L’Europa e i suoi libri: nasce la biblioteca europea digitalizzata

20 Novembre, 2008

Oggi, 20 novembre, è una giornata storica per il libro e i suoi destini: l’Unione Europea lancia a Bruxelles la prima Biblioteca digitale europea: Europeana. L’intento è quello di trasferire e rendere accessibile su un solo portale tutto il patrimonio culturale delle biblioteche, dei musei e dei centri archivistici dei 27 paesi membri.
A partire da oggi, libri, ma anche immagini d’arte, musica, films, mappe, potranno essere accessibili gratuitamente on-line. Sono già consultabili due milioni di opere, se ne prevedono 6 milioni per il 2010.

La Francia, che vanta il 52% dei documenti attualmente digitalizzati, ha stanziato per il progetto 8 milioni di euro. Ed è proprio dalla BNF (Bibliothèque nationale de France) e dal suo presidente Jean-Noël Jeanneney, che il progetto Europeana è partito qualche anno fa in risposta alla minaccia di Google di digitalizzare il patrimonio delle biblioteche mondiali. Oltre a innumerevoli articoli e alla costruzione di Europeana, Jean-Noël Jeanneney ha scritto un libro: Quand Google défie l’Europe (Quando Google sfida l’Europa). Il pericolo è che un soggetto privato possa arrivare ad avere l’egemonia sul patrimonio pubblico della nostra cultura. (Leggi articolo su Le Monde e/o Le Figaro).

Un immenso patrimonio culturale, una sconfinata biblioteca di Alessandria che nessuno potrà più bruciare, accessibile a tutti, da ogni angolo del mondo. Entriamo in una nuova era. (Speriamo che l’Italia, con il suo inestimabile patrimonio culturale, non resti indietro).

segue…

5 Risposte per “L’Europa e i suoi libri: nasce la biblioteca europea digitalizzata”

  1. 1 Anna Castagnoli
    21 Novembre, 2008 at 9:06

    Non so se avete guardato il sito di Europeana, penso che con i 120 milioni che la UE ha investito nel progetto potevano anche farlo meglio.
    E’ brutto esteticamente, difficile da navigare e non c’è una funzione “ricerca”.
    Mah…
    Hanno detto che lo miglioreranno, lo faranno mulitlingue etc… ma potevano partire comunque con qualcosa di più decente.

  2. 2 AndBet
    21 Novembre, 2008 at 9:18

    Ciao Anna, hai ragione. Forse in bruttezza e difficolta’ di navigazione lo batte solo quello del Salone di Montreuil..!

  3. 3 Anna Castagnoli
    21 Novembre, 2008 at 10:07

    Che ridere! Non so tra i due chi vince!

  4. 4 paolo
    3 Dicembre, 2008 at 7:39

    http://bonanni.blogautore.repubblica.it/2008/12/02/?ref=hpsbsx

    «La Commissione ha appena lanciato Europeana (http://dev.europeana.eu), una enorme biblioteca virtuale che rende accessibili musei, librerie, pinacoteche, centri culturali e multimediali d’Europa interconnessi tra loro. Il successo è stato tale che il sito, preso d’assalto da oltre dieci milioni di contatti al giorno, ha dovuto essere chiuso e sarà riaperto a breve dopo il potenziamento dei server.

    Ebbene, nella lista delle novanta istituzioni europee che partecipano all’iniziativa non c’è una biblioteca italiana, non un centro di ricerca o una rappresentanza nazionale italiana. Ci sono tutte le librerie [sic!] nazionali (perfino quella dell’Islanda e del Liechtenstein) tranne quella italiana. Gli unici siti italiani presenti sono la Fondazione Federico Zeri, il museo di storia della scienza di Firenze e l’istituto per i beni artistici e culturali dell’Emilia Romagna. Istituzioni di prestigio, d’accordo, ma che non rendono certo l’idea del peso della cultura italiana nella creazione di una identità europea. L’assenza di istituzioni culturali che dipendono direttamente dallo Stato italiano è a dir poco scandalosa, soprattutto da parte di un governo che rivendica orgogliosamente i meriti della nostra cultura e della nostra lingua.»

    No comment.

  5. 5 Anna Castagnoli
    4 Dicembre, 2008 at 11:14

    Sai Paolo, quando la responsabilità dei musei italiani viene data ai direttori di McDonald non c’è mica da stupirsi più di nulla.
    Gaber cantava: peggio che da noi, solo l’Uganda. Ora mi sa che non abbiamo neppure più questo vantaggio.

    Che pena. Che pena davvero. Pensare che abbiamo il patrimonio culturale più denso e ricco di TUTTO il mondo. Mi fa male il cuore a pensare in che mani è.