CONCORSI DI ILLUSTRAZIONE: costruiamo insieme uno standard di qualità

20 Febbraio, 2013

Scrivo questo post, a nome mio e a nome dei miei collaboratori, Lisa Massei, Giorgia Brandimarte e Oscar Sabini, per aprire una riflessione sulla situazione dei concorsi di illustrazione italiani.
Dopo la richiesta di negoziazione di alcune clausole del concorso Narrare la parità, conclusasi con successo nel febbraio 2012, abbiamo iniziato a interrogarci su quali requisiti dovesse avere il regolamento di un concorso per essere pubblicizzato su LeFiguredeLibri: un blog nato e cresciuto intorno al mestiere di illustratore.

Immagine di Giulia Sagramola per LFdL

Pensiamo che un concorso di illustrazione debba offrire un contratto serio, dettagliato, rispettoso dei diritti d’autore e dell’uso delle opere originali (un bando è un contratto).
Inoltre, se il concorso è finanziato dai partecipanti (cioè a pagamento) ci sembra corretto offrire trasparenza sull’uso che viene fatto del denaro ricevuto.
Molti concorsi italiani non ci sembrano in linea con questi requisiti.
Ma siamo anche consapevoli della situazione italiana, dove mancano fondi per tutto, e della considerevole difficoltà logistica che comporta organizzare un concorso.

Così abbiamo stilato una lista di proposte atte a garantire la serietà di un concorso che ci sembrano necessarie, ma anche ragionevoli. Una sorta di “patentino di qualità” a costo zero.
La useremo in futuro per decidere se dare spazio a un concorso su questo blog.
Speriamo che questa sia la base di partenza per un dialogo proficuo e utile a tutti.
 

PER I BANDI DI CONCORSO DI ILLUSTRAZIONE PROPONIAMO:

TRASPARENZA DEI COSTI E DELLE SPESE:
Se il concorso è a pagamento:
-Che vengano pubblicati nel bando i dettagli delle spese previste (la menzione “spese di segreteria” è vaga).
-Che venga pubblicato l’elenco definitivo dei partecipanti (perché il bilancio tra entrate e uscite sia trasparente).
– In mancanza di queste informazioni, proponiamo che venga reso pubblico il bilancio delle entrate e delle uscite a fine concorso o nei bandi delle edizioni successive.

Se il concorso è gratuito:
-Nel caso venga chiesto un rimborso per la restituzione delle opere, che il prezzo venga stabilito in base alle tabelle vigenti alle Poste Italiane sul rapporto di invio/peso dei pacchi, o venga richiesta una busta preaffrancata. In caso contrario il concorso sarà catalogato da noi come concorso “a pagamento”.

DIRITTI D’AUTORE E PUBBLICAZIONI:
-Nel caso di pubblicazione di un libro come finalità del concorso, che venga sempre specificato nel bando un diritto di recesso sul futuro contratto editoriale da firmare*. In caso contrario, che sul bando venga pubblicato il contratto per esteso.
* (Perché mai un autore dovrebbe cedere, ad occhi chiusi, il diritto di riproduzione della sua opera senza sapere per filo e per segno quale contratto editoriale sottoscrive automaticamente partecipando al concorso?)
-Se la visibilità è il solo premio offerto, che vengano descritti nel bando in modo dettagliato usi, estensioni e limiti che la “visibilità” avrà: nel tempo (fino a quando), nei luoghi (dove saranno riprodotte o esposte le immagini, su quali supporti, con che distribuzione), nelle azioni (quali i limiti della cessione dei diritti di riproduzione, quali gli usi concessi).
RICORDIAMO A TUTTI CHE LA VISIBILITA’ E’ UNA MONETA A DUE FACCE.

GIURIA
Domande aperte: I nomi dei giurati devono restare anonimi o essere dichiarati sul bando? I partecipanti (nel caso di premi in denaro) è giusto che siano anonimi per i giurati al momento della scelta? Come viene deciso il criterio di selezione delle tavole? I giurati le vedono tutte o c’è stata una preselezione? Il criterio di selezione è fondamentale per dare a tutti la stessa opportunità di vincere. Da chi viene deciso? La giuria viene pagata per il lavoro svolto? Inoltre: come verrà risolto il conflitto di interesse nel caso che un giurato sia anche editore degli autori in gara?

SEGRETERIA E SUPPORTO AGLI ILLUSTRATORI
Sappiamo che gestire centinaia di illustratori in ansia da competizione non deve essere facile. Ma pensiamo che un concorso serio debba avere un servizio di segreteria minimamente efficiente. Non è sempre il caso.

Se volete aiutarci vi prego di diffondere questo post sui vostri blog o profili Facebook.
Se avete suggerimenti o commenti ne saremo felici.


Anna Castagnoli, Giorgia Brandimarte, Lisa Massei, Oscar Sabini

95 Risposte per “CONCORSI DI ILLUSTRAZIONE: costruiamo insieme uno standard di qualità”

  1. 1 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 8:10

    Brave!
    Un’unica osservazione: quanto alla possibilità di rifiutare la pubblicazione (ove le condizioni del contratto non fossero soddisfacenti per l’autore), parlerei di “diritto di recesso” e non di “prelazione volontaria” (la prelazione è il diritto ad essere preferito, rispetto ad altri,nella costituzione di un negozio giuridico… e non è questo il caso).

  2. 2 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 9:10

    Grazie Daniela,
    ho corretto con Diritto di recesso!

  3. 3 Daniela Iride Murgia
    20 Febbraio, 2013 at 9:12

    Cari, grazie per l’impegno messo nello stilare questi punti fermi che mi trovano in linea di massima d’accordo.
    C’è un punto sul quale il mio parere diverge ed è quello concernente la pubblicazione dei nomi dei giurati sul bando.
    A tutela e garanzia di noi tutti partecipanti, sopratutto in un paese come l’Italia, è necessario che la giuria rimanga nell’anonimato fino al momento della pubblicazione dei risultati e della proclamazione dei vincitori.
    Come accade in molti concorsi di comprovata serietà, sopratutto internazionali, e che riguardano le più svariate discipline, i nomi dei giurati rimangono segreti perché questi non vengano influenzati nella scelta da pressioni esterni. Aggiungerei che concorsi con premi ricchi in termini di danaro debbano prevedere anche l’anonimato dei concorrenti!

  4. 4 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 9:43

    Daniela hai ragione,
    non ci avevamo pensato.
    Importante l’anonimato dei partecipanti nel caso di premi.
    Ho riformulato i due punti come domanda aperta, così se ne può discutere.

    Aspettiamo di raccogliere tutti i suggerimenti e facciamo le modifiche. Sarà un Patentino di qualità nato dal lavoro di tutti! Bello.

  5. 5 paolo
    20 Febbraio, 2013 at 9:44

    Brave! Un approccio collaborativo e un richiamo alla trasparenza. Abbiamo bisogno di entrambe le cose per smettere di considerarci antagonisti e imparare a lavorare insieme per obiettivi comuni.
    Posso suggerire un lavoro analogo, fatto collaborativamente, sui contratti editoriali e sui rapporti con gli editori? Se pensate di farlo, considerate i Topi della partita.

  6. 6 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 9:47

    Una bellissima idea!

  7. 7 elillisa
    20 Febbraio, 2013 at 9:47

    Anche secondo me la giuria dovrebbe essere nota solo dopo la scadenza di invio dei lavori. Se gli illustratori avessero saputo in precedenza che quest’anno in giuria a Bologna ci sarebbe stato Etienne Delessert (che l’anno scorso, se non ricordo male, era stato durissimo con i lavori selezionati) avrebbero sofferto di ansia da prestazione? Avrebbero cercato gli effetti speciali invece di concentrarsi sull’essenza del proprio lavoro? Mah, chi lo sa… (Riflessioni mie a voce alta)

  8. 8 paolo
    20 Febbraio, 2013 at 9:53

    @ Daniela Iride: non sono d’accordo sull’anonimato della giuria. Anzi, sono convinto che sia giusto sapere chi giudicherà il lavoro (in subordine, come viene scelto, se la scelta è successiva alla data del band). Se poi un giurato riceve pressioni, è suo dovere denunciarle e proporre l’esclusione dal concorso di chi le ha fatte. L’alternativa è che qualcuno lo sappia (c’è sempre qualcuno che lo sa) e altri no e questa è un’asimmetria informativa che può solo favorire il moral hazard.

  9. 9 Daniela Iride Murgia
    20 Febbraio, 2013 at 10:00

    Grazie Anna, sono felice che la tua sensibilità accolga il mio suggerimento… e grazie Paolo, per la tua partecipazione.

  10. 10 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 10:06

    Paolo non so, perché nel caso di anonimato ci dovrebbe essere qualcuno che sa?
    Se un giurato è serio non lo dice e punto.
    Se non è serio non lo sarebbe neanche nel caso di pressioni senza anonimato…

    Io credo che si debbano guardare concorsi di calibro internazionale (Ilustrarte, La mostra di Bologna, i concorsi coreani): mi sembra, come dice Daniela, che la giuria sia anonima.
    Quali vantaggi pensate che avrebbe una giuria non anonima?

  11. 11 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 10:34

    Concordo con Paolo. Nei concorsi letterari, ad esempio, 9 su 10 la giuria è nota… a garanzia della qualità (oltrechè della serietà) dell’iniziativa. Pressioni esterne: 1) sono sempre e comunque praticabili (perchè – arìconcordo con Paolo! – c’è sempre chi sa) 2) sarei abbastanza serena pensando che a concorrere so no degli illustratori… gente che considero molto dedita al proprio lavoro e poco incline alle cialtronerie. Piuttosto, sapere chi sono i giurati dà la misura dello spessore del concorso e ci si può meglio orientare, soprattutto se parliamo di competizioni di ambito nazionale-locale…
    Paolo: magari si potesse fare un lavoro comune sulla parte diritti-contratto-rapporti con l’editore (e grazie della dipsonibilità!)…

  12. 12 Daniela Iride Murgia
    20 Febbraio, 2013 at 10:40

    Paolo, certo, muovi considerazioni interesanti, c’è questo rischio di assimetria informativa del quale parli, eppure continuo a credere che il nome del giurato comunicato in anticipo possa essere più discriminatorio e meno “tutelante”, il terreno é sdrucciolevole in questi ambiti, sarebbe davvero utile andare a scandagliare caso per caso, avere pareri professionali, magari di giuristi.
    Vedi non parliamo di atti consenzienti e di richieste esplicite, quando dico che non deve esserci alcuna pressione mi riferisco al fatto che un concorrente (magari non anonimo!) decide di partecipare a un concorso perchè conosce il giurato del caso… insomma le simpatie esistono e sono umane e a mio parere dovrebbero restare fuori dai concorsi.

  13. 13 Daniela Iride Murgia
    20 Febbraio, 2013 at 10:44

    Daniela, certo il nome dei giurati deve essere comunicato, come indice di serietà e professionalità dell’evento del caso, ma appunto, a posteriori.

  14. 14 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 10:54

    Ma no Iride, vanno resi noti prima. Come, altro esempio, nei concorsi cinematografici. E’ proprio il fatto che si sappia chi sono i suoi componenti a neutralizzare una giuria, oltrechè, ripeto, a conferirle prestigio (o meno).

  15. 15 Morena Forza
    20 Febbraio, 2013 at 11:04

    Ciao Anna,
    che bello leggere questo post stamane.
    Non sai che sollievo, proprio in questi giorni ho anche dovuto discutere con degli organizzatori di un concorso che non volevano spiegarmi concretamente quale fosse l’uso delle immagini che venivano inviate dai partecipanti.

    Anche su Roba da Disegnatori mi mandano parecchi bandi, ma è un po’ che scremo, perchè le informazioni mi sembrano sempre blande, vaghe. Troppo.

    Per non parlare poi di concorsi che concorsi non sono.
    Alcuni furbetti fanno passare per concorsi quelli che sono effettivamente assunzioni per lavoro gratuito.

    @Daniela Iride Murgia:
    io invece sono d’accordo sul fatto che si dovrebbe sapere chi costituisce la giuria.

  16. 16 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 11:11

    Diritti-contratti etc:
    una cosa, tra le altre, che mi piacerebbe approfondire è l’aspetto della vendita dei diritti all’estero da parte dell’editore. Faccio un esempio dei risvolti che qs particolare faccenda può assumere: un editore può avvalersi di un’agenzia che lo rappresenti all’estero, con la quale stipula un contratto che quasi sempre è di esclusiva. Se l’autore non lo sa prima di firmare il contratto (se questo non lo rende esplicito in una sua clausola!), si può ritrovare molto penalizzato… Queste agenzie, da quanto capisco, di fatto non lavorano sempre come dovrebbero, rastrellano molti clienti, ma non li promuovono capillarmente… dopodichè, però, non c’è possibilità per l’editore di vendere i diritti se non passando attraverso di loro.
    Non voglio mettere troppa carne al fuoco… ma davvero credo dovremmo creare grazie a questo prezioso blog una piccola piattaforma di scambio e verifica d’informazioni mirate, per poi stendere una specie di vademecum…

  17. 17 Andrea
    20 Febbraio, 2013 at 11:27

    Bella iniziativa!
    Riguardo la giuria che rimanga anche nell’anonimato va benissimo ma a fine concorso vorrei tanto un discorso-relazione-parere sui criteri di scelta in maniera tale da capire perché la mia opera (come quella degli altri scartati) non è stata scelta.
    Sempre riguardo la giuria è doveroso dare una data limite per sapere i risultati, in tal modo la segreteria evita di mandare email con la solita frase:”stiamo lavorando per voi”

    Per quel che riguarda il contratto sicuramente se il contratto è preciso è meglio ma visto come è l’Italia anche solo soffermarsi sui punti cardine del contratto è sufficiente (royalties, recesso, riedizioni, ristampe).

    Specificare sempre se fa fede il timbro postale (delle volte può salvare la vita!)

  18. 18 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 11:46

    Morena grazie del tuo commento,
    pensavo una cosa, discutiamo bene tutti i punti cardine, poi correggiamo questa guida e la facciamo “esportabile”. Potrebbe diventare uno strumento di confronto collettivo.
    Non sono bandi incisi nella pietra. Se si può negoziare un contratto non vedo perché non si possa negoziare un bando.

    Nei giorni scorsi ho scritto ad alcuni concorsi italiani, spiegando che avremmo pubblicato questo post, e quali erano secondo noi i punti poco chiari dei singoli bandi.
    A volte è solo una questione di poca chiarezza dei bandi, che crea malintesi.
    Ci hanno risposto Salani e Museo Luzzati.
    Di Salani avevamo frainteso il bando. Credevamo che le copertine sarebbero state pubblicate, invece no. (Ma allora perché chiamare il concorso: 10 nuove copertine per Salani)?. Su FB è venuto fuori che molti avevano frainteso, altri no.
    Al museo Luzzati chiedevamo:
    – perché si tenevano un’intera mostra di originali (gli autori devono cedere con una scheda firmata tutti i diritti futuri sulle immagini, e anche gli originali non saranno restituiti), e perché non veniva specificato nel bando a chi sarebbero stati destinati i fondi raccolti con le immagini regalate al museo (sul bando c’era solo l’indicazione “a scopo benefico”).
    http://www.lefiguredeilibri.com/wp-content/immagini/PDF/Bando_Pinocchio_2012.pdf
    Ci hanno risposto dicendo che doveva essere considerato un onore non uno sfruttamento cedere dei disegni a un museo.

    (ve lo chiedo perché non lo so: ma i musei comprano le opere o le ricevono gratis di solito? Non sono sole le fondazioni che ricevono opere in regalo?)-

    Hanno aggiunto che: “Il bando è stato visionato dal Ministero dello sviluppo economico Manifestazioni a premio D.G. Mercato, concorrenza, consumatori, vigilanza e normativa tecnica. Dipartimento per l’Impresa e l’internazionalizzazione, che ha dato il via libera allo svolgimento dell’iniziativa.”

    Ma allora esiste un Ministero delle Manifestazioni a Premio? E se ci rivologessimo a loro per capire che limiti e che obblighi deve avere un concorso a pagamento?


    E un mese fa aveva risposto Pictor ai nostri dubbi sulla mancanza di indicazioni sul tipo di contratto editoriale che spettava al vincitore.
    La rispsota è stata che gli spettavano 1,5% di royalties ma che non avevano reputato importante pubblicarlo sul bando, dovendo bastare l’indicazione che ci sarebbe stato un contratto.

    E la cosa incomprensibile era il tono della risposta. Lo definirei metafisico.

  19. 19 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 11:52

    @Daniela: Ora però concentriamoci sui concorsi, se no facciamo un pasticcio.

    @Andrea:
    Mi noto questi due punti importanti:
    – Spiegazione dei criteri di scelta.
    – Data limite dell’annuncio dei vincitori da segnare sul bando.

    Un contratto è pieno di cavilli e sottigliezze su cui, almeno qui all’estero, si ha l’abitudine di dialogare con l’editore. Proprio perché tutto è importante, anche la formulazione di una frase. Cosa facciamo se nel bando sono specificate tre cose importanti per un contratto nazionale e poi nel contratto che l’autore è costretto a firmare viene fuori che cede i diritti gratis per tutte le lingue del mondo? Per inventare un caso.
    Secondo me il diritto di recessione o il contratto intero sono le uniche due opzioni serie.

  20. 20 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 12:11

    Anna, certo sì, un passo alla volta.
    Quella che ti è stata indicata è una direzione generale del ministero per lo sviluppo economico, ma da lì potremmo solo evincere una normativa generica credo (cioè attinente ad un’ampia casistica di competizioni), altra cosa è fare con metodo e buon senso – come già state procedendo! una raccolta dati e un ragionamento a tutto tondo su quello che è in concreto e su quello che noi riterremmo corretto fosse, aldilà del rispetto (che diamo per scontato) della normativa vigente… Mi diverte (si fa per dire) che ti arrivino risposte di un certo tipo, sono perfettamente in linea con lo standard nostrano, un impasto di piccole arroganze e di sistematica sottostima del lavoro creativo.
    Ciò detto, se posso darvi una mano su Roma (ministeri, SIAE e quant’altro…) contate su di me.

  21. 21 Alice Barberini
    20 Febbraio, 2013 at 12:17

    Grazie Anna per questa riflessione aperta, la trovo molto intelligente, utile e democratica. Se posso vorrei fare anche io una riflessione. Per quel che mi riguarda in materia di concorsi ho sempre trovato molto corretta una clausola del premio Compostela. E cioè l’obbliogo da parte dei partecipanti di non apporre mai in nessun caso il nome e i dati anagrafici, ne sulle tavole, ne sul testo in concorso. Questi vanno espressamente chiusi in una busta a parte che viene aperta solo nel momento in cui il progetto viene selezionato. Non so se questa clausola sia poi cambiata, ma fino all’anno scorso era così. Ecco, per quel che mi riguarda questo lo trovo un modo molto “pulito” di ragionare.

  22. 22 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 12:18

    “aldilà del rispetto (che diamo per scontato) della normativa vigente…”

    Sì però conoscerla non farebbe male.
    Se no ci muoviamo a “sensazioni”.

  23. 23 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 12:21

    Alicia sì, è l’anonimato.

    E’ nella lista delle cose da notare.

  24. 24 Rossana B.
    20 Febbraio, 2013 at 12:22

    Molto interessante questa discussione, strumento prezioso.

    Io aggiungerei alcune richieste:
    – Se il bando prevede l’invio di immagini via mail o comunque tramite internet sarebbe corretto ricevere una conferma della ricezione delle immagini. Cosa che spesso non avviene e non si sa mai se la tua immagine è arrivata correttamente a destinazione o se si è persa nell’etere.
    Ad esempio per il concorso “Metamorfosi del viaggiatore” era specificato che il tutto andava inviato tramite wetransfer che ti comunica la conferma dell’invio e anche l’avvenuto download così si era sicuri che il tutto era andato a buon fine.

    – Credo potrebbe essere utile a fine concorso il comunicare i nomi dei selezionati sul sito di riferimento. Ci sono dei concorsi per cui non sai mai se la giuria ha già deciso o meno perché comunicano solo via mail con i selezionati e non indicano poi sul sito chi è stato selezionato.

    – Vera la questione delle segreterie poco presenti, io penso che se il bando fosse redatto correttamente in modo da non dare adito a varie interpretazioni e dubbi probabilmente chi partecipa ai concorsi non intaserebbe la mail della segreteria con domande varie.

  25. 25 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 12:22

    ps bè, le fondazioni, al pari dei musei (che possono, a loro volta, essere inquadrati come fondazioni) sono enti giuridici che spesso dispongono di lauti patrimoni ed acquisiscono le opere non solo per lasciti e donazioni. Insomma, sono figure giuridiche, contenitori, che possono svolgere attività economiche a vario titolo nell’ambito delle finalità che le contraddistinguono… e con con quelle si mantengono e mantengono i loro dipendenti e apparati (ce ne sono di strutturate e potentissime!). Paradossalmente, una fondazione che si muove in ambito culturale, dovrebbe valorizzare e premiare (anche, perchè no, remunerativamente) il lavoro creativo, certamente non sfruttarlo…

  26. 26 Morena Forza
    20 Febbraio, 2013 at 12:31

    Anna, secondo me il meglio che potremmo fare sarebbe quello di contattare il Ministero delle Manifestazioni a Premio.
    Può anche darsi che chi istituisce questi concorsi e formula i bandi non sia effettivamente a conoscenza di normative precise in merito.

    Per quanto riguarda le risposte con toni da perplessità non mi stupiscono, ma non è detto che ci sia malafede dietro.
    Può darsi che siano state messe in evidenza delle mancanze di cui si rendono conto solo quando gliele fai presenti e si trovano spaesati, non necessariamente aggrediti.
    E magari rispondono un po’ sulla difensiva per questo.

    Io proporrei un documento redatto in PDF scaricabile e diffondibile, in questo modo avremmo davvero una sorta di “regolamento” a cui non solo si attengono le associazioni che istituiscono i concorsi, ma anche chi ai concorsi vuole parteciparvi.
    Insomma, non dimentichiamo che sia da una parte che dall’altra spesso c’è una confusione che sfiora l’assurdo.
    Ho trovato persone che pensavano fossero normali cose che non lo erano affatto e anzi erano a dir poco disoneste.
    Se invece avessimo in rete un punto di riferimento testuale e fosse capillarmente diffuso sarebbe tutto più chiaro e pratico! :)

  27. 27 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 12:33

    … guarda Anna, sto dando una letta alla pagina dedicata del ministero di cui sopra… e mi viene il dubbio che non c’azzecca niente con i concorsi aventi ad oggetto la premiazione di opere dell’ingegno (qui si parla di imprese che promuovono beni e servizi)… c’è un numero di tel. li chiamerò oggi stesso per un chiarimento e vi saprò dire… ma ho davvero il dubbio che non sia questo l’ente di riferimento per i concorsi che interessano noi (t’immagini?!…. in effetti, verrebbe piuttosto da pensare che c’entri il min. dei beni culturali, no?)… a bientot…

  28. 28 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 12:34

    L’idea di fondo a cui siamo arrivati discutendo (questo post ci è costato una settimana intensiva di lavoro, mi escono i bandi dagli occhi ormai…)
    è che un concorso può chiedere di lavorare gratis, anche un editore.
    Un contratto è un accordo tra due parti, se tutte e due le parti sono consapevoli di quello che sottoscrivono, sono fatti loro.
    Ma ci deve essere consapevolezza, appunto.
    E nei bandi attuali uno firma alla cieca.
    Vedi Pictor. Vedi Scarpetta d’oro (chi sarà l’editore, in quante copie sarà stampato il libro? Entro quando? Sulla base di queste risposte io illlustratore sono liberissimo di accettare di lavorare a fare un libro per 1000 euro lorde. Anche gratis se ne ho voglia).

    Il bando di Bordano invece è molto chiaro: chiunque venga selezionato (che riceva un premio o no) cede gratuitamente agli organizzatori i diritti del suo libro, i quali potranno essere dati a qualsiasi editore ne faccia richiesta. Viene specificatio che le prime 1000 copie saranno date gratis (cioè l’autore non riceverà royalties) e dopo le prime 1000 copie riceverà l’8%, inoltre viene specificato che l’autore cede i diritti per tutte le lingue del mondo.
    E’ un filino tanto quello che si regala partecipando, ma almeno è chiaro.
    A Bordano abbiamo chiesto solo il diritto di recessione (cioè lasciar libero l’autore di accettare o meno l’editore), ma se non vogliono cambiare la clausola delle prime 1000 copie gratis per tutte le lingue del mondo va bene, è una decisione che riguarda loro e chi partecipa.

    Siete d’accordo?

    Non chiediamo rivoluzioni, chiediamo solo trasparenza sui bilanci e bandi dove l’illustratore capisca bene quello che accetta.

  29. 29 Andrea
    20 Febbraio, 2013 at 12:54

    Si potrebbero guardare i bandi che spesso fanno i comuni per la creazione di loghi e simili.
    Ne ho letti diversi negli anni e ho notato che hanno una struttura uguale (esempio la doppia busta contenenti una la tavola e l’altra i dati). Potrebbe essere utile.
    Nel contratto del bando si potrebbe parlare di durata del contratto e distribuzione. Se ci si pensa se ad esempio le prime 1000 copie sono gratis (e quindi non si vede un soldo) figurarsi cosa ne ricava l’illustratore/autore se la distribuzione la fanno nel quartiere intorno casa…

    Per l’anonimato, si potrebbe anche solo dire quali sono le competenze di ogni giurista senza indicarne il nome preciso (anche se questo lascia il tempo che trova).

  30. 30 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 12:56

    Morena:
    sono d’accordo su tutti i punti.

    Io non credo nella cattiva fede di questi bandi. Credo solo che sia un sistema un po’ sciatto consolidato dal tempo e dalla disattenzione generale.
    Ora la rete funge da amplificatore per una scontentezza sempre lamentata sottobanco.
    Trovo inutili le lementele e inutili gli attacchi frontali.
    Sono straconvinta che staremmo meglio tutti in un panorama dove ci si può confrontare apertamente e serenamente.

  31. 31 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 12:57

    Anna: mamma mia, certo… sono condizioni “un filino” capestro! Non me ne ricordavo. In Italia di copie se ne vendono poche, corrispondere le royalties dopo la 1000sima equivale a dire che chi vince non vedrà mai una lira…
    Rossana B.:è vero, l’invio del materiale per e.mail rappresenta a volte un’assurda incognita: ho mandato alla Salani una tavola per il loro concorso sulle copertine, ho anche flaggato la casellina per l’avviso di ricezione… ma non mai avuto un riscontro.
    (il numero verde del ministero sviluppo ec.-direzione etc etc è attivo 3 gg. a settimana e solo dalle 09.30 alle 12.30, quindi un approfondimento in quella direz. potrò farlo solo venerdì… se mi risponderanno)

  32. 32 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 13:04

    Grazie Daniela.

    – Mandare la mail di recezione dell’avvenuta consegna è un lavoro che mi sembra notevole.

    Cosa ne pensate invece della pubblicazione dei nomi di tutti i partecipanti, come a Bologna?
    E dopo dei selezionati?
    Da un lato dà un filino fastidio vedersi nella lista dei non selezionati… Brucia che sia sotto gli occhi di tutti (almeno a me).
    Dall’altra mi sembra una garanzia di
    1) si sa che i disegni sono arrivati
    2) si sa quanti hanno partecipato al concorso e se è a pagamento si fa una stima delle entrate rispetto ai premi dati…

  33. 33 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 13:28

    Scusa Anna, siamo sicuri che sia un lavoro enorme il feed.back sulla ricezione via mail? Qualcuno lo scarica il materiale, dunque può anche reindirizzare un messaggio in automatico in meno di due secondi no?! Anzi, forse il server consente addirittuta di automatizzare la cosa a monte… cioè ricevere e rispondere, ricevere e rispondere… Io lo verificherei questo. In subordine, è certamente indispensabile la pubblicazione della lista, così se c’è un disguido lo fai presente (e mandi a monte tutto?!).
    Volevo solo dirvi una cosa a corollario. Una cosa che in realtà tutti sappiamo…
    Collaborando con un editore da ultimo, sto avendo molti contatti con illustratori stranieri. Sono tutti molto consapevoli di sè e di quello che è giusto e corretto fare, hanno un approccio franco, diretto e professionale, cioè di chi fornisce una prestazione d’opera a fronte di un guadagno. In media, parlando – badate bene – di gente giovane e che addirittura spesso non ha ancora pubblicato lavori significativi, sono molto più “centrati” di noi. Credo che questo derivi dal fatto che operano in paesi dove il lavoro intellettuale è generalmente riconosciuto e apprezzato e dove non si scende mai aldisotto di determinati standard. Sarebbe bello che noi potessimo acquisire in media la stessa fiducia e sicurezza, la stessa disinvoltura e dignità di ruolo.. in ogni ambito in cui siamo chiamati a dare il nostro contributo. Dunque ringrazio ancora molto Anna, che non è nuova ad iniziative volte a sostenere la categoria, a raddrizzare le piccole-grandi storture. Scappo…

  34. 34 AlmaCattleya
    20 Febbraio, 2013 at 13:49

    Concordo e fatto:

    http://www.almacattleya.blogspot.it/2013/02/come-dovrebbe-essere-un-concorso-leale.html

  35. 35 Licia
    20 Febbraio, 2013 at 14:46

    Buongiorno a tutti,
    mi permetto solo di segnalare, per quanto riguarda i contratti di edizione, quello chiamato “Contratto Base in editoria”, proposto dall’Ai (http://www.associazioneillustratori.it/), già da alcuni anni -se non ricordo male-.
    Ho visto inoltre sul sito che da poco si è tenuto un incontro proprio per discutere il tema.

  36. 36 paolo
    20 Febbraio, 2013 at 14:58

    Scusate se è off topic, ma @Licia: il lavoro sul “contratto base” era stato fatto in collaborazione fra AI (ricordo in particolare Valentina Mai molto attiva su quel fronte) e alcune case editrici, fra le quali, oltre a noi, Zoolibri) nel 2005/2006. Il “contratto base” era stato poi reso disponibile a tutti – non ai soli associati – nel sito di AI. Non mi pare che lo sia più. Ma magari sono un navigatore distratto. Anzi, se qualcuno sa dov’è, me lo segnala, per favore?

  37. 37 Licia
    20 Febbraio, 2013 at 15:03

    @Paolo: sulla homepage, nel menù a destra, è l’ultima voce in basso (parte direttamente il download del contratto).

  38. 38 paolo
    20 Febbraio, 2013 at 15:15

    lo sapevo di essere un navigatore distratto.
    @licia: grazie

  39. 39 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 15:43

    Concorso Salani (copertina): ho telefonato, il mio lavoro era a suo tempo arrivato, ma nessuna comunicazione di conferma da parte loro (n.b. chi ha ricevuto il lavoro si è comunque premurato di disattivare la conferma automatica che avevo impostato) e nessuna lista dei partecipanti a posteriori. Solo una mail direttamente ai selezionati. In questo caso, il concorso è tutto interno alla casa editrice, mi è stato detto che ha una chiara finalità di talent scouting e le opere verranno esposte sì all’interno della fiera di Bologna, ma nello stand dell’editore.

  40. 40 Cristina Storti Gajani
    20 Febbraio, 2013 at 16:02

    Bella iniziativa!
    Secondo me, come già detto, le cose principali sono la chiarezza e la completezza delle informazioni. Non solo di quelle economiche e burocratiche ma anche di quelle tecniche.
    Prendo ad esempio il bando di bordano: ci sono scritte misure, numero pagine, cosa s’intende per pagina, se sono o meno incluse risguardie e copertina, quantità massima di testo specificando di quante righe ogni cartella. Anche il resto mi sembra dettagliato con la stessa precisione.Così è tutto chiaro per tutti, anche gli esordienti, e resta solo da decidere se si vuole pertecipare alle condizioni date.

  41. 41 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 16:06

    Daniela: sul fatto che verranno esposte allo stand lo sapevo, perché il Salone non espone mostre organizzate da case editrici, per ovvie ragioni.
    Ma conosco decine di illustratori che hanno partecipato sperando di essere esposti allo spazio Mostra della Fiera.
    Il bando di Salani è uno dei più vaghi e laconici che abbia mai letto, ma ne sono consapevoli e sono stati gentili nel rispondere.
    Se sul bando non veniva specificato che dovevano dare conferma di avvenuta ricezione non erano tenuti a darla.
    Daniela conto su di te per la telefonata al Ministero. Dall’estero telefonare mi costa un botto…
    Il primo passo è capire sotto che giurisdizione sono i concorsi a pagamento…

    Vi suggerisco di leggere la battaglia che Alessandro Acquista sta sostenendo in difesa dei giovani che aderiscono al concorso Go to Web, organizzato dall’agenzia di pubblicità DIA, Sul sito CREATTIVISMO. http://creattivismo.it
    Anche lì c’era un ministero che aveva approvato qualcosa.

  42. 42 Gloria
    20 Febbraio, 2013 at 16:40

    Ciao a tutti!

    Dal momento che si sta parlando anche del concorso Salani, vorrei dire che la pubblicazione dei pdf con le copertine pre-selezionate mi sa tanto di “manovra diversiva” e, per quel che mi riguarda, è una conferma della scarsa organizzazione del concorso.
    Alla fine, non hanno fatto altro che “schiaffare” le immagini dentro i pdf, senza prendersi la briga di ridimensionare le immagini (alcune sono enormi, altre piccole) e, soprattutto, senza segnalare i nomi dei selezionati.

    Mi ha dato l’impressione di uno stratagemma veloce per mettere il silenziatore a tutti quelli che chiedono che ne è stato del concorso, anziché un modo per valorizzare una selezione parziale.
    E, ancora, che significano 61 immagini per Pippi, 20 per Skellig, 10 per la Bibbia, etc.?
    Se hai “lavorato” per selezionare, mi dai le prime 10 di ogni copertina, mi scrivi i nomi degli illustratori e le pubblichi in una dignitosa sezione dedicata sul tuo sito.
    E così la pre-selezione è valorizzata, così come il lavoro gratuito che in molti hanno fornito.

    E per quel che riguarda Bologna, forse dovrebbe essere nota la giuria e anonimi i partecipanti.

    Finisco con un enorme Grazie ad Anna e a tutti voi che state alimentando questa interessantissima discussione!

    Un saluto

    Gloria

  43. 43 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 16:44

    Gloria perché dici: E per quel che riguarda Bologna, forse dovrebbe essere nota la giuria e anonimi i partecipanti.

    Non ho opinioni in merito, me le sto formando.
    Una cosa che so è che la pubblicazione dei nomi fa paura più ai grandi illustratori che ai principianti, nel senso che avere un nome e non essere selezionati è uno smacco all’orgoglio troppo grande.

    Però nel caso di un concorso a pagamento secondo me è imprescindibile mettere i nomi, per sapere quante “iscrizioni” sono entrate…

  44. 44 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 16:50

    Ho guardato i pdf di Salani, in effetti non si capisce perché non c’è parità di numero tra i vari titoli.
    Non trovo più il bando. ma loro avevano dato indicazioni a proposito sul bando?
    Per il nome è un peccato che non ci sia, ma non potevate metterlo sulla copertina insieme all’autore?

  45. 45 Gloria
    20 Febbraio, 2013 at 16:55

    Mi riferivo soprattutto al nome stampato dietro ogni tavola.

    Non dico che non debba essere nota la lista degli autori registrati (che è un ottimo modo per avere conferma che tutto è andato a buon fine e che le tavole verranno visionate), ma non trovo necessario scrivere il nome dell’autore direttamente dietro le tavole.

    Se in molti concorsi, anche prestigiosi, esiste l’anonimato vuol dire che il rischio di “influenzare” una giuria, da qualche parte esiste.

    A volte si può essere influenzati anche se si è in totale buona fede.

  46. 46 GiuiaFairy
    20 Febbraio, 2013 at 16:57

    Concordo con chi ha scritto l’opzione “anonimi i partecipanti”, ai grandi concorsi a cui ho partecipato era sempre richiesto di mettere il proprio nome in una busta sigillata e firmare il lavoro con un alias. Mi sembra corretto.
    E credo che per certi concorsi, vedi Salani che era vago sì ma errore più grave lì è stata la mancanza di comunicazione per chi chiedeva informazioni; tant’è che io avendoli contattati ad Ottobre e non avendo ricevuto risposta, avevo addirittura pensato che fosse stato annullato!

  47. 47 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 17:27

    Salani è da ieri – credo,o dall’altroieri, insomma da quando qualcuno li ha chiamati per conto o sulla scia di FIGUREDEILIBRI – in evidente difficoltà… e francamente non m’interessa che siano poi gentili nei toni. Hanno pensato di poter gestire la cosa esattamente come appariva del resto, “a scatola chiusa”. Spero però che adesso abbiano capito: delle due l’una, o mi dai conferma che ti è arrivato il mio elaborato, oppure pubblichi una lista appena scaduto il termine di presentazione. Ti doti di un minimo di organizzazione… e lo fai. E’ implicitamente dovuto. E’… decoroso, sensato, rispettoso.

  48. 48 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 17:45

    (però sto vedendo alcune copertine davvero deliziose!:) e rido, perchè ogni volta, da non selezionata, giuro che è l’ultima:))

  49. 49 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 17:55

    C’è un discorso che va fatto:
    da una parte c’è l’urgenza e la necessità di bandi con uno standard più alto e meno casereccio,
    dall’altra però è impossibile che l’organizzazione di un concorso e le sue scelte possano incontrare il plauso generale.
    Gli illustratori frustrati possono essere pestilenziali, e impossibili da gestire.
    Penso ai commenti che affollano il concorso Tapirulan quando vengono dichiarati i vincitori (ed è uno dei concorsi secondo me più onesti in Italia): sono commenti allucinanti, maleducati, in preda al delirio di persecuzione.
    C’è una giusta misura in tutto.
    Ora mi immagino che nella redazione di Salani siano seppelliti di mail e telefonate, perché se ci si è tappati il naso su un bando poco chiaro, presi dalla voglia di partecipare, al momento della non selezione si esplode. Ma l’errore è stato a monte, nel momento in cui si accettava il bando partecipando.
    Ora piangere e criticare è, mi sembra, un’operazione inutile.
    Il bando di Salani lo abbiamo rivoltato come un calzino sul forum mesi fa, eravamo tutti d’accordo che non andava bene, che era lacunoso, impreciso, etc. Basta. Se poi uno vuole partecipare fatti suoi, ma non versi poi lacrime di coccodrillo (per citare André François).

    Non voglio che questo post si trasformi in un luogo dove mettere la frustrazione, voglio che la frustrazione serva a riflettere e proporre soluzioni concrete per il futuro.
    Siete d’accordo?

    Ps: poi Salani era un concorso gratuito, chiedeva solo un’immagiene digitale, volevano fare un po’ di talent scout, non mi sembra così terribile. Ci sono altri bandi attuali che meritano la nostra attenzione.

  50. 50 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 18:08

    Anna, non so a chi tu facessi riferimento. Personalmente non sfogo frustrazioni però, sono al quinto libro pubblicato, dunque mi considero baciata in fronte dalla fortuna e se non arrivo a capo di una selezione, di sicuro non me ne faccio un gran problema. Piuttosto, da persona adulta e con qualche esperienza ormai… posso dire quello che trovo corretto in termini di minimo sindacale. Se è di questo che dobbiamo parlare, del resto, dobbiamo farlo con franchezza e senza troppo concedere ad esigenze di tipo diplomatico.

  51. 51 Gloria
    20 Febbraio, 2013 at 18:14

    Sì, assolutamente d’accordo.

    Quello di Salani è un pretesto (e ora mi tocca dirlo Anna, che NON ho partecipato e non mi brucia l’esclusione) per dire che se una casa editrice organizza un bando, gratuito, che non dà nessun premio se non un briciolo di visibilità, beh, quel briciolo lo deve dare come si deve.
    Insomma, mettere i nomi sulle copertine è il minimo.

    Per quel che riguarda Bologna, invece, mi brucia eccome :)

    Ogni anno c’è un dibattito nuovo, ogni anno si va alla cieca perché la “corrente” segnata l’anno prima potrebbe essere totalmente spazzata via dalla giuria successiva.

    Parlo per me: se avessi saputo della presenza di Etienne Delessert, beh, non avrei mandato quel che ho mandato.

    Probabilmente (anzi, certamente) sarei stata scartata ugualmente, ma avrei potuto direzionarmi prima e riflettere dopo.

    Così, invece, si va avanti con la scusa della “sfortuna”.

    La possibilità di “valutare” la giuria come un “cliente” per me è preferibile. In ogni illustratore c’è (per stile, per tematica, per tecnica) un certo grado di flessibilità che permette di “scegliere” cosa mandare a seconda della situazione.
    E questa possibilità, a Bologna, mi piacerebbe averla.

  52. 52 GiuiaFairy
    20 Febbraio, 2013 at 18:32

    Io continuo ad essere d’accordo con quello che scrive Gloria! Siamo sulla stessa lunghezza d’onda!:)
    Per quel che riguarda Salani io parlo di semplice organizzazione e parlo di loro perchè è “fresco di giornata” ma ricordo altri concorsi sempre italiani dove ho trovato mancanza di organizzazione e comuniazione, cosa che non ho mai riscontrato in concorsi stranieri! (poi ci credo che all’estero dicono all’italiana una cosa alla buona!ma questo è un altro discorso)

  53. 53 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 18:35

    Gloria sono d’accordo che non si possano pubblicare immagini senza i nomi, soprattutto in un pdf che gira e si scarica chissà dove. Non è che non condivido quanto dite, è che voglio concentrare le energie per stilare una lista di condizioni minime necessarie per la serietà e la qualità di un concorso.
    Questa cosa che citi della “Chiarezza” è fondamentale e la mettiamo in lista.

    Per la Giuria dichiarata sul bando: ma così riceverebbe lavori ancora più orientati, e non sarebbe più uno sguardo neutro sul panorama attuale, che è bello nella sua diversità. Io sono per la giuria anonima, dichiarata dopo.
    Invece sarei, in un mondo ideale, per la pubblicazione in anticipo dei criteri di selezione delle tavole, perché ho fatto da giurata due volte, e non avete idea di come non sia facile mettersi d’accordo tra giurati e trovare il modo paragonare i voti.
    Entrambe le volte non ha vinto il migliore, ma ha vinto qualcuno che metteva d’accordo tutti.
    E ovviamente tutti restano con un po’ di amaro in bocca perché il loro preferito non ha vinto…

  54. 54 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 18:46

    Daniela: non mi riferivo in particolare a te.

    Se volete possiamo continuare a parlare di Salani sul forum, dove ne stavamo già parlando da tempo:
    http://forum.lefiguredeilibri.com/viewtopic.php?f=12&t=588

    Qui davvero mi interessa andare avanti nella riflessione sulle condizioni minime da proporre ai concorsi.
    E anche come proporle.

  55. 55 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 18:57

    Una giuria anonima… è anonima. Ora, un conto è che si tratti del concorso Salani (è una faccenda tutta interna alla casa editrice, che per definizione applica un criterio parziale, di scelte univoche cioè, dettate dal proprio orientamento, dalla propria linea editoriale). Ma se il concorso è di più ampio respiro, la composizione della giuria – com’è infatti in tutti i concorsi più prestigiosi – deve essere nota. E’ un fatto di trasparenza puro e semplice. Di accreditamento del concorso e anche di regolarità. La caratura dei singoli giurati è un elemento fondamentale, un requisito certamente non secondario. Cosiccome l’equilibrio nella composizione di una giuria. Sono… tutto. Ripeto, è così per gran parte dei concorsi letterari e cinematografici, perchè non dovrebbe esserlo nel nostro caso? C’è anche un discorso di avvicendamento “in carica” che va soppesato oltretutto, un discorso di rotazione, avvicendamento, rinnovamento…

  56. 56 Gloria
    20 Febbraio, 2013 at 19:02

    Uhm…hai ragione anche tu Anna…non so, parlo per me.

    Io sono sempre “orientata” quando mi preparo per Bologna.

    Nel senso che mi riguardo gli ultimi annual e mi leggo le motivazioni delle precedenti giurie.
    Mi piacerebbe sapere quanti (esclusi, ovviamente, i grandi illustratori, che non si preparano affatto, ma inviano qualcosa – o lo fa la casa editrice per loro – dal loro splendido portfolio)tra i “nuovi”, come me, cercano nelle passate selezioni una chiave.

    Perché se una ricerca viene fatta dalla maggioranza (che sono i giovani a Bologna e non i grandi nomi già affermati) allora il materiale è comunque orientato…solo che dalla parte sbagliata!

    Sono tutte energie consumate nel nulla totale.

    E con “orientamento”, non intendo certo il derubare quel che di altri ha avuto successo, o il mettersi addosso uno stile che non ci appartiene affatto solo per essere selezionati (1- sarebbe ingenuo…la giuria se ne accorge subito, 2- non si può essere fedeli per 5 tavole a qualcosa che non è nostro), ma il riflettere consapevolmente su cosa si è in grado di fare e come, in base, anche, alla giuria.

    Insomma, Delessert ha stroncato la mostra dell’anno scorso, silurando illustratori, autori ed editori con accuse ben precise.
    Il fatto che l’organizzazione della Fiera l’abbia chiamato a giudicare, è un segno che un vento da qualche parte ha soffiato, ha tentato di invertire una direzione.
    Perché non dirlo anche a noi?

    Certo, ce lo dirà la mostra tra poco più di un mese,ma averne un sentore prima, anche solamente per accettare la sfida, mi sarebbe piaciuto.
    Molto.

  57. 57 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 19:03

    Bologna la pubblica prima o dopo la lista dei giurati?

  58. 58 Anna Castagnoli
    20 Febbraio, 2013 at 19:16

    Interessante.
    Mi avete quasi convinta sulla giuria esplicitata nel bando.
    Si sceglierà un concorso come si sceglie un editore a cui mandare un lavoro.

  59. 59 oscar
    20 Febbraio, 2013 at 19:22

    Bologna pubblica la lista dei giurati dopo aver fatto la selezione.

  60. 60 daniela tordi
    20 Febbraio, 2013 at 19:38

    Un piccolo inciso: Gloria, grazieeeee! Ho letto solo adesso l’intervento di Delessert! Io non avevo seguito il dibattito, il catalogo, la mostra, sono una da libri, l’illustrazione avulsa da quel contesto mi arriva raramente… ma l’ho trovato di grande, enorme interesse. E mi sono sentita meno…. stravagante, per avere pensato a volte quello Delessert spiega magnificamente… Meno in difetto per essermi detta che, in fondo, non me ne importa granchè di partecipare ai concorsi, di sforzarmi di tirare fuori dal cilindro qualche asso spurio. Grazie!

  61. 61 Cristina Storti Gajani
    20 Febbraio, 2013 at 20:41

    “Interessante.
    Mi avete quasi convinta sulla giuria esplicitata nel bando.
    Si sceglierà un concorso come si sceglie un editore a cui mandare un lavoro.”

    Un po’ per alcuni concorsi promossi da editori forse è già così, però non è detto, i gusti non sono immutabili e comunque, se i giurati sono competenti, potrebbero scegliere qualcosa che ritengono buono anche se non aderente al loro gusto. Non so se si capisce cosa intendo, non so, ci sono artisti di cui riconosco il valore di cui però non vorrei mai un’opera appesa in casa.

    C’è da dire d’altro canto che l’anonimato della giuria garantisce o dovrebbe garantire un’ulteriore restrizione alla possibiltà di pastette. Se non so chi chiamare per dire che partecipo non posso spingere una mia selezione. Però è molto teorico perchè se il giurato è mio amico comunque magari lo so da lui, se il giurato è il mio editore difficile che non riconosca le mie opere (e che non le ritenga valide).
    Insomma, forse l’anonimato della giuria è un problema relativo.

  62. 62 Daniela Iride Murgia
    20 Febbraio, 2013 at 22:54

    Ho letto adesso il prosieguo di tutti gli spunti, opinioni e suggerimenti, c’è molto su cui riflettere.
    Una cosa è certa è giusto esigere la massima chiarezza nei bandi e dopo, una volta fatta una scelta, la responsabilità è nostra.
    Mi sento davvero di ringraziare Anna, Lisa, Oscar, Giorgia e tutti gli altri per il fatto di voler dipanare delle questioni così delicate e vitali del nostro mestiere.

  63. 63 Marco
    21 Febbraio, 2013 at 10:56

    Noi dovremmo porci la domanda: perché un editore/ente/associazione bandisce un concorso d’illustrazione? Per il nobile fine di foraggiare il panorama creativo/illustrativo o per un mero ritorno di visibilità?

    Alcuni bandi italiani, per la sciatteria con cui sono redatti, sembrano propendere per la seconda ipotesi. Lo dimostrano il silenzio o l’arroganza su cui sbattono i partecipanti quando provano a chiedere spiegazioni (“riconsegna dell’originale? Diritto d’autore? Ma ritieniti unto dal signore se il tuo disegnino verrà selezionato!”).

    Un bando deve essere redatto per invogliare l’illustratore a partecipare, non a farlo sentire giocatore di una lotteria.

    Un bando non deve lasciare spazio a dubbi, deve chiarirli. Come dice Anna, deve essere trasparente e, una giuria esplicita, non mi farà pensare che il mio lavoro verrà giudicato da nonna Pina – che di illustrazione non ne sa nulla, fa la nonna a tempo pieno, ma tu non hai idea di quanti libri illustrati legge ai propri nipotini.

    E alla fine sono tutti più sereni, anche quando si viene scartati, se si conosce chi ha giudicato il nostro lavoro. Ma occorre saperlo prima.

    Un editore giudice, se serio, sarà super partes nel giudicare un proprio autore. È ovvio che, probabilmente, lo giudicherà positivamente (è pur sempre un suo autore!) ma questo è l’ulteriore motivo per cui la giuria deve essere VISIBILE.

  64. 64 Marco
    21 Febbraio, 2013 at 11:00

    Si, ho ripetuto concetti già scritti. Colpa del mio browser che aveva la pagina non aggiornata da ieri.
    Comunque, sono lieto di condividere lo stesso pensiero sulla trasparenza.

  65. 65 GiuiaFairy
    21 Febbraio, 2013 at 11:16

    C’è da dire che se un bando ha dei punti chiari in cui è spiegato bene cosa si cerca dal lavoro dell’illustratore la giuria anonima o meno va un pò in secondo piano, ma non troppo. Quindi questo punto rimane un pò una variabile, tipo Bologna dove non c’è un tema forse sapere chi è la giuria aiuta.
    Rimango dell’idea però che i partecipanti al concorso dovrebbero rimanere anonimi, proprio perchè come diceva qualcuno si può essere influenzati dal nome anche incosciamente.

  66. 66 Marco
    21 Febbraio, 2013 at 11:20

    È anche vero che un illustratore non esordiente è riconoscibile dallo stile prima che dal nome e cognome e, se vorrà influenzare il giurato, lo farà con il suo tratto, non con l’anagrafe.

  67. 67 Anna B.
    21 Febbraio, 2013 at 11:56

    Intanto, ciao a tutti!

    Che argomentone, grazie per averlo affrontato e per il modo in cui lo si sta affrontando. “Trovo inutili le lementele e inutili gli attacchi frontali”, giustissimo Anna.

    C’è già molta carne al fuoco ed io parlo da poco esperta (sono anni che vago nell’ambito dell’illustrazione ma con poca costanza, per me non è, almeno non ancora, una professione) ma scrivo comunque le mie riflessioni, spero possano essere utili.

    Sull’anonimato.
    Giuria: ho l’impressione che abbia pro e contro sia attuarlo che no, potrebbe essere uno dei punti liberi, secondo punti di vista ed esigenze di ogni organizzatore. Anche i partecipanti possono avere punti di vista vari, ad esempio apprezzare l’anonimato per limitare le influenze esterne o apprezzare di conoscere la giuria per decidere con più consapevolezza se e come (provare ad assecondare i gusti o provare a stupire) partecipare. Vedo difficile una scelta che soddisfi tutti, no?
    Partecipanti: sono propensa all’anonimato in fase di selezione. Immagino di essere un giurato. Devo scegliere tra due opere che apprezzo ugualmente. Di una riconosco l’autore e dell’altra no. Vedo difficile restare imparziale, meglio non indurre in tentazione, no?

    Criteri di scelta: se c’è uno scopo finale preciso e particolare è indispensabile indicarli, altrimenti mi chiedo se sia davvero possibile indicare a priori dei criteri non troppo generici.

    In caso di pubblicazione editoriale: mi sembra corretto che ci sia la pubblicazione del contratto per esteso, nel bando. Altrimenti il diritto di recesso.

    Conferma di ricezione. Mi sembra corretto che avvenga e che ne sia specificata la modalità nel bando (così nessuno sta a chiedere inutilmente): una risposta alle e-mail in caso di invio elettronico (se l’indirizzo è dedicato al concorso immagino sia possibile attivare, come diceva anche Daniela Tordi, una risposta automatica), un elenco su sito, una e-mail i giorni successivi alla scadenza con conferma della tua partecipazione o elenco di tutti i nomi partecipanti… Massima libertà nel modo ma mi pare giusto poter essere certi che il proprio lavoro sia stato ricevuto.

    Precisazioni tecniche: mi sembrano fondamentali i dettagli. Tipo di tecnica, tipo di supporto e dimensioni di solito sono indicate. Ma anche altri dettagli, tipo l’orientamento: verticale, orizzontale, indifferente? E se vanno spedite immagini digitali non si potrebbe essere più precisi di “alta/bassa risoluzione”?
    Quali sono i dubbi tecnici, direttamente legati alla creazione dell’opera, che ci assillano e con cui abbiamo assillato le segreterie? Mi sembrano “dettagli” importanti.

  68. 68 laura38
    21 Febbraio, 2013 at 13:29

    Arrivo col treno della ghiaia, ma volevo condividere il mio punto di vista.

    Intanto grazie mille per il lavoro immane che sta dietro a questo post, persino adesso.

    Riguardo alla giuria, se lasciarla anonima o no.

    Pensate alla mostra illustratori. Voi sapete che alla mostra a Bologna partecipa una quantità di illustratori impressionante. Non sapere prima chi saranno i giudici in questo caso non può essere un vantaggio: non solo sei in gara con un numero di partecipanti enorme, tra cui gente già molto affermata, ma sei in gara alla cieca.

    Prendiamo Delessert. L’anno scorso scrisse un articolo di dura condanna alla mostra, dicendo che quelle esposte erano in larga parte delle non-illustrazioni (riassumo all’osso). Seguì polemica su fb.

    Quest’anno c’è lui in giuria.

    Credete che vedremo una mostra che somiglia a quella dell’anno passato? Io non credo proprio. E difatti non vedo l’ora che pubblichino le prime immagini dei selezionati, che comunque saranno senz’altro bravi.

    Se avessimo saputo prima che uno dei giurati era lui io credo che avremmo spedito altre cose. E non c’è niente di strano o sbagliato in questo, è come per il calendario città del sole per cui ci è così utile sentire da chi è stato selezionato gli anni precedenti cosa ha fatto, come ha deciso di farlo e perché.

    In poche parole, è come farsi carico di un lavoro conoscendo chi è che te lo commissiona invece che sparare a caso, magari le tue munizioni migliori in assoluto MA non le migliori in assoluto per quello SPECIFICO committente.

    La mostra illustratori sarà pure una panoramica dell’illustrazione moderna eccetera eccetera, ma per chi cerca di diventare illustratore è prima di tutto un’occasione e sarebbe bello che fosse un’occasione il più possibile a portata di mano.

    Poi, scoccia vedere il nome solo nella prima lista e non nella seconda? Eh, sì. Andrà meglio l’anno prossimo. O forse nemmeno quello, forse non andrà meglio mai, ma non è obbligatorio vincere, e questo è necessario tenerlo a mente sempre.

    Io almeno la vedo così.

  69. 69 Anna Castagnoli
    21 Febbraio, 2013 at 13:52

    Grazie a tutti per i commenti.
    Intanto vi annuncio che Bordano si è reso disponibile a collaborare per apportare modifiche al contratto.
    Mi sembra un segno di apertura incoraggiante e speriamo che sia d’esempio ad altri concorsi. Daremo visibilità sul blog ai cambi effettuati, li stiamo negoziando.

    Continuo ad avere perplessità sul non anonimato della giuria…
    Lo lascerei come punto in sospeso.

    Secondo me è più importante che un concorso dichiari cosa cerca, come faceva Figures Future (Montreuil) quando scriveva sul bando che cercavano immagini innovatrici e linguaggi nuovi.
    Un buon giurato, come ha detto qualcuno nei commenti, dovrebbe scegliere rispetto all’indirizzo generale del concorso, non soltanto quello che piace a lui (anche se ovviamente il gusto influirà), se no non diventa più una riflessione della giuria sull’illustrazione contemporanea, ma una gara tra giurati basata sul “mi piace/non mi piace”.

    Penso, come Anna B., che sia un punto che ha troppi pro e contro.
    Metterei nella “Guida ai concorsi” (come la chiamiamo?)
    solo i punti necessari, le condizioni minime necessarie perché un concorso sia reputato serio.
    Non sono certa che quello della giuria non anonima sia un punto imprescindibile…
    Gli altri che avete citato sì.

    E sono d’accordo con Marco quando dice che la domanda che sorge spontanea davanti ad alcuni bandi è “perché si è indetto un concorso”.
    Il bando che ha più bisogno di essere modificato è quello della Pictor, e soprattutto perché dietro c’è una scuola per illustratori.
    Nessuna nota sulle royalties, sul tipo di lavoro che aspetta l’illustratore…
    Speriamo che anche loro siano disposti a qualche miglioria.

  70. 70 maddalena
    21 Febbraio, 2013 at 15:02

    ma che bello! ho letto tutto…tutte le riflessioni, i commenti…che bello leggere menti aperte e acute che dialogano…e mi chiedo se sia mai possibile che chi organizza i concorsi non si ponga tanti quesiti. Ma se uno decide di organizzare una cosa, dovrebbe informarsi, non riesco a pensare che sia solo ignoranza “alla buona”. Non posso credere che un ente (parlo sia dei piccoli che dei grandi concorsi) non si ponga delle domande e soprattutto non si dia delle risposte. Io invece, sono convinta della malafede della maggior parte delle “falle” che riscontriamo nei concorsi. Lo scorso anno ho partecipato a Disegni al sole…sono stata selezionata per il catalogo e per la mostra…ma se non fossi io di tanto in tanto a chiedere…non saprei assolutamente nulla della fine delle illustrazioni, se sono in mostra o meno, di un fantomatico catalogo che poi scopro essere un libro con in appendice le illustrazioni e che se lo voglio devo comprarlo…Ma che dire, facendo una statistica direi che 2 concorsi su tre sono fraudolenti intenzionalmente, o comunque sono convinta che le “sviste” o le superficialità siano volute: cioè si evita di approfondire, di dettagliare le cose, per evitare che si capiscano altre cose che probabilmente non sono ben fatte.

  71. 71 daniela tordi
    21 Febbraio, 2013 at 15:13

    Cara Anna, sai che apprezzo il tuo lavoro con il blog, che oltretutto è fonte di preziose informazioni. E l’apertura di questo dibattito è uno strumento utile per chiarire molti aspetti, oltrechè (fatto non secondario) uno strumento…. democratico. Per questo non capisco che cosa tu stia negoziando e con chi. A che titolo… Avevo creduto di capire che tu volessi in qualche modo arrivare a stilare un documento condiviso, che riportasse le firme degli illustratori che si fossero previamente scambiati idee ed avessero – attraverso il blog – espresso contenuti comuni. Se così non è, se tu stai lavorando già in concreto con gli organismi di questo o quel concorso… bè, ti prego di farlo a titolo individuale, ammesso anche che tu sappia di poter contare sull’opinione conforme di alcune persone. In altri termini, o siamo qui per cercare di arrivare ad una sintesi comune, da sottoporre – nero su bianco – a chi gestisce i vari concorsi (cosa non facile, c’è infatti da lavorare, ma il senso che avevi dato alla tua iniziativa mi pareva fosse giustamente questo), oppure credo che tu ed i tuoi collaboratori dovreste muovervi, ripeto, individualmente. Dimmi se ho capito male, nel qual caso mi scuso.

  72. 72 Marco
    21 Febbraio, 2013 at 15:16

    Io non penso che conoscere i giurati sia utile a modellare le illustrazioni verso un presunto gusto medio della giuria, anzi ciò sarebbe un atteggiamento sbagliato da parte dell’illustratore. Penso piuttosto che una giuria visibile sia un fondamentale fattore di chiarezza e serietà. È ciò che avviene anche in contest di altro genere (letterari, fotografici, pittorici etc. etc.).

    Tu banditore devi convincere me illustratore che i lavori saranno valutati da persone competenti, in possesso di quelle basilari conoscenze necessarie a distinguere un’illustrazione da una non illustrazione, PRIMA del loro insindacabile gusto personale.
    Potrebbe sembrare una banalità, una di quelle cose da omettere perché superflue, ma ho come l’impressione che in alcuni contest, soprattutto quelli più piccoli, le discutibili illustrazioni siano selezionate da una giuria di pifferai. Ma, questo, non lo sapremo mai.

  73. 73 daniela tordi
    21 Febbraio, 2013 at 15:35

    Marco, credo anch’io (mi avrai già letta sopra immagino) che questa sia una questione imprescindibile e molto seria. Uno dei primi punti che metterei nella lista dei desiderata di cui sopra. Un po’ di esperienza ce la siamo fatta tutti credo, chi più chi meno, di approccio con concorsi di vario tipo… basta con nonna Pina. Basta di assecondare iniziative di per sè poco qualificate e qualificanti, che tuttavia sono ricettacolo di danaro ( perchè da qualcuno vengono finanziate, se non dai partecipanti stessi, dal comune, dalla provincia, dalla regione…. dalla Comunità Europea). Che senso ha? Chi indice un concorso deve fornire le proprie credenziali.

  74. 74 laura38
    21 Febbraio, 2013 at 17:01

    Ma Marco, come puoi dire che non serve? Puoi dire che a te non importa ed è nel tuo diritto ragionare così, ma non puoi dire che non serve.

    Anche perché voi tirate in ballo il “gusto personale” dei giudici, ma non credo affatto che sia quello l’eventuale problema, quanto più una visione diversa, legittima ma DIVERSA, per non dire opposta, di cosa sia l’illustrazione in generale.

    Ripeto: Delessert ha disprezzato il 90% dei disegni esposti nel 2012 a Bologna. Non so, non credo che l’abbia fatto sotto la spinta di un’alzataccia con la luna di traverso, e non credo nemmeno sia un problema di gusti personali, ma proprio di idee basilari sul mestiere di illustratore diverse da quelle dei giudici di quell’anno.

    Poi anche sta cosa dello stile, io forse non ne so un tubo, ma per fare l’esempio di Anna che la conosciamo tutti, mi pare che lei a seconda di quel che deve fare adatti il suo stile, sempre SUO comunque, e quindi se fa il libro, se fa il calendario, se fa le magliette… cambia.

    Quando tu Anna hai dovuto fare le magliette per città del sole, ti sei documentata o no? E’ come prendere info sul giurato. E’ la stessa cosa: tu hai guardato per ore e ore siti pieni di articoli per l’infanzia, siti trendy, siti autorevoli, sapendo che città del sole probabilmente seguiva quel tipo di standard, e hai adattato a quegli standard il tuo stile (tinte piatte ma senza contorno, matite e collage). Non è la stessa cosa?

    E poi non so chi di voi diceva che non si può “mentire” su sé stessi per 5 tavole. Non credo sia vero, si potrebbe, ma non avrebbe senso perché cosa vinci la selezione di un concorso a fare se poi ti pubblicano o ti espongono cose che non sono le tue? Nessuno lo farebbe mai. Il punto però è ARRIVARCI a vincere e io dico che sapere chi giudica un minimo aiuta in quel senso.

    Poi non siamo tutti uguali e quindi magari sono io che sono stramba, non lo so.

  75. 75 Anna Castagnoli
    21 Febbraio, 2013 at 17:07

    Daniela mi sono espressa male, non sto negoziando in privato.
    Sto discutendo in privato. Esattamente come avevo fatto per il concorso Narrare la parità.
    Bordano ha proposto delle modifiche sulla base della guida che già abbiamo delineato in questo post: non mi sembra che nelle discussioni siano emerse necessità diverse da quelle descritte nel nostro “Patentino”.E Bordano ha già i giurati con nome e cognome sul bando.
    Che è il punto più caldo della nostra attuale discussione.
    Insieme ai miei collaboratori stiamo valutando queste modifiche per capire se sono coerenti con la lista di requisiti minimi necessari ad avere visibilità su questo blog.

    Questa discussione è finalizzata alla stesura di un documento simile a quello proposto da noi (Oscar, Lisa, Giorgia ed io) perché questo documento riassuma con più precisione possibile le esigenze di tutti.
    Se scrivo in privato agli organizzatori di vari concorsi e discuto con loro lo faccio a nome mio e/o dei collaboratori se sono d’accordo. Ci mancherebbe…

    Bordano proporrà delle modifiche, se ci andranno bene daremo visibilità al loro concorso su questo blog. Se non andranno bene no.
    Questo intendevo quando ho scritto che stavamo negoziando.

  76. 76 Anna Castagnoli
    21 Febbraio, 2013 at 17:13

    Ah, ho capito adesso cosa mi chiedevi Daniela.
    Sì sono d’accordo.
    L’idea è quella di definire un documento rappresentativo.
    che diventi una guida di requisiti minimi necessari per le stesure dei futuri bandi.

    Ma nel frattempo se Bordano vuole fare già delle modifiche, visto che l’attuale bando scade tra meno di un mese, non mi sembra male.

  77. 77 Anna Castagnoli
    21 Febbraio, 2013 at 18:25

    Per evitare fraintendimenti: la guida definitiva avrà la firma LeFiguredeiLibri (cioè e mia e dei collaboratori che vorranno firmarlo) e sarà simile a quella già stilata (con le risposte alle domande aperte, come quella sulla giuria).
    L’idea di questa guida, come l’abbiamo avuta, era di un documento necessario a capire quali concorsi promuovere su LFDL e quali no.
    Perché le discussioni che avevamo e che abbiamo avuto su questo blog sono state molte e non ne arrivavamo mai a capo.

    Non possiamo fare un documento a nome dei lettori del blog, che sono molti e silenziosi e non necessariamente tutti d’accordo.
    Ma il vostro contributo (vostro di commentatori di questo post), dato in questa e nelle future discussioni, è indispensabile per sviscerare tutti i punti importanti e per arrivare a soluzioni condivisibili da molti (se non da tutti).

    Se invece volete fare un documento firmato (con raccolta firme) ne possiamo parlare, però a me sembra che sia un lavoro che dovrebbe fare un’associazione illustratori, più che un blog.

  78. 78 Anna Castagnoli
    21 Febbraio, 2013 at 18:51

    Anche io sono curiosa della selezione della mostra di Bologna di quest’anno.

  79. 79 daniela tordi
    21 Febbraio, 2013 at 19:14

    Capisco quello che vuoi dire Anna. Se riuscissimo a fare un documento collettivo (firmato)di sicuro avrebbe un bell’impatto. Non è necessario che si muova l’associazione. Se non lo ha fatto (lo ha fatto?) in questp ambito specifico, c’è spazio eccome per un’aggregazione più spontanea, tenuta a battesimo da un blog che si è guadagnato sul campo determinate credenziali. Ma sono anche convinta che il tuo-vostro-nostro interessamento attraverso lo spazio-dibattito e le successive prese di contatto sia comunque un segnale, nel senso che chi vuole intendere… Mi farebbe piacere – questo sì – che si potesse davvero concordare una linea per quanto possibile condivisa da tutti. Ma mi pare che ce ne siano tutte le premesse.

  80. 80 Susi
    21 Febbraio, 2013 at 23:10

    Mi allineo con Daniela e Marco, e posso aggiungere questo: negli Stati Uniti e in Giappone è normale indicare i nomi dei giurati. Di solito sui siti dei concorsi c’è una pagina dedicata solo a questo, con tutte le informazioni biografiche e bibliografiche di riferimento.
    Per forza di cose, niente nonna Pina, dunque…

  81. 81 oscar sabini
    21 Febbraio, 2013 at 23:47

    Portate pazienza se magari ripeto alcune cose già dette (non riesco a leggere tutti tutti i commenti).

    Volevo dire che la questione giuria in effetti è un punto che ha diverse sfaccettature interessanti.
    Per esperienza personale l’aver partecipato ad alcuni concorsi, sapendo fin da subito chi avrebbe giudicato il mio lavoro, mi ha fatto lavorare in maniera totalmente diversa, direi più mirata.

    A questo proposito Bologna (dove puntualmente ogni anno dal 2004 mando i miei lavori, senza successo) devo dire che mi crea sempre molto disorientamento.

    Altresì ho avuto modo di rinunciare a partecipare ad alcuni concorsi sapendo chi avrebbe giudicato i miei lavori.

    La faccenda secondo me è risolvibile anzitutto con l’anonimato dei partecipanti, perché in fondo, (forse lo si diceva qualche commento fa), è vero che la giuria per quanto anonima, potrebbe essere facilmente svelata attraverso una confidenza o una soffiata e quindi alla fine devo dire che mi convince molto di più l’idea, a questo punto, che lo sappiano tutti allo stesso modo.

    Per me però il fatto di conoscere i nomi dei giurati è un fattore non solo di orientamento per chi partecipa ma anche di qualità per chi organizza.

    Sarebbe interessante poter mettere a confronto anche grandi concorsi come quelli degli architetti ad esempio; dico questo perché ho l’impressione ormai sempre più chiara che diversi concorsi di illustrazione stiano andando in una direzione specifica che è quella della pubblicazione, spostando l’obiettivo della visibilità subito in un prodotto finale.

    Discutibile o meno io credo che i concorsi dovrebbero riappropriarsi del gusto di valorizzare l’illustrazione in sé: esposta in uno spazio museale, in una fiera o dove si vuole, mi sembra che sia uno standard di qualità che si è un po’ perso in Italia.

  82. 82 Anna Castagnoli
    22 Febbraio, 2013 at 10:53

    Mi sembra che con poche eccezioni siate tutti d’accordo sulla giuria dichiarata sul bando.
    Ho lanciato la domanda anche su Fb per avere più ritorni.

    C’è un altro punto che volevo affrontare, perché era stato oggetto di una infinita discussione quando furono dichiarati i vincitori di Ilustrarte (106 commenti, ricordate?).
    http://www.lefiguredeilibri.com/2011/11/02/litalia-vince-ilustrarte-2012-valerio-vidali-primo-premio-simone-rea-secondo/

    Capita spessissimo, a Bologna come a Ilustrarte, come in altri grandi concorsi, che in giuria ci siano editori e in gara libri o autori di quegli editori.
    Paolo Canton disse di essersi astenuto dal voto finale di Simone Rea, cosa può forse aver influito sul fatto che Simone abbia avuto il secondo premio e non il primo.
    Ma un paio di anni prima, sempre a Ilustrarte, vinse Susanne Janssen con le tavole di Hansel e Gretel, e in giuria c’era Christian Bruel, editore di Hansel e Gretel.
    A me non diede fastidio perché (sapete cosa penso di quel libro) meritava in ogni caso il primo premio.
    Però è un tema difficile, come lo si risolve?
    Ci si deve fidare dell’onestà di scelta dell’editore?
    L’alternativa è che l’editore non voti le immagini dei suoi autori (ma non è neanche giusto)…

  83. 83 valeria
    22 Febbraio, 2013 at 14:17

    Bella iniziativa anna.
    Anche il concorso coreano era poco chiaro su piu punti.
    prima di tutto, ma questa è una mia paturnia personale, non capisco perchè dover spedire gli originali…mahhhh (oltretutto non si sono neanche posti il problema di lasciare senza alcune tavole originali gli illustratori durante la fiera di bologna)
    posso confermare il fatto, perche mi hanno mandato una mail con l’informazione, che saranno a spese dell’illustratore anche le spese dei pacchi che torneranno indietro dalla corea.
    mi è sembrata una follia. non ho partecipato.
    questo giochino della dogana mi è successo per l’ultima selezione alla fiera del libro. ho pagato 75 euro di spese doganali perchè il pacco veniva dal giappone.
    non abbiamo uno stipendio garantito, non lavoriamo a gogò, mi sembra davvero continuare a far piovere sul bagnato.
    questo tentativo di cambiare le condizioni qui in italia mi sembra una bella cosa.
    ho postato tutto sulla mia pagina facebook, non servira a tantissimo (perchè la mia pagina non credo venga seguita da molte persone!!) ma come si sa l’unione fa la forza!
    a presto,
    un abbraccio,
    valeria.

  84. 84 Andrea
    22 Febbraio, 2013 at 15:03

    Mi è venuta proprio ora in mente la possibilità di mettere delle limitazioni nei concorsi. In alcuni concorsi esteri ricordo che alcuni davano la possibilità di partecipare solo a chi aveva un tot di libri pubblicati. Questo in qualche modo livella la competizione e offre ai partecipanti anche la possibilità di mettersi in gioco gradualmente. (potrebbero ad esempio esserci concorsi solo per chi ha pubblicato)..

  85. 85 Anna Castagnoli
    22 Febbraio, 2013 at 15:19

    Grazie Valeria per la testimonianza.
    In generale ricordate sempre di mettere sulla busta: contenuto senza valore commericiale, evita di pagare il dazio alle dogane.

    Per Andrea: c’è già in molti concorsi italiani questa divisione. La categoria professionisti (+ di tre libri pubblicati) e quella principianti.
    A me piace però quando le due categorie si mescolano, come a Bologna.

  86. 86 daniela tordi
    22 Febbraio, 2013 at 18:22

    Bè, non possiamo pretendere di entrare troppo nel merito della composizione della giuria temo… insomma, ci devono essere degli ambiti di discrezionalità da parte degli organizzatori di un concorso che vanno salvaguardati. In teoria, come tu stessa Anna mi pare dicesti ai tempi della polemica su Ilustrarte, che un editore faccia parte della cerchia di esperti chiamati a valutare il lavoro degli illustratori… è normale. Diciamo che la giuria stessa dovrebbe sapere quali pesi e contrappesi adoperare a seconda dei casi che gli si presentano, dando prova attraverso un giudizio equilibrato e bilanciato della propria serietà. Cosa che sta a noi, a tutti, valutare, sia pure a cose fatte. Insomma, noi possiamo chiedere che sia una giuria di buon livello, competente ed obiettiva, ma non ritengo si possa andare oltre. Dovrebbe essere interesse degli organizzatori non suscitare polemiche e gestire le cose con intelligenza…

  87. 87 Anna Castagnoli
    22 Febbraio, 2013 at 18:27

    Sono d’accordo Daniela.

  88. 88 laura38
    24 Febbraio, 2013 at 8:38

    Riguardo alla giuria credo sia vero quel che dice Daniela. Certo se ci sono da giudicare dei libri già pubblicati e si sa prima quali sono questi libri, sarebbe bello che l’organizzazione non andasse a creare il conflitto di interessi scegliendo i giurati di conseguenza, ma non è che si possano chiedere i miracoli.

  89. 89 Laura
    27 Febbraio, 2013 at 18:50

    Dal Museo Luzzati (concorso Pin-Occhio) fanno sapere che “A seguito delle numerose richieste si è deciso che le opere che rimarranno al Museo saranno solamente quelle vincitrici e alcune appartenenti ad una selezione speciale.

    Le altre potranno essere ritirate al Museo, successivamente alla premiazione.”

  90. 90 Ariela Coco
    10 Marzo, 2013 at 13:43

    Prima di tutto grazie.
    Mi pare il posto giusto per segnalare un concorso ‘Disegni al sole’; nel bando, verso la fine scrivono questo:
    ‘Le opere non selezionate potranno essere ritirate dopo la mostra “Disegni al sole” fino al 15 settembre 2013 esclusivamente presso il Consorzio Promotur (le opere non potranno essere rispedite), quelle selezionate saranno restituite su richiesta dell’autore entro il mese di luglio dell’anno 2014.
    Ogni opera non restituita resterà di proprietà del Consorzio Promotur organizzatore del Concorso’

    Quindi il concorso è per illustratori italiani e stranieri ma, in base al bando, chi non abita lì e non si ritira l’opera la perde e loro si ritrovano tante illustrazioni gratis.
    Ho chiesto spiegazioni e mi hanno risposto che fanno così altrimenti perdono soldi in spedizioni… però se lo richiedo (anche se nel bando non c’è scritto questo) me lo rimandano a mie spese, mi fanno il favore insomma.
    Incredibile. La corrispondenza è terminata con la mia richiesta di modificare il bando però non credo mi daranno ascolto.

  91. 91 Anna Castagnoli
    10 Marzo, 2013 at 23:44

    Grazie Ariela! In effetti il messaggio pubblico sul bando e quello in privato sta dando a molti un po’ di confusione.
    Vediamo cosa si può fare.

    Intanto la bella notizia è che il museo Luzzati ha modificato alcuni punti del bando (o almeno hanno detto di farlo, non ho ancora controllato), idem Bordano.
    Ne darò presto notizia sul blog, quando i bandi saranno attualizzati.

  92. 92 Andrea
    12 Aprile, 2013 at 15:22

    Ciao Anna,
    ci sono novità in merito?
    Ci pensavo stamane e mi sono ricordato di questo post sul tuo blog ma non so se l’iniziativa è in stand by oppure no.
    sarebbe un vero peccato accantonarlo perché credo sia una bellissima proposta sia per i partecipanti che per i creatori dei vari concorsi.
    Grazie
    A.

  93. 93 Anna Castagnoli
    12 Aprile, 2013 at 15:48

    Ciao Andrea, non è per niente abbandonato.
    Molti concorsi sono stati felici di collaborare e cambieranno alcune parti dei loro bandi, stiamo solo aspettando.
    Comunque questa guida serve soprattutto a noi, ed è sempre valida. La usiamo per orientarci tra i concorsi e scegliere i migliori di cui parlare sul blog.
    Un saluto!

  94. 94 carlotta Raimondi
    15 Marzo, 2016 at 16:36

    Buongiorno gentile Anna,
    Sono una giovane illustratrice e sto cercando di farmi conoscere attraverso i concorsi (che sono anche fonte di grande motivazione per me), pur cercando su google non ne ho trovato una lista soddisfacente mi potresti elencare alcuni di questi o un sito specializzato? ti ringrazio anticipatamente.
    Carlotta

  95. 95 Anna Castagnoli
    15 Marzo, 2016 at 16:47

    Buongiorno Carlotta, se cerchi su questo blog, tutti i concorsi che nel tempo ho pubblicizzato sono validi.