“Ponyo sulla scogliera” di H.Miyazaki, bozzetti

8 Settembre, 2009

Quest’estate ho visto in lingua originale Ponyo sulla scogliera, un ennesimo capolavoro di Miyazaki, interamente realizzato a mano. A differenza di altre sue opere, dove il mondo fantastico (incarnato dalle forze animiste della natura) e il mondo reale  sembrano separati da una ferita originaria, qui i due mondi coesistono uno accanto all’altro fino alla fine del film in modo quasi gioioso. Miyasaki ci dice che non solo Ponyo, ma anche il rapporto tra fantastico e reale, è un ibrido che può trovare una soluzione se impariamo ad accettare incondizionatamente (e amare) la sua ambigua dualità (Sosuke nella dichiarazione finale accetta Ponyo come è, non importa se pesce o bambina).

Stupenda la scena in cui il mare in tempesta (già contaminato di irreale, vedi le onde-pesci) insegue insieme a Ponyo la macchina con dentro Sosuke. La minaccia delle onde si trasforma, grazie alla felicità di Ponyo, in un invito a lasciarsi travolgere dal fantastico, così pieno di energia e potenza vitale.

ponyo

Ecco alcune immagini tratte da  The art of Ponyo. Un libro che riassume questo titanico lavoro di animazione.
Ne approfitto per ricordare ai giovanissimi illustratori che quello di questi disegni non è il linguaggio dell’illustrazione per album
, ma il linguaggio del manga, il fumetto giapponese.

ponyocover

ponyo_2

Dal libro “The art of Ponyo”, immagine tratta dal blog Drawn
ponyo1
Dal libro “The art of Ponyo”, immagine tratta dal blog Drawn
ponyodoppia
Dal libro “The art of Ponyo”, immagine tratta dal blog halcyonrealms.com
ponyo3b
Hayao Miyazaki e i suoi studi di Ponyo, copyright Studio Ghibli

30 Risposte per ““Ponyo sulla scogliera” di H.Miyazaki, bozzetti”

  1. 1 francy
    8 Settembre, 2009 at 8:00

    la genialità di Myazaki consiste nell’ uso della tecnica del disegno fatto a mano o anche in qualcos’altro?
    mi spiego.
    come dici giustamente si tratta di manga e non illustrazioni per albi, però considerato che i cartoons giapponesi a me sembrano davvero tutti uguali, non riesco a cogliere la genialità di questo artista. e sono certa che si tratta di una mia ignoranza sull’argomento. si potrebbero aggiungere informazioni/spiegazioni? tanx!

  2. 2 Anna Castagnoli
    8 Settembre, 2009 at 8:16

    Lo “stile” di un’illustrazione, così come la tecnica, e la gamma cromatica, sono mezzi. E’l’universo emotivo che si riesce a creare con questi mezzi che fa di un’opera un capolavoro o una cosa mediocre.
    La genialità di Myazaki sta (secondo me) nel creare storie e personaggi che emozionano, che portano messaggi profondi, etc…

    (Penso ad Heidi ha segnato, insieme a tante altre cose, l’immaginario della mia infanzia).

    Riguardo al disegno, Myazaki secondo me è un grande artista, ripeto, per i mondi immaginari che crea, l’umanità espressiva dei suoi personaggi, la vibrazione e la potenza del mondo della natura che nelle sue animazioni è sempre protagonista.
    Poi posso trovare i suoi colori non gradevoli, le superfici cromatiche troppo piatte (nell’animazione è purtroppo necessario), ma sono cose che passano in secondo piano, nel senso che non me ne importa niente.

    Ci sono illustratori non manga ineccepibili e grandissimi dal punto di vista tecnico/cromatico/etc che mi lasciano invece completamente indifferente.

  3. 3 Anna Castagnoli
    8 Settembre, 2009 at 8:37

    ps:
    poi trovo che la tematica centrale di tutta l’opera di Myazaki, l’incessante fatica/lotta per riuscire a ricucire la frattura tra uomo e natura, sia, da un punto di vista filosofico e morale, veramente ricca. Ricchi anche i modi in cui lui la sviluppa. Tu cosa hai visto Francy di suo?

  4. 4 papepi
    8 Settembre, 2009 at 12:06

    favolose le onde pesce….

  5. 5 martina
    8 Settembre, 2009 at 12:23

    adoro Miyazaki!!
    I miei preferiti sono Principessa Mononoke, Totoro e Nausicaa.. purtroppo da noi i suoi film (quando arrivano) vengono doppiati dai doppiatori dei cartoni per bambini con vocine stridule… per esemprio Mononoke nel doppiaggio in inglese ha una lista di attori del calibro di Billy Bob Thorton, Minnie Driver, Claire Danes … ma vabbe’ poi sembra che ci lamentiamo sempre..

    grazie del post!

  6. 6 Giovanna
    8 Settembre, 2009 at 13:40

    Il primo lungometraggio animato di Myazaki che ho visto è stato “La città incantata” (Orso d’oro al festival di Berlino, 2002). Quando sono uscita dal cinema mi sono resa conto di un fatto straordinario: il film mi aveva avvinto completamente imponendomi la stessa assoluta ipnotica e sedotta concentrazione di quando ero piccola e vedevo i primi film. Penso che Myazaki sia un grande narratore e un grande autore drammatico con una spiccata predilezione per il pubblico dei bambini, il che è rarissimo. Se si pensa a Disney o a Pixar, che naturalmente fanno cose egregie, specie il secondo, però hanno sempre la necessità di introdurre il siparietto comico all’interno del racconto (in funzione sdrammatizzante, appunto), ci si rende conto di quanto Myazaki non tema la forza dirompente della fiaba e dell’avventura in tutta la sua drammaticità, e come non la filtri rivolgendosi ai bambini e ai ragazzi certo che saranno interlocutori ideali. Questo è un aspetto di Myazaki che trovo meraviglioso, come anche la varietà degli stati d’animo, delle sfumature psicologiche che tocca con i suoi personaggi, dalla malinconia, al disagio, alla disperazione, alla gioia sfrenata…
    Myazaki è profondamente legato alla cultura giapponese letteraria, artistica, mitologica, religiosa immensamente ricca, vasta e variegata. Certamente appena si comincia ad approfondire questa cultura di appartenenza si comprendono tanti aspetti del suo incredibile immaginario che a noi occidentali risulta un po’ alieno se non del tutto sconosciuto. Vale la pena di fare lo sforzo di approfondimento, sia del regista sia della cultura che l’ha formato. Come tutti i generi, poi, credo, il “manga” può dare luogo a grandi o a piccoli autori.

  7. 7 Paolo
    8 Settembre, 2009 at 13:55

    … insomma: il manga è come l’hamburger. Se lo compri da McDonald’s ti fa venire il mal di stomaco, ma se te lo cucina Julien Palier è una paradisiaca squisitezza.
    Un po’ come gli albi illustrati.

    (Julien Palier? Chi era costui?)

  8. 8 AndBet
    8 Settembre, 2009 at 14:26

    Un’altra cosa che mi piace moltissimo di miyazaki è che nei suoi film non c’e’ mai una netta distinzione tra bene e male, buoni /cattivi (come diversamente insegnatoci da Disney). E’ tutto insomma un po’ incasinato…

  9. 9 Julien Palier
    8 Settembre, 2009 at 14:38

    @ Paulo : non sono ancora il Myazaki della cucina ;)

  10. 10 Susi
    8 Settembre, 2009 at 14:41

    Grazie a Giovanna non sapete cosa vi siete risparmiati!
    Ho visto questo post stamattina di corsa ed ero già pronta a scrivere un commento chilometrico (tra l’altro io ho studiato cinema di animazione e quindi tendo a essere “piuttosto” puntigliosa e a dilungarmi assai sull’argomento, specie se mi entusiasma come riesce a farlo Miyazaki…)
    Ma Giovanna ha già scritto tutto quello che volevo dire, con il merito di essere più breve però, e quindi sottoscrivo, così come sottoscrivo il commento di Paolo, la produzione giapponese di animazione è sterminata, e la maggior parte non vale il tempo speso a guardarla, ma da questa base nascono delle gemme che non hanno uguali in nessun’altra parte del mondo.

    L’unica cosa che mi sento un po’ in dovere di puntualizzare (scusatemi!) è che il linguaggio degli anime (l’animazione) e quello dei manga (i fumetti), beh non sono la stessa cosa, come non lo sono quello dell’albo illustrato e quello del fumetto. Capisco che lo stile con cui sono disegnati, spesso molto simile -ma anche lì ci sono delle differenze importanti, il manga è grafico e piatto, si può “barare” di più, i personaggi degli anime si devono muovere a tutto tondo e nello spazio che li circonda- possa confondere le idee, ma tra il modo di raccontare una storia nell’uno e nell’altro e tra i mezzi a disposizione che l’artista può usare o meno a questo scopo c’è un vero e proprio abisso…

    Detto ciò, un plauso particolare ad Anna per il fatto di spaziare anche al di fuori del mondo dell’illustrazione, può sembrare una banalità ma per esperienza so che non lo è affatto!

  11. 11 Anna Castagnoli
    8 Settembre, 2009 at 14:50

    Grazie Giovanna per la bella analisi,
    e grazie Susi per avermi spiegato la differenza tra manga e anime. Sapevo che uno significava fumetto e l’altro animazione, ma non sapevo che i loro linguaggi grafici fossero diversi!

  12. 12 Susi
    8 Settembre, 2009 at 15:42

    Anna, se ti interessa te ne posso parlare per ore!
    .^___________^.

    (magari quando ci incontreremo di persona…)

  13. 13 martina
    8 Settembre, 2009 at 16:04

    bellissimo il commento di Giovanna.. grazie
    e grazie a AnBet che ha ricordato una caratteristica importantissima di quasi tutta la filmografia di Miyazaki

  14. 14 francy
    8 Settembre, 2009 at 16:23

    non ho visto nulla di Myazaki. da ciò mi ritenevo a ragione “ignorante” sull’argomento. ora che ho letto tutti i commenti sono pronta per vedere un’opera del maestro. a questo punto sono pure incuriosita.

  15. 15 Sonia m.l.
    9 Settembre, 2009 at 12:46

    Cara Anna,
    seguo il tuo blog che trovo molto interessante e illuminante, per una addetta ai lavori da poco tempo, e ti volevo segnalare a proposito di film di animazione ( Myazaki, lo trovo magnifico senza obiezioni), nell’eventualità tu non li conoscessi, i fratelli Brothers Quay. Sperimentali e per certi versi estremi, ma di grande impatto emotivo e poetico. Il loro modo visionario colpisce per la purezza di interpretare la scena, attraverso una narrazione fatta di piccole scenografie che si avvicinano all’anima.
    Un caro saluto Sonia

  16. 16 Anna Castagnoli
    9 Settembre, 2009 at 13:32

    Vado subito a guardare questi fratelli…

    @ Francy: facci poi sapere della tua esperienza di un primo Myazaki! Se puoi, guardalo in giapponese sottotitolato, o alla peggio in inglese.

  17. 17 sonia m.l.
    9 Settembre, 2009 at 14:06

    …ti segnalo alcuni titoli, per non perderti tra i video più forti o di produzioni troppo sperimentali …” the calligrapher- nocturna artificialia- i racconti di natale- e la coproduzione di alice nel paese delle meraviglie di jan svankmajer”…

  18. 18 Anna Castagnoli
    9 Settembre, 2009 at 14:21

    Grazie Sonia!

    Per SUSI:
    non hai messo la tua mail sul nome e ti scrivo qui, ma tu rispondimi sull’e mail di Figuredeilibri (figuredeilibri(at)gmail.com, così ne parliamo lì. Ti andrebbe di preparare due post sulla storia del manga e su quella degli anime giapponesi?

  19. 19 sandra
    10 Settembre, 2009 at 16:05

    ciao anna sono stata felicissima riaprendo il tuo blog dopo le mie troppo lunghe vacanze senza internet di vedere l’immagine di ponyo io amo miyazaki e trovo incantevole il suo modo di trattare le tematiche profonde che ricordi tu ma anche e sopratutto la sensazione fisica che mi dà dell’infanzia ( non so se hai visto Il mio vicino Totoro) … grazie per questo bellissimo blog!!

  20. 20 Anna Castagnoli
    10 Settembre, 2009 at 16:11

    Li ho visti tutti! E Totoro è anche uno dei miei preferiti.
    Tra l’altro ho scoperto che la mamma di Miyazaki è stata malata di tubercolosi e ricoverata all’ospedale molti anni, prima di morire, quando lui era ancora un ragazzino.
    Credo che ci sia molto di veramente vissuto in questa sua capacità di tradurre la malinconia dell’infanzia e il grande potere salvifico della natura.
    Mi viene da dire: l’infanzia è proprio così.

  21. 21 martina
    10 Settembre, 2009 at 16:29

    non sapevo di questa cosa della mamma di Miyazaki e ripensando al film mi viene la pelle d’oca..
    Totoro è anche uno dei miei preferiti e anche se molti di quelli a cui l’ho fatto vedere lo trovano un po’ troppo per bambini rispetto al resto della sua filmografia, personalmente penso che la sua forza sia proprio nel modo incredibilmente semplice e vero di raccontare l’infanzia.. lo stesso stupore di un bambino nei confronti di una ghianda o un un enorme mostro peloso che non parla (a parte il suo nome ovvio)
    Grazie della notizia!!

  22. 22 Francesco
    10 Settembre, 2009 at 21:56

    Miyazaki è forse il più grande maestro del cinema d’animazione moderno.

    Senza nulla togliere alla Disney o alla Pixar (quest’ultima merita sicuramente di più..) ma Miyazaki mi ha saputo trasmettere, in questi lunghi anni di carriera, come ci si possa soffermare sulle piccole cose della vita che ci passano, inaspettatamente, davanti. Il suo è un mondo fatto di personaggi forti, ragazze combattive (Nausicaa e Mononoke lo sono certamente.), spiritelli folkloristici che profumano di incensi e sali da bagno.
    Paragonato a ciò, qualsiasi opera Disneyana sfigura.

    Io la prima volta che ho visto La città incantata, mi sono commosso. E se ora qualcuno mi chiedesse cosa vorrei fare da grande, io risponderei, Miyazaki.

    Grazia Anna per avergli dedicato un bel post :)

  23. 23 AndBet
    11 Settembre, 2009 at 9:01

    Due parole sul doppiaggio, col rischio di andare fuori tema.
    Il caso piu’ vergognoso degli ultimi anni e’ stata forse la Marcia dei Pinguini, in cui secondo me si e’ snaturata una poesia, rendendolo un film spazzatura.
    Anche per Miyazachi c’e questo rischio. Recentemente ho provato a vedere una sequenza di Laputa in due differenti lingue. E’ la sequenza in cui Pazu si sveglia e sale in cima al tetto della sua casa e suona la tromba. A quel punto anche Sheeta si sveglia e i due cominciano a parlare. Dunque, mentre la versione francese rispetta l’intenzione originale del regista(le voci sono di due bambini, la musica suonata da Pazu e’ identica nelle due versioni), la versione americana (“inglese”) e’ orribile: 1) la voce di Pazu e’ quella di un 18enne (snaturando così il rapporto fra due bambini, che diventa quello fra due adolescenti); 2) la musica suonata da Pazu (originariamente solo tromba), è stata arricchita con una base musicale che non c’entra per niente.

    Tutto questo per dire che secondo me un film andrebbe sempre visto in lingua originale, al limite sottotitolato.

  24. 24 Susi
    11 Settembre, 2009 at 11:08

    AndBet, concordo con te che il doppiaggio americano dei film di Miyazaki è spesso vergognoso (le cose sono moooolto migliorate con gli ultimi film, in cui il doppiaggio è stato curato da quelli della Pixar).

    In Laputa sono state aggiunte delle musiche, perché per gli americani è inconcepibile che in un film per ragazzi ci siano momenti di silenzio… (!!!) (e questa purtroppo, essendo la versione ufficiale BuenaVista, che all’epoca aveva i diritti di distribuzione nel resto nel mondo, è quella che è arrivata anche a noi…)

    In Kiki sono stati aggiunti dei dialoghi quando tutti stanno zitti (oltre ad aver cambiato il caffé con la cioccolata perché non si può offrire il caffé ad una ragazzina, lo stesso è successo con il thé in Ponyo, cioccolata anche qui, ma questo sarebbe il meno, fa ridere ma non snatura il senso e lo stile del film…), si può vedere questa cosa anche nel dvd italiano, dove per oscuri motivi di produzione, un team si è occupato del doppiaggio, lavorando dall’originale giapponese, un altro dei sottotitoli, lavorando da quelli americani, col risultato che se ti guardi il film in giapponese con i sottotitoli in italiano, ci sono tantissime battute in più, il risultato è piuttosto comico (comunicazione per gli americani: i bambini non sono dei deficienti a cui devi spiegare tutto, capiscono, e capiscono molto bene!)

    Nella Principessa Mononoke è proprio cambiato il finale, in inglese Eboshi, la donna capo villaggio, dice che ha capito la lezione, che avevano sbagliato, che ricominceranno da capo ma faranno meglio etc… In giapponese no!, dice che ricostruiranno il villaggio e continueranno come prima. C’è un minimo di differenza…

    Le versioni francesi invece sono ottime, fortemente consigliate, loro hanno sempre lavorato indipendentemente dalla BuenaVista (infatti là i film sono usciti mooooolto prima che nel resto del mondo, e sono usciti tutti!), e in stretta collaborazione con lo Studio Ghibli.

    In Italia la Lucky Red sta facendo un lavoro eccelso, il doppiaggio di Ponyo è praticamente perfetto.

    Infine, io capisco il tuo punto di vista che ti fa dire che il film andrebbe visto in originale sottotitolato, ora per me che sono adulta, e oltre tutto studio giapponese, va bene, ma ti renderai conto anche tu che questa soluzione non è proponibile per tutti, per dire, Ponyo e Totoro sono film dedicati anche ai bambini, capirai anche tu che leggere i sottotitoli per loro è un po’ ostico (anche se è degno di nota il fatto che per Totoro è sperimentato il fatto che è vedibile in giapponese da tutti senza problemi, per anni l’unica copia che avevo era una vhs originale, e nessuno ha mai avuto dubbi su quello che stava succedendo, tanto è disegnato -raccontato per immagini- e animato bene…), lo stesso per persone anziane etc…

    Quindi, o stabiliamo che i film sono guardabili solo da un’élite istruita e un po’ snob che se li guarda in originale (tipo me… :P), oppure affermiamo il diritto che esistano degli adattamenti che non snaturino l’opera -ed è possibile farli!- in modo che tutti possano fruirne.

    Sto per la seconda ipotesi, perché ritengo che questi film sono opere d’arte patrimonio dell’umanità intera, e che tutti abbiano il diritto di vederseli senza fare sforzi strani…

  25. 25 martina
    11 Settembre, 2009 at 11:38

    che bello questo blog e che brutta cosa l’ignoranza.. io che non ho mai visto l’edizione originale (non capendo davvero un acco di giapponese ovviamente) ho sempre pensato che la traduzione inglese fosse migliore rispetto al quella italiana “a orecchio”, mi piacevano più le voci (anche se le traduzioni delle canzoni le avevo notate persino io), ma questa cosa del finale di Mononoke è pazzesca..
    allora provo col francese
    Grazie Susi!..

  26. 26 ph
    11 Settembre, 2009 at 13:00

    bellissimo post! grazie Anna.
    Seguo Miyazaki da quando avevo 5 anni!

  27. 27 AndBet
    11 Settembre, 2009 at 13:00

    Volevo precisare che non so una parola di giapponese (!), ma piuttosto di ascoltarmi la versione americana preferisco di gran lunga leggermi i sottotitoli e ascoltare la versione originale

  28. 28 Anna
    14 Settembre, 2009 at 13:36

    grazie Anna per aver dedicato un post a Miyazaki! e grazie a tutti per i ricchi commenti!

    Ho scoperto Miyazaki da grandicella, e mi ha cambiato la vita: per anni poi regalavo Totoro di pezza e un dvd coi suoi film a “chi se lo meritava”…era come fare una magia!

  29. 29 Anna
    14 Settembre, 2009 at 14:06

    @susi: anche io ho stuiato cinema di animazione e giapponese! e Miyazaki ne è in parte responsabile; tutto il resto, è per passione litterar-cino-culinaria.
    E’ bello sapere di non essere l’unica snob ^_^ che si guarda i film in lingua originale, se capita anche senza sottotitoli ihihi!

  30. 30 Anna Castagnoli
    14 Settembre, 2009 at 14:34

    Ah no! Io senza sottottoli non ci arrivo!!

    Se ti interessa una chiave di lettura della cultura giapponese ti consiglio: “L’impero dei segni” di Roland Barthes, Einaudi 2002