Antonio Marinoni, o come i bambini vedono il mondo

4 Novembre, 2009

In attesa di trovare il tempo per prepararvi il quarto post dell’epopea (!) sul plagio, e in attesa di pubblicare una lunga intervista ad Antonio Marinoni, illustratore di due gioielli quali: Velluto storia di un ladro e L’ora blu, editi dai Topipittori, pubblico alcuni disegni fatti da  Marinoni quando era bambino.
(Potete trovarne altri sul blog Ciucci, che aveva pubblicato i suoi disegni un anno fa).

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Velluto, storia di un ladro, Antonio Marinoni, Topipittori 2007

La capacità di Marinoni bambino di esprimere attraverso il disegno, a 6/7 anni, con una mano matura quanto quella di un Paul Klee adulto, il suo personale incantamento verso il mondo, lascia sconcertati. Ma il “modo” di guardare, lo riconosco, era mio alla stessa età, è di tutti i bambini. Ecco come un bambino vede il mondo, mi verrebbe da dire guardando questi disegni dove la luce si incastona tra le linee come gocce di un lampadario di cristallo. Come illustratori, bibliotecari, librai, scrittori, editori, cerchiamo di tenerlo presente: è a un pubblico così esigente che ci rivolgiamo con il nostro lavoro.

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Sedia, Antonio Marinoni all’età di 5 anni


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Interno, Antonio Marinoni all’età di 5 anni


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Corteo con i sette nani, Antonio Marinoni all’età di 6 anni (Ingrandisci l’immagine)


Lussemburgo, quasi 8 anni
Lussemburgo, Antonio Marinoni all’età di 7 anni (Ingrandisci l’immagine)


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La grande Sala, Antonio Marinoni all’età di 8 anni (Ingrandisci l’immagine)


Interno, 8 anni
Interno, Antonio Marinoni all’età di 8 anni


Un gruppo di edifici nel verde, 6 anni
Un gruppo di edifici nel verde, Antonio Marinoni all’età di 6 anni


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Una città sul fiume, Antonio Marinoni all’età di 9 anni


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Le pretendenti, Antonio Marinoni all’età di 7 anni (Ingrandisci l’immagine)

“Nell’appartamento conoscevo già tutti i nascondigli e vi facevo ritorno come in una casa in cui si è certi di trovare tutto come lo si era lasciato. Mi batteva il cuore. Trattenevo il respiro. Qui ero racchiuso nel mondo della materia. Mi diveniva straordinariamente chiaro, si accostava a me senza parole. Nello stesso modo solo chi sta per essere impiccato prende coscienza di cosa siano corda e legno. Il bambino che sta dietro la portiera diviene a sua volta qualcosa di fluttuante e bianco, uno spettro. Il tavolo da pranzo sotto il quale si è accoccolato lo trasforma nel ligneo idolo di un tempio che ha nelle gambe intagliate le quattro colonne.” (…) Da: Infanzia berlinese, di Walter Benjamin