Fiabla-bla, di Fausta Orecchio e Olivier Douzou: il gioco delle parole

23 Aprile, 2012

Un libro che mi sono portata via volentieri dalla Fiera di Bologna è Fiabla-bla di Orecchio Acerbo.
E’ un libro gioco. All’inizio del libro troviamo: otto frasi, di altrettante fiabe classiche, (una breve introduzione al libro ci dice che le frasi sono scappate dalle fiabe perché le fiabe sono senza pietà), dodici forme e sette colori.
Questi sono gli elementi dati e il gioco del libro è quello di combinarli in tanti modi possibili, creando strofe e situazioni dal sapore surreale. Le forme possono essere utilizzate ingrandendole o rimpicciolendole, ma senza mai alterarle.

Esempio:
la frase ” Un uovo d’oro cresceva in una gallina” diventa “una gallina cresceva in un uovo d’oro”, per poi scombinarsi di nuovo e accoppiare le sue parole con altre possibili.

Ci dimentichiamo troppo spesso delle misteriose relazioni che intercorrono tra linguaggio e mondo. Nel post di qualche giorno fa vi parlavo di come pittori e artisti abbiano cercato una forma, nei secoli, per il concetto di “realtà”. Ma che rapporto ha la realtà con il linguaggio? Nasce prima l’uovo o la gallina? (per restare in tema di uova e galline).
Il grande filosofo Parmenide, scriveva che l’Essere è il Pensiero. Cioè, tradotto, che il mondo che conosciamo e il nostro modo di conoscerlo, sono una sola cosa. Il fatto che  nelle nostre giornate ci sia un soggetto, che quel soggetto compie una o più azioni, che quelle azioni abbiano conseguenze su degli oggetti o altri soggetti, a noi sembra il funzionamento più scontato del mondo; in realtà siamo prigionieri, nel pensare le cose a questo modo, di una struttura linguistica.

In giapponese il soggetto è spesso l’ultima parte di una frase. Le frasi iniziano dal contesto, per poi analizzare i dettagli, per poi arrivare all’azione, per poi alla fine dire chi l’ha compiuta. Chissà se questo ha avuto un’influenza sull’amore dei giapponesi per i dettagli e sulla poca valorizzazione dell’io come soggetto forte all’interno della loro società. Ma è nato prima l’uovo o la gallina? E’ il linguaggio che si è adattato al nostro modus pensandi o è avvenuto il contrario? Potremo mai scappare dal linguaggio come le parole di questo libro sono scappate dalle loro fiabe?

Olivier Douzou (un grosso nome dell’illustrazione francese, attualmente direttore artistico delle edizioni Le Rouergue) ha utilizzato con maestria le forme che gli erano state date all’inizio del gioco, creando ogni volta personaggi spassosissimi. Ecco che una coda di sirena diventa un fiocco di capelli, una corona una dentiera, o un ciglio, una bocca un paio di baffi…
I bei colori puri su fondo bianco contribuiscono al ritmo da musica di banda di paese che anima tutto il libro (con un po’ di Stockhausen).

Ma cosa succede se le parole si stufano dalle regole grammaticali e vanno per conto loro? Succede che si creano situazioni esilaranti, come quella qui sotto: dove un pescatore e un Re si ritrovano sposati. Oppure succede che si inverte l’ordine del mondo: una nonna diventa giovane. O succede che si creano frasi o figure che non hanno più senso per noi (ma forse per qualcuno di un altro pianeta, sì).

Perché il mondo resti in ordine anche le parole devono essere in ordine. Ma per divertirsi, bisogna sapere che l’ordine stabilito lo si può scompigliare un po’, bistrattare, rompere, e poi aggiustare. (Gianni Rodari in questo gioco era un grande maestro, Raymond Queneau, ancora più grande).


Il gioco proposto dal ibro non è nuovo, ma è declinato bene e il libro funziona (mi sono solo un po’ persa nelle ultime pagine, dove le combinazioni sono quasi astratte). Potete provare anche voi nei vostri disegni o con i vostri bambini, usando le forme proposte o inventandone di nuove. All’interno del libro si trova la “tavola pitagorica” del gioco, potete anche ritagliarla per giocare con più facilità a comporre le vostre frasi e le vostre figure.

Fiabla-bla
Fausta Orecchio e Olivier Douzou
Un libro-gioco sulla libertà delle parole
12,75 Euro

Una risposta per “Fiabla-bla, di Fausta Orecchio e Olivier Douzou: il gioco delle parole”

  1. 1 Francesca
    25 Aprile, 2012 at 19:29

    Splendido! Grazie Anna, me lo ero perso :-)