Franz Kafka illustratore

16 Aprile, 2012

Nei commenti al post precedente (sui nuovi romanzi illustrati per adulti), è nata una interessante discussione sull’impossibilità o meno di illustrare Kafka. Ma voi lo sapevate che Kafka era un raffinato illustratore?


Franz Kafka, illustrazioni


Una pagina dei diari illustrata da Kafka

Guardate la posizione dell’omino sulla scala e dell’altro che la regge in equilibrio poco più sotto (o sta precipitando?), non è un disegno degno di uno Steinberg?

Sul blog della Minimum Fax, qui, trovate molti altri schizzi di scrittori che amavano scarabocchiare i loro scritti. Ma quelli di Kafka mi sembrano più che scarabocchi.

13 Risposte per “Franz Kafka illustratore”

  1. 1 alicia
    16 Aprile, 2012 at 21:36

    Davvero è un raffinato illustratore? mi sembrano degli appunti. Appunti di Kafka.
    Scusa l’insolenza :)

  2. 2 Anna Castagnoli
    16 Aprile, 2012 at 23:03

    Insisto, a me sembrano un po’ più che appunti. Guarda i tratti sul viso dell’uomo chinato sul bicchiere di vino. O l’ombra piegata sul tavolo. O il rapporto tra i due uomini nella sala d’aspetto. Non mi sembra né la mano inesperta che prova a disegnare, come poteva farlo Saint Exupery, né quella di uno che disegna a caso per prendere appunti.

  3. 3 Clementina
    17 Aprile, 2012 at 5:55

    la vera freschezza dello schizzo riporta il sentimento chiaro vissuto, quella che fa la differenza tra una tavola ben riuscita ed una no, poiché difficile da riportare nel disegno finale, Kafka aveva le idee chiare!
    Si sa, arte e illustrazione, coincidono raramente. Secondo me è bene ricordare, e in quanto illustratori esserne consapevoli, che le due rispettive professioni richiedono attenzioni diverse, è con questa consapevolezza che si può tentare di travalicarne i confini, in un senso e nell’altro, con qualche speranza di avere buoni risultati. il libro d’artista è una via di mezzo.
    Kafka era un artista, in quanto scrittore. Quando pensiamo a lui non pensiamo a favole, chissà se ne ha scritte (Giovanna)?
    Sono molti gli illustratori bravi, rarissimi gli artisti che fanno Arte.
    Michelangelo era un artista, non doveva pubblicare un libro, benché la Bibbia lo sia.
    Proprio ieri sera parlavo con un amico che da tempo svolge ricerca in questo campo, e mi diceva come spessissimo fossero dettagliate nei minimi particolari le pretese della committenza per l’opera da eseguire: mantenere l’afflato doveva richiedere uno sforzo sovrumano. Abbastanza inaccettabile per noi creativi contemporanei, un po’ viziati da una idea di arte pura, distante da quella del passato (oggi mitizziamo l’artista, forse perché non viviamo più a contatto con autentici artigiani?).
    Riferendomi alla genuinità degli schizzi, Anna, penso che tu ci abbia offerto un ottimo esercizio con la riflessione sugli schizzi degli scrittori!

  4. 4 alicia
    17 Aprile, 2012 at 8:03

    Certo che Kafka aveva le idee chiare a me questi disegni appaiono come pensieri, coerenti. Non so perchè dovrebbe essere un illustratore. Per me Kafka non lo è anche se può aver fatto dei disegni interessanti o con linee più sicure di qualsiasi altro illustratore. Non so, per voi uno come Hockney, che si è cimentato con i testi , illustrando, è un illustratore?

  5. 5 Anna Castagnoli
    17 Aprile, 2012 at 9:00

    Alicia io non sarei così precisa nelle definizioni, non siamo geometri :)
    Non ho usato il termine “illustratore” nel senso di professione. Kafka non era un illustratore. Ma ha illustrato alcune sue idee o testi.
    L’illustrazione per me è il tentativo di tradurre in immagini un contenuto letterario.
    Non ne farei una differenza così rigida con l’arte. Ci sono illustrazioni che sono opere d’arte e ci sono opere d’arte che sono anche illustrazioni. E Hockney quando illustra i Grimm, sì, è un illustratore.

  6. 6 Clementina
    17 Aprile, 2012 at 9:00

    chiedo scusa, ho riletto quanto scritto e mi sono accorta di aver fatto errori di punteggiatura che rendono difficile la comprensione del testo.
    E sempre per maggior chiarezza, e non per voler rilanciare l’argomento, forse anche già dibatutto, definirei meglio il libro d’artista come il ponte, tra le due aree addiacenti.

  7. 7 Lisa
    17 Aprile, 2012 at 10:04

    Curiosando qua e là ho scoperto che la casa editrice spagnola Sexto Piso ha pubblicato nel 2011 un libro illustrato che riunisce diversi disegni di Kafka. Qui il link http://www.sextopiso.com/esp/art_detalle.php?ida=241
    dove è possibile consultare anche un’anteprima del volume. E poi ho trovato anche questo post interessante pubblicato nel blog di “Escritos Criticos” http://majfud.org/2011/07/04/los-dibujos-de-franz-kafka/

  8. 8 giovanna
    17 Aprile, 2012 at 10:40

    Non credo che il punto sia stabilire se Kafka sia o no un raffinato illustratore, e in base a quali criteri. Forse sarebbe interessante sapere a che scopo Kafka faceva quei disegni (che vengono definiti una “scrittura privata” nell’articolo segnalato). E in ogni modo commissionare a un illustratore le tavole per un romanzo di Kaflka è tutt’altra cosa, credo. Così come racconatre la vita di Kafka a fumetti è diverso che illustrare “La metamorfosi”. Michelangelo fu un raffinato poeta. Non si ritiene però essenziale leggere i suoi sonetti per avvicinarsi o ammirare la Cappella Sistina, perché la sua opera artistica è autonoma da quella letteraria. Poi certo è interessante rintracciare lo spirito di Michelangelo anche in quei sonetti, per amore di completezza e di conoscenza. Ma le due cose appartengono ad ambiti distinti di lettura. Nascono in momenti diversi dell’operato dell’artista e i due codici non sono stati utilizzati in vista di una narrazione che si avvalga, nello stesso momento, di entrambi. Buzzati usava entrambi i codici nel racconto e lo faceva in modo esplicito e molto riuscito. Ed è interessante indagarne le modalità. Anche Saint-Exupery, nel “Piccolo principe” lo fa, al punto che senza le immagini alcuni snodi e passi della narrazione sarebbero poco chiari o addirittura incomprensibili, e questo avviene a prescindere dal fatto che secondo il nostro gusto sia definibile o no, un illustratore (certo era un bravissimo disegnatore come mostra il libro che gli ha dedicato qualche anno fa Rizzoli). Forse va distinto il fatto di padroneggiare più codici da parte di uno stesso autore, dall’utilizzarli insieme in modo finalizzato a un racconto. Nessuno scritto esclude una traduzione per immagini, certo. Così come nessuna immagine esclude una traduzione in parole. Spesso però si ha l’impressione che possa essere gratuita questa operazione. A volte invece non lo, quando nasce da motivazioni profonde.

  9. 9 Anna Castagnoli
    17 Aprile, 2012 at 10:41

    Grazie Lisa,interessante l’articolo su Escritos Criticos.
    Non sapevo che il disegno per lui fosse così importante.

  10. 10 Lisa
    17 Aprile, 2012 at 12:39

    Dell’articolo su Escritos Criticos trovo molto bella la frase all’inizio che tradotta dovrebbe essere: “I miei disegni non sono immagini, ma una scrittura privata,”. Credo che uno scrittore non scriva mai solo per se stesso, ma lo faccia soprattutto per gli altri. L’illustratore probabilmente fa la stessa cosa illustrando. Forse è necessario fare una distinzione fra disegno e illustrazione. L’illustrazione, come la scrittura, sono forme di comunicazione, il disegno è qualcosa di più intimo e profondo, una forma di introspezione. Forse Kafka utilizzava il disegno come mezzo per non dover raccontare niente a nessuno se non a se stesso?

  11. 11 Lisa Massei
    17 Aprile, 2012 at 14:50

    Anna, sei una miniera di spunti di riflessione.
    sapevo che Kafka disegnava, a Praga ho visto dei suoi schizzi. anch’io non starei troppo nelle definizioni, anzi, anche gli scarabocchi, gli errori, possono essere dei sorprendenti mezzi di comunicazione sia interna che esterna :)

  12. 12 Eleonora
    17 Aprile, 2012 at 15:54

    Mi ricollego al post di Giovanna, aggiungendo che proprio nelle prime pagine del Piccolo Principe, c’è secondo me un’indicazione precisa sul senso dell’illustrare. Mi riferisco a quando, dopo molti e vani tentativi dell’aviatore di disegnare una pecora rispondente alle richieste del piccolo principe, egli si sente rispondere “Questo è proprio quello che volevo” quando disegna semplicemente una scatola con dei fori sui lati, senza l’aggiunta di nessuna pecora. Illuminante direi …

  13. 13 monica vannucchi
    18 Aprile, 2012 at 17:27

    Trovo magnifico l’uomo accasciato sul tavolo, decisamente più che un appunto. Incisivo, dinamico e statico allo stesso tempo. grande!
    P. S. cara anna dovevo darti dei riferimenti per gli affreschi nelle haveli dello Shekawati, ricordi? sono proprio colpevole, ho ritrovato il libro ma ancora non sono riuscita a scannerizzare le immagini. giuro che lo farò presto, se ancora ti interessa. un bacio, m.