Komagata, quando un libro può cambiare il mondo

23 Febbraio, 2011

Komagata

Ieri pomeriggio alla scuola Elisava di Barcellona c’è stata la conferenza di Katsumi Komagata. Tre classi, ognuna delle dimensioni di una classe universitaria, erano stracolme di pubblico, in due di queste sale il pubblico doveva assistere alla conferenza su grandi teleschermi. Io e tre compagne siamo state dirottate in una delle sale con teleschermi, non ci potevo credere, non avrei potuto assistere dal vivo alla conferenza di Komagata… Dopo essere stata seduta nel mio banco, buona e depressa per cinque minuti circa, in attesa dell’inizio della conferenza, ho sentito il mio sangue di italiana ribollire, mi sono alzata e sono andata a corrompere con ampi sorrisi il personale della scuola… fino a che non ho trovato posto per me e per il mio gruppo nella sala principale!

Komagata0

La conferenza è durata più di due ore. Komagata ha iniziato raccontando tutto il suo percorso artistico (vi lascio cercarlo su internet qui, qui e qui). E’ stato interessante ascoltare come ogni suo libro sia nato dal desiderio di comunicare qualcosa a qualcuno. Tutti i suoi primi libri, si sa, sono nati per comunicare con la figlia di pochi mesi, ma non sapevo, ad esempio, che il libro Little tree è nato dal disagio di non aver potuto salutare un caro zio morto d’improvviso.

I libri, infatti, secondo Komagata, hanno tre funzioni: quella di informare, quella di creare una comunicazione (dico creare una comunicazione perché nell’accezione di Komagata il libro non comunica solo perché ha un contenuto che arriva al lettore, ma comunica perché crea un legame, unisce cose che prima erano disgiunte, e fa si che qualcosa che prima non c’era, nasca. Lui usa spesso il termine condivisione) e quella di regalare un’esperienza.

Children’s Hospital of Kyushu2

LA STORIA DEL REPARTO PEDIATRICO DI KYUSHU, ILLUSTRATO DA KOMAGATA

Vi faccio un esempio che ieri mi ha lasciata a bocca aperta del senso che Komagata dà alla frase “i libri comunicano”. E’ la storia del reparto pediatrico del  Children’s Hospital of Kyushu (Giappone). Per la prima volta nella storia del Giappone una donna è arrivata ad essere direttrice di un ospedale. Questa direttrice chiama Komagata per chiedergli di fare qualcosa per il reparto pediatrico, che aveva l’aria piuttosto squallida. Lui gironzola un po’ nell’ospedale e poi dice: facciamo un libro!
Decide quindi di fare un libro di dimensioni da “tasca di grembiule d’infermiera” perché tutti gli operatori del reparto possano tenerlo con sé mentre lavorano. Il libro conterrà alcuni elementi che saranno poi disposti in grande nell’ospedale. Come prima cosa, nota che tutti i corridoi e tutte le stanze si assomigliano, e che è facile perdersi, così decide che ogni corridoio dell’ospedale avrà un nome: Via delle Fragole, Via delle Ciliegie, Via delle Giraffe, Etc. Ogni stanza un’animale che la rappresenta e un numero. Le docce saranno indicate da una proboscide d’elefante. I bagni dall’immagine di un ippopotamo che fa il bagno. E tutte queste figure, i bambini potranno poi ritrovarle nel piccolo libro, unite da semplici storie. Conoscendo il libro, conosceranno l’ospedale.

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Purtroppo le fotografie qui sotto sono poco leggibili, perché erano immagini proiettate su uno schermo. Ma si capisce lo stesso quanto è bello! Qui le stanze dei bambini…

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Qui un corridoio.

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Questa qui sotto è la sala del dentista. Avevano chiesto a Komagata un affresco per il soffitto, ma lui ha detto: un affresco non si muove, e diventa noioso doverlo guardare per delle ore. Così ha creato queste girandole mobili.

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Ha poi raccontato altre storie in cui i libri diventavano protagonisti di cambiamenti sociali o umani. Ma preferisco non svelarvi tutto il mondo di Katsumi Komagata, così sarete motivati ad andarlo a cercare, scoprire, incontrare.
Ecco, è tutto. E’ molto…

Trovate altre foto della visita di Komagata a Barcellona su questo blog.

13 Risposte per “Komagata, quando un libro può cambiare il mondo”

  1. 1 Isabella C.
    23 Febbraio, 2011 at 13:28

    Anna Cara,
    non ho parole.
    Il mio cuore è colmo di preziose emozioni…

    Ancora Grazie di cuore

  2. 2 Susi
    23 Febbraio, 2011 at 13:45

    Wow. Sono senza parole. Grazie di nuovo per questo regalo…

  3. 3 Susi
    23 Febbraio, 2011 at 13:55

    Anna, seguendo i tuoi link, sono arrivata al blog di Komagata, se non mi sbaglio, in una delle foto di questo post ci sei anche te. ^__^ (10° foto dall’alto, a capotavola)
    http://d.hatena.ne.jp/onestroke/20110223/1298446885

  4. 4 Anna Castagnoli
    23 Febbraio, 2011 at 14:43

    Susi è vero!!
    Che bello, ora gliela rubo e aggiorno il post sul laboratorio.

  5. 5 stefania
    23 Febbraio, 2011 at 15:02

    Che bello Anna e che invidia la conferenza dal vivo…
    Il tuo blog è fantastico!

  6. 6 Ila
    23 Febbraio, 2011 at 15:11

    Anna, che meraviglia…
    Quest’uomo è veramente Grande.
    Un bellissimo progetto!

    Ila

  7. 7 giovanna
    23 Febbraio, 2011 at 20:54

    Anna, questa cosa che hai riportato è interessantissima, sul nostro blog da poco ci siamo occupati in un post di un ospedale alla cui progettazioni i bambini stanno collaborando. In Italia un ospedale che ha seguito linee innovative nella progettazione del reparto pediatrico è il Meyer di Firenze.
    Questa cosa della progettazione degli spazi per i piccoli è fondamentale, a mio avviso, presto ne riparleremo anche noi a proposito di altre situazioni.

  8. 8 mirella Parer
    24 Febbraio, 2011 at 7:03

    Cara Anna,i tuoi post sono sempre eccezzionali, grazie!

  9. 9 serena
    24 Febbraio, 2011 at 9:28

    Ancora grazie grazie grazie. io poi non conoscevo Komagata e il tuo blog mi sta aprendo mille universi.

  10. 10 Sara
    24 Febbraio, 2011 at 10:44

    Anch’io non lo conoscevo, un po’ me ne vergogno in questo momento perché, i suoi lavori sono meravigliosi. Anna bellissimo post, che fortuna esserci stata ed evviva il sangue italiano che torna sempre comodo.

  11. 11 Michela
    25 Febbraio, 2011 at 17:05

    Grazie per avermi fatto conoscere Komagata.
    Sono affascinata da questa persona.
    L’amore e l’impegno che ha speso per il reparto pediatrico di Kyushu dimostra che ovunque è possibile portare amore… con un libro, con una storia, con un disegno.
    Grazie.

  12. 12 Anna
    26 Febbraio, 2011 at 18:11

    E’ davvero un grande maestro, da cui imparare molte cose. Continuerò a seguire il suo lavoro e il tuo blog Anna, mi piace molto.

    Ciao

  13. 13 Guardare gli alberi | Scaffale basso
    9 Aprile, 2015 at 10:50

    […] calma deve essere molto simile al sentimento che Katsumi Komagata deve aver provato se, come ci ha raccontato Anna Castagnoli, l’origine di Little tree è legata alla scomparsa improvvisa di un suo […]