in Islanda hanno interrotto i lavori di un’autostrada perché passava sopra a un villaggio di elfi. Ma che cosa è la realtà?
Il libro di Rutu Modan mette in discussione sia l’etichetta sia i rigidi confini della realtà.
Un bambino che nella sua testa ha labili i confini tra fantasia e realtà non sarebbe sorpreso se nel nominarla, la Regina d’Inghilterra venisse a bussare alla sua porta. Nel libro di Rutu Modan questo accada davvero: un ‘davvero’ nella finzione letteraria, d’accordo, ma accade. Non è solo il bambino a vederlo. Non è, come per Max (Nel paese dei mostri selvaggi), una foresta che cresce solo dentro lo spazio della fantasia del bambino: è un vero aereo che va a prendere Nina!

Simile nella struttura e nell’idea di fondo di A cena dalla regina è il bellissimo May I bring a friend?, vincitore della Caldecott Medal nel 1965. Anche in quell’album un bambino qualsiasi viene invitato a cena da un re e da una regina. Il bambino chiede se può portare un amico. I reali rispondono di sì e lui porta una giraffa. La sera dopo, lo invitano di nuovo. Il bambino chiede se può poratare un altro amico, e loro dicono di sì. Porta degli elefanti. E così via, in un’escalation di animali sempre più selvaggi che riempiono la reggia.

Il libro di Rutu Modan, più che un monito sulle buone maniere, mi sembra un omaggio alla libertà della fantasia, non solo quella dei bambini.
Non ci sarà bambino che odia gli spinaci capace di resistere a questo album!

Rutu Modan, che ha fondato nel 1995 il collettivo di fumettisti israeliani Actus Tragicus, ha uno stile che viene dall’elegante tradizione della ligne claire franco-belga, vicino a quello di molti album francesi di oggi, a cavallo tra fumetto e illustrazione (penso a Floc’h). La trovo strepitosa.

Link:
Su Rue89
, trovate un interessante articolo (in francese) su Actus Tragicus.

Se avete un profilo facebook, su questa pagina potete leggere una bella recensione di Nadia Terranova, pubblicata su Pagina99, uno dei pochi giornali italiani a dare uno spazio serio alla letteratura per ragazzi. (È con Nadia che, quest’estate, in grande anteprima segreta, abbiamo visto il libro: grazie Ada Treves!).
Sul blog Gallinevolanti un’altra recensione.

A cena dalla regina
Rutu Modan
Nina e le sue cattive maniere a casa della Regina di Inghilterra
12,75 Euro
May I Bring a Friend?
Beatrice Schenk De Regniers
Un bambino, invitato dal re e dalla regina, chiede se può portare un amico
6,17 Euro

6 Risposte per ““A cena dalla Regina”: Nina ci va in calzini”

  1. 1 alice
    3 Novembre, 2014 at 13:28

    confesso..non mi piace questa idea finale del libro. Capisco l’importanza di riappropriarsi di alcune caratteristiche infantili ma boh continuano a non piacermi rappresentate in questo modo

  2. 2 Anna Castagnoli
    3 Novembre, 2014 at 14:50

    Alice cara, ti capisco, però immagina di avere sei anni, di non controllare ancora bene i tuoi impulsi e la pulizia, non sarebbe sdrammatizzante e esilarante vedere in un libro, dunque in uno spazio di finzione, degli adulti che fanno come te? Secondo me i bambini si divertiranno un sacco.
    È l’iperbole dell’ironia!
    Sarebbe drammatico se si dovesse essere morali nello spazio della finzione letteraria, penso io.

  3. 3 AlmaCattleya
    3 Novembre, 2014 at 16:34

    Ho riso come una matta.
    Poi quando le chiedono “Dei salatini? Un succo?” E lei dice “Tutti e due.”
    Perché fare per forza una scelta?
    Lì mi è piaciuta tantissimo.

  4. 4 alice
    3 Novembre, 2014 at 18:12

    a me non sembra che questo libro non faccia della morale, anzi! ;-)

    ..però hai ragione, i bambini si divertiranno molto

  5. 5 Maurizio
    4 Novembre, 2014 at 9:23

    Salve seguo saltuaramente e silenziosamente il Blog che mi interessa moltissimo ma per questa pagina particolare non potevo trattenermi dall’esprimere un mio giudizio. Trovo sia un mix sbiadito di Tin Tin e little Nemo… persino la follia geniale di Windsor McCay stenta a rendere… dovevo dirlo scusate

  6. 6 Anna Castagnoli
    4 Novembre, 2014 at 11:31

    Grazie Maurizio anche per il tuo parare. I giudizi negativi sono benvenuti quando espressi con educazione.
    Ma citi dei mostri sacri! :)
    Secondo me meglio inquiadrarla in uno stile ‘nouvelle ligne claire’, un po’ rigido e forse volutamente maldestro in certi tratti.
    Ma io non sono per nulla esperta di fumetto.